Il libro, che riprende nel titolo un'affermazione di Luigi Einaudi, è un violento e documentato atto d'accusa dello stato di degrado e di servitù del giornalismo italiano.
Si affronta, dall'interno, il tema complesso della libertà d'informazione e il rapporto con il potere. Il discorso, assai critico, si snoda attraverso un percorso lineare che parte da concetti basilari, come quello di Verità, Obiettività e Opinione per arrivare a una proposta concreta sullo statuto delle imprese giornalistiche. Queste alcune delle tappe attraverso cui si articola il discorso: il mito dell'obiettività, l'informazione come componente necessaria e costitutiva di un regime democratico, la propaganda, la manipolazione dell'opinione pubblica, i conglomerati della comunicazione e lo spettro elettromagnetico, i nuovi apocalittici, le lobby che comandano oggi nei giornali italiani.
L'autore rintraccia, in un «liberalismo critico», il metodo capace di affrontare e di fornire una soluzione alla crisi dei media, dando una versione aggiornata della separazione dei poteri, e delinea una proposta riformatrice in grado di affrontare i guasti provocati dal gigantismo e dal monopolio.
I lettori dei quotidiani e quelli che li hanno abbandonati disgustati dalla loro omogeneità e dal loro conformismo, ma anche i telespettatori e quanti sono affascinati dai nuovi media e dalle innovazioni in corso.
Enzo Marzo, giornalista del "Corriere della Sera", direttore di "Critica Liberale", è anche il portavoce della "Società Pannunzio per una libera informazione".
"Le voci del padrone"
Saggio di liberalismo applicato alla servitù dei media
di Enzo Marzo
Edizioni Dedalo
marzo 2006
ISBN 9788822055019
pp. 224
15,00 €
venerdì 24 aprile 2009
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