domenica 31 maggio 2009

"Non è un Paese per giovani" di Elisabetta Ambrosi e Alessandro Rosina

L'anomalia italiana: una generazione senza voce.

Da sempre sono i giovani la parte più dinamica di una società: sono loro a travolgere le barriere della tradizione, a proporre inedite letture della realtà. Eppure in Italia, per le nuove generazioni, questo non vale.

Scopertesi improvvisamente “rapinate” del proprio futuro, non accennano a reagire. Il conflitto generazionale è disattivato. Manca la spinta al rinnovamento e la società rimane rigida, poco reattiva davanti alle grandi sfide. Gli autori analizzano senza sconti le responsabilità di due generazioni, in modo diverso protagoniste in negativo dell’Italia di oggi.

Padri che monopolizzano spazi e risorse disponibili, senza curarsi del bene comune; figli che dipendono morbosamente dalla famiglia, senza coraggio né capacità di immaginare un futuro diverso: sono alcuni dei motivi che rendono l’Italia un paese che non cresce, dove i giovani hanno scarso peso e poca voce. Sullo sfondo un interrogativo ineludibile: è ancora possibile, per i figli, un pieno riscatto o appare sempre più concreta l’inquietante ipotesi di un “salto di generazione”?

Elisabetta Ambrosi, capo redattore di «Reset», collabora con «Vanity Fair», «la Repubblica» e «Europa». Per Marsilio ha curato Il bello del relativismo. Quel che resta della filosofia nel XXI secolo (2005).

Alessandro Rosina insegna demografia e modelli di population dynamics presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. Per Marsilio ha curato con Gianpiero Dalla Zuanna e Fiorenzo Rossi Il Veneto. Storia della popolazione dalla caduta di Venezia ad oggi (2004).

"Non è un Paese per giovani"
di Elisabetta Ambrosi e Alessandro Rosina
MARSILIO
Collana: I grilli
pp. 112
isbn: 978-88-317-9798-6

sabato 30 maggio 2009

"Linea d'ossigeno" di Franco Leonetti

Migliaia di sensazioni fragranti, stampate su carta, investono chi legge, un geyser di emozioni che fuoriescono zampillando, inoculano la frenesia del “cosa succederà dopo”. Mai una sezione ne oscura un’altra, tutto va in direzione del lettore che può cogliere sfumature e impressioni senza dover compiere faticose tortuosità. Un elaborato copioso, fatto di quasi quattrocento pagine, reso scorrevole, levigato, curioso, che si divora con estrema piacevolezza. Una pagina dopo l’altra, a formare ventisette capitoli di un’esistenza che potrebbe essere quella di chiunque, con l’unica differenza nel protagonista. Un uomo coraggioso che non teme il confronto con i propri demoni, con situazioni complicate, sviluppi intricati; nulla può fermarlo perché niente è irrealizzabile!

"Se senti il dovere di fare una cosa devi trovare il coraggio per farla!"
Questa potrebbe essere l’affermazione che arma le mosse di un protagonista creato da
un autore esordiente che espone concetti chiari in maniera molto efficace, coronati da una moltitudine d’idee.

E che idee!

Attraverso le parole vengono trasmesse emozioni forti. Il talento eccezionale nel descrivere minuziosamente riesce a tenere in scacco i cinque sensi di chi stringe il libro tra le mani, donando: profumi, sapori, suoni e voci, colori e, la calda, morbida, sensazione che produce il pelo di un gatto accarezzandolo, l’effetto di una fresca pioggia tonificante o del caldo infernale sulle piante dei piedi in lotta con le piastrelle di un terrazzino, pervaso da temperature equatoriali. Un lungo percorso attraverso passioni per terre lontane, curiosità per culture diverse, sogni realizzati, sogni infranti, sogni rimasti chiusi in un cassetto. Esperienze lavorative singolari e problemi comuni a tutte le latitudini del globo terrestre. Rapporti conflittuali in famiglia, dure battaglie nella sfera sentimentale, lotte costanti all’interno di una società malata, sono solo alcuni dei tarli che perforano la mente e l’anima del primo attore. Tutto questo deve ritenersi frutto della fervida e brillante mente di un giovane scrittore con talento e capacità di assemblamento rare.

Ciò che salta subito all’occhio sono la forma e lo stile con cui è scritto il libro. La forma, ovvero la capacità di considerare, sentire e presentare la materia sperimentata, risulta di facile assimilazione, pronta ed incisiva, e diventa sostanza per la costruzione di un’adeguata esperienza.

Lo stile, cioè l’insieme delle caratteristiche individuali che si riscontrano con continuità nell’uso del sistema linguistico è penetrante, tagliente, altre volte scuote e sprona. Ma cosa importante, non appare mai banale.

In questo modo, il lavoro coglie il movimento, il flusso della vita, la labilità del piacere, della tristezza del dolore e ferma gli istanti per restituirne emozioni.
In un romanzo con cenni autobiografici, Franco Leonetti tratteggia un personaggio, mai fine a se stesso, che non si limita a narrare attimi di vita vissuta ma che, con collegamenti oculati e ben calibrati, coinvolge varie sfere e tematiche importanti e profonde.

Una vita che non soddisfa, una fidanzata non più amata, la famiglia che non riconosce i meriti. Un ultratrentenne che, a causa di alcuni dettagli esterni, apparentemente poco importanti della quotidianità, entra in possesso di elementi che lo gettano in una crisi abissale. L’avvilimento si manifesta tanto improvviso, quanto profondo, e lo costringe a considerare radicali mutamenti da operare al più presto. L’unica via di salvezza è abbandonare repentinamente tutto ciò che ha? Si convince, dopo una breve analisi, tra ricordi, considerazioni e risentimenti, che l’unica soluzione possa essere la fuga dalle situazioni che lo circondano. Una posizione che fa venire voglia di mollare tutto e scappare in qualche isola dove sia sempre estate, girare per locali notturni e incontrare persone di ogni genere: questa la trama che vede coinvolto il personaggio di spicco.

Parte per Ibiza, dove incontra vecchi e nuovi amici, assapora relazioni brevi ma intense, si reinventa animatore-deejay in un villaggio e proprio grazie alla sua passione per la musica incontra chi può dargli una seconda chance di vivere la vita che avrebbe voluto. In un ambiente paradossale, impastato di musica dance e rock violento, popolato da gente bizzarra e fuori dalle righe, vivrà esperienze lontane dal suo normale status.

Riflessioni folgoranti su temi significativi, calati in una struttura a flashback, donano eccellenza all’opera scavando a fondo nei problemi.

“Linea D’ossigeno” non rappresenta solo un romanzo di narrazione, al suo interno vengono trattati argomenti importanti, spesso scomodi, incastonati alla perfezione nel “cursus” del racconto.

La morte, le regole di vita civile, il capitalismo e la rivoluzione industriale, il mondo del lavoro e la new economy, molteplici analisi della società moderna, sono solo alcune delle tematiche sviscerate a cui vanno poi accomunati capitoli che dissertano circa gli anni sessanta, dinamiche di gruppo e di coppia, reincarnazione e presenze, con appendici e curiosità sulla società nipponica, gli indiani pellirosse e gli Anasazi, l’arte del ridere, le curiosità strambe di Internet e l’ Oktoberfest.

Contenuti che paiono in grado di offrire risposte a una profonda esigenza di ritrovare valori e dimensioni meno legati alla soddisfazione dei puri e semplici bisogni materiali. Argomenti che calzano a pennello con il filo conduttore che si estrinseca nella presa di coscienza di una crisi e la reazione del proprio orgoglio a ritrovare il sapore vero delle emozioni, la conseguente crescita e maturazione, un’attenta analisi interiore attraverso quelle che sono le esperienze e il confronto con gli elementi che scandiscono il trascorrere del tempo. L’introspezione profonda si alterna a momenti divertenti e scanzonati, altri più riflessivi e cinici.
“Linea D’Ossigeno”: un modo per invogliare chi legge a non pensare per stereotipi!

Franco Leonetti è giornalista pubblicista, con grande esperienza di scrittura impiegata per quotidiani e magazine anche a livello nazionale. Nasce a Torino 42 anni fa. Vanta numerose competenze spese tra uffici stampa e dipartimenti di comunicazione che lo hanno spinto a cimentarsi in una nuova avventura: la scrittura del suo primo romanzo. È nato in questo modo “Linea D’Ossigeno”.

“Linea D’Ossigeno”
di Franco Leonetti
Editore: La Riflessione – Davide Zedda Editore

venerdì 29 maggio 2009

"Processo agli economisti" di Roberto Petrini

I NUOVI PADRONI DEL MONDO

“Come è possibile che nessuno si sia accorto che stava arrivandoci addosso questa crisi spaventosa?”
Elisabetta II d’Inghilterra agli economisti della London School of Economics, novembre 2008.

“Gli economisti prendono dei modelli matematici ma non stanno a guardare la qualità di quello che ci mettono dentro.”
Giuseppe Roma, direttore generale del Censis.

“Un economista è un esperto che verrà a sapere domani perché ciò che ha previsto ieri non si è verificato oggi.”
Anonimo.

“La Lehman Brothers? La banca è solida.”
Allen Sinai, 21 agosto 2008.
Il 15 settembre successivo la banca fallisce.

“Imprenditori, banchieri e uomini di chiesa superano di gran lunga (fino a dieci punti) gli economisti, che riscuotono la fiducia del 32 per cento degli intervistati.
Coloro che dichiarano di fidarsi molto degli economisti sono veramente delle mosche bianche, il 2 per cento.”
Dai risultati di un sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli nel gennaio 2009.

“Il compito vero dello studioso è aiutare il pubblico a comprendere i fatti che accadono.”
Luigi Einaudi.

Roberto Petrini è giornalista de «la Repubblica», si occupa principalmente di temi legati all’economia. È autore de "IL DECLINO DELL’ITALIA" (2004) e "L’ECONOMIA DELLA PIGRIZIA" (2007), entrambi pubblicati da Laterza.

"PROCESSO AGLI ECONOMISTI"
di Roberto Petrini
Prefazione di Loretta Napoleoni
Editore Chiarelettere
Collana Reverse
pagine 180
13,60 euro

Il libro verrà presentato al Festival dell’Economia di Trento sabato 30 maggio, alle ore 10.30, presso la Biblioteca comunale. Con l'autore, Roberto Petrini, interverranno Giorgio Ruffolo e Annamaria Testa.

mercoledì 27 maggio 2009

"Il bello della bicicletta" di Marc Augè

1948: esce nelle sale Ladri di biciclette di Vittorio de Sica. Passerà appena un anno e Fausto Coppi, trionfatore in sella alla sua Bianchi di Giro d’Italia e Tour de France, diventerà l’eroe dell’epopea moderna celebrato da Roland Barthes. Ed è proprio nel clima di devastazione e speranza, di distruzione e rinascita dell’immediato dopoguerra che si impone il mito contemporaneo della bicicletta, un mito oggi forse maturo per trasformarsi in utopia ecologista e democratica. Augé analizza lucidamente il «nuovo umanesimo dei ciclisti», che annulla le differenze di classe, induce all’uguaglianza, riconduce l’esistenza nelle nostre città a tempi e ritmi più sostenibili, trasforma le vie urbane in spazi da scoprire con la cadenza regolare della pedalata e riapre così le porte, in ultima analisi, al sogno e all’avvenire.

Marc Augé, già directeur d’études presso l’EHESS di Parigi, si dedica ormai da molti anni alla costruzione di una «antropologia dei mondi contemporanei». Presso altri editori ha pubblicato: Nonluoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità (Eleuthera, Milano 1974), Storie del presente (Il Saggiatore, Milano 1997), Il dio oggetto (Meltemi, Roma 2002), Poteri di vita, poteri di morte (Cortina, Milano 2003), Perché viviamo? (Meltemi, Roma 2004).


"Il bello della bicicletta"
di Marc Augé
Traduzione di Valentina Parlato
La bicicletta come simbolo di un’utopia urbana in grado di riconciliare la società con sé stessa
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2009
Collana «Incipit»
Prezzo €8,00
70 Pagine

martedì 26 maggio 2009

"Quello che conta" di David Elliot Cohen

I più importanti fotografi e giornalisti riuniti per affrontare le questioni essenziali del nostro tempo

Quello che conta dimostra come la fotografia con coscienza sociale possa scatenare il dibattito pubblico, spronare il cambiamento e sensibilizzare il pensiero collettivo.

Per 150 anni, la fotografia non solo ha documentato le vicende e gli eventi umani, ma ne ha talvolta cambiato il corso. Accadde per Jacob Riis che mostrò l'abiezione e la miseria in cui erano costretti a vivere gli abitanti del Lower East Side di New York, vittime della più spietata speculazione edilizia e dell'ingordigia di politicanti corrotti. Accadde per Lewis Hine che riprese i bambini, fuori e dentro le fabbriche, realizzate per conto del National Child Labor Committee, attraendo l'attenzione degli americani sullo sfruttamento del lavoro minorile. E' accaduto con gli scatti delle torture commesse nella prigione di Abu Ghraib.

Su questa scia, "Quello che conta" propone diciotto storie di stringente attualitˆ affrontate da importanti fotoreporter e autorevoli giornalisti sulle grandi questioni del nostro tempo: il cambiamento climatico, l'AIDS, il genocidio in Darfur, la tragedia di Chernobyl, l'iniqua distribuzione della ricchezza, la dipendenza mondiale da petrolio, il dramma delle spose bambine e molto altro.

Alcune delle storie e delle immagini qui proposte vi faranno piangere, altre arrabbiare. Ma di certo non vi lasceranno indifferenti.

"Cosa importa al mondo?
Cosa importa a ognuno di noi?
Cosa c'è di fondamentale e urgente?
Le risposte sono contenute in questo libro straordinario e commovente. Un'esortazione affinchè tutti si sentano coinvolti."

Isabel Allende

LA FOTOGRAFIA PRESENTA LA VERITA', anticipa il discorso pubblico e spinge all'azione. In Quello che conta, diciotto storie raccontate dai migliori giornalisti di oggi e catturate da grandi fotografi ci espongono le questioni più urgenti del nostro tempo: riscaldamento climatico, degrado ambientale, AIDS, malaria, jihad globale, genocidio in Darfur, iniqua distribuzione della ricchezza e molto altro.

Fotografie di:
Shahidul Alam – The Associated Press – Gary Braasch – Marcus Bleasdale – Raymond Depardon – Paul Fusco – Lauren Greenfield – Maggie Hallahan – Ed Kashi – Gerd Ludwig – Magnum – Susan Meiselas – James Nachtwey – Shehzad Noorani – Gilles Peress – Sebasti‹o Salgado – Stephanie Sinclair – Brent Stirton – Tom Stoddart – Anthony Suau – Stephen Voss

Interventi di:
Omer Bartov, Brown University
Judith Bruce, The Population Council
Awa Marie Coll-Seck, Roll Back Malaria Partnership
Richard Covington, Elizabeth C. Economy, The Council on Foreign Relations
Helen Epstein, Fawaz A. Gerges, Sarah Lawrence College
Peter H. Gleick, The Pacific Institute
Gary Kamiya, Salon.com
Paul Knox, Virginia Tech
David R. Marples, University of Alberta
Douglas S. Massey, Princeton University
Bill McKibben, Middlebury College
Samantha Power, Harvard University
John Prendergast, Enough Project
Jeffrey D. Sachs, Columbia University
Juliet B. Schor, Boston College
Michael Watts, University of California, Berkeley


David Elliot Cohen (Buffalo, 1955). Laureato alla Yale University, è scrittore e giornalista di successo. Ha creato le serie "Day in the Life" e "America 24/7" dedicate alla fotografia. I suoi libri sono stati bestseller del New York Times e utilizzati come servizi di copertina da Time, Newsweek, The Wall Street Journal e USA Today. I proventi di alcuni suoi libri sono stati devoluti per la vittime del terremoto di Loma Prieta del 1989, degli attacchi di Oklahoma City del 1995, ai programmi di lotta all'AIDS in Africa e di recente agli orfani in Uganda.

"QUELLO CHE CONTA"
di David Elliot Cohen
NUOVI MONDI
Pagine 334
Formato 21 x 26
ISBN 978-88-89091-62-3
Prezzo in libreria: 25,00€
Prezzo online su nuovimondishop: 20,00€
Uscita in libreria MAGGIO 2009

lunedì 25 maggio 2009

"Qui vive/sepolto/un poeta" di Antonio Saccone

Rigenerazioni dell’arte consegnate ad uno spazio di morte: è il filo rosso su cui sono annodate le esperienze letterarie della modernità novecentesca indagate in questo volume.

In una cimiteriale biblioteca il pirandelliano fu Mattia Pascal consegna se stesso e la sua scrittura ad una dimensione di oltrevita, carnevalescamente funebre. Anche il poeta inscenato da Palazzeschi vive e comunica esibendo la sua assenza.

Sulla consunzione della parola sono alimentati l’innovativo rilancio del «segreto» poetico attuato da Ungaretti e la percezione futurista delle straordinarie potenzialità espressive offerte dalla radiofonia.

«Gli altri» evocati nel sottotitolo del libro sono Rea e Bassani. Del primo si vaglia l’approdo tragico-grottesco alla forma-romanzo, del secondo il risentito contrattacco all’onnivora operatività della neoavanguardia, incongruo simulacro della funzione narrativa.

Antonio Saccone è ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea nell’Università di Napoli Federico II. I suoi interessi di ricerca sono rivolti essenzialmente a figure e tematiche della modernità letteraria ottonovecentesca, nel cui ambito ha pubblicato i seguenti volumi: Massimo Bontempelli. Il mito del ’900 (1979); Marinetti e il futurismo (1984; 1998); L’occhio narrante. Tre studi sul primo Palazzeschi (1987); Carlo Dossi. La scrittura del margine (1995; 1998); Futurismo (2000); «La trincea avanzata» e «La città dei conquistatori». Futurismo e modernità (2000). Ha tenuto, in qualità di visiting professor, corsi all’Università di Yale (New Haven, USA) e lezioni per l’agrégation all’Università Paris IV-Sorbonne. È collaboratore della pagina culturale de «Il Mattino».

"Qui vive/sepolto/un poeta"
Pirandello Palazzeschi Ungaretti Marinetti e altri
di Antonio Saccone
LIGUORI EDITORE
ISBN: 978-88-207-4282-9
eISBN: 978-88-207-4392-5
ed.: 2008
pp.: 224

Il libro verrà presentato in occasione della XX edizione di Galassia Gutenberg, a Napoli, domenica 30 maggio, alle ore 11.30, nella sala Elettra. Con l'autore, Antonio Saccone, interverranno Giulio Ferroni e Francesco Botti.

sabato 23 maggio 2009

"Lysis" di Elena Serra

Un romanzo trasparente che strabilia e convince sin dalle prime righe.

Dinamico, intraprendente, curioso, riesce a relazionarsi con la parte più tenera e con quella più oscura che convive in tutti noi. Uno scritto fresco che sa stimolare il confronto, esaltare il contraddittorio, creare nuove chiavi di lettura; una storia stratificata capace di travalicare il tempo, i luoghi, i confini per tratteggiare personaggi impavidi e tremendamente attuali. Corsi e ricorsi storici talvolta si interrompono, talvolta si accavallano.

Il personaggio principale dell’intero romanzo, Aria, è una donna che sa specchiarsi nel prossimo per carpire l’essenza profonda celata in se stessa. E proprio da lei parte l’incipit dell’intera storia. Che sia gioia o dolore, amore o odio, decisione o temporeggiamento, Aria vive la sua esistenza con il pedale dell’acceleratore premuto fino in fondo! La vita è vita: va morsicata con avidità non pettinata lentamente o leccata con svogliatezza.

Lo stile, ora aggressivo come un manipolo di bazooka puntati sull’obiettivo, ora morbidamente seduttivo come una notte di passione sotto la mappa stellata dei tropici, mette in stallo il lettore per poi avvinghiarlo con le sue molteplici spire. Saette letterarie che colpiscono in pieno centro e non lasciano scampo, “Lysis” è un romanzo da amare sin dalla prima pagina!

Una storia thrilling che intreccia, abilmente, il passato con il presente. Una donna a caccia della verità, vittima del proprio destino, incontra un uomo bizzarro dall’esistenza altrettanto travagliata. Vengono in soccorso, la vecchia zia di lei e un amico, ispettore di polizia. Al centro, la malvagità di un essere spregevole, immerso in traffici che vanno dal riciclaggio del denaro a quello di esseri umani, passando attraverso ogni genere di crimine e brutalità. La durezza dei dettagli è mitigata da soffici e calde emozioni.

Un immaginario trampolino spazio-temporale, regala al lettore un tuffo nel medioevo, un’immersione in sapori e odori di tempi lontani, che riaffiorano prepotentemente ai giorni nostri. I sensi giocano da protagonisti portando al trionfo tutti i sentimenti che scorrono, ineluttabilmente, tra odio viscerale e fresca linfa vitale.
La storia e i personaggi sono interamente frutto della fantasia dell’autrice, ma tutte le emozioni che si respirano appaiono reali e recano le stimmate della vita vissuta.

Il libero sfogo al mondo quotidiano, impastato con i fantasmi del passato, rivelano una miscela perfetta, agile ad entrare nella mente del lettore per incatenarlo a riflessioni doverose e parallelismi affascinanti.

“Ieri era oggi, domani sarà il passato, il presente…tutto da vivere!”, questo lo slogan che illustra pienamente il sentiero battuto da Lysis!

Un sentiero che attende solo di essere calpestato.

Elena Serra: 44 anni, vive nella provincia di Vercelli e lavora come impiegata amministrativa presso una grande azienda di Torino che opera nella formazione professionale. Una stesura durata 4 mesi ha prodotto “Lysis” il suo brillante romanzo d’esordio. Enrico Folci Editore ha deciso di editarlo nel maggio del 2008.

"LYSIS"
di Elena Serra
ENRICO FOLCI EDITORE
DISTRIBUTORE NAZIONALE: CODEX–EDIQ
PAGINE 124
EURO 10

venerdì 22 maggio 2009

"Il sonaglio" di Andrea Camilleri

"Il sonaglio" di Andrea Camilleri è il libro più votato dai visitatori de "Il Circolo Pickwick" nel mese di aprile.



«Il meglio di me risiede in questa trilogia fantastica... Il primo della serie è Maruzza Musumeci; dopo la storia della donna sirena, quella di una donna che tenta di trasformarsi in albero, raccontata ne "Il casellante" e un terzo romanzo su una donna-capra: una trilogia delle metamorfosi»
(Andrea Camilleri)

La legge suprema delle cose è il mutamento. Nell’antichità lo diceva il poeta Lucrezio: che poneva il mondo a caso, ma negando il mistero di natura e le metamorfosi degli dèi. Eppure il fantastico chiama attorno a sé l’orizzonte tutto della vita normale. È una coestensione della realtà. E autentica se stesso, verificando il pensabile sul visibile.

Lo scrittore Tommaso Landolfi, esperto in piedicapre, raccontò una volta di una capra mannara. E ne diede sufficiente testimonianza: «La fanciulla portava le sue appendici caprine come le sirene la loro coda; non ci si rimette di coscienza con questa immagine, né si nuoce alla precisione, giacché non si dà chi, volendo, non abbia visto una sirena». Sui versi tradotti di Lucrezio, Giurlà impara a farsi amico un paesaggio di pascoli e stazzi che prima non gli teneva compagnia; e impara ad accordare la selvatichezza con la felicità e il piacere.

L’adolescente Giurlà è un mandriano di capre. Proviene dalla costa. È un ottimo nuotatore, e ha rischiato di diventare un altro Cola Pesce. Ha sfiorato pure il pericolo della deportazione nelle terre calve: poteva diventare un caruso, un nuovo (pirandelliano) Ciàula negli antri infernali e nelle tenebre di una zolfara. Come guardiano di armenti, sugli altopiani, poteva toccargli in sorte (verghianamente) il destino di solitudine di Jeli il pastore.

Giurlà approda invece in una prateria. Si immerge e galleggia nell’erba, o nelle acque sciapide di un lago, ora. Sente l’allarme dei sensi. E cerca calore nel pelliccione di una capra, tra una musata e una sgroppata. La capra, Beba, è solitaria: ostinata e fedele; oltre che di permalosa gelosia. Sa battere gli zoccoli, al momento opportuno, e imporsi, dopo i lagni di un belare querulo e dolente. Beba è ferina e misteriosamente umana. Sa amare e farsi amare.

Giurlà è, a sua volta, un amante che non sopporta la distanza; e neppure l’attesa. La favola della capra-donna è di nuda tenerezza; assai diversa dalla cronaca pelosa della continuata violenza, che «armàli» più grossi dei becchi consumano intanto su una innocente «pupa» fatta di carne. Beba è diversamente innocente, pur nella sua selvaggia rustichezza. E trova umano riscatto nella complementare Anita: la marchesina, che ha un suo amabile segreto femminile, un mirabile attributo; la moglie di Giurlà, alla fine, con sonaglio al collo e zoccolo caprino. Nelle masserie, una narratrice, continua a raccontare storie di metamorfosi. Ragguaglia su Giove, che si fece cigno per Leda; e su Pasifae, che si fece montare da un toro.
Salvatore Silvano Nigro

Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009); e inoltre i romanzi con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L'età del dubbio (2008).

"Il sonaglio"
di Andrea Camilleri
SELLERIO
Collana: La memoria
Anno: 2009
ISBN: 88-389-2356-6
Pagine: 208
Prezzo: 12.00 Euro

giovedì 21 maggio 2009

"La vita eccentrica" di Ubaldo Fadini

La rete non ha un centro e non ha una fine: i suoi abitatori si trovano sempre al bivio tra il sentirsi più ricchi di competenze e di possibilità, e l’alienazione in un’anomia dissipativa.

L’importanza crescente della «rete» nella società contemporanea pone continui e inauditi problemi di interpretazione e di comprensione dell’agire umano. Una nuova comunicazione e un nuovo linguaggio che mettono in connessione milioni di esseri umani in uno spazio affatto diverso da quello fisico tradizionale e senza alcuna presenza della corporeità materiale dei parlanti.

Un incremento inimmaginabile di informazioni provenienti da ogni parte che si depositano e si accumulano in siti accessibili attraverso semplici codici informatici. Una dilatazione senza precedenti delle possibilità di conoscenza e una flessibilità dei ruoli che trasforma la tradizionale distinzione tra lavoro e non-lavoro, tra tempo di vita e tempo mentale e che ci costringe a ripensare la nostra condizione di uomini.

La rete è un universo senza confini e chi la frequenta è costantemente in bilico tra l’arricchimento delle competenze e delle possibilità, e l’alienazione in un’anomia dissipativa.

Ubaldo Fadini insegna presso l’Università di Firenze. Fa parte dei comitati di redazione e dei comitati scientifici di alcune riviste, tra le quali «Fenomenologia e società», «Iride» e «Millepiani». È autore di numerosi saggi, tra i quali: Sviluppo tecnologico e identità personali. Linee di antropologia della tecnica (2000); Figure nel tempo. A partire da Deleuze/Bacon (2003); Soggetti a rischio. Fenomenologie del contemporaneo (2004); Le mappe del possibile. Per un’estetica della salute (2007). Ha inoltre tradotto e curato testi di Deleuze, Gehlen, Lessing e Virilio.

"La vita eccentrica"
di Ubaldo Fadini
Soggetti e saperi nel mondo della rete
prefazione di Pietro Barcellona
EDIZIONE DEDALO
collana – Strumenti / Scenari
maggio 2009 - pp. 192
€ 16,00
ISBN 9788822053794

domenica 17 maggio 2009

"Passionaccia" di Enrico Mentana

Le storie che hanno cambiato l’Italia e il mestiere di raccontarle.

“Fare il giornalista è il compimento di una passione che si alimenta soltanto della nostra curiosità, del bagaglio culturale che si siamo fatti, della nostra voglia matta di capire, prima ancora che di spiegare.”

Conoscere il mondo per cambiarlo, o perlomeno per spiegarlo: è la vocazione di quelli che il giornalismo lo hanno preso da giovani, come una malattia. Enrico Mentana ne racconta il decorso, che nel suo caso coincide con tutte le storie che in questi anni hanno segnato la vita pubblica nazionale.

Che si parli della stagione di Tangentopoli o del dramma di un sequestro, di una nuova testata giornalistica o di una “discesa in campo”, c’è sempre nel risvolto di ogni vicenda un insegnamento per la libertà di informare e per il dovere civile di tutti noi. Tra guerre, sfide politiche, lotte giudiziarie, errori e orrori di cronaca, Mentana ha vissuto faccia a faccia con i fatti e i personaggi che sono entrati in tutte le case d’Italia, depositario della responsabilità di mostrarci giorno per giorno la realtà e i suoi lati oscuri.

Ognuna di queste storie è specchio dei tempi, dei poteri che ci governano, degli equilibri che li legano. Raccontate da chi si è trovato, mentre accadevano, nei luoghi forti del giornalismo, disegnano un ritratto originale, con i tic e meschinità, ma nonostante tutto anche l’emozione, che appartengono tanto alla nostra quotidianità di spettatori quanto, ci ricorda Mentana, al mestiere di chi ci informa. C’è chi lo fa per noia, o per professione.

E chi lo fa per “l’ebbrezza di avere in mano il potere della notizia, e di diffonderlo senza usarlo per nessun altro fine”. La morale, se c’è, è una sola: che non è questione di buoni o cattivi, di giusto o ingiusto, ma di obiettività o no, di rigore o no, di passionaccia o no.

E gli applausi o i fischi, sempre a scena chiusa.

Enrico Mentana (Milano 1955), giornalista, ha esordito al Tg1 nel 1980. Fondatore del Tg5, che ha diretto per 13 anni e poi creatore e conduttore di Matrix si è affermato come il giornalista più popolare della tv. Nel febbraio 2009 si è dimesso da direttore editoriale di Mediaset, “per una scelta di dignità” in polemica con le decisioni dell’azienda.

"Passionaccia"
di Enrico Mentana
RIZZOLI
COLLANA SAGGI
PAGINE 196
PREZZO 17,50 Euro
ANNO DI PRIMA EDIZIONE: 2009
ISBN: 17034784

sabato 16 maggio 2009

"Italia anno zero" di Marco Travaglio, Vauro e Beatrice Borromeo

GLI ITALIANI SI DIVIDONO IN DUE CATEGORIE: QUELLI CHE LAVORANO PER BERLUSCONI E QUELLI CHE LO FARANNO.”
The New York Times


Dal 2006 al 2009, la storia in presa diretta di quello che siamo stati, e siamo, attraverso gli interventi di Marco Travaglio, le vignette di Vauro e le testimonianze dei giovani intervistati da Beatrice Borromeo nel programma Annozero di Michele Santoro.

Dalla stagione del governo Prodi al nuovo governo Berlusconi, con crisi economica (e non solo). Una finestra aperta e libera, che questo libro propone a futura memoria. “Stasera parliamo di mafia, o meglio: di lotta alla lotta alla mafia.” “Viene un’inguaribile nostalgia per la mitica Tribuna politica: domanda, risposta, replica, risposta. Oggi sarebbe eversivo.” “Barbara Berlusconi: ‘Sono contraria al falso in bilancio’. Tutta suo padre, anche lui contrarissimo al falso in bilancio, al punto che l’ha abolito per legge.” “Bernard Madoff, ex bagnino ed ex presidente del Nasdaq: ‘Ringrazio la Corte perché mi dà la possibilità di raccontare i crimini che ho commesso e di cui mi vergogno’. Rischia fino a 150 anni di prigione. Il pm Francesco Greco ha spiegato che in Italia non sarebbe finito in galera.”

IN APPENDICE: “CASA RUTELLI” DI VAURO.

Tra i più recenti libri di Marco Travaglio, pubblicati da Chiarelettere: MANI SPORCHE (con Peter Gomez e Gianni Barbacetto), SE LI CONOSCI LI EVITI (con Peter Gomez), IL BAVAGLIO (con Peter Gomez e Marco Lillo); presso Garzanti: PER CHI SUONA LA BANANA e MONTANELLI E IL CAVALIERE (riedizione aggiornata). Di grande successo il suo spettacolo teatrale PROMEMORIA (testi+dvd, Promomusic).

Vauro è scrittore e vignettista. Tra i suoi romanzi più recenti, nel catalogo Piemme: KUALID CHE NON RIUSCIVA A SOGNARE e IL MAGO DEL VENTO.

Beatrice Borromeo è laureanda in giurisprudenza ed economia all’università Bocconi. Tra il 2006 e il 2008 ha collaborato ad Annozero. Nel 2009 ha condotto un programma su Radio 105.

"Italia anno zero" di Marco Travaglio, Vauro e Beatrice Borromeo
Chiarelettere Editore
Collana: Reverse
ISBN: 8861900518
ISBN-13: 9788861900516
Data pubblicazione: 14 maggio 09
Prezzo di copertina: € 16,00

sabato 9 maggio 2009

"Icone d'oggi" di Michel Maffesoli

Il teorico del neo-tribalismo indaga nell’universo delle icone d’oggi: i miti, nella società che torna a un nuovo incanto, neoidolatrica, non sono più false immagini ma fanali che indicano il cammino collettivo.

«Si dice che siano i sogni a far crescere i bambini. Non solo quelli del resto. Di certo i miti, cristallizzazione dei sogni collettivi, permettono a una società di essere quel che è».

Michel Maffesoli, il fondatore della «sociologia del quotidiano», il teorico del neo-tribalismo, asserisce un nuovo modo di guardare ai lati banali, locali, semplici di quella che una volta si chiamava cultura di massa: «lo sviluppo tecnologico sta dando vita a una fruttuosa sinergia, con il ritorno all’arcaico, con l’esplosione dell’immaginario».

Vale a dire che, attraverso la Rete, la comunicazione globale entro cui il cittadino attuale annega senza fondo, riaffiorano le icone dal remoto sostrato del tempo, gli idoli, le immagini archetipiche, e tornano nel loro ruolo riformulato di tenere assieme orizzontalmente i gruppi sociali (le tribù), scacciando tutte le narrazioni razionali con cui la modernità pretendeva sostituirli.

Si torna dunque a scrutare i Miti d’oggi, in questo carosello, in questa sarabanda barocca di figure simboliche fluttuanti dalla televisione, da internet, dalle persone virtuali dell’informazione spettacolo (siano l’Abbé Pierre o Zinedine Zidane, passando per la Barba di tre giorni, i Tatuaggi o i Loft).

Ma come il Novecento lo faceva per demistificarli, per raschiare la vernice a mostrare dietro il vuoto, qui s’intende svelarne il pieno: i miti oggi, spiega Maffesoli, senza essere «lumi», sono «scintillamenti» che indicano un cammino, individuale e collettivo. Anche della «parte in ombra dell’essere umano». Verso il reincanto del mondo.

Michel Maffesoli è il fondatore della «sociologia del quotidiano». Ha la cattedra in Scienze Umane all’Università della Sorbonne. È direttore di «Sociétés», rivista internazionale di scienze umane e sociali, e segretario generale del Centre de Recherche sur l’Imaginaire. Ha fondato il Centre d’Études sur l’Actuel et le Quotidien (CEAQ). Ha pubblicato studi e saggi numerosi sui temi della sua riflessione originale: la condizione postmoderna, il neotribalismo, il nomadismo, l’immaginario, la comunità nella società attuale.


"Icone d'oggi"
di Michel Maffesoli
SELLERIO
Titolo originale: "Iconologies. Nos idol@tries postmodernes"
Traduttore: Roberta Ferrara
Lingua Originale: francese
Collana: La memoria
Num. di collana: 783
Anno: 2009
ISBN: 88-389-2378-7
Pagine: 248
Prezzo: 13.00 Euro

venerdì 8 maggio 2009

"La sanità malata. Viaggio nella Puglia di Vendola" di Maurizio Portaluri

Esperienze e spunti di riflessione sulla Sanità pugliese al tempo della “Rivoluzione gentile” del presidente Nichi Vendola.

Un medico diventato direttore generale di una ASL e un manager venuto dal Nord raccontano la loro esperienza, denunciano, segnalano, suggeriscono, propongono.

Ne viene fuori uno spaccato impietoso e un’analisi coraggiosa dei mali che affliggono la Sanità del Mezzogiorno: dall’ingerenza della politica ai trasformismi manageriali, dal clientelismo alle speculazioni della casta dei medici, dalle pressioni dell’industria sanitaria e farmaceutica alle strumentalizzazioni delle associazioni di volontariato...

Una radiografia che mette a fuoco e delinea con chiarezza i contorni di un’occasione mancata per il servizio pubblico di mettere al centro del suo impegno il cittadino-ammalato e che segna, forse, la fine di quel “momento magico” che la Sanità pugliese sembrava avviata a vivere.

Maurizio Portaluri, medico brindisino nato nel 1960, specializzato nella cura dei tumori, ha lavorato per undici anni nell’ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Dal 1999 lavora nell'ospedale di Brindisi. Nel 2003 ha scritto un capitolo nel libro di Giulio Luzio "I fantasmi dell’Enichem" (Baldini & Castoldi) su Nicola Lovecchio ed il petrolchimico di Manfredonia. Nel 2008, sempre sulla vicenda operaia di Manfredonia, ha partecipato ai lavori del libro "Di Fabbrica si muore" (Manni Editori). Nel 2005 è stato chiamato dalla Giunta Regionale a dirigere la ASL di Barletta-Andria-Trani (Bat) e poi l’Istituto Tumori di Bari, ma ha lasciato il suo incarico anzitempo per tornare a fare il medico. Oggi è impegnato con "Medicina Democratica" nei movimenti per la tutela della salute.



"La sanità malata. Viaggio nella Puglia di Vendola"
di Maurizio Portaluri
Pagg. 112
Euro 12,00
ISBN 9788890154836
GLOCAL EDITRICE
Prefazione
Michele Di Schiena
Postfazione
Gianluigi Saraceni


Il libro verrà presentato oggi, venerdì 8 maggio 2009, presso la libreria Il Ghigno, che si trova a Molfetta, in via Salepico 47 (ore 19.00). Parteciperanno all'incontro la dott.ssa Annalisa Altomare, Direttore Sanitario dell'Ospedale "Don Tonino Bello" e il dott. Domenico Ruggiero, Direttore U.O. Medicina Interna dell'Ospedale "Don Tonino Bello".I proventi della vendita del libro saranno devoluti all'Associazione di volontariato "Progetti per la Radioterapia di Brindisi", che tra l'altro fornisce visite domiciliari ai malati non autosufficienti.

giovedì 7 maggio 2009

"Alluminio" di Luigi Cojazzi

È possibile lasciarsi alle spalle il proprio destino restando fedeli a se stessi? Si può attraversare il dolore dell’amore senza voltarsi indietro?

L’Argentina del ’78 e i mondiali di calcio, un gruppo di ragazzi che di giorno lavora alle fabbriche e di notte si trova in uno spiazzo sterrato per surreali partite di pallone, Dani che continua a pensare a Manuel, il fratello di cui ha perso le tracce nella Santiago del Cile di qualche anno prima, e l’arrivo di Luz, la donna affascinante e misteriosa che si è incisa il suo passato nel nome.

E poi la storia di una promessa e di un tiro leggendario che se fosse andato in goal avrebbe potuto cambiare le cose, la folle corsa della stella cometa, i desaparecidos della Escuela Mecánica di Buenos Aires, un faccendiere senza scrupoli e la nascita di un torneo allucinato e crudele che ricorda la lotteria di Babilonia di Borges.

È una foto, appesa alla parete di una stanza in penombra, a unire questi eventi, in una verità che spinge Dani, giovane esule approdato in una periferia senza centro della costa argentina durante la dittatura, a giocarsi i suoi fantasmi in un’assurda scommessa finale. Dove a essere in palio non sono soldi, ma un destino.

Alluminio è un romanzo sulla paura e sulla speranza del ritorno, un tentativo di esplorare la segreta prossimità tra le forme dell’amore e le forme dell’abbandono.

Luigi Cojazzi Colli Orientali del Friuli annata 1976, dopo una laurea in filosofia all’università di Padova ha lavorato in Colombia come osservatore internazionale in zone di conflitto. Attualmente svolge l’attività di redattore presso una casa editrice di narrativa, traduce saggistica e romanzi, e viaggia quando può. Tra le traduzioni recentemente pubblicate: J. Starr, Cattivi pensieri a Manhattan; J.L. Fournier, Io, Dio (Meridiano zero 2006, 2005). Aderisce alla campagna di Greenpeace “Scrittori per le foreste”, per la stampa dei libri in carta riciclata.

"Alluminio"
di Luigi Cojazzi
Edizioni Hacca
cover di Maurizio Ceccato
Pagine: 216
Prezzo: 12,00
ISBN: 978-88-89920-11-4

mercoledì 6 maggio 2009

"Il Dio Thoth" di Massimo Fini

IL PRIMO ROMANZO DI MASSIMO FINI. UNA METAFORA DEL FUTURO STRALUNATO, INSENSATO, DESOLATO CHE E' GIA' QUI, FRA NOI.

Un romanzo di anticipazione tra 1984, Blade Runner e Fahrenheit 451 che contiene in forma narrativa molti dei temi sviluppati nei fortunatissimi saggi dell’autore.

In un mondo in cui esiste solo l’informazione, che si avvita su se stessa, parla di se stessa, megafono del nulla, quel poco di realtà che c’è ancora è ignorata dai media e quindi non esiste, perché come dice lo slogan di Teleworld «fatto è la notizia e la notizia è il fatto». Il distacco tra virtuale e reale è ormai completo.
Insospettito da alcuni segnali il protagonista, Matteo, in tre giorni di ricerca angosciosa durante i quali assiste a episodi di inaudita e gratuita violenza, di cui nessuno dà conto, scoprirà questa verità di cui gli altri, paghi e storditi dall’incessante rumore di fondo dei media, non sembrano preoccuparsi o avere coscienza.

Matteo è un uomo in grigio, ingenuo e mite. Né eroe né rivoluzionario, la sua ribellione sarà la morte. Mentre il mondo dell’informazione, a causa di un blackout, imploderà su se stesso e scomparirà insieme ai suoi aiutanti. Il finale del libro, che a suo modo è anche un giallo, è a sorpresa.

Massimo Fini, scrittore e giornalista, vive a Milano. Scrive per «Il Giorno», «La Nazione», «Il Resto del Carlino» e «Il Gazzettino». È autore di due fortunate biografie storiche: Nerone. Duemila anni di calunnie (1993), Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta (1996). Per Marsilio ha pubblicato Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (2002), Nietzsche. L’apolide dell’esistenza (2003, 2009), La Ragione aveva Torto? (1985, 2005), Elogio della guerra (1989, 2003), Il conformista (1990, 2008), Il denaro “Sterco del demonio” (1998, 2003), Il vizio oscuro dell’Occidente. Manifesto dell’Antimodernità (2002), Sudditi. Manifesto contro la Democrazia (2004), Il Ribelle. Dalla A alla Z (2006) e Ragazzo. Storia di una vecchiaia (2007).

"Il Dio Thoth"
di Massimo Fini
MARSILIO
pp. 192
Euro 15.00
2009
isbn: 978-88-317-9795-5

martedì 5 maggio 2009

"Quando Mattei era l'impresa energetica, io c'ero" di Giuseppe Accorinti

Giuseppe Accorinti, quarantanni all’interno dell’ENI, racconta con voce vicina e sincera Enrico Mattei per come lo ha conosciuto in Azienda e cioè grande leader e manager: quel modo di fare impresa dello Stato che fu chiamato “cultura ENI”.

“Mattei, il Principale, perché lui non era solo il grande Capo al quale tutto e tutti facevano riferimento - lo era, accidenti se lo era - ma era soprattutto il Principale perché oltreché comandare, lavorava con noi (…) lo sentivamo partecipe del nostro lavoro così come un principale di officina meccanica, capolavoratore”.

Da verniciatore di letti in ferro a Capo dei Partigiani cristiani a Parlamentare in seno al Governo De Gasperi, Enrico Mattei riuscì in una parabola umana straordinaria a realizzare il suo sogno: la fondazione dell’ENI il 20 gennaio 1953.

Giuseppe Accorinti: assunto in Eni nel 1956, nel settore commerciale, già nel 1960 è nominato dirigente da Enrico Mattei che due anni dopo gli dà la responsabilità del coordinamento delle società Agip Commerciale in Africa: Libia Tunisia, Marocco, Costa d’Avorio, Senegal, Mali, Alto Volta. Dal 1978 è stato Direttore Generale Vendite Italia dell’Agip Petroli della quale, dal 1981, è stato Amministratore Delegato, e successivamente Vice Presidente e Amministratore Delegato Estero. Dal 1993 è stato inoltre Presidente della scuola Enrico Mattei. Ha lasciato il Gruppo nel 1996.

"Quando Mattei era l'impresa energetica, io c'ero"
di Giuseppe Accorniti
Edizioni Hacca
3° EDIZIONE - 1° RISTAMPA
Libro pag. 360
Anno 2006
ISBN 88-89920-05-X
IN LIBRERIA DAL 15 MAGGIO

lunedì 4 maggio 2009

"Il libro che la camorra non ti farebbe mai leggere" di Tom Behan

Ritratto di un Paese in ostaggio della criminalità organizzata

Quando l’espressione “Vedi Napoli e poi muori” fu coniata, duecento anni fa, era riferita soltanto a una bellezza paesaggistica mozzafiato. Oggi invece, alla luce della minaccia rappresentata dalla camorra e della lunga scia di sangue che pesa sull’immagine della città, questo innocuo modo di dire potrebbe assumere sfumature inquietanti.

Nata nel XVIII secolo, la camorra ha accresciuto continuamente il suo potere con il passare degli anni, gettando la propria ombra su tutti gli ambiti della società. Non è più, come negli anni Sessanta, la gestione di poche piazze di contrabbando delle sigarette: il controllo degli appalti pubblici, lo spaccio di droga organizzato in maniera scientifica, lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici sono solo alcuni dei rami dell’oscuro giro d’affari più redditizio del Bel Paese.

Scritto con l’esperienza maturata negli anni trascorsi in Campania, Il libro che la camorra non ti farebbe mai leggere è un duro resoconto della fitta trama di relazioni pericolose tra la camorra, la politica e la società civile. Una lettura scomoda, una ricostruzione sconcertante ma necessaria.

Tom Behan è professore associato alla University of Kent di Canterbury. Ha vissuto a lungo per lavoro a Napoli, analizzando da vicino molti degli eventi descritti in Il libro che la camorra non ti farebbe mai leggere. Arrivata ormai alla terza edizione in Inghilterra, pubblicata anche in Francia, quest'opera, che ha già vinto in edizione straniera il Premio Marcello Torre per l’Impegno Civile patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, esce ora in italiano con due nuovi capitoli di aggiornamento.

"Il libro che la camorra non ti farebbe mai leggere"
di Tom Behan
Editore: Newton Compton
ISBN 978-88-541-1342-8
Pagine 288
Euro 12,90
Controcorrente n. 43

Mercoledì 6 maggio, alle ore 18.00, a Napoli, Tom Behan presenta "Il libro che la Camorra non ti farebbe mai leggere" alla Fnac, in Via Luca Giordano 59.
Modera: Rita Pennarola, condirettore del mensile La voce delle voci.
Con l’Autore intervengono: Manuela Mazzi, magistrato e Pietro Nardiello, responsabile napoletano per Libera.


sabato 2 maggio 2009

"Articolo 1. Racconti sul lavoro" di Camilleri, Cornia, Pariani, Rea, Recami e Stassi

Sei scrittori s’interrogano, con i loro racconti, sul destino del lavoro. Storie di persone in cui risorge, nonostante le favole da fine lavoro, l’homo faber, il lavoro come prima sostanza umana.

Che fine hanno fatto le promesse da uomo nuovo di flessibilità, le accelerazioni vertiginose della globalizzazione e tutti gli scenari futuribili della cosiddetta «fine del lavoro»?

Questi mutamenti non sembrano aver fatto presa sulla fantasia letteraria dei sei autori dei racconti che compongono questa antologia. Non predominano vicende di precariato, non drammi collettivi segnati dal vuoto di prospettive, non storie di crudo sfruttamento della parte debole, nemmeno si sparge l’ottimismo edificante dell’inventiva individuale e delle sue avventure a lieto fine.

Al contrario, ciascuno di questi autori, scrive storie che rappresentano il lavoro nella sua forma più profonda ed eterna, nei suoi aspetti che fanno radice in una generale condizione umana piuttosto che nei rivolgimenti dell’economia e dell’organizzazione produttiva.

Il racconto di Andrea Camilleri è una specie di parabola buffa: ciò che successe a Tano Cumbo, improvvisamente disoccupato, sembra l’allegoria di una mutazione di genere e sostanza. Ugo Cornia, nell’autobiografismo dell’impiego estivo di un sedicenne dentro una fabbrica di lamiere, vede un’intera vicenda di formazione piena di malinconia e di gratitudine, l’epica del frammento di vita e la lirica del quotidiano nel lavoro.

I contadini montanari di Laura Pariani ricordando, davanti al bicchiere, i mestieri li svelano come una generale concezione del mondo pessimistica e paziente: le promesse del mattino della vita che la vita è pronta a sbranare.

Quella di Ermanno Rea è una migrazione che si sposta dai luoghi dello spazio a quelli dell’anima: il legame tra il professore bibliofilo e il suo tuttofare emigrato polacco sembra proiettarli in una dimensione di superiore umanesimo grazie alla riscoperta del sapere delle mani che produce insieme precisione, utilità e bellezza.

L’ironia spietata di Francesco Recami trova la beffa e lo smacco che attendono ogni esistenza nel desiderio di una attualissima impiegata delle poste che vuole adeguarsi alla nuova «carta dei servizi offerti» al cliente-utente.

E per Fabio Stassi, quasi hemingwayanamente, «il figlio del re», l’ultimo dei rais delle tonnare siciliane, può ritrovare la magnanimità che gli spetta, solo intrecciando la sua sorte a quella dei tonni snaturati dalla tecnologia della pesca

"Articolo 1. Racconti sul lavoro"
di Camilleri, Cornia, Pariani, Rea, Recami e Stassi
SELLERIO
Collana: Il contesto
Num. di collana: 23
Anno: 2009
ISBN: 88-389-2384-1
Pagine: 216
Prezzo: 14.00 Euro