Passeranno dalla cronaca alla storia questi giorni di giugno e luglio 2008. Li chiameranno: i giorni del bavaglio. Quando il Senato votava per interrompere il processo del premier accusato dal Tribunale di Milano per la corruzione del testimone Mills e per farlo minacciava di fermarne altri centomila. In via d'urgenza. E in nome della sicurezza.
Quando la destra italiana, con nessuno scandalo della sinistra, anzi d'accordo, approvava il nuovo lodo Maccanico-Schifani-Alfano per garantire l'immunità alle più alte cariche dello stato. Quella del premier in particolare. In via d'urgenza. E in nome della sicurezza.
Quando la destra italiana, senza troppo scandalo della sinistra, anzi d'accordo, preparava le nuove leggi per vietare ai magistrati e agli investigatori l'uso delle intercettazioni telefoniche per un'allarmante sequenza di reati. Proibire in perpetuo la loro pubblicazione e quella di ogni altro atto giudiziario, anche per riassunto. Deliberare il carcere per i giornalisti e ingenti multe per gli editori. E in nome della sicurezza sospendere la libertà di stampa.
Ecco allora Il bavaglio, un libro contro le nuove leggi-vergogna e per far conoscere tutte le carte che la CASTA vuole nascondere ai cittadini. Prima che sia troppo tardi.
"Bavaglio", un libro di Peter Gomez, Marco Lillo e Marco Travaglio con prefazione di Pino Corrias
mercoledì 30 luglio 2008
"La coda di Minosse" di Felice Trojani
Recensione a cura de "Il Circolo Pickwick" sul mensile "Cisco Magazine"
LA VERITA’ SULLA SPEDIZIONE NOBILE
Il libro racconta in ben ottocento pagine la sfortunata storia del dirigibile Italia che, al comando del generale Nobile, il 15 aprile del 1928 partì da Baggio, nei pressi di Milano, per sorvolare l’Europa e raggiungere la base allestita nella Baia del Re, alle isole Spitzbergen, nel Mar Glaciale Artico. Dopo un primo volo esplorativo, l’Italia fece rotta verso il Polo Nord per effettuare rilievi scientifici. A bordo c’erano sedici persone. Nella fase di rientro alla base d’appoggio però, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, il viaggio si trasformò in tragedia perché il dirigibile urtò contro la superficie del pack e dieci uomini caddero sulla banchisa polare: uno morì sul colpo in seguito all’impatto, mentre altri sei membri dell’equipaggio sparirono per sempre. I superstiti dopo alcune settimane furono localizzati e tratti in salvo da una delle spedizioni di soccorso internazionali. Le vicende dei naufraghi della «Tenda Rossa» entrarono di lì a breve nella storia, e non mancò un lungo strascico di polemiche. Pubblicato per la prima volta nel 1964 il volume, considerato uno dei classici della storia dell’aviazione, rappresenta una ricostruzione meticolosa e fedele di questa triste vicenda, condita da aneddoti in grado di arricchire la narrazione. L’ingegner Trojani, autore del libro, partecipò infatti alla sfortunata impresa e, descrivendola con efficacia, ha fornito anche un quadro realistico del mondo aeronautico italiano dagli esordi fino alla fine degli anni Trenta.
Felice Trojani (1897-1971) partecipò alla Prima guerra mondiale e venne fatto prigioniero dai tedeschi sul Monte Cucco. Laureatosi in ingegneria nel 1922, entrò nello Stabilimento di Costruzioni Aeronautiche e poi nella Compagnia Nazionale Aeronautica. Inviato nel 1926 in missione in Giappone, nel 1928 prese parte alla spedizione polare guidata da Nobile.
LA VERITA’ SULLA SPEDIZIONE NOBILE
Il libro racconta in ben ottocento pagine la sfortunata storia del dirigibile Italia che, al comando del generale Nobile, il 15 aprile del 1928 partì da Baggio, nei pressi di Milano, per sorvolare l’Europa e raggiungere la base allestita nella Baia del Re, alle isole Spitzbergen, nel Mar Glaciale Artico. Dopo un primo volo esplorativo, l’Italia fece rotta verso il Polo Nord per effettuare rilievi scientifici. A bordo c’erano sedici persone. Nella fase di rientro alla base d’appoggio però, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, il viaggio si trasformò in tragedia perché il dirigibile urtò contro la superficie del pack e dieci uomini caddero sulla banchisa polare: uno morì sul colpo in seguito all’impatto, mentre altri sei membri dell’equipaggio sparirono per sempre. I superstiti dopo alcune settimane furono localizzati e tratti in salvo da una delle spedizioni di soccorso internazionali. Le vicende dei naufraghi della «Tenda Rossa» entrarono di lì a breve nella storia, e non mancò un lungo strascico di polemiche. Pubblicato per la prima volta nel 1964 il volume, considerato uno dei classici della storia dell’aviazione, rappresenta una ricostruzione meticolosa e fedele di questa triste vicenda, condita da aneddoti in grado di arricchire la narrazione. L’ingegner Trojani, autore del libro, partecipò infatti alla sfortunata impresa e, descrivendola con efficacia, ha fornito anche un quadro realistico del mondo aeronautico italiano dagli esordi fino alla fine degli anni Trenta.
Felice Trojani (1897-1971) partecipò alla Prima guerra mondiale e venne fatto prigioniero dai tedeschi sul Monte Cucco. Laureatosi in ingegneria nel 1922, entrò nello Stabilimento di Costruzioni Aeronautiche e poi nella Compagnia Nazionale Aeronautica. Inviato nel 1926 in missione in Giappone, nel 1928 prese parte alla spedizione polare guidata da Nobile.
venerdì 25 luglio 2008
"L'onda gridava forte" di Valeria Isacchini
Il caso della Nova Scotia e di altro fuoco amico su civili italiani.
«Il comandante Gysae capì che aveva silurato un trasporto di suoi alleati e, quando un italiano fatto salire a bordo riuscì a spiegare di che si trattava, faticò a nascondere un brivido: l’U-177 era emerso in un mare costellato di relitti a cui si aggrappavano civili italiani.»
«Internati» venivano chiamati i civili italiani catturati durante il Secondo conflitto mondiale. Erano emigrati che si trovavano in Gran Bretagna, o cittadini delle colonie del nostro «impero» sorpresi dagli avvenimenti dei primi anni di guerra, per i quali il Diritto internazionale non prevedeva alcuna protezione. Molti vennero trasportati verso i campi di prigionia su navi britanniche nemiche, intercettate e silurate da sottomarini tedeschi amici, altri morirono affogati o divorati dagli squali, altri ancora vennero uccisi mentre cercavano di aggrapparsi a una zattera o a un relitto.
Con una rigorosa documentazione storica, Valeria Isacchini ricostruisce le vicende dell’Arandora Star e del Nova Scotia, due navi inglesi cariche di civili italiani che incontrarono sulla loro rotta i terribili U-Boote, descrivendo il comportamento dei sommergibilisti tedeschi, la sorte dei naufraghi e dei sopravvissuti, i sorprendenti intrecci tra spionaggio e nazismo in parti del mondo molto lontane e l’opera di Padre Mosè, missionario cappuccino combattivo e patriottico, che lasciò sull’altopiano eritreo un documento straordinario che ha trasmesso ai posteri il ricordo di tanti italiani, morti per «fuoco amico».
Valeria Isacchini è nata e vive a Reggio Emilia. Ha insegnato per molti anni italiano e storia, ha curato cataloghi per mostre e presentazioni d’arte e ha pubblicato un libro sull’esploratore Raimondo Franchetti, Il 10° parallelo (2005). Collabora con il sito Internet www.ilcornodafrica.it e con alcune riviste di storia.
Edizioni Mursia
Pagine 274
Euro 17,00
Codice 13008L
EAN 978-88-425-3949-0
«Il comandante Gysae capì che aveva silurato un trasporto di suoi alleati e, quando un italiano fatto salire a bordo riuscì a spiegare di che si trattava, faticò a nascondere un brivido: l’U-177 era emerso in un mare costellato di relitti a cui si aggrappavano civili italiani.»
«Internati» venivano chiamati i civili italiani catturati durante il Secondo conflitto mondiale. Erano emigrati che si trovavano in Gran Bretagna, o cittadini delle colonie del nostro «impero» sorpresi dagli avvenimenti dei primi anni di guerra, per i quali il Diritto internazionale non prevedeva alcuna protezione. Molti vennero trasportati verso i campi di prigionia su navi britanniche nemiche, intercettate e silurate da sottomarini tedeschi amici, altri morirono affogati o divorati dagli squali, altri ancora vennero uccisi mentre cercavano di aggrapparsi a una zattera o a un relitto.
Con una rigorosa documentazione storica, Valeria Isacchini ricostruisce le vicende dell’Arandora Star e del Nova Scotia, due navi inglesi cariche di civili italiani che incontrarono sulla loro rotta i terribili U-Boote, descrivendo il comportamento dei sommergibilisti tedeschi, la sorte dei naufraghi e dei sopravvissuti, i sorprendenti intrecci tra spionaggio e nazismo in parti del mondo molto lontane e l’opera di Padre Mosè, missionario cappuccino combattivo e patriottico, che lasciò sull’altopiano eritreo un documento straordinario che ha trasmesso ai posteri il ricordo di tanti italiani, morti per «fuoco amico».
Valeria Isacchini è nata e vive a Reggio Emilia. Ha insegnato per molti anni italiano e storia, ha curato cataloghi per mostre e presentazioni d’arte e ha pubblicato un libro sull’esploratore Raimondo Franchetti, Il 10° parallelo (2005). Collabora con il sito Internet www.ilcornodafrica.it e con alcune riviste di storia.
Edizioni Mursia
Pagine 274
Euro 17,00
Codice 13008L
EAN 978-88-425-3949-0
martedì 22 luglio 2008
"Cosa vogliamo? Vogliamo tutto. Il '68 quarant'anni dopo" AA.VV.
Italia, Cecoslovacchia, Stati Uniti, Germania Est, Francia, Polonia, Germania Ovest: non solo la più grande ribellione giovanile, studentesca e operaia in Occidente, ma anche l’esplosione dei movimenti antiburocratici nei paesi del socialismo reale, generalmente meno discussi. Un dibattito tra protagonisti del movimento e studiosi che ripensano insieme il ’68 a quarant'anni di distanza. Un evento che ha modificato in maniera decisiva costumi, abitudini e modi di vita a livello mondiale, ma anche la risposta al revisionismo di destra, che cerca di indicare nel movimento del ’68 l’origine dei mali e delle disfunzioni attuali delle società occidentali.
Autori:Daniel Bensaïd, Silvia Casilio, Lidia Cirillo, Diego Giachetti, Augusto Illuminati, Ambre Ivol, Zbigniew Kowalewski, Antonio Moscato, Devi Sacchetto, Marco Scavino, Marica Tolomelli, Massimiliano Tomba, Emanuela Vita.
Edizioni ALegre. Pag. 232, 16,00 euro. A cura di Cinzia Arruzza.
Cinzia Arruzza è dottore di ricerca in filosofia e Direttore del Centro Studi Livio Maitan.
Autori:Daniel Bensaïd, Silvia Casilio, Lidia Cirillo, Diego Giachetti, Augusto Illuminati, Ambre Ivol, Zbigniew Kowalewski, Antonio Moscato, Devi Sacchetto, Marco Scavino, Marica Tolomelli, Massimiliano Tomba, Emanuela Vita.
Edizioni ALegre. Pag. 232, 16,00 euro. A cura di Cinzia Arruzza.
Cinzia Arruzza è dottore di ricerca in filosofia e Direttore del Centro Studi Livio Maitan.
giovedì 10 luglio 2008
"La società del sapere" di Ferruccio Pinotti
Un professore di origine italiana, docente di psichiatria in una nota università americana, riceve una lettera da una Procura che gli chiede aiuto per le indagini su fatti inquietanti avvenuti alla Scuola di Alti Studi Europei, la prestigiosa università sorta per creare la futura elite europea: una serie di suicidi a catena, che hanno sconvolto la vita del campus, situato in uno splendido contesto storico.
Il professore accetta l'incarico, motivato dalla stranezza della vicenda, ma anche dalle analogie con quanto è successo al suo migliore amico e compagno di studi, morto suicida. Il docente si reca presso l'ateneo e, con il pretesto di tenere un breve seminario, indaga sulle morti tra i dottorandi. Lì incontra una studentessa dal passato oscuro, che gli farà da guida in questo complesso mondo.
La narrazione si sviluppa come un lungo film, al termine del quale il professore saprà la verità sui suicidi, ma anche sulla propria storia personale. Articolato come un «noir» ma ispirato a fatti realmente avvenuti, il romanzo è una metafora dell'evoluzione in corso nelle più prestigiose università europee e americane. Ed è una dura denuncia della disumanizzazione progressiva delle università, a causa della loro trasformazione in «laboratori» dove si fabbrica la classe dirigente del futuro. Si tratta un fenomeno che coinvolge, con esiti preoccupanti, i più prestigiosi atenei europei ed americani. Ambienti «formativi» spesso attraversati da gruppi di potere occulto e dominati dagli interessi di corporation sempre più aggressive. La vicenda narrata è emblematica del malessere che attraversa i giovani alle prese con ambizioni «drogate» e con un sistema formativo che fa del profitto il suo unico obiettivo finale. La «società del sapere» è il simbolo di un mondo in cui anche la conoscenza diventa strumento del potere. E nella quale l'«accesso» sarà concesso a sempre più pochi privilegiati.
(tratto da www.grandinchieste.it)
Ferruccio Pinotti, dopo la laurea in Scienze Politiche, ha conseguito il dottorato di ricerca in Relazioni Internazionali all'università di Padova; è stato visiting fellow all’università di Berkeley e professore di integrazione economica europea al Center of European Studies dell’università di Pennsylvania. Giornalista professionista, lavora a L' Arena, il giornale di Verona e collabora con il Corriere della Sera, l'Espresso e il Sole 24 Ore. Ha lavorato alla CNN-Financial News di New York e collaborato con l’International Herald Tribune.
Ha pubblicato: "Fratelli d'Italia" , (Rizzoli-Bur, 2007), "Opus Dei segreta" (Rizzoli-Bur, 2006), "Berlusconi Zampanò" (con Udo Gumpel, Random House, 2006)."Poteri Forti" (Rizzoli-Bur, 2005), "Il Gruppo dei Sette" (Franco Angeli, 1996).
Il professore accetta l'incarico, motivato dalla stranezza della vicenda, ma anche dalle analogie con quanto è successo al suo migliore amico e compagno di studi, morto suicida. Il docente si reca presso l'ateneo e, con il pretesto di tenere un breve seminario, indaga sulle morti tra i dottorandi. Lì incontra una studentessa dal passato oscuro, che gli farà da guida in questo complesso mondo.
La narrazione si sviluppa come un lungo film, al termine del quale il professore saprà la verità sui suicidi, ma anche sulla propria storia personale. Articolato come un «noir» ma ispirato a fatti realmente avvenuti, il romanzo è una metafora dell'evoluzione in corso nelle più prestigiose università europee e americane. Ed è una dura denuncia della disumanizzazione progressiva delle università, a causa della loro trasformazione in «laboratori» dove si fabbrica la classe dirigente del futuro. Si tratta un fenomeno che coinvolge, con esiti preoccupanti, i più prestigiosi atenei europei ed americani. Ambienti «formativi» spesso attraversati da gruppi di potere occulto e dominati dagli interessi di corporation sempre più aggressive. La vicenda narrata è emblematica del malessere che attraversa i giovani alle prese con ambizioni «drogate» e con un sistema formativo che fa del profitto il suo unico obiettivo finale. La «società del sapere» è il simbolo di un mondo in cui anche la conoscenza diventa strumento del potere. E nella quale l'«accesso» sarà concesso a sempre più pochi privilegiati.
(tratto da www.grandinchieste.it)
Ferruccio Pinotti, dopo la laurea in Scienze Politiche, ha conseguito il dottorato di ricerca in Relazioni Internazionali all'università di Padova; è stato visiting fellow all’università di Berkeley e professore di integrazione economica europea al Center of European Studies dell’università di Pennsylvania. Giornalista professionista, lavora a L' Arena, il giornale di Verona e collabora con il Corriere della Sera, l'Espresso e il Sole 24 Ore. Ha lavorato alla CNN-Financial News di New York e collaborato con l’International Herald Tribune.
Ha pubblicato: "Fratelli d'Italia" , (Rizzoli-Bur, 2007), "Opus Dei segreta" (Rizzoli-Bur, 2006), "Berlusconi Zampanò" (con Udo Gumpel, Random House, 2006)."Poteri Forti" (Rizzoli-Bur, 2005), "Il Gruppo dei Sette" (Franco Angeli, 1996).
lunedì 7 luglio 2008
"Gente normale" di Valentina Capecci
Scorci di vita, raccontati dagli stessi protagonisti, si dipanano nell’arco di ventiquattrore di un qualunque giorno, in una qualunque città italiana. Ma la normalità, ammesso che esista, a guardarla bene è un mistero bizzarro e atroce. E Valentina Capecci è bravissima nel cogliere gli aspetti tragicomici dell’esistenza quotidiana degli individui. Gente normale è una spassosa galleria di casi umani, governati da un destino che si diverte a scombinare le esistenze, in un girotondo che può sembrare insensato, ma non è detto. Fra i vari personaggi, infatti, c’è anche Francesco, l’unico pronto a pagare il prezzo dei valori in cui crede, a cui è affidato un messaggio di speranza.
Valentina Capecci, nata ad Ascoli Piceno, laureata in giurisprudenza, sceneggiatrice, ha scritto film per il cinema, fiction televisive, racconti e lavori teatrali (fra gli altri “Le confidenze del pene”). Vive tra Roma dove lavora, Macerata dove ha gli amici, Ravenna dove ha la famiglia e Firenze dove ha un fidanzato. In pratica vive sui treni.
MARSILIO EDITORE
Valentina Capecci, nata ad Ascoli Piceno, laureata in giurisprudenza, sceneggiatrice, ha scritto film per il cinema, fiction televisive, racconti e lavori teatrali (fra gli altri “Le confidenze del pene”). Vive tra Roma dove lavora, Macerata dove ha gli amici, Ravenna dove ha la famiglia e Firenze dove ha un fidanzato. In pratica vive sui treni.
MARSILIO EDITORE
martedì 1 luglio 2008
"Il ritorno del principe" di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato
La testimonianza di un magistrato in prima linea
La criminalità dei potenti in Italia
Dalle premesse degli autori
Roberto Scarpinato
Questo è un libro di storie «oscene» che nel loro intrecciarsi sui terreni della mafia, della corruzione e dello stragismo possono offrire una chiave per comprendere pagine importanti del passato e per decifrare il presente e il futuro… o forse la mancanza di futuro del Paese.
Saverio Lodato
Questo non vuole essere un libro sulla mafia. Non è un libro sulle stragi. Non è un libro sulla corruzione. Semmai è la spietata radiografia che mostra la faccia scura e nascosta, la storia inconfessabile, di un Giano bifronte: lo Stato italiano.
Si sarebbe fatto ancora una volta il gioco del Principe rinunciando finalmente a una visione panoramica, pur nei limiti di un singolo libro, di mafia, stragi e corruzione, messe finalmente tutte insieme. È proprio in questo intreccio la chiave di volta per capire ciò che altrimenti resterebbe incomprensibile, indecifrabile, inspiegabile. C’è un solo filo da scoprire, se si vuole dipanare l’intera matassa.
Saverio Lodato, giornalista e scrittore, lavora per “l’Unità”. Tra i suoi libri, per Mondadori: LA MAFIA HA VINTO (con Tommaso Buscetta); HO UCCISO GIOVANNI FALCONE (con Giovanni Brusca). Per Rizzoli: TRENT’ANNI DI MAFIA; INTOCCABILI (con Marco Travaglio); LA LINEA DELLA PALMA (con Andrea Camilleri).
Roberto Scarpinato è procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, dove dirige il Dipartimento Mafia-economia. Ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si è occupato di alcuni dei più importanti processi di mafia degli ultimi anni. È stato uno dei pm nel processo Andreotti.
Chiarelettere editore, Reverse, pp. 368, prezzo 15,60
La criminalità dei potenti in Italia
Dalle premesse degli autori
Roberto Scarpinato
Questo è un libro di storie «oscene» che nel loro intrecciarsi sui terreni della mafia, della corruzione e dello stragismo possono offrire una chiave per comprendere pagine importanti del passato e per decifrare il presente e il futuro… o forse la mancanza di futuro del Paese.
Saverio Lodato
Questo non vuole essere un libro sulla mafia. Non è un libro sulle stragi. Non è un libro sulla corruzione. Semmai è la spietata radiografia che mostra la faccia scura e nascosta, la storia inconfessabile, di un Giano bifronte: lo Stato italiano.
Si sarebbe fatto ancora una volta il gioco del Principe rinunciando finalmente a una visione panoramica, pur nei limiti di un singolo libro, di mafia, stragi e corruzione, messe finalmente tutte insieme. È proprio in questo intreccio la chiave di volta per capire ciò che altrimenti resterebbe incomprensibile, indecifrabile, inspiegabile. C’è un solo filo da scoprire, se si vuole dipanare l’intera matassa.
Saverio Lodato, giornalista e scrittore, lavora per “l’Unità”. Tra i suoi libri, per Mondadori: LA MAFIA HA VINTO (con Tommaso Buscetta); HO UCCISO GIOVANNI FALCONE (con Giovanni Brusca). Per Rizzoli: TRENT’ANNI DI MAFIA; INTOCCABILI (con Marco Travaglio); LA LINEA DELLA PALMA (con Andrea Camilleri).
Roberto Scarpinato è procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, dove dirige il Dipartimento Mafia-economia. Ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si è occupato di alcuni dei più importanti processi di mafia degli ultimi anni. È stato uno dei pm nel processo Andreotti.
Chiarelettere editore, Reverse, pp. 368, prezzo 15,60
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