giovedì 22 gennaio 2009

"Il libro dei deportati" di Mantelli, Tranfaglia, Cassata, D'Amico e Villari

27 gennaio - Giorno della Memoria.
In libreria "Il libro dei deportati - I deportati politici 1943-45":
i nomi, i dati anagrafici e la storia di 23.826 italiani nei lager nazisti.


Il 27 gennaio, Giorno della memoria delle vittime delle persecuzioni nazifasciste, Mursia manda in libreria IL LIBRO DEI DEPORTATI. I deportati politici 1943-45, una monumentale opera che in 2.554 pagine raccoglie i nomi, i dati anagrafici, le storie di 23.826 italiani (22.204 uomini e 1.514 donne) che furono deportati nei lager nazisti per motivi politici. Di questi 10.129 non tornarono.
IL LIBRO DEI DEPORTATI è il risultato di una ricerca promossa dall'Aned, Associazione Nazionale Ex Deportati; per sei anni, sotto la direzione di Nicola Tranfaglia e Brunello Mantelli, i ricercatori del Dipartimento di Storia dell'Università di Torino (Francesco Cassata, Giovanna D'Amico, Giovanni Villari) hanno lavorato sugli archivi ufficiali dei campi di concentramento, dei ministeri dell'Interno di Austria e Germania e della Croce Rossa incrociando le informazioni con gli elenchi dei deportati che in questi decenni sono stati ricostruiti e conservati sia da singoli deportati e dalle loro associazioni, sia da istituti storici locali.
Un lavoro metodico e puntuale, sostenuto dal contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo e dall'Assessorato Cultura della Regione Piemonte, che ha consentito di realizzare non solo il primo elenco sistematico dei deportati politici ma anche uno studio statistico sull'universo concentrazionario e sulle dinamiche che lo governavano.
Nell'appendice statistica di 200 pagine che chiude il volume sono raccolte le cifre della tragedia. Il primo dato che emerge è che nessuna regione italiana è stata risparmiata; le città più colpite sono quelle del Nord: 1.306 deportati di Udine; 1.304 i triestini; 1.287 i goriziani; 1.042 i milanesi; 493 i torinesi; ma c'erano anche palermitani (186), cagliaritani (2), napoletani (481).
Antifascisti della prima ora, partigiani, prigionieri di guerra ma anche criminali abituali detenuti nelle carceri italiane e consegnati dalla Repubblica di Salò ai tedeschi, asociali, politici ebrei, lavoratori civili emigrati in Germania, cattolici: per ciascuna di queste categorie nei campi di sterminio c'era una sigla di identificazione. 11.432 furono designati come 'Schutzhaftling' (deportati per motivi di sicurezza), 3.723 come 'Politisch' (in buona parte già presenti nel Casellario politico centrale dell'Italia fascista), 801 erano AZR, abbreviazione di "Arbeitszwang Reich", ovvero 'asociali', categoria di solito attribuita ai criminali comuni e in alcuni casi a soldati imprigionati dopo l'8 settembre. Kfg, "Kriegsgefangene" erano i prigionieri di guerra; BV, "Berufsverbrecher", criminali comuni; altri ZA, "Zivilarbeit", lavoratori civili; "Geistlicher", religiosi; "Pol Jude" o "Schutz Jude" erano gli ebrei considerati anche oppositori politici.
Diversa la classificazione ma uguale il destino: schiavi del Terzo Reich, manodopera per le esigenze della macchina bellica di Hitler. Le morti furono, sul totale, 10.129, una percentuale vicina al 50%, che arrivò al 55% nel lager di Mauthausen. Fu tuttavia Dachau, con 9.311 persone, il luogo con il maggior numero di deportati politici; a seguire, Mauthausen con 6.615, Buchenwald con 2.123, Flossenburg con 1.798, Auschwitz con 847 e via via gli altri campi. Dall'incrocio dei dati, balza evidente il fatto che oltre il 25% dei deportati fu catturato in operazioni di rastrellamento: in 716 di queste - di cui si conosce la composizione dei reparti - ben 224 (il 31,3%) furono condotte unità militari o di polizia di Salò.
Il libro sui deportati politici - nato dalla volontà di due ex deportati, Bruno Vasari, sopravvissuto a Mauthausen e per anni presidente dell'Aned di Torino, che ha ideato il progetto di ricerca e da Italo Tibaldi che come responsabile della "Sezione ricerche" dell'Aned ha promosso il censimento dei deportati e la predisposizione del primo archivio - prosegue il lavoro che Mursia ha iniziato con IL LIBRO DELLA MEMORIA di Liliana Picciotto, l'elenco con dati biografici di 8000 ebrei deportati dall'Italia e dal Dodecaneso.
I censimenti dei deportati ebrei e dei politici sono parte centrale di un lavoro editoriale che dagli anni Sessanta vede Mursia impegnata nella pubblicazione di memorie di sopravvissuti ai lager. 120 i titoli finora pubblicati nella collana LIBRI PER NON DIMENTICARE.

IL LIBRO DEI DEPORTATI
di Brunello Mantelli, Nicola Tranfaglia, Francesco Cassata, Giovanna D’Amico e Giovanni Villari
MURSIA
Pagine 2554
Euro 120,00
Codice: 14071H
EAN 978-88-425-4228-5

2 commenti:

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e