lunedì 22 dicembre 2008

"Per chi suona la banana" di Marco Travaglio

«Si parte dal marzo del 2007: governava, traballando, Romano Prodi. Si arriva al settembre del 2008: sgoverna, anzi risgoverna Silvio Berlusconi. Qualcuno mi rimprovera di ricorrere troppo spesso a soprannomi, ma è una questione igienico-sanitaria: non ce la faccio più a chiamarlo col suo nome. Però ritengo che sia ancora utile occuparsene, descriverlo per quello che è…
Questa è soprattutto la storia tragicomica del suicidio politico, culturale, esistenziale, forse generazionale di una classe dirigente, quella che ora si fa chiamare Partito democratico e Sinistra Arcobaleno, o qualcosa del genere, e che ha riconsegnato per la terza volta il paese a una barzelletta ambulante. Una classe dirigente al cui confronto Fantozzi e Tafazzi sono due vincenti… ma che ha deciso – bontà sua – di autoconfermarsi al vertice dei rispettivi partiti, in vista di nuove, appassionanti disfatte.»

(Dalla Premessa di Marco Travaglio)

Per chi suona la banana racconta con graffiante puntiglio e feroce amore per la verità i dodici mesi finali dell’Unione Brancaleone e i primi sei del Berlusconi III. Con cadenza pressoché quotidiana, Travaglio registra fatti e dichiarazioni del teatrino politico-mediatico, richiama i suoi protagonisti alle loro dichiarazioni (dove troppo spesso latitano coerenza e logica), denuncia storture e stupidaggini. È la pratica di un giornalismo che ha come linee guida la libertà e l’indipendenza – e infatti gli strali colpiscono imparzialmente a destra e a sinistra. Si tratta in primo luogo di informare, dando spazio anche alle notizie che un’informazione addomesticata cerca di far sparire, riportando alla memoria il passato e creando nessi illuminanti tra fatti e frasi in apparenza distanti. Un giornalismo di questo genere assume così un compito di controllo e verifica nei confronti dei Palazzi, un ruolo fondamentale per il buon funzionamento di ogni democrazia.
Per chi suona la banana, come gli altri libri di Marco Travaglio, finisce dunque per portare alla luce alcune delle dinamiche profonde – e a volte desolanti – della recente storia patria. Solo da qui, tuttavia, solo acquisendo consapevolezza di difetti e storture, è possibile iniziare a cambiare, immaginare un paese e una politica diversi. Chi preferisce il pessimismo all’utopia può invece provare a ipotizzare, partendo da queste pagine, la prossima tappa del degrado.
Ma intanto questo paese e questa politica, così come li racconta Travaglio, sono spesso (purtroppo!) più divertenti delle gag di molti cabarettisti.

In copertina: Disegno di Vauro, 2008

Marco Travaglio è nato a Torino 39 anni fa. Ha iniziato la sua carriera con Indro Montanelli, prima al «Giornale» poi alla «Voce». Ha collaborato con diverse testate, fra cui «Sette», «Cuore», «Il Messaggero», «Il Giorno», «L’Indipendente», «Il Borghese». Oggi scrive su «Repubblica», «l’Espresso», «Micromega» e «l’Unità». Ha pubblicato numerosi libri per Editori Riuniti: Il processo. Storia segreta dell’inchiesta Fiat (con Paolo Griseri e Massimo Novelli, 1997), L’odore dei soldi. Origini e misteri delle fortune di Silvio Berlusconi (con Elio Veltri, 2001), La Repubblica delle Banane (con Peter Gomez, 2001), Mani Pulite. La vera storia (con Gianni Barbacetto e Peter Gomez, 2002), Bravi ragazzi. Tutte le carte dei processi Berlusconi-“toghe sporche” (con Peter Gomez, 2003), Lo chiamavano Impunità. La vera storia del caso Sme e tutto quello che Berlusconi nasconde all’Italia e all’Europa (con Peter Gomez, 2003). Per Garzanti Libri, Il manuale del perfetto impunito. Come delinquere e vivere felici (2000) e Bananas. Cronache tragicomiche dallo stato semilibero di Berlusconia (2003), che ha venduto più di 50.000 copie in pochi mesi.

Per chi suona la banana
Il suicidio dell’Unione Brancaleone e l’eterno ritorno di Al Tappone
di Marco Travaglio
Saggi
530 pagine
€ 16.60
ISBN 978881174097-1

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie del prezioso contributo svolto. Auguri.