venerdì 29 agosto 2008

"Lavorare uccide" di Marco Rovelli

Perdere la vita sul lavoro. In Italia accade troppo spesso. Un viaggio alla scoperta delle vite nascoste dietro le cosiddette "morti bianche". Per sconfiggere il silenzio e l'indifferenza che le circonda.

Articolo 35: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni".
- Costituzione della Repubblica italiana

Negli ultimi anni le vittime per incidenti sul lavoro sono state più di quelle occidentali in Iraq. Peggio di una guerra. "Morti bianche", senza voce, relegate a poche righe sui giornali, miseri loculi anagrafici. Per queste vittime del silenzio, della negligenza e della distrazione, Marco Rovelli intraprende un viaggio che tocca ogni angolo del Paese, in cui restituisce un volto e una dignità a chi è morto e una voce al dolore, alla rabbia, all'impotenza di chi è rimasto.
Lavorare uccide si addentra nelle logiche più feroci della produzione e del profitto: dal just in time al perverso labirinto di appalti e subappalti, dalla crisi dei sindacati all'omertà dei colleghi, dalle norme di sicurezza ignorate a una giustizia che troppo spesso non viene fatta.
Attraverso storie, testimonianze e dati, un'inchiesta appassionata e atipica che ci aiuta a capire per quali barbari meccanismi la vita di un uomo vale solo pochi euro, e quanta strada resta ancora da fare per mettere fine a questa vergogna.

Marco Rovelli : scrittore e musicista, insegna storia e filosofia nelle scuole secondarie. Oltre che per il libro di poesie "Corpo esposto", pubblicato nel 2004, Rovelli è giunto alla notorietà nel 2006, con il libro "Lager italiani", un reportage narrativo interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Suoi racconti e reportage sono apparsi su Nuovi Argomenti, il maleppeggio, Nazione Indiana (rivista online della cui redazione fa parte). Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli.


EDITORE: RIZZOLI
COLLANA: BUR FUTUROPASSATO
PAGINE: 252
PREZZO: 10,20 Euro
ISBN: 17022224

mercoledì 27 agosto 2008

"Il partito del cemento" di Marco Preve e Ferruccio Sansa

"Il partito del cemento potrebbe rovinare le vacanze a molti" Raffaele Niri, Il Venerdì di Repubblica

Adesso come allora. Come ai tempi de La speculazione edilizia di Calvino (1957). Una nuova colata di cemento si abbatte sull’Italia, a partire dalla Liguria. La febbre del mattone non conosce ostacoli perché raccoglie consensi trasversali, e al diavolo il paesaggio.
Chi può, se ne va ai Caraibi. Castelli, ex fabbriche, conventi, colonie, ex manicomi, ospedali: tutto si può “riqualificare”, parola magica che nasconde ben altro.

Politici locali e nazionali, di destra e di sinistra, imprenditori, alti prelati, banchieri, siedono contemporaneamente in più consigli di amministrazione e si spartiscono cariche pubbliche, concorsi, appalti, finanziamenti.
Allo scopo servono anche associazioni culturali o in difesa dell’ambiente, appuntamenti gastronomici, feste e premi. Controllori e controllati spesso sono la stessa persona, famigliari o amici fidati.
“Fare sistema” da queste parti vuol dire costruire una rete sul territorio che non lascia spazi a chi non è della partita. In nome degli affari.

La Liguria sta coprendosi di quasi tre milioni di metri cubi di cemento e se non c’è più posto a terra, si prova sul mare, costruendo nuovi porti per decine di migliaia di posti barca. Non mancano neppure i grattacieli, opera di architetti prestigiosi (Bofill e Fuksas a Savona, Consuegra ad Albenga) che hanno messo da parte qualsiasi scrupolo paesaggistico (ma Renzo Piano si è ritirato da un progetto che inizialmente portava la sua firma).

Parlando di cemento e di piani regolatori, si arriva necessariamente a parlare della mancanza di regole di una classe dirigente in bilico tra l’imbroglio, la trama del sottogoverno e l’interesse personale. Di un’umanità approssimata moralmente e culturalmente.
Addio all’Alassio di Carlo Levi e di Hemingway, addio alla Sanremo di Calvino, addio alle Bocche di Magra della Duras, di Vittorini, Pavese, Einaudi. Addio alla Liguria degli artisti e degli intellettuali.

Ma non tutto è perduto, c’è chi si batte e ottiene risultati sorprendenti. Basta cominciare dal basso. Tutti possiamo esercitare il ruolo di cittadini, come dimostrano le associazioni libere e le iniziative che sono nate in questi mesi, in questi anni.

Ferruccio Sansa, già giornalista del Messaggero e de la Repubblica, è ora inviato del Secolo XIX. Ha pubblicato per la Bur-Rizzoli Milano da morire (con Luigi Offeddu, 2007). Collabora con MicroMega.

Marco Preve è giornalista de la Repubblica. Collabora con MicroMega.

Il partito del cemento
di Marco Preve e Ferruccio Sansa
Prefazione di Marco Travaglio
Collana Principioattivo
Pagine 320, prezzo 14,60

martedì 26 agosto 2008

"Censura 2008" di Peter Phillips

Le 25 notizie più censurate
“Come ogni anno, Nuovi Mondi si occupa di informazione e giornalismo. Lo fa con “Censura 2008. Le 25 notizie più censurate”, l’annuario curato da Peter Phillips e Project Censored sulle notizie che avrebbero dovuto occupare le prime pagine dei giornali del mondo e che invece sono state del tutto ignorate.

Eccone alcune:
• Nel dicembre 2006 i soldati della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite a Haiti hanno commesso uccisioni indiscriminate nella comunità di Cité Soleil, il quartiere più povero di Haiti, dove vivono in miseria circa 200.000 persone. L’azione era una vera e propria rappresaglia a seguito delle manifestazioni in cui circa 10.000 persone chiedevano il ritorno del presidente Aristide e condannavano l’occupazione militare del loro paese.

• Gli Usa importano molto più petrolio dall’Africa che dall’Arabia Saudita. A settembre 2008, l’Amministrazione americana aprirà l’AFRICOM, un nuovo centro di comando del Pentagono per prevenire la guerra al terrore nel continente africano. In realtà, tra gli scopi occulti di questa missione, vi è il tentativo di frenare la penetrazione cinese: le implicazioni politiche di una crescita economica africana in stretta alleanza con la Cina potrebbe sfociare in una nuova guerra fredda in cui l’AFRICOM giocherà un ruolo chiave.

• Il simbolo della ricostruzione irachena, l’ambasciata americana a Baghdad, è stata affidata a dei contractor kuwaitiani che, sotto ordine statunitense, stanno sfruttando quasi esclusivamente lavoratori del sud-est asiatico. Centinaia di uomini sono stai ingannati, condotti di nascosto in una sorta di campi di concentramento e obbligati a mesi di lavoro forzato. È stato loro confiscato il passaporto e sono stati costretti a risarcire ai datori di lavoro le spese per il reclutamento, indebitandosi per mesi o addirittura anni prima di riscattare la propria posizione.

• Che la Blackwater sia la più grande compagnia di mercenari al mondo e che in Iraq i suoi uomini non siano soggetti ad alcuna legge, è cosa ormai tristemente nota. Quello che non è stato diffuso è che la missione irachena ha fruttato al fondatore della compagnia, Erik Prince, oltre 800 milioni di dollari in contratti, permettendogli così di creare un vero e proprio esercito privato il cui scopo è la difesa cristiana in tutto il mondo rispetto all’avanzare islamico

Inoltre, in aggiunta alle informazioni la cui conoscenza cambierebbe la percezione degli eventi e le idee della gente, Project Censored passa in rassegna anche le notizie frivole che hanno occupato i media di tutto il mondo sottraendo tempo e spazio alle VERE notizie. Qualche esempio?

• La saga di Britney Spears, tra alcool, droghe e rehab.
• La morte di Anna Nicole Smith e l’attribuzione della paternità di sua figlia.
• La nascita della figlia di Brad Pitt e Angelina Jolie e la loro nuova adozione.
• Il divorzio di Paul McCartney.
• L’adozione da parte di Madonna di un bimbo africano.

Per trent’anni Project Censored ha raccolto notizie importanti che i principali gruppi mediatici hanno ampiamente ignorato, dando spazio anche alle più piccole e frammentarie informazioni.

Anche quest’anno, Censura ci ricorda che la missione imprescindibile di un giornalista in un paese democratico non cambia e non deve cambiare: il controllo delle istituzioni al potere. Ma “l’informazione come cane da guardia del potere” appare sempre più spesso, purtroppo, un precetto astratto. Chiunque lavori – o abbia lavorato – all’interno del sistema dei media, sa bene che questo si fonda su un modello di premi e punizioni volto a garantire che la maggioranza rispetti linee di condotta predeterminate e standardizzate.

Secondo l’analisi di Project Censored, gli elementi che concorrono a limitare la missione dei giornalisti sono varie, tra cui: forzature ideologiche, la struttura degli organi d’informazione, il potere degli inserzionisti e la cosiddetta pratica del giornalismo “obiettivo” che, paradossalmente, intralcia i media proprio nella ricerca delle verità fondamentali.

Project Censored è un autorevole gruppo statunitense di ricerca sui media che si propone di promuovere il ruolo “del giornalismo indipendente in una società democratica”. Nasce nel 1976 da un'idea di Carl Jensen, docente di Scienze della Comunicazione presso la Sonoma State University, California, e dal 1996 è guidato da Peter Phillips, docente di Sociologia e da molto tempo attivo in organizzazioni no profit.

Titolo: Censura 2008
Autore: Peter Phillips & Project Censored
Pagine 380
Formato 17,5 x 21
ISBN 978-88-89091-55-5
Prezzo in libreria 19,5€
Editore: Nuovi Mondi

mercoledì 13 agosto 2008

"Meritocrazia" di Roger Abravanel

Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro Paese più ricco e più giusto

«Aggiunge alle numerose denunce contro il “mal di merito” una profonda analisi delle sue cause e qualche proposta molto interessante per fare emergere i meriti e sviluppare i talenti del nostro paese.»
Giovanni Floris

«Gli italiani raggiungono l’eccellenza all’estero, ma in Italia i migliori faticano a prendere posizioni di potere e responsabilità, soprattutto le donne. Il merito come terapia d’urto per fare tornare l’Italia dinamica e fiduciosa nel futuro: questa la stimolante idea di questo libro.»
Emma Bonino

«Il mondo delle imprese famigliari italiane dovrebbe fare tesoro di molte delle idee contenute in questo libro.»
Andrea Guerra

«Roger Abravanel descrive la carenza di meritocrazia in Italia con una prospettiva nuova che ci aiuta a comprendere quanto il problema sia rilevante per la nostra economia e società e le possibili soluzioni.»
Alessandro Profumo

La scarsa cultura del merito, come dimostra Roger Abravanel, è la causa principale dell’impoverimento del nostro Paese; inoltre ha fatto dell’Italia la società più ineguale del mondo occidentale. Meritocrazia ricostruisce la storia di un’idea rivoluzionaria e delle sue prime applicazioni, nelle più prestigiose università americane e nell’Inghilterra laburista. Illustra i valori profondi di giustizia e di eguaglianza su cui sono fondate l’ideologia e la cultura del merito. Spaziando dalla Francia a Singapore, presenta una serie di esperienze pilota nelle aziende, nella pubblica amministrazione, nei sistemi educativi, nelle organizzazioni militari. Approfondisce le cause profonde del «mal di merito» nella nostra società e nella nostra economia. Segnala alcuni «semi del merito» italiani nelle imprese, nella ricerca scientifica, nella giustizia, dimostrando che anche da noi si può praticare la meritocrazia.

Questa ampia e puntuale analisi consente di andare oltre le tradizionali denunce contro il sistema delle raccomandazioni e le vaghe dichiarazioni dei politici a favore del merito. Roger Abravanel formula infatti alcune proposte concrete e praticabili per dare slancio al nostro Paese, ispirandosi alle società più avanzate nello sviluppo della meritocrazia. Per sbloccare un’economia che stagna da più di vent’anni, è indispensabile valutare e valorizzare il talento nella scuola e nell’università, negli enti pubblici e nelle imprese. È necessario restituire ai consumatori e ai cittadini un ruolo centrale. È drammaticamente urgente aumentare le opportunità per le donne e i giovani. Meritocrazia ci invita al cambiamento culturale necessario per rispondere alle sfide del nuovo millennio. La nostra classe dirigente non potrà ignorarlo.

lunedì 11 agosto 2008

"Il caso De Magistris" di Antonio Massari

Rimosso dal suo incarico su richiesta di Clemente Mastella; trasferito d’ufficio dal Csm che gli ha tolto anche la possibilità di esercitare la funzione di pubblico ministero. Una decisione di gravità inaudita nella storia della magistratura italiana.

E’ il magistrato più “scomodo” d’Italia. E’ al centro di tutte le più scottanti inchieste che partono dalla Calabria e si diramano lungo l’intero tessuto politico ed economico della regione, della nazione, della Comunità Europea. Ai più alti livelli. A cominciare dall’indagine Toghe Lucane, passando per le truffe sull’ambiente e giungendo a quelle sui finanziamenti dell’Unione Europea, Luigi De Magistris ha intrecciato una serie di fili ad alta tensione, facendo scattare scintille che potevano dare vita a enormi, devastanti incendi.
Quello che poi è successo, da qualche mese a oggi, è sotto gli occhi di tutti. La battaglia ingaggiata con l’ex guardasigilli Mastella per la sua rimozione dall’incarico. Le apparizioni televisive ad Annozero del magistrato, contestatissime. L’appoggio incondizionato di Clementina Forleo, altra storia ma stesso destino. Il provvedimento durissimo del Consiglio Superiore della Magistratura, che lo ha trasferito d’ufficio e gli ha tolto la possibilità di esercitare le funzioni di pubblico ministero. E’ molto difficile, nel clamore mediatico dell’Italia di oggi, riuscire a mettere correttamente in fila gli eventi per cercare, se non proprio di capire, quantomeno di farsi un’idea in-formata e non de-formata dei fatti. Questo libro ci prova. Ricostruisce con chiarezza le tappe delle indagini e del groviglio politico-giudiziario che ne è sorto. Raccoglie i pareri di importanti magistrati italiani che, in questi ultimi vent’anni, si sono trovati in situazioni non molto dissimili da quella del magistrato catanzarese. Infine, ascolta la voce del protagonista, fuori dall’obiettivo delle telecamere, a mente “fredda”.

Con interviste a :
Antonio Ingroia - Magistrato, pubblico ministero della Dda di Palermo.

Michele Del Gaudio - Magistrato, negli anni Ottanta curò l’istruttoria del cosiddetto “scandalo Teardo”.

Felice Lima Magistrato, già giudice presso il tribunale di Siracusa, ha condotto numerose indagini contro la mafia.

Luigi De Magistris - Magistrato

Antonio Massari (Bari, 1968) è giornalista professionista. Scrive per La Stampa, Diario, Il Manifesto e Micromega.

Il caso De Magistris
Aliberti Editore
Pagine: 444
Prezzo: € 16,50
Formato: 14x21
ISBN: 9788874243204

venerdì 8 agosto 2008

"Breviario comico" di Michele Serra

Credevamo di poter dimenticare tutto quello che abbiamo vissuto come cittadini italiani? Michele Serra si adopera perché nessuno debba, perché nessuno possa dimenticare cosa ci ha portato sin qui. Manipolando tutti i pezzi che hanno caratterizzato la collaborazione con “L’Espresso” (“Satira preventiva”), Serra disegna un tracciato da paura: satiricamente non abbiamo mai avuto la speranza di cavarcela.

Ci sono molti modi di ricordare. Il meno doloroso (che non è necessariamente il più futile) è ricordare quanto comico è il mondo, in bilico tra le goffe mani della scimmia umana. Una fungaia di assurdità, paradossi criminali e crimini paradossali, vanità rovinose, disperate ovvietà: politica, giustizia, economia, religione, scuola, internet, malavita, sport, nozze reali, televisione, canzoni, scandali, catastrofi naturali, poteri artificiali.

Michele Serra monta la sequenza dei personaggi e degli eventi, delle occorrenze umane, trasformando l’occasione giornalistica in un esercizio di frenetica, esilarante lettura storica. E il rumore del caos diventa una sinfonia di risate. Esercizio di pura satira. Sull’Italia e sul mondo.

Breviario comico a perpetua memoria di Michele Serra
Collana: Varia
Pagine: 196
Prezzo: Euro 13
Editore: Feltrinelli