sabato 2 maggio 2009

"Articolo 1. Racconti sul lavoro" di Camilleri, Cornia, Pariani, Rea, Recami e Stassi

Sei scrittori s’interrogano, con i loro racconti, sul destino del lavoro. Storie di persone in cui risorge, nonostante le favole da fine lavoro, l’homo faber, il lavoro come prima sostanza umana.

Che fine hanno fatto le promesse da uomo nuovo di flessibilità, le accelerazioni vertiginose della globalizzazione e tutti gli scenari futuribili della cosiddetta «fine del lavoro»?

Questi mutamenti non sembrano aver fatto presa sulla fantasia letteraria dei sei autori dei racconti che compongono questa antologia. Non predominano vicende di precariato, non drammi collettivi segnati dal vuoto di prospettive, non storie di crudo sfruttamento della parte debole, nemmeno si sparge l’ottimismo edificante dell’inventiva individuale e delle sue avventure a lieto fine.

Al contrario, ciascuno di questi autori, scrive storie che rappresentano il lavoro nella sua forma più profonda ed eterna, nei suoi aspetti che fanno radice in una generale condizione umana piuttosto che nei rivolgimenti dell’economia e dell’organizzazione produttiva.

Il racconto di Andrea Camilleri è una specie di parabola buffa: ciò che successe a Tano Cumbo, improvvisamente disoccupato, sembra l’allegoria di una mutazione di genere e sostanza. Ugo Cornia, nell’autobiografismo dell’impiego estivo di un sedicenne dentro una fabbrica di lamiere, vede un’intera vicenda di formazione piena di malinconia e di gratitudine, l’epica del frammento di vita e la lirica del quotidiano nel lavoro.

I contadini montanari di Laura Pariani ricordando, davanti al bicchiere, i mestieri li svelano come una generale concezione del mondo pessimistica e paziente: le promesse del mattino della vita che la vita è pronta a sbranare.

Quella di Ermanno Rea è una migrazione che si sposta dai luoghi dello spazio a quelli dell’anima: il legame tra il professore bibliofilo e il suo tuttofare emigrato polacco sembra proiettarli in una dimensione di superiore umanesimo grazie alla riscoperta del sapere delle mani che produce insieme precisione, utilità e bellezza.

L’ironia spietata di Francesco Recami trova la beffa e lo smacco che attendono ogni esistenza nel desiderio di una attualissima impiegata delle poste che vuole adeguarsi alla nuova «carta dei servizi offerti» al cliente-utente.

E per Fabio Stassi, quasi hemingwayanamente, «il figlio del re», l’ultimo dei rais delle tonnare siciliane, può ritrovare la magnanimità che gli spetta, solo intrecciando la sua sorte a quella dei tonni snaturati dalla tecnologia della pesca

"Articolo 1. Racconti sul lavoro"
di Camilleri, Cornia, Pariani, Rea, Recami e Stassi
SELLERIO
Collana: Il contesto
Num. di collana: 23
Anno: 2009
ISBN: 88-389-2384-1
Pagine: 216
Prezzo: 14.00 Euro

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