Nel 1936 Walter Benjamin aveva definito la classe rivoluzionaria in opposizione alla folla compressa e pericolosa, in cui domina lo spirito gregario, la paura dell’estraneo, in cui esplodeva allora la follia antisemita.
Oggi in tratti appena mutati, in piccole o più grandi formazioni, la triste figura ritorna, l’odio per le minoranze si riaccende, i suoi sobillatori trionfano. Componendo materiali diversi – le pagine di Marx con un inedito di Benjamin sull’aura, con quelle di Gabriel Tarde o di Jules Verne –, Cavalletti si chiede se il concetto di classe, così inattuale, sia nuovamente pensabile.
Di fronte ai nuovi pogrom e al nuovo «razzismo di stato» si tratta di elaborare un movimento, l’unico ancora possibile, che allenti e distrugga la folla.
Andrea Cavalletti insegna Estetica e Letteratura italiana all’Università "IUAV" di Venezia. Ha pubblicato saggi di filosofia, di critica letteraria e il volume La città biopolitica. Mitologie della sicurezza (Bruno Mondadori, Milano 2005). Per Bollati Boringhieri ha curato l’edizione di diverse opere di Furio Jesi, e, nelle collana «incipit», il saggio Halachah e Aggadah. Sulla Legge ebraica di Chaim Nachman Bialik. Collabora al supplemento «Alias» del quotidiano «il manifesto».
e-mail: mendelschattner@yahoo.it
"Classe"
di Andrea Cavalletti
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2009
Collana «incipit»
Prezzo €9,00
160 Pagine
venerdì 3 aprile 2009
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