Marc Augé, l’antropologo della postmodernità e del “nonluogo”, si concede in questo pamphlet una riflessione sul linguaggio, o meglio sul modo di parlarci del cinema. “Casablanca” di Michael Curtiz diventa il punto di partenza di un montaggio mentale di ricordi della vita dell’autore: a volte tagliati in prima persona, a volte attraverso l’elaborazione dello sguardo dell’anziana madre, si ricompongono pezzi di storia francese dallo scoppio della seconda guerra mondiale alla guerra d’Algeria. Prendono corpo, pagina dopo pagina, i movimenti uomini e donne reali e fittizi: lo zio dell’autore, i genitori, i nonni, ma anche Ilsa, Rick, il pianista Sam non esistono al di fuori di una propria precisa collocazione nel tempo che si viene formando, a sua volta, con loro. In tutto questo, la pellicola di Curtiz, con i suoi personaggi e i suoi luoghi carichi di fascino e mistero, è qualcosa di più che un bel ricordo di infanzia: è piuttosto il modo in cui l’esperienza del cinema si mischia con la costruzione della storia e della personalità del giovane Augé:
«Casablanca non è il mio primo film ma è stata la mia prima esperienza del tempo indotta da un’opera di fantasia. […] Il film, per delle ragioni che erano legate alla mia storia personale – mi ha fato prendere coscienza, già all’età di undici o dodici anni, di una mia storia -, era e resta per me, ancora oggi, un detonatore di ricordi.»
Recensione di Giuseppe Valente
“CASABLANCA” di Marc AugéMarc Augé
Traduzione di Valentina Parlato
Anno 2008
Collana «incipit»
Prezzo €9,00
88 Pagine
giovedì 23 ottobre 2008
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