giovedì 2 aprile 2009

"Chi ha paura muore ogni giorno" di Giuseppe Ayala

Nell'estate del 1992 due esplosioni di enorme potenza annientarono la vita di tre magistrati (Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino) e di otto giovani che li scortavano, ribadendo al mondo intero cosa significa opporsi alla mafia siciliana.

Fu un trauma terribile per quei milioni di italiani che consideravano Falcone, Borsellino e gli altri giudici del pool antimafia gli eroi di una stagione di straordinario successo nella lotta a Cosa nostra.

A Giuseppe Ayala quelle esplosioni strapparono tre amici carissimi, lasciando lo struggente ricordo di dieci anni di vita insieme e un rabbioso, mai sopito rimpianto.

Ayala venne coinvolto nell'attività del pool antimafia sin dall'inizio. Rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxiprocesso, sostenendo le tesi di Falcone, Borsellino e della procura di Palermo di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta) e ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu sempre al fianco dei due magistrati in prima linea, nell'attività quotidiana come nei viaggi per le rogatorie internazionali, nel condiviso impegno di lavoro come nelle vacanze passate insieme, fino a quando, dopo i primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politicomediatici vicini a Cosa nostra, la diffidenza del Consiglio superiore della magistratura e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, a isolarli.

"Qualcuno ha scritto che, dopo più di 15 anni da quel tremendo 1992, "Ayala ha ormai pagato il torto di essere rimasto vivo". Spero abbia ragione." Oggi Ayala ha deciso di raccontare la sua verità su Falcone e Borsellino, ricordandone il fondamentale contributo alla lotta alla mafia e le attualissime riflessioni sulla Sicilia, Cosa nostra, la giustizia e la politica, ma anche la loro travolgente ironia, la gioia di vivere, le passioni civili e private, le vicende quotidiane che nessuno ha mai potuto descrivere con tanta affezionata e intima conoscenza.

La storia di quegli anni, delle vittorie e dei fallimenti, dell'impegno di pochi e delle speranze deluse di molti, riporta al centro dell'attenzione di tutti noi la tremenda capacità di sopravvivenza della Piovra, che si nutre dei silenzi, delle complicità, delle disattenzioni e delle colpe di una Sicilia e di un'Italia che non sono, forse, abbastanza cambiate da allora.

Giuseppe Maria Ayala è un magistrato e politico italiano. Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita all'Università degli studi di Palermo, esercitò la professione di pubblico ministero diventando, tra l'altro, Consigliere di Cassazione. Amico di Giovanni Falcone, ebbe un ruolo di spicco nel pool anti-mafia. Dal 1992, dopo l'omicidio di Falcone e Paolo Borsellino, si occupò anche di politica diventando deputato nelle file del Partito Repubblicano Italiano. In seguito a Tangentopoli (inchieste sulla corruzione dei partiti alle quali egli partecipò attivamente) ed alla crisi del PRI, Ayala passò ad Alleanza Democratica, confermando il seggio alla Camera dei Deputati nel 1994. Dopo la scomparsa di AD, insieme a Giovanna Melandri passò tra i Democratici di Sinistra, partito con il quale venne eletto senatore nel 1996 e nel 2001. Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia durante il governo Prodi I, l'incarico gli fu riconfermato anche nei successivi governi D'Alema I e II.

"Chi ha paura muore ogni giorno"
di Giuseppe Ayala
Editore: Mondadori
Anno: 2008
Collana: Ingrandimenti
Pagine: 216
ISBN: 978880458068

Il libro verrà presentato il prossimo 3 aprile a Bari nel corso dell'incontro-dibattito sul tema "Il cammino della legalità dopo le grandi stragi di mafia". Relatori Giuseppe Ayala, Pubblico Ministero al maxi processo di "Cosa Nostra" e Salvatore Borsellino, fratello del Giudice Paolo Borsellino. L’incontro, organizzato da Gens Nova, si terrà alle ore 18:30 presso la sala convegni dell'Hotel Sheraton Nicolaus, in Via Ciasca, 9 (Bari - Q.re Poggiofranco).

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