«Quando i Romani sono arrivati qua, nel 40 d. C., Londra era una palude da cui affioravano isolotti di ghiaia e sabbia. Oggi è una metropoli di circa otto milioni di abitanti, vivace, sofisticata, spettacolare. A gettare le fondamenta di tutto questo sono stati i Romani: anche per questo li ammiro profondamente, così come ammiro la capitale italiana.
Mi ha fatto molto piacere la definizione che dà Marco Niada della Londra contemporanea, “la capitale del XXI secolo”; così come mi ha molto interessato leggere delle sfide che deve affrontare. Niada racconta la mia città con precisione e con affetto. Raccomando dunque questo suo fantastico libro a tutti.»
Boris Johnson - Sindaco di Londra
Oggi Londra è la città più vivace del pianeta, l’unica autentica metropoli dell’Occidente. Negli ultimi quindici anni è cresciuta di un milione di abitanti, attirando fiumi di stranieri ricchissimi e poverissimi (un londinese su tre è nato all’estero), che si sono integrati in modo mirabile. La City è diventata il centro della finanza mondiale, in aperta sfida a New York. Ma Londra è al vertice anche in molti altri settori, a cominciare dalla cultura e dalle arti, grazie a talenti che arrivano dal mondo intero: tra loro, centomila italiani che vi hanno trovato un modello di vita basato sulla libertà individuale e sulla meritocrazia.
Città europea affacciata sull’America ma ricca di legami con l’Oriente, Londra sta tornando a essere la capitale di un impero, questa volta astratto ma non per questo meno reale. È al centro di un’autentica rivoluzione architettonica, che sta profondamente trasformando il paesaggio e il tessuto urbanistico. È una città complessa ma semplice da vivere, che impone al mondo intero il suo stile, le sue creazioni, le sue mode.
Marco Niada ci guida alla scoperta della nuova Londra, tracciando una inedita mappa – a volte indiscreta – dei personaggi, dei locali, dei luoghi oggi più curiosi e vitali. Individua gli ingredienti del rilancio della città, e non nasconde le contraddizioni di una società multietnica e i rischi della crisi finanziaria: ma Londra ha dalla sua milioni di talenti, questa volta ancora più aperti al mondo, che la rendono speciale e inaffondabile.
GARZANTI LIBRI
Marco Niada, giornalista, è corrispondente del «Sole-24 Ore» da Londra, dove risiede da anni sulle rive del Tamigi. È autore di Grande è meglio: fusioni e acquisizioni nelle testimonianze dei protagonisti dell’industria mondiale (1988) e Le privatizzazioni degli altri: come e perché si vendono le aziende di Stato (1993).
lunedì 30 giugno 2008
giovedì 26 giugno 2008
"Roba nostra" di Carlo Vulpio
Calabria, Lucania, Roma, Milano. La nuova Tangentopoli italiana. «Nessuno, grazie anche a questo libro, potrà più dire di non aver saputo.»
Dalla prefazione di Marco Travaglio.
«Bisogna far sistema». Questa ricetta, con cui in genere le economie decollano e i paesi si sviluppano, trova da noi un’applicazione tipicamente all’italiana. Consiste nella capacità inesauribile di stabilire reti di complicità e connivenze tra politici, esponenti professionali e istituzionali, faccendieri e malavitosi, con un unico scopo: saccheggiare i beni e le risorse pubbliche. Anche grazie alle rivelazioni emerse dalle inchieste del pm Luigi de Magistris e alle vicende del giudice Clementina Forleo, Carlo Vulpio punta l’attenzione sul sistema meridionale del malaffare, dove i partiti- famiglia – formula di grande successo in Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise – sono macchine oleatissime con cui si smistano i fondi nazionali ed europei, si assegnano gli appalti, si decide la fortuna o la sfortuna nelle carriere pubbliche, a cominciare dalla magistratura. E mette in primo piano le vere forze che «fanno girare» il paese, condannandolo all’inefficienza dei servizi, agli scempi ambientali e al declino inarrestabile della sua economia. Di queste forze, dopo le scoperte pionieristiche del pool di Milano, Roba Nostra offre la radiografia più aggiornata. Nuovi capibastone politici, tangentisti della prima e della seconda Repubblica, massoni riuniti in fantasiose logge, affaristi devoti della Compagnia delle Opere, clan familiari che sperimentano le tecniche più spietate per garantirsi il controllo di tutto ciò che è pubblico in intere regioni: dalla sanità all’istruzione, ai cosiddetti incentivi per lo sviluppo. La saga italiana delle «mani sporche» tocca con questo libro uno dei suoi culmini.
Carlo Vulpio, inviato del Corriere della Sera, si occupa di grandi fatti di cronaca e di argomenti di attualità in Italia e all’estero.
Dalla prefazione di Marco Travaglio.
«Bisogna far sistema». Questa ricetta, con cui in genere le economie decollano e i paesi si sviluppano, trova da noi un’applicazione tipicamente all’italiana. Consiste nella capacità inesauribile di stabilire reti di complicità e connivenze tra politici, esponenti professionali e istituzionali, faccendieri e malavitosi, con un unico scopo: saccheggiare i beni e le risorse pubbliche. Anche grazie alle rivelazioni emerse dalle inchieste del pm Luigi de Magistris e alle vicende del giudice Clementina Forleo, Carlo Vulpio punta l’attenzione sul sistema meridionale del malaffare, dove i partiti- famiglia – formula di grande successo in Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise – sono macchine oleatissime con cui si smistano i fondi nazionali ed europei, si assegnano gli appalti, si decide la fortuna o la sfortuna nelle carriere pubbliche, a cominciare dalla magistratura. E mette in primo piano le vere forze che «fanno girare» il paese, condannandolo all’inefficienza dei servizi, agli scempi ambientali e al declino inarrestabile della sua economia. Di queste forze, dopo le scoperte pionieristiche del pool di Milano, Roba Nostra offre la radiografia più aggiornata. Nuovi capibastone politici, tangentisti della prima e della seconda Repubblica, massoni riuniti in fantasiose logge, affaristi devoti della Compagnia delle Opere, clan familiari che sperimentano le tecniche più spietate per garantirsi il controllo di tutto ciò che è pubblico in intere regioni: dalla sanità all’istruzione, ai cosiddetti incentivi per lo sviluppo. La saga italiana delle «mani sporche» tocca con questo libro uno dei suoi culmini.
Carlo Vulpio, inviato del Corriere della Sera, si occupa di grandi fatti di cronaca e di argomenti di attualità in Italia e all’estero.
martedì 24 giugno 2008
"Conta e racconta" di Amos Luzzatto
Memorie di un ebreo di sinistra.
In libreria dal 23 giugno.
L'autobiografia di Amos Luzzatto, un ebreo di sinistra, storico presidente dell'Ucei, che a ottant'anni fa i conti con la storia di cui è stato a un tempo protagonista e testimone. Tra memoria privata e impegno civile, Luzzatto attraversa quasi un secolo di storia raccontando un percorso politico sempre caratterizzato dalla volontà di dialogo e di comprensione. Dalle contraddizioni del secolo scorso vissute in prima persona ha tratto riflessioni sui temi più controversi degli ultimi anni: le guerre di religione, il rapporto con l'Islam, la laicità dello Stato, gli ebrei e la politica.
Editore: Mursia
Collana "Storia, Biografie, Diari"
Pagg. 280
Euro 17,00
In libreria dal 23 giugno.
L'autobiografia di Amos Luzzatto, un ebreo di sinistra, storico presidente dell'Ucei, che a ottant'anni fa i conti con la storia di cui è stato a un tempo protagonista e testimone. Tra memoria privata e impegno civile, Luzzatto attraversa quasi un secolo di storia raccontando un percorso politico sempre caratterizzato dalla volontà di dialogo e di comprensione. Dalle contraddizioni del secolo scorso vissute in prima persona ha tratto riflessioni sui temi più controversi degli ultimi anni: le guerre di religione, il rapporto con l'Islam, la laicità dello Stato, gli ebrei e la politica.
Editore: Mursia
Collana "Storia, Biografie, Diari"
Pagg. 280
Euro 17,00
sabato 21 giugno 2008
"La follia del mare" di Alfredo Chiappori
NAUFRAGI E SVERNAMENTI: STORIE DI NAVI PERDUTE E IMPAVIDI MARINAI
1789: una piccola casa editrice francese pubblica una raccolta di "relazioni di naufragi, svernamenti e altri eventi funesti in mare dal XV al XVIII secolo", composta da un avvocato di Reims, che ha navigato nel Grande Blu solo attraverso la pagina scritta. A due secoli di distanza Alfredo Chiappori, maestro della satira e appassionato di mare, trova su una bancarella di libri usati di Milano questo vecchio volume, le cui pagine sanno ancora di salmastro, e decide di riscriverne le storie nel libro "La follia del mare. Storie di naufragi e svernamenti", in questi giorni in libreria per i tipi di Mursia.
"La follia del mare è il risultato di anni di studio e di centinaia di libri raccolti", dice Chiappori, svelando com'è nato questo romanzo. "Il ritrovamento del manoscritto è un fatto vero, non il solito artificio letterario. Nell'edizione italiana in cui mi sono imbattuto il libro era tradotto malissimo e così ho ripreso la sostanza dei racconti e li ho riscritti completamente, reinventando i nomi e correggendo gli errori geografici. "Storie vere che sembrano romanzi d'avventura: viaggi verso l'estremo nord, per la caccia alle balene o per la ricerca dei passaggi a nord est e a nord ovest; navigazioni nell'Oceano Indiano, dall'India all'Africa; e ancora, le Indie Occidentali, l'Atlantico, le Antille, il Pacifico e l'Australia, le bonacce del Mar dei Sargassi e le burrasche più terrificanti. Storie di naufragi, in cui i marinai hanno dovuto dar prova del proprio coraggio affrontando morte e desolazione.
Una fra tutte, la vicenda di Alexander Selkirk, il marinaio scozzese che visse per quattro anni in solitudine su una delle tre isolette Juan Fernández. Sulla sua storia Daniel Defoe modellò il personaggio di Robinson Crusoe.
Nel solco di una tradizione letteraria che fa del mare l'assoluto protagonista, molti altri scrittori hanno attinto dalle "Storie di Naufragi" dell'avvocato Jean-Louis Deperthes per imbastire i loro racconti di avventure sui mari. Ne "La follia del mare" Chiappori racconta con il suo stile ironico e personale storie di navi perdute e impavidi marinai. Tutti travolti dalla follia del mare.
Alfredo Chiappori è nato a Lecco nel 1943. Pittore e disegnatore, ha pubblicato numerosi libri di strisce satiriche. Ha collaborato, tra l'altro, con «Linus», «La Stampa», «l'Unità», «la Repubblica», «Storia Illustrata», «Panorama», «L'Europeo». Dal 1988 pubblica i suoi disegni satirici sul «Corriere della Sera». Nel 1997 ha esordito nella narrativa con il romanzo Il Porto della Fortuna, con il quale ha vinto il premio Giuseppe Dessì e il premio Molinello. Sono seguiti La breva (2001), Il mistero del Lucy Fair (2002), premio Gaeta, premio La Cultura del Mare, premio Albatros, premio Forte Village. Nel 2004 ha pubblicato Franco destino, romanzo autobiografico sulla sua infanzia.
(Mursia, pp. 272, 16,00 euro)
lunedì 16 giugno 2008
"Sergio Maldini. Biografia della nostalgia" di Paolo Simoncelli
Una testimonianza bruciante e malinconica sull’inossidabile panorama politico-letterario di questo dopoguerra.
Biografia di un letterato nascosto condotta su documentazione nascosta. Sergio Maldini (Firenze 1923 – Udine 1998) ha vissuto un amore insistito, costante e nostalgico per il Friuli d’anteguerra dove ebbe modo di sperimentare la sua vocazione letteraria e giornalistica, percepita nella sua robustezza già da Silvio Benco, poi da Pier Paolo Pasolini con cui avrebbe stretto un rapporto di reciproco riconoscimento letterario.
Della sua intera esperienza politico-letteraria è accuratamente ricostruito il contesto sulla base di un notevole epistolario inedito: dalle lettere di gioventù scambiate con Buzzati, alle confidenze con Michele Prisco, Giancarlo Liuti, Massimo Dursi, alle sofferte e polemiche esperienze con gli “editors” delle grandi case editrici risoluti a negare valore letterario e pubblicabilità delle sue opere. Una testimonianza bruciante e malinconica sull’inossidabile panorama politico-letterario di questo dopoguerra
In Appendice sono raccolti degli inediti di Maldini: racconti e atti unici, ma anche una clamorosa intervista del novembre 1968 a Jim Garrison, procuratore distrettuale che indagava sull’assassinio di John Kennedy, e che confidò a Maldini una “verità” ben diversa da quella ufficiale, ma che allora non si ebbe il coraggio di pubblicare in Italia.
Paolo Simoncelli è professore ordinario di Storia moderna presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato volumi e saggi sulla diffusione della Riforma protestante in Italia, sull’Inquisizione romana, sul repubblicanesimo fiorentino del XVI secolo, sulla biografia intellettuale di Renzo De Felice e sui rapporti tra cultura italiana e fascismo.
Sergio Maldini. Biografia della nostalgia
Gli specchi, pp. 320, € 19,00
Marsilio Editore
Biografia di un letterato nascosto condotta su documentazione nascosta. Sergio Maldini (Firenze 1923 – Udine 1998) ha vissuto un amore insistito, costante e nostalgico per il Friuli d’anteguerra dove ebbe modo di sperimentare la sua vocazione letteraria e giornalistica, percepita nella sua robustezza già da Silvio Benco, poi da Pier Paolo Pasolini con cui avrebbe stretto un rapporto di reciproco riconoscimento letterario.
Della sua intera esperienza politico-letteraria è accuratamente ricostruito il contesto sulla base di un notevole epistolario inedito: dalle lettere di gioventù scambiate con Buzzati, alle confidenze con Michele Prisco, Giancarlo Liuti, Massimo Dursi, alle sofferte e polemiche esperienze con gli “editors” delle grandi case editrici risoluti a negare valore letterario e pubblicabilità delle sue opere. Una testimonianza bruciante e malinconica sull’inossidabile panorama politico-letterario di questo dopoguerra
In Appendice sono raccolti degli inediti di Maldini: racconti e atti unici, ma anche una clamorosa intervista del novembre 1968 a Jim Garrison, procuratore distrettuale che indagava sull’assassinio di John Kennedy, e che confidò a Maldini una “verità” ben diversa da quella ufficiale, ma che allora non si ebbe il coraggio di pubblicare in Italia.
Paolo Simoncelli è professore ordinario di Storia moderna presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato volumi e saggi sulla diffusione della Riforma protestante in Italia, sull’Inquisizione romana, sul repubblicanesimo fiorentino del XVI secolo, sulla biografia intellettuale di Renzo De Felice e sui rapporti tra cultura italiana e fascismo.
Sergio Maldini. Biografia della nostalgia
Gli specchi, pp. 320, € 19,00
Marsilio Editore
giovedì 12 giugno 2008
"Radio Aut" di Peppino Impastato
Negli anni Settanta la radio fu il mezzo più immediato e democratico per la circolazione delle informazioni. Qui si ripercorre, con documenti e racconti, l’opera di controinformazione di Peppino Impastato e dei suoi compagni di Radio Aut, focalizzando l’attenzione sui notiziari della radio nel periodo di maggiore attività e impegno della redazione (dall’agosto ’77 al febbraio ’78). Un esempio di giornalismo vero, e già solo per questo rivoluzionario.
«L’opera di Radio Aut qui documentata, merita un libro, è questo. Aut in latino è: oppure. Non è la pronuncia della parola inglese out, fuori, ma 1'opposizione dell'oppure, di un'alternativa alla informazione falsa e reticente» [Dalla prefazione di Erri De Luca].
Oltre ai contributi di Peppino Impastato, il libro raccoglie gli interventi di Salvo Vitale, Paolo Arena e Andrea Bartolotta che – insieme a Carlo Bommarito, Pino Dicevi e Giovanni Riccobono – hanno minuziosamente ricostruito i notiziari della Radio. Alcuni hanno partecipato direttamente alla redazione dell’epoca, altri hanno lavorato nel contesto più ampio delle attività radiofoniche.
Erri De Luca, scrittore autore di molti romanzi, racconti e poesie, è stato negli anni Settanta tra i dirigenti di Lotta Continua.
Radio Aut. Materiali di un'esperienza di controinformazione. Di Peppino Impastato e i suoi compagni, con prefazione di Erri De Luca. P. 176, 12,00 euro. Dal 9 maggio in edicola con Liberazione a 6,00 euro + il prezzo del quotidiano. L'edizione per le librerie sarà disponibile dal 20 maggio a 12,00 euro.
«L’opera di Radio Aut qui documentata, merita un libro, è questo. Aut in latino è: oppure. Non è la pronuncia della parola inglese out, fuori, ma 1'opposizione dell'oppure, di un'alternativa alla informazione falsa e reticente» [Dalla prefazione di Erri De Luca].
Oltre ai contributi di Peppino Impastato, il libro raccoglie gli interventi di Salvo Vitale, Paolo Arena e Andrea Bartolotta che – insieme a Carlo Bommarito, Pino Dicevi e Giovanni Riccobono – hanno minuziosamente ricostruito i notiziari della Radio. Alcuni hanno partecipato direttamente alla redazione dell’epoca, altri hanno lavorato nel contesto più ampio delle attività radiofoniche.
Erri De Luca, scrittore autore di molti romanzi, racconti e poesie, è stato negli anni Settanta tra i dirigenti di Lotta Continua.
Radio Aut. Materiali di un'esperienza di controinformazione. Di Peppino Impastato e i suoi compagni, con prefazione di Erri De Luca. P. 176, 12,00 euro. Dal 9 maggio in edicola con Liberazione a 6,00 euro + il prezzo del quotidiano. L'edizione per le librerie sarà disponibile dal 20 maggio a 12,00 euro.
lunedì 9 giugno 2008
"I Fondamenti del Giornalismo" di Kovach e Rosenstiel
Cresce ogni giorno il numero di quotidiani e periodici cartacei e on-line, free press, radio, televisioni, blog, e questo sembra garantirci un accesso all’informazione che non ha precedenti nella storia. Ma è davvero così? E non stiamo pagando nessun prezzo?
La risposta è sotto gli occhi di tutti. L’informazione si sta trasformando in intrattenimento; la sua qualità decade ed è raramente sottoposta a verifica; le gratifiche dei giornalisti sembrano più legate ai margini di profitto dell’azienda che alla serietà del loro lavoro; la lealtà che i professionisti dovrebbero ai lettori, è spesso sacrificata agli interessi della testata o ai giochi di potere ai vertici delle società.
La comunicazione giornalistica sta insomma attraversando un periodo di transizione che mette in gioco la sua credibilità e soprattutto la possibilità per i cittadini di disporre di un’informazione davvero indipendente, essenziale per la formazione della pubblica opinione e il buon funzionamento delle istituzioni democratiche.
Da tale consapevolezza è nato questo lavoro, frutto dello studio dei media americani (gli Stati Uniti sono il paese che ha visto la nascita del giornalismo moderno) e dei loro protagonisti. La ricerca ha coinvolto 300 giornalisti e 3000 lettori e da essa sono emersi quelli che potremmo considerare i principi fondamentali (e irrinunciabili) del buon giornalismo. Di fronte ai cambiamenti della professione e alla possibilità che l’informazione perda la propria libertà, travolta dalle regole del commercio e dell’affarismo, il solo modo che abbiamo per opporci è infatti pretendere l’assoluto rispetto di queste norme essenziali.
BILL KOVACH, vincitore dell’Elijah Parish Lovejoy Award, è stato soprintendente della Nieman Foundation for Journalism di Harvard, direttore dell’«Atlanta Journal and Constitution» e capo della redazione di Washington del «New York Times». Attualmente è presidente del Committee of Concerned Journalists.
TOM ROSENSTIEL è stato critico dei media per il «Los Angeles Times» e corrispondente capo dal Congresso per «Newsweek». Attualmente dirige il Project for Excellence in Journalism.
I fondamenti del giornalismo. Ciò che i giornalisti dovrebbero sapere e il pubblico dovrebbe esigere
PAGINE: pp. 304
PREZZO: € 19,00
ISBN: 978-88-7180-678-5
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La risposta è sotto gli occhi di tutti. L’informazione si sta trasformando in intrattenimento; la sua qualità decade ed è raramente sottoposta a verifica; le gratifiche dei giornalisti sembrano più legate ai margini di profitto dell’azienda che alla serietà del loro lavoro; la lealtà che i professionisti dovrebbero ai lettori, è spesso sacrificata agli interessi della testata o ai giochi di potere ai vertici delle società.
La comunicazione giornalistica sta insomma attraversando un periodo di transizione che mette in gioco la sua credibilità e soprattutto la possibilità per i cittadini di disporre di un’informazione davvero indipendente, essenziale per la formazione della pubblica opinione e il buon funzionamento delle istituzioni democratiche.
Da tale consapevolezza è nato questo lavoro, frutto dello studio dei media americani (gli Stati Uniti sono il paese che ha visto la nascita del giornalismo moderno) e dei loro protagonisti. La ricerca ha coinvolto 300 giornalisti e 3000 lettori e da essa sono emersi quelli che potremmo considerare i principi fondamentali (e irrinunciabili) del buon giornalismo. Di fronte ai cambiamenti della professione e alla possibilità che l’informazione perda la propria libertà, travolta dalle regole del commercio e dell’affarismo, il solo modo che abbiamo per opporci è infatti pretendere l’assoluto rispetto di queste norme essenziali.
BILL KOVACH, vincitore dell’Elijah Parish Lovejoy Award, è stato soprintendente della Nieman Foundation for Journalism di Harvard, direttore dell’«Atlanta Journal and Constitution» e capo della redazione di Washington del «New York Times». Attualmente è presidente del Committee of Concerned Journalists.
TOM ROSENSTIEL è stato critico dei media per il «Los Angeles Times» e corrispondente capo dal Congresso per «Newsweek». Attualmente dirige il Project for Excellence in Journalism.
I fondamenti del giornalismo. Ciò che i giornalisti dovrebbero sapere e il pubblico dovrebbe esigere
PAGINE: pp. 304
PREZZO: € 19,00
ISBN: 978-88-7180-678-5
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martedì 3 giugno 2008
"La democrazia partecipativa" di AA.VV.
Il movimento dei movimenti in questi anni ha rimesso in primo piano la questione democratica, individuando nell'assenza di democrazia negli organismi internazionali il principale avversario e prendendo Porto Alegre e l'esperienza della democrazia partecipativa come proprio simbolo. Questo libro raccoglie un insieme di saggi di Raul Pont, ex sindaco di Porto Alegre, la maggior parte dei quali pubblicati in Brasile in un volume dal titolo Democracia, participacao, Cidadania. I saggi, scritti in diversi periodi e contesti politici, forniscono nel complesso una ricostruzione storica dell'esperienza di costruzione della democrazia partecipativa a Porto Alegre e forniscono importanti riflessioni teoriche, politiche e metodologiche sulle pratiche di partecipazione come esperimenti di democrazia diretta. Il libro è corredato da un'analisi dell'arcipelago delle esperienze di applicazione del Bilancio Partecipativo in Italia e da una rilfessione sui vari progetti di democrazia: dal municipalismo ribelle, alla riforma dello Stato, alla partecipazione come sviluppo del conflitto sociale, in vista della messa in discussione della democrazia rappresentativa.
Raul Pont: militante storico della sinistra brasiliana, è stato prigioniero politico durante la dittatura militare, alla fine degli anni 60. Tra i fondatori del Partito dei Lavoratori (Pt), il partito dell'attuale Presidente Lula, è stato deputato statale nel 1986 e deputato federale alle elezioni successive. Dopo aver contribuito alla creazione del Bilancio Partecipativo a Porto Alegre, è stato sindaco della città dal 1997 al 2000 ed è stato candidato per la seconda volta nel 2004. È membro di Democracia Socialista, tendenza di sinistra del Pt.
Nando Simeone: psicologo, da sempre impegnato nei movimenti sociali e pacifisti, è dirigente del Prc e attualmente Vicepresidente del Consiglio Provinciale di Roma.
Cinzia Arruzza: dottoressa di ricerca in storia della filosofia è autrice di diversi saggi, pubblicati su riviste specializzate, e traduzioni.
L’associazione Attac Italia ha fornito una consulenza scientifica e documentale.
La democrazia partecipativa. L'esperienza di Porto Alegre e i progetti di democrazia. Di Raul Pont, a cura di Nando Simeone. Pag. 176, 9,50 euro.
Edizioni Alegre
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