giovedì 30 aprile 2009

"A colloquio" di Massimo Cirri

“Quando si ascoltano le storie degli altri si ripassa la propria e viene voglia di raccontarle tutte da vicino. Perché da vicino nessuno è normale.”.

Massimo Cirri racconta i suoi incontri in un Centro di salute mentale. Vita vissuta all’interno del Servizio sanitario nazionale, persone, dolori, umanità. E infermiere sindacalizzate, colleghi pescecani, informatori farmaceutici avvoltoi e fascinose dottoresse con cui tuffarsi in un cappuccino tra una storia e l’altra.

Il libro
Al centro lui, lo psicologo alle prese con il malessere del mondo, il mondo che gli passa davanti in cerca di una via d’uscita, in cerca di sollievo, a volte alla ricerca di niente.

La signora A. ha la capacità di logorare i nervi e a ogni seduta dice di avere novità “importantissssssime”. Il signor K. è molto solo, e i suoi problemi sono cominciati con una frattura, ma non esistenziale, una dolorosa frattura del polso. Il signor C. si sente la depressione addosso, come una pellicola adesiva, e ha cambiato decine di terapeuti. Il signor I. dice che va in crisi “se gli capita di vedersi mentre fa l’amore con la moglie”. Il signor N. ha serie difficoltà a controllare l’aggressività. Il signor R. ha un problema con le donne: negli ultimi tre mesi ha avuto sei appuntamenti con sei donne diverse, e non ce n’è uno che abbia funzionato. La signora O. racconta che ogni tanto “si tocca dentro con il marito”, nel senso che ha piccoli scontri, incomprensioni, litigi. Il signor M. è per sua stessa ammissione perennemente incazzato.

Lo psicologo Massimo Cirri racconta i suoi straordinari incontri in un Centro di Salute Mentale. Ai personaggi umanissimi, toccanti e divertenti che invadono il centro, Cirri alterna esilaranti momenti di vita vissuta all’interno del Sistema sanitario nazionale, graffianti dialoghi con infermiere e dottoresse, la saudade del vivere giorno per giorno, trovando pure il tempo per psicanalizzare se stesso. Sempre, ed esclusivamente, con leggerezza e un tocco di sano disincanto.

Massimo Cirri: toscano trapiantato a Milano, psicologo e giornalista. Da venticinque anni lavora nei servizi pubblici di salute mentale. Dal 1997 autore e voce di Caterpillar, su Radio2, e prima a Radio Popolare di Milano. Autore teatrale con Lella Costa, ha scritto per “Diario”, “Linus”, “Smemoranda”, “Tango” e “Playboy”. Coautore di Via Etere (Feltrinelli 1988), Il mistero del vaso cinese (Sperling & Kupfer 1993) e Nostra Eccellenza (Chiarelettere 2008). È stato autore televisivo per Fuori Orario (1987-88, Rai3), Saxa Rubra (1994, Rai3), Mitiko (2006, La7). Si è inventato i RadioIncontri di Riva del Garda. È specializzato in criminologia clinica e ama decespugliare.

"A colloquio"
Tutte le mattine al Centro di Salute Mentale
di Massimo Cirri
Editore: Feltrinelli
Collana: Varia
Pagine: 192
Prezzo: Euro 14
In libreria dal 7 maggio 2009

mercoledì 29 aprile 2009

"L'anticasta" di Marco Boschini e Michele Dotti

La denuncia coraggiosa della Casta, che inizialmente aveva alimentato grandi speranze di cambiamento, ha finito per generare, invece, un diffuso senso di impotenza, una profonda disillusione e un conseguente distacco dalla politica.

Proprio questo, paradossalmente, consente alla Casta di conservare indisturbata, e addirittura di aumentare, i propri privilegi e gli sprechi!

Per evitare di mettersi realmente in discussione e per legittimare se stessa, la Casta ha dipinto mediaticamente l’intera Italia come un paese malato che condivide i vizi e le carenze dei propri rappresentanti politici, i quali sono così apparsi essenzialmente “rappresentativi” del popolo.

Tuttavia esiste anche un’altra Italia, fatta di tante persone oneste – non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni locali – che si battono ogni giorno per un Paese migliore e che stanno già dimostrando con i fatti che le alternative concrete esistono.

Il cambiamento, ancora una volta nella storia, non può che partire dal basso. E per fortuna questo sta già accadendo!

In allegato il DVD con una VIDEO-INCHIESTA che racconta un appassionante viaggio nei Comuni dell’Italia a 5 stelle, alla scoperta di persone e progetti che se non fossero veri sembrerebbero incredibili.

Uno schiaffo all’immobilismo della politica e agli sprechi della CASTA, l’esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo.

Realtà straordinarie dal punto di vista del risparmio energetico ed economico, della mobilità sostenibile, della produzione di energia da fonti rinnovabili, della gestione dei rifi uti, dell’acqua e del territorio...

Successi indiscutibili che mostrano la concretezza di scelte alternative divenute possibili attraverso un grande coinvolgimento della popolazione, chiamata a partecipare attivamente alle decisioni che riguardano l’intera comunità.

Migliaia di cittadini impegnati nella costruzione di un domani migliore.

«Come sempre, l’invenzione del diverso rispetto alla tradizione è fondamentale. Bisogna cercare di creare entusiasmo e passione... spingere finalmente a rinnovare tutto il nostro modo di vivere, attraverso l’economia, l’intelligenza, la sapienza, l’invenzione, la fantasia...».
DARIO FO

«Comuni a 5 stelle, democrazia dal basso, i cittadini con l’elmetto... bisogna creare una trasparenza nei Comuni. Comuni con l’acqua straordinariamente riproposta in una forma pubblica, con la raccolta differenziata spinta a casa piuttosto che gli inceneritori, con le energie rinnovabili, col latte alla spina, con la lavatrice senza detersivo, con tutte le cose che possono esserci per migliorare la nostra vita. Partiamo dal basso».
BEPPE GRILLO

Marco Boschini, operatore sociale, Assessore di Colorno (Par-ma), coordina l’ Associazione dei Comuni Virtuosi e il gruppo Politica ed enti locali del Movimento per la Decrescita Felice.

Michele Dotti, educatore e formatore, si dedica all’educazione allo sviluppo prevalentemente in ambito scolastico. È volontario dell’associazione Mani Tese, con una lunga esperienza in vari stati dell’Africa; ha promosso progetti di solidarietà, campagne di com-mercio equo e viaggi di turismo responsabile.

Interventi di: Jacopo Fo, Maurizio Pallante, Alex Zanotelli, Franca Rama, Francesco Comotto, Chiara Sasso, Gianluca Finiguerra, Alessio Ciacci, Andrea Segrè, Luca Falasconi, Ezio Orzes, Rossano Ercolini, Ignazio Garau.

martedì 28 aprile 2009

"D'Estro" di Massimiliano D'Epiro


Dal regista di Polvere, il film più controverso dell’anno, una storia scioccante. Un bambino di dodici anni. Una madre affetta da “ipermnesi assoluta”, che ogni giorno crede di avere un’età diversa. E poi Roma, le sue strade più oscure, gli acidi bagliori di vite degradate da droga, sesso e violenza. Fra realtà e allucinazione, D’Estro: “Un libro bello, sorprendente e ricco di anima. Uno sguardo appassionato, sempre coinvolgente, sulla marginalità e sulla dolorosa condizione dell’adolescenza. Una scrittura tra Genet e Rick Moody, il Foster Wallace dei primi racconti, con ovvie iniezioni pasoliniane.”
Giancarlo De Cataldo

“Reagire è un’azione consecutiva ad un’altra azione. È la risposta a un calcio in bocca, a qualcuno che ti manda a fare in culo, alla perdita di tuo figlio, alla tua ragazza che se la fa con tutti quanti. Io lo provoco. Il dolore. Io sono il dolore che sentono loro. Il segreto è fare finta. Fare finta di sentire il dolore. Io e il dolore non vogliamo farci del male, io e il dolore ci siamo accordati, abbiamo fatto un patto. Io ne provocherò tanto e gli altri ne subiranno ancora di più. Ma non preoccuparti, tu non morirai.”

Straniante, a tratti allucinato, drammatico e divertente allo stesso tempo. D’Estro è un gioco accattivante, un puzzle in cui passato e presente sono tessere da incastrare l’una con l’altra per ricreare un quadro complesso e articolato come solo la realtà sa essere. Una realtà che, tuttavia, se osservata e letta da un bambino, ha necessariamente bisogno di un tramite: la malattia. Malattia che da concreta diventa stato d’essere, strumento per divenire, via di fuga. Una malattia che dopo aver corrotto il corpo corrompe la mente, i ricordi, la percezione di chi si è. Nell’eterna lotta tra vero e verosimile il protagonista, il cui nome l’autore tace sino alla fine del romanzo, si nasconde dietro una maschera. E come sua madre, colpita da “ipermnesi assoluta”, ogni giorno ha un’età diversa e vive sempre un tempo altro, egli stesso diventa ricordo assoluto, pura memoria, proiezione caotica di passato, presente e futuro. Massimiliano D’Epiro dà vita al Caos e insieme lo ordina, suggerendo ai suoi lettori una chiave per interpretarlo e farlo proprio, protagonisti anche loro, prigionieri di un labirinto fatto di violenza e droga, passione e dolore, che è lo stesso nel quale vivono le sue creature, comprese quelle del suo film shock Polvere.

Massimiliano D’Epiro è nato nel 1973 a Roma. Ha scritto e diretto con Danilo Proietti il film per il cinema Polvere, prodotto dalla Kubla Khan, in uscita nelle sale. Ha inoltre firmato la regia di videoclip di importanti musicisti italiani, ottenendo numerosi riconoscimenti anche in ambito internazionale.

"D'ESTRO"
di Massimiliano D'Epiro
IL FILO EDIZIONI
978-88-567-0962-9
Prezzo: € 13.00
Numero pagine: 192
Cover Artwork: Tiziano Lucci

domenica 26 aprile 2009

"La via del Che" di Dario Fertilio

Martedì 28 aprile, alla Libreria Melbookstore di Via Nazionale, 254 a Roma, si rievoca il mito di Ernesto Che Guevara.

Con la proiezione delle immagini in anteprima del making of del film dedicato al CHE, interpretato da Benicio Del Toro, si aprirà l’incontro con lo scrittore Dario Fertilio, giornalista del “Corriere della Sera”, autore di “La via del Che – Il mito di Ernesto Guevara e la sua ombra” edito da Marsilio, e il critico del Sole 24 Ore Cesare Balbo.

Cogliendo l’occasione dell’uscita del film di Soderbergh, nell’anno del cinquantenario della Rivoluzione cubana, Dario Fertilio condurrà i partecipanti in questo “viaggio” ripercorrendo “La via del Che”, la sua storia, l’ascesa, la caduta, il mito.

Il tutto accompagnato dalle immagini del making of del film, con le interviste a Benicio Del Toro e a Steven Soderbergh, e spezzoni del film che è nelle sale italiane distribuito dalla Bim in due parti: la prima CHE - L’ Argentino già dal 10 aprile, la seconda CHE – GUERRIGLIA dal 30 aprile.

"Un vero rivoluzionario è guidato da un grande sentimento d’amore: amore per l’umanità, amore per la giustizia e per la verità"
Che Guevara


SCHEDA DEL LIBRO:

Il 9 ottobre 1967 Ernesto Che Guevara veniva ucciso in Bolivia. Dario Fertilio ne rivisita il mito e i suoi lati oscuri.

Una Cuba inquieta e spettrale, al crepuscolo del regime di Fidel Castro, accoglie Riccardo Modena, agente letterario di un’importante casa editrice, sulle tracce dei mitici diari mancanti di Che Guevara.

Su quegli scritti pericolosi del celebre eroe rivoluzionario, a lungo proibiti perché in odore di eresia, si è scatenata da tempo una ridda di ipotesi e un’infinità di interpretazioni: ora però, con la prospettiva di un contratto di favore e la benedizione delle massime autorità cubane, il protagonista si sente a un passo dal grande colpo editoriale.

Riccardo Modena, tuttavia, è un uomo in crisi: sessantenne, come molti della sua generazione ha ripudiato gli ideali e i miti sessantottini per inseguire il miraggio del benessere e della carriera, ritrovandosi insoddisfatto e deluso alle soglie della vecchiaia.

Nel pieno del sessantotto, anche lui come tanti aveva trovato in Cuba una patria ideale, e in Che Guevara aveva visto il simbolo dell’eroe coraggioso e puro. Cuba, tuttavia, si rivela ben diversa da quella che aveva sognato: in pieno disfacimento il regime castrista, corruzione e affarismo dilagano, il razzismo non ha più maschere, la violenza si respira nell’aria. Scoprirà così che le ragazzine si prostituiscono a quattordici anni e gli slogan ossessivi della propaganda fanno da grottesco sottofondo alla miseria e alla lotta quotidiana per l’esistenza. Ma anche i diari del Che, offerti a Riccardo Modena, si rivelano un miraggio: emergono via via nuovi inquietanti particolari sull’autentica personalità del guerrigliero, documenti finora tenuti segreti ribaltano l’immagine di lui diffusa in Occidente.

Dario Fertilio, giornalista al «Corriere della Sera», è autore di saggi e romanzi. I temi conduttori della sua opera sono la ribellione contro il potere ingiusto e l’autoritarismo, la libertà di comunicare, il coraggio di amare. Alcuni dei suoi libri sono dedicati al mondo degli intellettuali e alla comunicazione (Il Grande Cervello, Le notizie del diavolo), altri ai valori e agli ideali (Il fantasma della libertà), altri ancora al dibattito delle idee (Arrembaggi e pensieri, conversazione con Enzo Bettiza). Nel romanzo surreale Teste a pera e teste a mela l’accento cade sugli aspetti assurdi e inumani insiti in ogni pretesa ideologica. Con Marsilio ha pubblicato La morte rossa. Storie di italiani vittime del comunismo (2004, due edizioni).


IL FILM:

Dopo il successo di CHE – L’argentino che ha ampiamente superato il milione di euro di incassi, CHE – Guerriglia, la seconda parte del capolavoro di Steven Soderbergh, interpretato da Benicio del Toro, uscirà nelle sale il 30 aprile distribuito dalla BIM.
Dopo la rivoluzione cubana, il Che è all’apice della sua fama e del suo potere. Poi improvvisamente sparisce, e ricompare in incognito in Bolivia, dove organizza un piccolo gruppo di compagni cubani e reclute boliviane destinati a dare inizio alla grande rivoluzione latino-americana.
Quella della campagna boliviana del Che è una storia di tenacia, sacrificio e idealismo - è il racconto della sconfitta di una guerra di guerriglia che alla fine lo condurrà alla morte. Ripercorrendo la sua storia, riusciamo a capire come il Che sia rimasto un simbolo dell’idealismo e dell’eroismo, ancora vivo nei cuori della gente di tutto il mondo.

www.bimfilm.it

sabato 25 aprile 2009

"Il mondo in una piazza" di Fiorenzo Oliva

Il simbolo dell’immigrazione, il cuore dello spaccio e della malavita straniera, una piazza da cui di notte è meglio stare alla larga. È lì che Fiorenzo decide di vivere insieme all’amico Ruben, cercando di superare il trauma di un’aggressione subita anni prima.

Un quartiere che gravita attorno al gigantesco mercato di Porta Palazzo e in cui, nell’arco di poche centinaia di metri, convivono 55 etnie diverse.
Giovani e anziani, italiani e migranti provano a convivere con passione e fatica, talvolta circondati dal degrado.

Il contatto ravvicinato con una realtà che la maggior parte degli italiani conosce solo per sentito dire porterà a un cambiamento profondo nella vita del protagonista, permettendogli di vivere un’esperienza utile per un nuovo e più maturo modo di rapportarsi al mondo.

Il sito dedicato al libro: www.ilmondoinunapiazza.it/

Fiorenzo Oliva
"Il Mondo in una piazza"
Diario di un anno tra 55 etnie
di Fiorenzo Oliva
Stampa Alternativa
COLLANA: Eretica
pp. 200
PREZZO: 11,00
ISBN: 978-88-6222-072-9

Il libro verrà presentato a Torino il prossimo 5 maggio, alle ore 18, presso LA TORRE DI ABELE, in via Pietro Micca, 22.

venerdì 24 aprile 2009

"Le voci del padrone" di Enzo Marzo

Il libro, che riprende nel titolo un'affermazione di Luigi Einaudi, è un violento e documentato atto d'accusa dello stato di degrado e di servitù del giornalismo italiano.

Si affronta, dall'interno, il tema complesso della libertà d'informazione e il rapporto con il potere. Il discorso, assai critico, si snoda attraverso un percorso lineare che parte da concetti basilari, come quello di Verità, Obiettività e Opinione per arrivare a una proposta concreta sullo statuto delle imprese giornalistiche. Queste alcune delle tappe attraverso cui si articola il discorso: il mito dell'obiettività, l'informazione come componente necessaria e costitutiva di un regime democratico, la propaganda, la manipolazione dell'opinione pubblica, i conglomerati della comunicazione e lo spettro elettromagnetico, i nuovi apocalittici, le lobby che comandano oggi nei giornali italiani.

L'autore rintraccia, in un «liberalismo critico», il metodo capace di affrontare e di fornire una soluzione alla crisi dei media, dando una versione aggiornata della separazione dei poteri, e delinea una proposta riformatrice in grado di affrontare i guasti provocati dal gigantismo e dal monopolio.

I lettori dei quotidiani e quelli che li hanno abbandonati disgustati dalla loro omogeneità e dal loro conformismo, ma anche i telespettatori e quanti sono affascinati dai nuovi media e dalle innovazioni in corso.

Enzo Marzo, giornalista del "Corriere della Sera", direttore di "Critica Liberale", è anche il portavoce della "Società Pannunzio per una libera informazione".

"Le voci del padrone"
Saggio di liberalismo applicato alla servitù dei media
di Enzo Marzo
Edizioni Dedalo
marzo 2006
ISBN 9788822055019
pp. 224
15,00 €

mercoledì 22 aprile 2009

"Il Mondo secondo Monsanto" di Marie-Monique Robin

Monsanto è il leader mondiale nella produzione degli organismi geneticamente modificati (OGM) ed è una delle aziende più controverse della storia industriale. Dalla sua fondazione nel 1901, la multinazionale di Saint Louis ha accumulato diversi processi a proprio carico a causa della tossicità dei prodotti che impone al mercato. Negli anni è stata accusata di negligenza, frode, attentato a persone e cose, disastro ecologico e sanitario e utilizzo di prova false. Eppure questo pericoloso gigante della biotecnologia si pubblicizza come azienda della “scienza della vita”, apparentemente convertita al verbo dello sviluppo sostenibile.

Cosa sappiamo veramente degli effetti degli OGM sulla nostra salute?
Perché l’agricoltura transgenica è così pericolosa?
Quali interessi si nascondono dietro la commercializzazione di sementi geneticamente modificate?
Questo bestseller internazionale, risultato di tre anni di importanti ricerche che hanno portato l’autrice in America, Europa e Asia, parla della poco nota storia dell’azienda Monsanto e risponde a molte domande che ci toccano da vicino, molto vicino.
Avvalendosi di documenti inediti e delle preziose testimonianze di scienziati e di uomini politici, il libro ricostruisce la genesi di un impero industriale che è diventato la prima azienda al mondo produttrice di semi grazie all’appoggio dei vertici politici e amministrativi USA, a una comunicazione falsa, aggressiva e a volte violenta, a pesanti pressioni e innumerevoli tentativi di corruzione.

Quali sono i veri scopi di Monsanto? Dopo aver ignorato per tanto tempo gli effetti della propria attività sull’uomo e sull’ambiente, perché l’azienda esprime improvvisamente interesse per la questione della fame nel mondo?
Oggi, mentre in Europa sta finalmente nascendo un dibattito serio sulle conseguenze sociali, sanitarie e ambientali degli organismi geneticamente modificati, arriva in Italia con un tempismo perfetto la più aggiornata edizione de Il mondo secondo Monsanto, che negli altri paesi ha già venduto centinaia di migliaia di copie. Si tratta di una lettura fondamentale per la (ri)costruzione di un mondo a misura d’uomo, e non di multinazionale.

Pubblicato in Francia dalla casa editrice La Découverte, Il Mondo secondo Monsanto ha già venduto 80.000 copie .

L’omonimo documentario è stato trasmesso dal canale televisivo franco-tedesco ARTE.
Già disponibile in Spagna e America Latina, nei prossimi mesi il libro verrà pubblicato in diversi paesi quali Germania, Olanda, USA, Brasile, Corea, Grecia, Giappone, Ungheria e Polonia.

Oggi, mentre Francia ed Europa sono scosse da un vero e proprio dibattito scientifico, economico e sociale sulle conseguenze sanitarie e ambientali degli OGM, oltre che sulla condizione contadina e sui test sugli esseri viventi, il libro della Robin arriva con un tempismo perfetto. È infatti a pieno titolo un’opera per la salute pubblica, ed è come tale che dovrebbe essere letta e considerata.
Dalla prefazione di Nicholas Hulot, giornalista ed ecologista francese
È almeno dagli anni ‘30 che la società monopolistica del Missouri Monsanto miete vittime. Stranamente, i responsabili politici, per quanto perfettamente informati, non reagiscono. Oggi, questo mostro della “biotecnologia”detiene il 90% degli OGM coltivati nel pianeta. Un’indagine che la giornalista Marie-Monique Robin ha condotto per diversi anni.
Bakchich

In piena crisi economica e alimentare, dovuta alla crescita dei prezzi dei beni primari, c’è chi naviga nell’oro. È la Monsanto, industria biotech, che esporta felicemente in tutto il mondo il modello di agricoltura transgenica. La multinazionale delle sementi, invisa agli ambientalisti e ai contadini di mezzo mondo, ha dichiarato vendite per 2,6 miliardi di dollari con un incremento del 29% rispetto al 2008.
Gabriele Bindi, Slowfood.it

Un’indagine serrata, che ciporta a riflettere sulle basi etiche della nostra società dei consumi: business, business!.
Entreprise et Carrières

Un libro accattivante, trasparente, perfettamente documentato. Appassionante e scritto come un romanzo poliziesco scientifico.
La recherce

Marie-Monique Robin ha vinto il Premio Albert-Londres, il più prestigioso della stampa francese (1995).Giornalista, scrittrice e regista, è autrice di molti documentari che le sono valsi diversi riconoscimenti internazionali e di reportages realizzati in America Latina, Africa, Europa e Asia. Prima de Il Mondo secondo Monsanto ha firmato diverse altre inchieste, pubblicate con successo in Francia dalla casa editrice La Découverte.

"Il Mondo Secondo Monsanto"
Dalla diossina agli OGM: storia di una multinazionale che vi vuole bene
di Marie-Monique Robin
Editore: Arianna Editrice
Data pubblicazione: Aprile/Maggio 2009
Tipo: Libro
Pagine: 434
Prezzo: 18.60 euro

martedì 21 aprile 2009

"L'officina del diavolo" di Adolf Burger

Nel 1942 un telegramma raggiunge i comandanti dei campi di concentramento disseminati in territorio tedesco: contiene l’ordine di reclutare tutti gli internati ebrei con esperienza nel settore grafico e di provvedere al loro trasferimento nel campo di Sachsenhausen, alle porte di Berlino.

È l’inizio della cosiddetta ‘operazione Bernhard’, un piano elaborato dalle alte sfere del Terzo Reich per la produzione su vasta scala di false sterline inglesi. A Sachsenhausen si ritrovano in centoquarantadue, scampati alla morte per fame, per malattia, alle camere a gas. Vengono nutriti, rivestiti. Per la prima volta dal giorno della loro deportazione vengono trattati come uomini.

Vivranno in totale isolamento all’interno di due baracche, la 18 e la 19, circondate su ogni lato dal filo spinato, con le finestre verniciate di bianco. Dentro si nasconde una vera e propria officina per la produzione di banconote e francobolli falsi, di documenti contraffatti. Gli internati del ‘Kommando’ falsari hanno privilegi che gli altri non hanno. Letti comodi, armadietti personali. Mangiano a sufficienza, possono leggere. Ma quel luogo custodisce un segreto che non dovrà mai essere svelato. Impossibile sperare di uscirne vivi.

L’officina del diavolo nasce dai ricordi di Adolf Burger, numero 64401 a Auschwitz, tipografo nelle baracche 18 e 19 di Sachsenhausen. Racconta le atrocità di Auschwitz e di Birkenau, i dettagli tecnici dell’operazione di falsificazione, le rocambolesche ultime fasi della prigionia, fino alla liberazione. Una delle più ciniche operazioni del Terzo Reich viene svelata attraverso l’avventura di un uomo che ha mantenuto la promessa fatta a sé stesso: sopravvivere per raccontare l’inferno dei campi di concentramento. Contro qualsiasi tentativo di alterare la verità.

Prefazione di Stefano Poddi
Traduzione di Andrea Bianchi

Adolf Burger nasce da una famiglia ebraica a Vel’ká Lomnica, in Slovacchia, il 12 agosto 1917. Dal 1939 lavora come tipografo a Bratislava per una cellula clandestina del Partito comunista. Tre anni dopo viene arrestato dalla Gestapo slovacca e deportato a Auschwitz. La moglie Gisela, anche lei arrestata e deportata, muore a soli ventidue anni in una camera a gas del campo di Birkenau. Dopo diciotto mesi di lotta per la sopravvivenza, Burger viene trasferito nel campo di Sachsenhausen, dove entra a far parte del ‘Kommando’ di internati che per ordine di Himmler stampano milioni di sterline false. Oggi, a novantun anni, vive a Praga.

Da questo libro il regista Stefan Ruzowitzky ha tratto il film Il falsario – Operazione Bernhard, presentato al festival di Berlino del 2007, premio Oscar come miglior film straniero nel 2008.

"L'officina del diavolo"
di Adolf Burger
NUTRIMENTI
collana: Documenti
pp. 400
€ 19.50
prima edizione aprile 2009
Isbn 978-88-95842-28-8

lunedì 20 aprile 2009

"Esco presto la mattina" di Massimo Cacciapuoti


Andrea Dell’Arti ha trentacinque anni ma ne dimostra meno di trenta. E soprattutto ha una fortuna sfacciata: non quella di chi vince al Superenalotto o a poker, o trova un sacchetto pieno di euro davanti al bancomat. No, è solo che, giorno dopo giorno, la vita sta esaudendo tutti i suoi desideri: l’amore e la famiglia, il lavoro e le aspirazioni creative...

Insomma, tutto quello che gli italiani della sua età in genere hanno già smesso di desiderare. Ad Andrea, invece, va tutto bene, senza troppa fatica. Persino sua suocera lo adora... E tutto questo accade, per di più, in una città corrotta e malata, e negli ambienti più difficili. Contro ogni logica, al di là di ogni merito. Andrea non ha niente di diverso dai suoi amici e coetanei, solo che si trova sempre al posto giusto nel momento giusto: perché ogni volta c’è qualcuno che ha bisogno di un ragazzo brillante (ma non troppo), volonteroso (ma non troppo), ambizioso (ma non troppo), idealista (ma non troppo).

Come uno novello Candide, questo pavido eroe del nostro tempo attraversa il nostro scalcagnato inferno contemporaneo. Esco presto la mattina è una godibile satira contemporanea, che non risparmia la politica e la letteratura, la famiglia e il cinema, per farceli vedere così come sono.

Massimo Cacciapuoti (1970) è nato a Giugliano in Campania (NA) dove vive e lavora. È autore dei romanzi Pater familias (1997), diventato un film con la regia di Francesco Patierno, L’ubbidienza (2004), e con Garzanti L’abito da sposa (2006).

"Esco presto la mattina"
di Massimo Cacciapuoti
Garzanti
Anno: 2009
Collana: Narratori moderni
pp. 329
Codice EAN: 9788811686446
Prezzo: € 16.60

domenica 19 aprile 2009

"Gabershik" di Puliani, Forlani e Buss.

Il Teatro di Giorgio Gaber: Testo, rappresentazione, modello più dvd “Aspettando Godot”.










Dopo “Playbeckett” e “Svobodamagika” torna la collana soQQuadri di Hacca dedicata al teatro. Questa volta il volume è dedicato alla drammaturgia di Giorgio Gaber.

L’opera, soffermandosi sulla scrittura scenica di Gaber e sulle interpretazioni avvenute dopo la scomparsa dell’autore/attore/cantante, costituisce un’indagine sulla drammaturgia di Gaber/Luporini. Nella prima parte si sono presi in esame le drammaturgie e gli allestimenti storici. Il testo indaga inoltre il rapporto di Giorgio Gaber con l’opera di Samuel Beckett, che portò alla messa in scena nel 1990 di Aspettando Godot. Nella seconda parte del volume, che raccoglie contributi e testimonianze di registi, attori, critici teatrali, si affronta il problema di rappresentare oggi “Gaber senza Gaber” attraverso prove di attori come Neri Marcoré, Eugenio Allegri, Giulio Casale, Claudio Bisio, Fausto Russo Alesi e le regie di Giorgio Gallione e Serena Sinigaglia.

Il dvd unisce le immagini dello spettacolo “Aspettando Godot” della Fondazione Gaber con i testi di Beckett, in base allo sviluppo drammaturgico.

Massimo Puliani, docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata e al DAMS di Bologna. Regista, animatore e ideatore di progetti multimediali e di festival. Fra le sue pubblicazioni, saggi su Beckett, Svoboda, Pasolini e sulla scena multimediale.

Alessandro Forlani, docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata e all’Università degli Studi di Bologna. Scrittore di romanzi e sceneggiature multimediali.

Valeria Buss ha vinto nel 2008 il premio “Giorgio Gaber” alla tesi di Laurea, sulla scrittura e l’opera dell’artista. La tesi è stata inserita nell’Archivio per la ricerca sui testi musicali presso l’istituto di romanistica del-
l’Università di Innsbruck (Austria).

"Gabershik"
di Massimo Puliani, Alessandro Forlani e Valeria Buss
Il Teatro di Giorgio Gaber: testo, rappresentazione, modello con dvd “Aspettando Godot”.
Edizioni HACCA
euro 24,00
pp. 184
isbn 978-88-89920-30-5

sabato 18 aprile 2009

"L'Anello della Repubblica" di Stefania Limiti

LA STORIA DI UN SERVIZIO SEGRETO DI CUI PER PIÙ DI MEZZO SECOLO NON È EMERSA PUBBLICAMENTE NESSUNA INFORMAZIONE.
Giuseppe De Lutiis

“Il Noto servizio o Anello ha svolto un ruolo che non avrebbe mai potuto garantire alla luce del sole: indirizzare scandali, campagne di stampa, corruzione, sparizione di documenti, ricatti, arruolamenti di delinquenti.”
Dalla postfazione di Paolo Cucchiarelli

Una scoperta per caso.
Un servizio segreto di cui nessuno ha mai saputo nulla venuto fuori dagli archivi del Viminale.
Una storia tutta italiana, quasi incredibile.

Stefania Limiti, 43 anni, è nata a Roma ed è laureata in Scienze politiche. Giornalista professionista, ha collaborato con varie testate su temi di attualità politica ed è autrice de I FANTASMI DI SHARON (Sinnos 2002) e di «SONO STATO RAPITO A ROMA», STORIA DEL TECNICO NUCLEARE ISRAELIANO MORDECHAI VANUNU (Edizioni L’Unità 2006).

L’Anello della Repubblica"
di Stefania Limiti
Prefazione di Giuseppe De Lutiis
Postfazione di Paolo Cucchiarelli
Chiarelettere
Principio Attivo
pp. 340
euro 16,00

venerdì 17 aprile 2009

"Animal" di Indra Sinha

«Un romanzo straordinario, perfetto».
The Independent
«Un sontuoso sense of humour e, insieme, un violento pugno nello stomaco».
Daily Telegraph
«Un romanzo memorabile».
The Times

«Un tempo ero umano. Almeno così dicono. Io non ricordo, ma la gente che mi ha conosciuto da piccolo racconta che camminavo su due piedi come un essere umano».
Animal ha vent’anni e nella sua memoria non c’è nessun’altra immagine di sé se non quella che lo ritrae così com’è ora: uno strano essere che si trascina a quattro zampe. In compenso lui è al corrente di quello che dalle sue parti molti ignorano: sa di essere venuto al mondo pochi giorni dopo la tragica notte che nello slum di Khaufpur nessuno vuole ricordare ma che nessuno dimentica, la notte in cui, grazie alla Kampani, un’azienda multinazionale americana produttrice di pesticidi, si abbatté l’apocalisse su Khaufpur e 40 tonnellate di veleno penetrarono nelle bocche, nei nasi, sulla pelle di migliaia di adulti e bambini.
Vent’anni dopo, Animal conduce un’esistenza alla giornata, in compagnia del suo cane Jara e di una suora del locale orfanotrofio, Ma Franci, una donna vecchia e un po’ pazza, che gli dice continuamente che era un bimbo bello quando aveva tre o quattro anni, con degli occhi grandi, neri come il Lago Superiore a mezzanotte, e un’enorme testa di ricci. E allora Animal sbraita e dice che non vuole più essere umano e si nasconde da qualche parte a fantasticare su Nisha, la bella figlia di un musicista di Khaufpuri, e a pensare come sarebbe stato bello se avesse avuto ancora il sorriso e i ricci di bambino per poterle spezzare il cuore.
Quando Elli Barber, una giovane dottoressa americana, arriva a Khaufpuri per aprire una clinica per la popolazione locale ancora sofferente e si ritrova a dover combattere contro l’accusa di essere al soldo della Kampani, spedita lì a continuarne il suo sporco lavoro, Animal è coinvolto in una fitta trama di intrighi, disegni e manovre con lo sfrontato intento di trarre profitto dalle circostanze.
Romanzo-evento della recente stagione letteraria britannica, finalista al Booker Prize 2007, Animal è un’opera stupefacente per il modo in cui ci conduce nel buio mondo di una immane tragedia con lampi di pura gioia, e con la creazione di un personaggio in cui è la vita umana stessa a parlare e a rivendicare i suoi diritti.

Il romanzo-evento della recente stagione letteraria britannica, finalista al Booker Prize 2007, vincitore del Commonwealth Writers’s Prize 2008, Best Book from Europe & South Asia. Un’opera che ha la forza di Shantaram nel descrivere la vita piena di luci e ombre di uno slum indiano, e la tensione morale di Memorie di un soldato bambino nel dare voce alle vittime innocenti di una tragedia.

Indra Sinha è nato in India e ha vissuto a Bombay e nel Rajasthan. Il suo precedente libro, The Cybergypsies, ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica. La morte di Mister Love (Neri Pozza 2003) è il suo primo romanzo, best seller in Inghilterra, dove l’autore vive. Il suo sito ufficiale è http://www.indrasinha.com.

"Animal"
di Indra Sinha
Traduzione dall’inglese di Vincenzo Mingiardi
NERI POZZA
EAN 978-88-545-0292-5
Pagine 384
Euro 17,00
LE TAVOLE D’ORO
Maggio 2009

Indra Sinha, l'autore di Animal, il romanzo che è stato al centro dell'attenzione della critica letteraria inglese, finalista al Booker Prize e vincitore di numerosi premi, sarà tra i protagonisti della prossima Fiera del libro di Torino in programma a maggio.

giovedì 16 aprile 2009

"La nuova ecologia politica" di Jean-Paul Fitoussi e Éloi Laurent

“Noi crediamo che sia possibile proseguire sul cammino dello sviluppo umano senza sacrificare gli ecosistemi terrestri, ma a condizione di far crescere il nostro livello di esigenza democratica. L’eguaglianza ecologica è la chiave dello sviluppo durevole. Ma questa nuova ecologia politica ha bisogno, per cominciare, di un grande sforzo di revisione intellettuale.”

La crisi odierna del capitalismo sta scuotendo in profondità non solo le istituzioni finanziarie internazionali e i bilanci pubblici di quasi tutti gli stati, ma gli stessi paradigmi dominanti nel campo delle scienze economiche.

Occorre ripensare seriamente, in questo contesto, le possibilità stesse di un nuovo sviluppo, e avere il coraggio di rimettere in discussione premesse che sembravano fino a oggi scontate. Il nuovo paradigma – argomentano in questo libro Jean-Paul Fitoussi ed Éloi Laurent – dovrà fondarsi su un’idea di economia aperta, cioè di un’economia consapevole del suo contesto ambientale, sociale e politico.

Non è infatti la teoria economica in se stessa che bisogna incriminare per i disastri attuali, ma la sua definizione ristretta come scienza di processi autonomi.

La crisi alimentare ed energetica mondiale, non meno della crisi finanziaria, ci riporta viceversa al rapporto essenziale che deve esistere tra la ripartizione dei “mezzi di sussistenza” e la ripartizione del “diritto a sussistere”, tra ecologia, giustizia sociale e democrazia.

Un nuovo sviluppo potrà essere sostenibile, da questo punto di vista, solo se sarà democratico, nel senso che saprà assicurare a ciascuno il diritto a sussistere. Detto altrimenti: l’unica decrescita davvero importante è la decrescita delle disuguaglianze.


Jean-Paul Fitoussi è professore all’Institut d’études politiques di Parigi e presidente dell’Ofce, l’Osservatorio francese delle congiunture economiche. I suoi libri più recenti usciti in Italia sono Il dittatore benevolo. Saggio sul governo dell’Europa (il Mulino 2003) e La democrazia e il mercato (Feltrinelli 2004). È editorialista de “la Repubblica”.

Éloi Laurent è economista senior presso l’Ofce e professore presso l’Institut d’études politiques di Parigi, il Collège des hautes études européennes e la Stanford University.

"La nuova ecologia politica"
Economia e sviluppo umano
di Jean-Paul Fitoussi e Éloi Laurent
Feltrinelli
Collana: Campi del sapere
Pagine: 128
Prezzo: Euro 14
In libreria dal 23 aprile 2009

mercoledì 15 aprile 2009

"Il libro che lo Stato italiano non ti farebbe mai leggere" di Gianni Flamini

La Costituzione recita: «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro » ma, quando ci si immerge nella storia segreta del Belpaese, il sospetto è che, al di là delle intenzioni dei padri della Patria, il nuovo ordine repubblicano sia stato mantenuto con le mistificazioni, i depistaggi e, soprattutto, con le stragi.

Dall’eccidio di Portella della Ginestra allo stragismo mafioso degli anni Novanta, Gianni Flamini affronta il lato oscuro della cronaca nera, proponendo un viaggio nel cuore degli anni di piombo alla ricerca di nuove ipotesi sui mandanti morali e sugli esecutorimateriali delle stragi che hanno insanguinato l’Italia.

Sullo sfondo di una narrazione densa e drammatica, piazza Fontana, la stazione di Bologna, il treno Italicus diventano luoghi della memoria: eventi da cui ripartire per raccontare le terribili verità di mezzo secolo di eccidi e impunità all’ombra dei poteri forti e dei servizi segreti.

Perché, come ha scritto Norberto Bobbio: «Sarebbe imperdonabile dimenticare o ignorare l’altra faccia del potere, quella che non si vede. È in questo universo invisibile che sono nati tutti gli episodi di violenza politica che hanno sconvolto il Paese, ivi compreso il più efferato, la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Di tutte le forme di violenza politica la strage indiscriminata è certamente quella moralmente più ripugnante».

Gianni Flamini, bolognese, fa il giornalista. Da oltre trent’anni è impegnato in ardue e non indulgenti ricerche sui temi del terrorismo, dell’eversione e della “politica parallela” (quella che si fa ma non si dice). Ha pubblicato una serie di libri-inchiesta: Un agosto tranquillo (Roma 1971), Il partito del golpe (Bologna 1981-1985), L’ombra della piramide(Milano 1989), La banda della Magliana(Milano 1994 e 2002), I pretoriani di Pace e Libertà (Roma 2001), Segreto di Stato (con Claudio Nunziata; Roma 2002), Brennero Connection (Roma 2003), L’amico americano(Roma 2005), Il bullo del quartiere (Milano 2006).

"Il libro che lo Stato italiano non ti farebbe mai leggere"
di Gianni Flamini
Newton Compton Editori
ISBN 978-88-541-1237-7
Pagine 192
Euro 12,90

Il libro verrà presentato oggi, mercoledì 15 aprile, alle ore 21.15, presso la sede nazionale della Lista Civica "Per il Bene Comune", che si trova a Ferrara, in Piazzale della Stazione, 15.
Con l'autore, Gianni Flamini, interverrà Monia Benini, Presidente di Per il bene comune. La presentazione potrà essere seguita anche in diretta sulla web tv della Lista, al seguente link www.mogulus.com/perilbenecomune.
Chiunque potrà rivolgere domande all'autore attraverso la chat del canale web.

martedì 14 aprile 2009

"La memoria ritrovata" di Grazia Maurici

Mio padre era una figura misteriosa per me, lontana dal mio mondo e dalla mia vita. Quando poco tempo prima di morire mi consegnò i suoi diari chiedendomi di correggerli e di stamparli, capii che mi stava offrendo una opportunità.

Il paziente e lungo lavoro di revisione dei suoi scritti è diventato un dialogo con lui e con me stessa alla ricerca delle mie radici e di quel mondo antico che solo apparentemente non ci appartiene più. Le vivide descrizioni della sua vita in un piccolo paese della Sicilia all'inizio del '900, della guerra, dei campi di lavoro, della fuga e del rientro a casa sono entrate prepotentemente nella mia vita contribuendo a dare ad essa una luce diversa.

Grazia Maurici è docente di lingua tedesca.

"La memoria ritrovata"
di Grazia Maurici
E-book €3.75
Libro a copertina morbida €17.46
237 pagine.
Per maggiori info clicca qui.

"Giovani e Belli" di Concetto Vecchio

Perché ha scelto Gianni Chiodi come candidato alla regione Abruzzo, chiedono in quei giorni a Berlusconi.
Risposta: “Perché è giovane e bello”.

“Non voto da tredici anni. Arrivederci Italia.”
Testimonianza di un trentenne italiano che oggi vive a Barcellona.

“Ma lei pensa d’inserirsi nella professione a trentasei anni? Ma dove crede di andare? Faccia dei figli piuttosto!”
Sandra L., avvocato, a un colloquio di lavoro.

“Tiriamo su ragazzine vestite da micromignotte.”
Luciana Littizzetto.

“La discesa in campo del presidente ha svegliato in me la passione civile. A noi giovani dice che dobbiamo svegliarci al mattino con il sole in tasca.”
Mariastella Gelmini, trentaquattro anni, neoministro dell’Istruzione.

“Qui va tutto a gonfie vele. Gli australiani sono molto amichevoli. Ho trovato lavoro. Non se ne parla di tornare a Verona.”
Stefano T., ventisette anni, nel 2008 si è trasferito in Australia.

“La verità è che ci siamo disumanizzati, proviamo terrore verso i sentimenti, non ci vogliamo più mettere in gioco, molto più facile dedicarsi al lavoro.”
Anna B., trentadue anni.

Concetto Vecchio, 38 anni, è giornalista alla redazione politica de “la Repubblica”. Vive a Roma. È autore di VIETATO OBBEDIRE (Bur Rizzoli 2005) sul '68 alla facoltà di sociologia di Trento, e ALI DI PIOMBO (Bur Rizzoli 2007) sul movimento del 1977 e il delitto Casalegno. Ha vinto i premi Capalbio e Pannunzio.

"Giovani e Belli"
di Concetto Vecchio
Chiarelettere
Principio Attivo
pagine 193
14 euro

martedì 7 aprile 2009

"Ermes. Una storia napoletana" di Simonetta Poggiali

«Negli sguardi di Ermes, nelle immagini della paura, negli squarci sulla città dalla bellezza ormai muta e inutile, l'angoscia di Napoli è resa con una scrittura così densa di pietas eppure segnata da un giudizio etico tanto radicale. Non c'è stato un romanzo che abbia fatto altrettanto. Simonetta Poggiali mostra di sfuggire all'orribilismo truce senza sviare verso la narrazione melensa ed edulcorata; traccia una possibilità di fare letteratura con i materiali , le storie, gli uomini che la città consegna... La sua pagina è attraversata da una sorta di poesia tanto intensa quanto opposta alla violenza bruta del mondo che racconta, sembra quasi che voglia riscattare quel poco di umano che resta in un posto governato dalla forza animale».
Generoso Picone, Il Mattino

Un ragazzo di sedici anni, una vita in balia della legge dei piú forti. A cavallo della sua vespa Luigi ritira soldi in ogni parte di Napoli, come un postino, come un esattore. Vomero, Ferrovia, Tribunali, fino a Posillipo, «un posto dove c’era troppo silenzio e anche se era bello, perché bello lo era veramente, non faceva stare bene».

Luigi parla poco ma tiene gli occhi spalancati. Ha il cuore in subbuglio, nessuno lo accompagna nel suo vagabondare alla ricerca di quello che è l’unico oggetto del suo desiderio, Ninetta. Una ragazzina di quindici anni, fidanzata di Gaetano, il nuovo capozona appena uscito dal carcere di Poggioreale, il nuovo camorrista senza pietà, dal destino ineluttabilmente segnato dalla violenza.

Attorno a Luigi è un mondo sfasciato, nero, ma colmo di malinconia e di rimpianti. Chi sono i suoi amici? Vittorio, il suo vecchio capozona a cui consegnava le mesate e che ha strangolato un cucciolo di boxer solo perché lo guardava fisso. Pasqualino, il fratello piccolo e malaticcio, che nel sonno recita i nomi delle antiche divinità studiate a scuola: Ermes, il messaggero degli dèi, Giove che scaglia fulmini dall’Olimpo, Nettuno che governa le forze del mare e il canto delle sirene.

E sua madre, una vedova che vive chiusa nella guardiola di un palazzo antico e fatiscente e che gli appare simile a una madonna colma di lacrime. Nessuno di loro gli è veramente vicino, nessuno ha visto come lui la pantera del boss lanciarsi contro le sbarre della gabbia, i cardellini squarciati in mezzo all’asfalto, la luna farsi immensa nella notte come per annunciare la fine del mondo.

Luigi vive già di ricordi, di una speranza muta. Non è uomo né dio, e porta in giro per Napoli, e sempre con sé, il poetico tormento di un desiderio di felicità.

Simonetta Poggiali è nata a Napoli e vive a Milano. Insegnante di italiano, ha collaborato alle pagine culturali di diversi quotidiani nazionali e alle sceneggiature di alcune serie televisive. Ermes è il suo primo romanzo. In corso di pubblicazione è anche il suo secondo romanzo, Salina.

"Ermes. Una storia napoletana"
di Simonetta Poggiali
NeriPozza Bloom
ISBN 978-88-545-0205-5
Pagine 160


Il libro verrà presentato giovedì 9 aprile, a Torino, al Circolo dei Lettori di Palazzo Graneri della Roccia, in via Bogino, 9 (ore 18.00). Con l'Autrice, Simonetta Poggiali, interverranno Osvaldo Guerrieri e Sergio Pent. Leggerà brani dal libro Erika Urban.

lunedì 6 aprile 2009

"Antonio Delfini" di Gianluigi Toccafondo

L'opera ripercorre la vita e l'esperienza letteraria dell'autore modenese seguendo una divisione in due volumi. Nel primo trovano vita dipinti suggestivi delle origini di Delfini: l'autore bambino poi giovane uomo, i personaggi e gli ambienti della "città dei Sandroni", i ritratti realizzati dello stesso Delfini. Nel secondo volume - 37 disegni in bianco e nero - si esplora invece la lirica e la letteratura dell'autore. Come dice lo stesso Toccafondo: "Questi ultimi disegni sono venuti fuori come un gesto liberatorio alla fine del progetto. Trascrivevo su piccoli fogli alcuni appunti presi da Il ricordo della Basca e Poesie della fine del mondo, che non ero riuscito ad inserire nelle immagini più plastiche e fotografiche. Con l'aggiunta di alcuni segni, prendevano forma personaggi e caratteri del testo. L'immagine scarnificata, ridotta al tratto diventava sempre più scrittura".
In un’intervista a Espoarte, è lo stesso Toccafondo a dire di quest'opera: " (...) attendevamo un'idea per una nuova esposizione, giunta su suggerimento della biblioteca Delfini, che mi ha commissionato un lavoro dedicato allo scrittore, mettendomi a disposizione molto materiale: ritratti, ma anche bellissime foto della città Modena, scattate dall'autore stesso. Questa la base d'ispirazione per un centinaio di disegni che verranno riprodotti ingranditi e applicati sul soffitto della Sala Delfini come una sorta di affresco della vita dello scrittore".

Gianluigi Toccafondo: nato a San Marino nel 1965, ha frequentato l'Istituto d'Arte di Urbino. Attualmente vive e lavora a Milano. Oltre a diversi cortometraggi ha realizzato sigle per trasmissioni televisive ed ha esposto i suoi lavori in numerose mostre. Tra i video vanno segnalati alcuni spot realizzati per Rai 3, la Levi's e il circuito Cinema Europa, la sigla di Tunnel e di altri programmi televisivi, La pista del maiale del 1992 e Le criminal, un film di cinque ore prodotto per la francese La Sept e presentato alla Biennale di Venezia del 1993. Suoi disegni sono stati pubblicati da Fandango, Einaudi, Feltrinelli, Mondadori e altre case editrici. Ha collaborato con le riviste Linea d'Ombra, Lo straniero, Abitare, Tèlema e Internazionale.

"Antonio Delfini"
di Gianluigi Toccafondo
Formato 265 X 210 mm
pagg. 364
29,95€
ISBN 9788879409278
Logos edizioni
www.d406.com

sabato 4 aprile 2009

"Libere!" di Stefano Dark

Nella seconda metà degli anni Settanta si afferma un’epopea solo italiana: quella delle radio libere, private, locali, che da ogni angolo del Paese trasmettono di tutto.

Parole e personaggi in libertà rivoluzionano la comunicazione per mettere in onda evasione, servizio e controinformazione.

Tra inizi, peripezie e chiusure, i cosiddetti “cento fiori” impiantano un pluralismo di modelli e linguaggi dalla provincia ai poli di Milano e Roma, con un sistema misto, oltre la Rai. Radio commerciali, religiose o alternative. Una storia fatta di tante storie che si rivolge non solo a tutte le persone che le hanno vissute, ma anche a chi studia e a chi vuole conoscere meglio l’Italia di ieri e di oggi.

A più di 30 anni da quel fenomeno, il testo più completo mai realizzato sull’argomento “radio libere”.

"Libere!"
L'epopea delle radio italiane degli anni Settanta.
di Stefano Dark
Prefazione di Marco Baldini
Introduzione di Umberto Croppi
Nuovi Equilibri
Anno 2009
COLLANA: Sconcerto (nuova serie)
pp. 208
PREZZO: 15,00
ISBN: 978-88-6222-071-2

venerdì 3 aprile 2009

"Classe" di Andrea Cavalletti

Nel 1936 Walter Benjamin aveva definito la classe rivoluzionaria in opposizione alla folla compressa e pericolosa, in cui domina lo spirito gregario, la paura dell’estraneo, in cui esplodeva allora la follia antisemita.

Oggi in tratti appena mutati, in piccole o più grandi formazioni, la triste figura ritorna, l’odio per le minoranze si riaccende, i suoi sobillatori trionfano. Componendo materiali diversi – le pagine di Marx con un inedito di Benjamin sull’aura, con quelle di Gabriel Tarde o di Jules Verne –, Cavalletti si chiede se il concetto di classe, così inattuale, sia nuovamente pensabile.

Di fronte ai nuovi pogrom e al nuovo «razzismo di stato» si tratta di elaborare un movimento, l’unico ancora possibile, che allenti e distrugga la folla.

Andrea Cavalletti insegna Estetica e Letteratura italiana all’Università "IUAV" di Venezia. Ha pubblicato saggi di filosofia, di critica letteraria e il volume La città biopolitica. Mitologie della sicurezza (Bruno Mondadori, Milano 2005). Per Bollati Boringhieri ha curato l’edizione di diverse opere di Furio Jesi, e, nelle collana «incipit», il saggio Halachah e Aggadah. Sulla Legge ebraica di Chaim Nachman Bialik. Collabora al supplemento «Alias» del quotidiano «il manifesto».
e-mail: mendelschattner@yahoo.it

"Classe"
di Andrea Cavalletti
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2009
Collana «incipit»
Prezzo €9,00
160 Pagine

giovedì 2 aprile 2009

"I nostri tempi" di Michele Perriera

Con uno sguardo spietato e lucido sul nostro oggi, un uomo sulla soglia dei settant’anni confessa il proprio stato d’animo di fronte al mondo.

Un uomo sulla soglia dei settant’anni confessa il proprio stato d’animo di fronte al mondo. Lo fa in soliloqui mentre percorre ossessivamente, quasi in un incubo di ripetizione, le strade della sua città, diventata – com’è ricorrente rappresentazione della città della narrativa di Perriera – una sorta di non luogo imprevedibile e carico di eventi casuali e inspiegabili, comici o disperati, affettuosi o violenti, indifferentemente. Il suo andare è cadenzato da ripetute cadute, un fastidioso continuo inciampare dei passi incerti che fa irrompere il protagonista, osservatore soggettivo, perentoriamente dentro i fatti cui assiste, trasformandolo da narratore a personaggio narrato. I suoi sono pensieri brevi, interrogano dubbiosamente su fatti e situazioni comuni, oppure narrano insignificanti avvenimenti che improvvisamente virano nell’emblematico: in parte considerazioni di un’ispida e incerta saggezza, in parte espressioni di smarrimento infantile, in parte di disperate nostalgie e rimproveri al passare del tempo o scintille di speranza nel futuro; in parte sogni, visioni, forse deliri. E in ognuno di essi si sente riecheggiare in effetti la recita dell’assurdo di un grande uomo di teatro, come in un ultimo nastro.

Michele Perriera (Palermo, 1937) ha fondato e diretto il teatro e la scuola di teatro Teatés di Palermo. Scrittore e regista ha pubblicato con questa casa editrice la memoria-intervista Marcello Cimino, vita e morte di un comunista soave (1991), Anticamera (1994), La spola infinita (Premio Mondello 1995), Con quelle idee da canguro. Trentasei anni di note ai margini (1997), Atti del bradipo (1998), Ritorno (2003), i romanzi A presto (1990), Delirium cordis (1995), Finirà questa malìa? (2004) e La casa (2007) e l'affresco autobiografico di una città e una vita Romanzo d'amore (2002). Nel 2006 gli è stato conferito il Premio della Critica Teatrale.

"I nostri tempi"
di Michele Perriera
SELLERIO
Collana: La memoria
Anno: 2009
ISBN: 88-389-2381-7
Pagine: 112
Prezzo: 10.00 Euro

"Chi ha paura muore ogni giorno" di Giuseppe Ayala

Nell'estate del 1992 due esplosioni di enorme potenza annientarono la vita di tre magistrati (Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino) e di otto giovani che li scortavano, ribadendo al mondo intero cosa significa opporsi alla mafia siciliana.

Fu un trauma terribile per quei milioni di italiani che consideravano Falcone, Borsellino e gli altri giudici del pool antimafia gli eroi di una stagione di straordinario successo nella lotta a Cosa nostra.

A Giuseppe Ayala quelle esplosioni strapparono tre amici carissimi, lasciando lo struggente ricordo di dieci anni di vita insieme e un rabbioso, mai sopito rimpianto.

Ayala venne coinvolto nell'attività del pool antimafia sin dall'inizio. Rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxiprocesso, sostenendo le tesi di Falcone, Borsellino e della procura di Palermo di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta) e ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu sempre al fianco dei due magistrati in prima linea, nell'attività quotidiana come nei viaggi per le rogatorie internazionali, nel condiviso impegno di lavoro come nelle vacanze passate insieme, fino a quando, dopo i primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politicomediatici vicini a Cosa nostra, la diffidenza del Consiglio superiore della magistratura e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, a isolarli.

"Qualcuno ha scritto che, dopo più di 15 anni da quel tremendo 1992, "Ayala ha ormai pagato il torto di essere rimasto vivo". Spero abbia ragione." Oggi Ayala ha deciso di raccontare la sua verità su Falcone e Borsellino, ricordandone il fondamentale contributo alla lotta alla mafia e le attualissime riflessioni sulla Sicilia, Cosa nostra, la giustizia e la politica, ma anche la loro travolgente ironia, la gioia di vivere, le passioni civili e private, le vicende quotidiane che nessuno ha mai potuto descrivere con tanta affezionata e intima conoscenza.

La storia di quegli anni, delle vittorie e dei fallimenti, dell'impegno di pochi e delle speranze deluse di molti, riporta al centro dell'attenzione di tutti noi la tremenda capacità di sopravvivenza della Piovra, che si nutre dei silenzi, delle complicità, delle disattenzioni e delle colpe di una Sicilia e di un'Italia che non sono, forse, abbastanza cambiate da allora.

Giuseppe Maria Ayala è un magistrato e politico italiano. Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita all'Università degli studi di Palermo, esercitò la professione di pubblico ministero diventando, tra l'altro, Consigliere di Cassazione. Amico di Giovanni Falcone, ebbe un ruolo di spicco nel pool anti-mafia. Dal 1992, dopo l'omicidio di Falcone e Paolo Borsellino, si occupò anche di politica diventando deputato nelle file del Partito Repubblicano Italiano. In seguito a Tangentopoli (inchieste sulla corruzione dei partiti alle quali egli partecipò attivamente) ed alla crisi del PRI, Ayala passò ad Alleanza Democratica, confermando il seggio alla Camera dei Deputati nel 1994. Dopo la scomparsa di AD, insieme a Giovanna Melandri passò tra i Democratici di Sinistra, partito con il quale venne eletto senatore nel 1996 e nel 2001. Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia durante il governo Prodi I, l'incarico gli fu riconfermato anche nei successivi governi D'Alema I e II.

"Chi ha paura muore ogni giorno"
di Giuseppe Ayala
Editore: Mondadori
Anno: 2008
Collana: Ingrandimenti
Pagine: 216
ISBN: 978880458068

Il libro verrà presentato il prossimo 3 aprile a Bari nel corso dell'incontro-dibattito sul tema "Il cammino della legalità dopo le grandi stragi di mafia". Relatori Giuseppe Ayala, Pubblico Ministero al maxi processo di "Cosa Nostra" e Salvatore Borsellino, fratello del Giudice Paolo Borsellino. L’incontro, organizzato da Gens Nova, si terrà alle ore 18:30 presso la sala convegni dell'Hotel Sheraton Nicolaus, in Via Ciasca, 9 (Bari - Q.re Poggiofranco).

mercoledì 1 aprile 2009

"Il Bambino con il pigiama a righe" di John Boyne

"IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE" DI JOHN BOYNE E' IL LIBRO PIU' VOTATO DAI VISITATORI DE "IL CIRCOLO PICKWICK" NEL MESE DI MARZO.

Non è facile descrivere questa storia in poche parole.
Meglio non farlo, allora.
Meglio se cominciate a leggere senza sapere nulla di più.


Se cominciate a leggere questo libro, farete un viaggio con un bambino di nove anni che si chiama Bruno. (Ma questo non è un libro per bambini di nove anni.) E presto o tardi arriverete con Bruno davanti a un recinto. Recinti come questo esistono in tutto il mondo. Speriamo che voi non dobbiate mai trovarvi davanti a un recinto del genere.

John Boyne è nato in Irlanda nel 1971. Ha studiato al Trinity College di Dublino e all’Università dell’East Anglia, a Norwich. Ha scritto tre romanzi per adulti. Vive a Dublino. Questo è il suo primo romanzo per ragazzi ed è stato venduto in 15 Paesi. Sul grande schermo per Miramax con la sceneggiatura e la regia di Mark Herman.

Il Bambino con il pigiama a righe
di John Boyne
RIZZOLI
COLLANA BUR EXTRA
PAGINE 224
PREZZO 10,00 Euro
ANNO DI PRIMA EDIZIONE 2008
ISBN 17022538

"Muri, lacrime e za'tar" di Gianluca Solera

Muri, lacrime e za’tar è il viaggio di un pellegrino che ha evitato i tour organizzati per scoprire luoghi e persone della Terra Santa. Riunisce in sé l'anima politica e quella spirituale di un’indagine sulla gente che, trovatasi prigioniera dell’ultima ideologia etno-coloniale, resiste affidandosi alla forza travolgente della vita e a certe piccole cose, come lo za’tar (il timo) nell’olio d’oliva, in cui si intinge il pane casereccio. In tempi nei quali si sta cercando di cancellare l’identità della Palestina dalle cartografie, l'autore registra segni e parole, e documenta sia la sofferenza palestinese che le conseguenze sociali e umane dell'occupazione sugli israeliani. Attraverso associazioni della vivace società civile, incontrando politici, rifugiati e professori, vescovi e patriarchi, resistenti e gente comune, si ricostruisce tassello dopo l'altro il quadro di una terra confusa e spaccata. Nel libro possiamo ascoltare la testimonianza di un intransigente colono di Qiryat Arba che descrive Hebron da entrambi i lati; o farci condurre per mano da un rabbino tra i beduini che vivono nelle baracche alla periferia degli eleganti insediamenti israeliani a Est di Gerusalemme. Tra i Muri ci sono sempre delle fessure, e le persone di buona volontà o quelli che disperatamente cercano di vivere con dignità sanno incontrarle. E passarci attraverso.

Gianluca Solera è Responsabile Network della Fondazione Anna Lindh, con sede ad Alessandria d´Egitto.

"Muri, lacrime e za'tar"
di Gianluca Solera
Nuova Dimensione
pag. 440
euro 18.