venerdì 30 gennaio 2009

"Cose da turchi" di Marta Ottaviani

«Non sei tu che scegli i turchi. Sono loro che scelgono te e, anche se fai di tutto per piacere, non è detto che i tuoi sforzi vengano ricompensati. Anzi.»

La mancanza di un lavoro, il sogno di cambiare vita, l’opportunità di una borsa di studio. Così inizia l’avventura di Marta Ottaviani che un giorno decide di lasciare Milano e di trasferirsi in Turchia, fuggendo da un mondo che le sta stretto per approdare a uno tutto da scoprire. Ma, arrivata a Istanbul, si rende conto che la realtà non è come l’immaginava. Tra modernità e tradizione, tra laicità e religione, tra Oriente e Occidente, la Turchia di oggi si presenta con mille volti, contraddizioni, persino eccessi che si manifestano nella sua voglia di rimanere sospesa tra due continenti, due orizzonti, due modi di vedere la vita e il mondo, in contrasto tra loro ma che convivono e si fondono rendendo questo Paese uno dei più affascinanti e ricchi di storia e di cultura, che nonostante tutto ambisce a entrare nell’Unione Europea.
Un libro tra romanzo e reportage giornalistico che descrive, con ironia e passione, la terra degli hamam, dei bazar e dei minareti, ma anche quella in cui sono ancora irrisolti il genocidio armeno, la questione curda e il rapporto tra laici e filo-islamici.

Marta Ottaviani è nata a Milano nel 1976. Laureata in Lettere Moderne, viene ammessa all’Istituto per la Formazione al Giornalismo «Carlo de Martino». Nell’ottobre del 2005 parte per la Turchia, dove, in breve tempo, comincia a lavorare per l’agenzia di stampa Apcom, per i quotidiani «Il Foglio», «Il Giornale», l’«Avvenire», per Radio 24 e per il settimanale «Io Donna». Commentatrice di Radio Tre Mondo ed editorialista del quotidiano libanese «An-Nahar», vive attualmente a Istanbul.

COSE DA TURCHI
di Marta Ottaviani
MURSIA
Pagine 264
Euro 17,00
Codice 13637U
EAN 978-88-425-3979-7

giovedì 29 gennaio 2009

"Guida al lavoro" Edizione 2009

Come faccio a scrivere un curriculum
senza cestinatura?
Perché non mi chiamano mai?
Quali domande mi faranno al colloquio?
Dove vado a cercare le offerte più adatte a me?
Quali contratti mi possono offrire?
Che cosa vogliono davvero le aziende?
E che cosa faccio se?

Trovare lavoro è più facile di quello che pensi se solamente sai come farlo. Dal sito leader per la ricerca di personale una guida pratica, completa e affidabile pe trovare lavoro.



"Guida al lavoro. Tutto quello che devi sapere per cercarlo, cambiarlo, trovarlo". Edizione 2009
Mondadori DOC
Prezzo di copertina: € 9,90.

mercoledì 28 gennaio 2009

"La trappola" di Carmelo Abbate e Sandro Mangiaterra

Chissà se c’è ancora qualcuno convinto che lo tsunami finanziario non lo riguardi. Roba per élite di ricconi. O per i cervelloni di Wall Street, ma per fortuna qui è tutta un'altra storia. Perché se ancora qualcuno lo pensa si sbaglia, e di grosso. Siamo noi che abbiamo subìto i danni del grande crac. E chissà per quanto andrà avanti. Banche, assicurazioni e finanza sono nell’occhio del ciclone. In Italia, le famiglie continuano a rimetterci un mucchio di quattrini. Ora si scava tra le macerie e si vuole correre ai ripari. Ma il rischio è che, scattata la vecchia trappola, se ne prepara un'altra. C'è tutto questo in queste pagine. Non solo la vecchietta che è andata in banca con tutti i risparmi e ne è uscita con le sue belle obbligazioni Parmalat o Lehman Brothers, carta straccia. Né la famigliola che ha chiesto il mutuo per comprare casa ed è rimasta strozzata dalle rate in continua crescita. Né il professionista che si domanda come sia possibile che i fondi vadano sempre più a fondo. O l’incredulità di chi scopre che le spese sul conto corrente superano gli interessi. Ci siamo tutti noi, proprio tutti, intrappolati in un valzer di scandali, risparmi andati in fumo e inganni. La «tempesta perfetta» di questi mesi, sommata a risparmi che si assottigliano, economia in ginocchio, costo della vita in continua crescita e stipendi fermi, ha mostrato che il re è nudo e la pazienza dei sudditi al limite. Ma il fatto è che il sistema finanziario ha invaso la nostra vita. Con questo mondo si ha a che fare tutti i giorni: la casa, l’auto, i risparmi, la pensione, le polizze, i finanziamenti. Tutti i giorni si scoprono costi invisibili e inganni. Uno slalom che genera disillusione, rabbia, sfiducia. Ci sono storie vere in questo libro, e ognuna descrive un pezzo di vita, tra verità non dette e truffe vere proprie. Esempi concreti, carnefici e vittime, persone e famiglie che illuminano la freddezza dei dati. Per smascherare le trappole e scoprirsi un po' meno vulnerabili.

Carmelo Abbate è caposervizio nella sezione attualità di Panorama. Da cronista ha condotto numerose inchieste sul campo, in particolare riguardo a problemi sociali ed economici: dal lavoro nero al costo della vita. Oggi si è specializzato sui temi della difesa del portafoglio delle famiglie e dei diritti dei consumatori.

Sandro Mangiaterra è stato inviato speciale di Panorama e capo della redazione de Il Venerdì di Repubblica. Attualmente è editorialista dei quotidiani veneti del Gruppo L'Espresso e collabora con Il Sole 24 Ore (per la community di Nòva24 cura anche il blog Northern Sky, sui rapporti tra Nordest e Nordovest). Da più di vent'anni si occupa di economia sociale e diritti dei consumatori.

La Trappola
di Carmelo Abbate e Sandro Mangiaterra
Edizioni Piemme
Collana Italiana
Serie Saggistica
Pagine 266
Data di pubblicazione dicembre 2008
ISBN 978-88-566-0445-0
Prezzo €17,50

Carmelo Abbate presenterà "LA TRAPPOLA" il prossimo 6 febbraio presso la Libreria Guida di Caserta, che si trova in Via Caduti sul lavoro, 29/33 (ore 17.00)

martedì 27 gennaio 2009

"La bicicletta di mio padre" di Fabrizio Roccheggiani

L’occupazione nazifascista vista dagli occhi di un bambino.

In occasione del giorno della memoria, un diario di ricordi sull'occupazione:
vero, autobiografico, emozionante. Pagine di memoria da custodire e tramandare.
Roma, 1943. I tedeschi occupano la “città aperta”. Il diario di un bambino tiene traccia di quei giorni terribili e degli anni che seguirono.
I bombardamenti, i rastrellamenti, il papà partigiano e la Resistenza, la Liberazione e la lenta ripresa del dopoguerra vengono raccontati con un'impronta serena, senza polemiche, come solo un bambino potrebbe fare.


Fabrizio Roccheggiani: scrittore nato a Roma, figlio del partigiano Alessandro Roccheggiani, vive da sempre nella sua città dove si è laureato in Legge. Questo è il suo primo libro per ragazzi.


"La bicicletta di mio padre"
di Fabrizio Roccheggiani
Edizioni Lapis
pagine: 96
codice: ISBN 978-88-7874-117-1
PREZZO: € 10,00

lunedì 26 gennaio 2009

"Evasori" di Roberto Ippolito

Forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese.

Ma, soprattutto, non tutti conoscono l’inesauribile fantasia creativa di chi froda il fisco: esiste un paese, Antartictland, paradiso fiscale virtuale per chi non vuole pagare le tasse, fondato nel cuore del polo Sud, con tanto di bandiera e moneta; si è arrivati ad allegare materassi ai giornali per sfruttare il favorevole regime fiscale concesso all’editoria; il settore delle pompe funebri tocca livelli record di evasione tanto che si dovrebbe dedurre che al Nord un morto su due si sotterra con le proprie mani mentre al Sud si sale a due su tre.

Tragedia e commedia, dunque. Un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi in tutta Italia, regione per regione, nessuno escluso, privati, sia famosi che sconosciuti, e aziende, sia piccole che grandi.

La prima inchiesta puntuale, rigorosa, documentata, che sorprende e diverte, che racconta un malcostume talmente diffuso da non essere neppure più percepito. Anzi, che sembra perfino legittimato. Almeno prima di questo libro.

Roberto Ippolito è Direttore delle Relazioni esterne della LUISS, docente e componente del Comitato di direzione della Scuola superiore di giornalismo presso la stessa università, oltre che giornalista professionista ed esperto di comunicazione. In precedenza ha curato l’informazione economica del quotidiano “La Stampa”. È editor del Festival dell’Economia di Trento; presso Laterza ha pubblicato L’Italia dell’economia (2000), Vivere in Europa (2002) e Duemilaquattordici. Il futuro che ci aspetta (2004).

"Evasori. Chi, come, quanto"
di Roberto Ippolito
EDITORE: BOMPIANI
COLLANA: ASSAGGI E PASSAGGI
PAGINE: 204
PREZZO: 17,00 Euro
ANNO DI PRIMA EDIZIONE: 2008
ISBN: 45262036

Il libro verrà presentato il prossimo 31 gennaio a Pontedera, al Museo Piaggio "Giovanno Alberto Agnelli", in Viale Rinaldo Piaggio, 23 (ore 10).

sabato 24 gennaio 2009

"Peggio che diventare famoso" di Filippo Timi

Il cinema non è mai quello che sembra, un po’ come la vita.
Da un giorno all’altro ti chiami Rino, abiti in Friuli, hai un figlio di quattordici anni e un amico scemo a cui badare. Nello stesso tempo sei sempre Filo, con la sua fame di provare tutto, con un debito d’amore addosso da mancarti il fiato e l’ossessione di una mamma impazzita per la polka. Sul set del film di Salvatores, chiuso in una camera d’albergo, ogni mattina devi spogliarti della tua faccia e mettertene addosso un’altra.
Mentre aspetti il ciak il tempo ti trasforma, i sudori si mischiano, il puzzo di uno fermenta col puzzo degli altri, si viene a creare un microclima di umori, ormoni e pulsioni, si ride per delle cazzate incomprensibili al mondo esterno, come una specie di codice infantile, e ci si accoppia, almeno col pensiero, tutti con tutti, è una legge biologica.
Fare un film è ferire consapevolmente una storia.
Spezzettarla.
Sembra poetico ma non lo è.
Dopo il successo di Tuttalpiù muoio e di E lasciamole cadere queste stelle, Filippo Timi torna alla scrittura riproponendo in Peggio che diventare famoso il personaggio Filo e la sua voglia di vivere la vita a ogni costo, anche se brucia.

Filippo Timi è nato a Perugia nel 1974. Premio Ubu 2004 come miglior attore di teatro under 30, è stato sulla scena Orfeo, Danton, Perceval, Satana, e ha interpretato il monologo La vita bestia, tratto dal suo primo romanzo Tuttalpiù muoio (2006), scritto a quattro mani con Edoardo Albinati. Nel 2007 ha pubblicato E lasciamole cadere queste stelle. Al cinema ha interpretato tra il 2007 e il 2008 i film In memoria di me di Saverio Costanzo; Saturno contro di Ferzan Ozpetek; Signorinaeffe di Wilma Labate; I demoni di San Pietroburgo di Giuliano Montaldo. Dopo il film di Gabriele Salvatores Come Dio comanda (2008), sarà protagonista del film di Marco Bellocchio, Vincere, e del film d’esordio di Giuseppe Capotondi, La doppia ora.


"Peggio che diventare famoso"
di Filippo Timi
Prezzo € 15,60
2008,
332 p.
Editore Garzanti Libri


Il libro verrà presentato martedì 27 gennaio 2009, alle ore 18.00, nella libreria "La Feltrinelli Libri e Musica", di via Appia Nuova 427, a Roma. Sarà presente l'autore.

venerdì 23 gennaio 2009

"Sulle regole" di Gherardo Colombo

La giustizia non può funzionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto, segnato dall’incomunicabilità. La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole.

Il libro
Quando parliamo di giustizia non parliamo solo della sua amministrazione quotidiana, quel complesso istituzionale che coinvolge i giudici, i tribunali, le corti, gli avvocati, i pubblici ministeri, le prigioni, le persone sul cui destino tutto ciò incide il più delle volte pesantemente. Parliamo anche di un punto di riferimento ideale, dei valori di base che guidano la nostra convivenza e a cui si ispira la distribuzione di diritti e doveri, opportunità e obblighi, libertà e limiti. Se si smarrisce questo riferimento ideale, anche l’amministrazione della giustizia soffre, perché resta priva di una bussola e di una direzione.
Dopo più di trent’anni in magistratura e con all’attivo decine di inchieste giudiziarie che hanno segnato la storia italiana recente, Gherardo Colombo consegna a questo libro la sua riflessione sulla cultura della giustizia e sul senso profondo delle regole. Senza rispetto delle regole, infatti, non potremmo vivere in società. Ma senza una discussione pubblica sulle ragioni delle regole, la vita in società non potrebbe fare passi avanti, non saprebbe proiettarsi verso il futuro in modo dinamico, non riuscirebbe a immaginare nuovi diritti né a creare forme migliori di convivenza.
È per questo che la discussione sulle regole coinvolge per Colombo anche i modelli di società a cui le regole si ispirano. Modelli verticali, basati sulla gerarchia, la competizione, la centralità della pena. E modelli orizzontali, più rispettosi della persona, orientati al riconoscimento dell’altro, capaci di sperimentare soluzioni alternative alla punizione e all’esclusione. Una strada, quest’ultima, tracciata proprio sessant’anni fa dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione italiana.

Gherardo Colombo (Briosco, Milano, 1946) ha lavorato in magistratura dal 1974 al 2007. Ha condotto o collaborato a inchieste celebri come la scoperta della Loggia P2, il delitto Ambrosoli, Mani pulite, i processi Imi-Sir. Lodo Mondadori e Sme. Dal 1989 al 1992 è stato consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia, nel 1993 consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia. Dal 1989 ha lavorato come pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Milano. Nel 2005 è stato nominato consigliere presso la Corte di cassazione. A metà febbraio del 2007, a quindici anni dall'inizio di Tangentopoli, si è dimesso dalla magistratura. Tra le sue pubblicazioni: Il riciclaggio – Gli strumenti giudiziari di controllo dei flussi monetari illeciti con le modifiche introdotte alla nuova legge antimafia (Giuffrè 1991); è coautore de La legislazione antimafia, raccolta di leggi antimafia (Giuffrè 1994).


"Sulle regole"
di Gherardo Colombo
settima edizione
Feltrinelli
Collana: Serie Bianca
Pagine: 160
Prezzo: Euro 14


Gherardo Colombo sarà ospite di Maurizio Mannoni a TG3 - Linea Notte, in onda dalle 24.00 all'una di notte, il 28/01/2009.

"Sulle regole" verrà inoltre presentato il 3 febbraio, alle ore 21.00, presso la Sala Polifunzionale della Biblioteca civica, in piazza IV Novembre, a Lissone.

giovedì 22 gennaio 2009

"Il libro dei deportati" di Mantelli, Tranfaglia, Cassata, D'Amico e Villari

27 gennaio - Giorno della Memoria.
In libreria "Il libro dei deportati - I deportati politici 1943-45":
i nomi, i dati anagrafici e la storia di 23.826 italiani nei lager nazisti.


Il 27 gennaio, Giorno della memoria delle vittime delle persecuzioni nazifasciste, Mursia manda in libreria IL LIBRO DEI DEPORTATI. I deportati politici 1943-45, una monumentale opera che in 2.554 pagine raccoglie i nomi, i dati anagrafici, le storie di 23.826 italiani (22.204 uomini e 1.514 donne) che furono deportati nei lager nazisti per motivi politici. Di questi 10.129 non tornarono.
IL LIBRO DEI DEPORTATI è il risultato di una ricerca promossa dall'Aned, Associazione Nazionale Ex Deportati; per sei anni, sotto la direzione di Nicola Tranfaglia e Brunello Mantelli, i ricercatori del Dipartimento di Storia dell'Università di Torino (Francesco Cassata, Giovanna D'Amico, Giovanni Villari) hanno lavorato sugli archivi ufficiali dei campi di concentramento, dei ministeri dell'Interno di Austria e Germania e della Croce Rossa incrociando le informazioni con gli elenchi dei deportati che in questi decenni sono stati ricostruiti e conservati sia da singoli deportati e dalle loro associazioni, sia da istituti storici locali.
Un lavoro metodico e puntuale, sostenuto dal contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo e dall'Assessorato Cultura della Regione Piemonte, che ha consentito di realizzare non solo il primo elenco sistematico dei deportati politici ma anche uno studio statistico sull'universo concentrazionario e sulle dinamiche che lo governavano.
Nell'appendice statistica di 200 pagine che chiude il volume sono raccolte le cifre della tragedia. Il primo dato che emerge è che nessuna regione italiana è stata risparmiata; le città più colpite sono quelle del Nord: 1.306 deportati di Udine; 1.304 i triestini; 1.287 i goriziani; 1.042 i milanesi; 493 i torinesi; ma c'erano anche palermitani (186), cagliaritani (2), napoletani (481).
Antifascisti della prima ora, partigiani, prigionieri di guerra ma anche criminali abituali detenuti nelle carceri italiane e consegnati dalla Repubblica di Salò ai tedeschi, asociali, politici ebrei, lavoratori civili emigrati in Germania, cattolici: per ciascuna di queste categorie nei campi di sterminio c'era una sigla di identificazione. 11.432 furono designati come 'Schutzhaftling' (deportati per motivi di sicurezza), 3.723 come 'Politisch' (in buona parte già presenti nel Casellario politico centrale dell'Italia fascista), 801 erano AZR, abbreviazione di "Arbeitszwang Reich", ovvero 'asociali', categoria di solito attribuita ai criminali comuni e in alcuni casi a soldati imprigionati dopo l'8 settembre. Kfg, "Kriegsgefangene" erano i prigionieri di guerra; BV, "Berufsverbrecher", criminali comuni; altri ZA, "Zivilarbeit", lavoratori civili; "Geistlicher", religiosi; "Pol Jude" o "Schutz Jude" erano gli ebrei considerati anche oppositori politici.
Diversa la classificazione ma uguale il destino: schiavi del Terzo Reich, manodopera per le esigenze della macchina bellica di Hitler. Le morti furono, sul totale, 10.129, una percentuale vicina al 50%, che arrivò al 55% nel lager di Mauthausen. Fu tuttavia Dachau, con 9.311 persone, il luogo con il maggior numero di deportati politici; a seguire, Mauthausen con 6.615, Buchenwald con 2.123, Flossenburg con 1.798, Auschwitz con 847 e via via gli altri campi. Dall'incrocio dei dati, balza evidente il fatto che oltre il 25% dei deportati fu catturato in operazioni di rastrellamento: in 716 di queste - di cui si conosce la composizione dei reparti - ben 224 (il 31,3%) furono condotte unità militari o di polizia di Salò.
Il libro sui deportati politici - nato dalla volontà di due ex deportati, Bruno Vasari, sopravvissuto a Mauthausen e per anni presidente dell'Aned di Torino, che ha ideato il progetto di ricerca e da Italo Tibaldi che come responsabile della "Sezione ricerche" dell'Aned ha promosso il censimento dei deportati e la predisposizione del primo archivio - prosegue il lavoro che Mursia ha iniziato con IL LIBRO DELLA MEMORIA di Liliana Picciotto, l'elenco con dati biografici di 8000 ebrei deportati dall'Italia e dal Dodecaneso.
I censimenti dei deportati ebrei e dei politici sono parte centrale di un lavoro editoriale che dagli anni Sessanta vede Mursia impegnata nella pubblicazione di memorie di sopravvissuti ai lager. 120 i titoli finora pubblicati nella collana LIBRI PER NON DIMENTICARE.

IL LIBRO DEI DEPORTATI
di Brunello Mantelli, Nicola Tranfaglia, Francesco Cassata, Giovanna D’Amico e Giovanni Villari
MURSIA
Pagine 2554
Euro 120,00
Codice: 14071H
EAN 978-88-425-4228-5

mercoledì 21 gennaio 2009

"Grandi Opere" di Marco Cedolin

La costruzione delle grandi opere infrastrutturali imposta dai governi di vari paesi ai propri cittadini sta seriamente minacciando la qualità della vita delle zone coinvolte a causa dell'impoverimento delle risorse economiche, energetiche e ambientali che la realizzazione di queste infrastrutture comporta.

Dalla TAV al Mose, dalla diga delle Tre Gole in Cina alle 300 isole artificiali al largo di Dubai, dal deposito per le scorie nucleari di Yucca Mountain all'Eurotunnel, dalla Stazione Spaziale Internazionale ISS all'oleodotto BTC, le grandi opere arricchiscono enormemente i grandi gruppi finanziari e industriali, ma producono miseria e sofferenza tra le popolazioni che sono chiamate a finanziarle.

In questo contesto, l'autore ricostruisce con dovizia di particolari gli intrecci che legano economia, potere e criminalità, e che stanno alla base dell'assurda convinzione secondo cui solo la crescita del prodotto interno lordo può favorire il miglioramento della qualità della vita.

Marco Cedolin, nato a Torino nel 1963, vive in Val di Susa nel piccolo comune di Mompantero. Scrittore e studioso di economia, ambiente e comunicazione, collabora da anni con alcuni fra i più importanti siti web. E' fra i soci fondatori del Movimento per la Decrescita Felice di Maurizio Pallante e fa parte del Movimento NO TAV valsusino.
Ha pubblicato “TAV in Val di Susa un buio tunnel nella democrazia”, Arianna editrice 2006, "Grandi Opere le infrastrutture dell'assurdo" Arianna editrice 2008,ha contribuito alla pubblicazione di "Un programma politico per la decrescita" Edizioni per la decrescita felice 2008 curato da Maurizio Pallante e "Lo Stivale di Barabba" Macroedizioni 2008 curato da Stefano Montanari,collabora regolarmente alla rivista Il Consapevole ed al giornale web Terranauta dove cura la rubrica Biohazard, ed ha al suo attivo centinaia di articoli aventi per oggetto tematiche sociali, ambientali e politiche.


"GRANDI OPERE"
LE INFRASTRUTTURE DELL'ASSURDO
di Marco Cedolin
ARIANNA EDITRICE
Pubblicazione: 01/2008
Numero di pagine: 256
Prezzo: € 12,90
ISBN-13: 9788887307603
ISBN: 8887307601

martedì 20 gennaio 2009

"1968. L'autunno di Praga" di Demetrio Volcic

Con il temperamento narrativo del grande giornalista e l’oggettività di chi fu testimone diretto, il racconto lucido, appassionato e commosso della «primavera» di Praga.

Testo risvolto «Mi misi alla ricerca dei sopravvissuti. Praga si presentava nella sua veste peggiore. La fuliggine di una città che ancora si scaldava a carbone copriva il paesaggio urbano di grigio e grigi erano i cappotti, le case, grigie le cravatte». La Praga dell’era sovietica portava due piaghe, successive nel tempo: il colpo di Stato del 1948, con la repressione dei democratici, antinazisti ma che non potevano convivere con lo stalinismo, il patriota Jan Masaryk in testa, vittima di un sospetto suicidio; e, vent’anni dopo, la «primavera» di Alexander Dubcek, soffocata dall’invasione straniera. Successive, ma, nell’esperienza delle generazioni, in realtà sovrapposte, visto che la memoria del 1948 fermentava vivissima nelle speranze del 1968. Volcic era a Praga, corrispondente della RAI, e in questa testimonianza storica evidenzia la sovrapposizione: i giorni della «primavera», visti dalla strada, e insieme il modo in cui, tra le persone, riemergevano i ricordi del 1948, grazie ai nuovi, brevi, spiragli di libertà.

(Nota di Sergio Valzania)


Demetrio Volcic per un quarto di secolo corrispondente estero della RAI, direttore del TG1 nel '93 e '94, senatore dal '97 al 2001, eurodeputato dal '99 al 2004. Ha pubblicato tra l'altro: Mosca, I giorni della fine; Sarajevo. Quando la storia uccide; Est. Andata e ritorni nei paesi ex-comunisti; Il piccolo zar e, con questa casa editrice, 1956. Krusciov contro Stalin (2006).

Demetrio Volcic
"1968. L'autunno di Praga"
Collana: Alle 8 della sera
Anno: 2008
ISBN: 88-389-2296-9
Pagine: 192
Prezzo: 12.00 Euro

Il libro verrà presentato sabato 24 gennaio nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio e in onda su Rai Tre dalle 20,10 alle 21,30. Ospite in studio Demetrio Volcic.

lunedì 19 gennaio 2009

"Un Paese di Baroni" di Davide Carlucci e Antonio Castaldo

LA RIVOLTA CONTRO I BARONI DELL'UNIVERSITA’.
BASTA CON TRUFFE, FAVORI, ABUSI DI POTERE E CRIMINALITA’.
ECCO COME NON FUNZIONA L'UNIVERSITA ITALIANA


“Non ho mai conosciuto nessuno che sia diventato professore solo in base ai propri meriti”.

Paolo Bertinetti, Preside della facoltà di Lingue e letteratura, Torino.

“Sfogliando l’ultimo annuario accademico sembra di leggere le tavole della legge di Mendel, tale è la regolarità con cui si succedono i nomi dei padri e dei figli nella stessa professione, nella stessa facoltà, spesso nella stessa cattedra.”
Lino Jannuzzi, «L’espresso», 1965.

“A Bologna ci sono due lobby, massoneria e Cl. Controllano la Sanità e la facoltà di Medicina. È sempre stato così. È uno spaccato inquietante.”
Libero Mancuso, ex magistrato, assessore comunale a Bologna.

"Se non si spezza questa catena, i giovani saranno a immagine e somiglianza di chi li ha arruolati, e tutto rimarrà uguale.”
Carlo Sabbà, professore, si è ribellato al sistema dei concorsi truccati".

- Se non vengo io, tu non sarai nominato preside.
- Che cosa vuoi in cambio?
- Due miei parenti falli entrare…

Ricostruzione di un dialogo tra docenti, dalla deposizione di Massimo Del Vecchio, professore di Matematica, Bari.

Da pagina 114 di "Un Paese di baroni":
“I rettori hanno famiglia in 25 delle 59 università statali italiane. Quasi il 50 per cento (il 42,3) ha nella medesima università un parente stretto, quasi sempre un altro docente.”

(tratto da www.chiarelettere.it)

Davide Carlucci è giornalista de “la Repubblica”. Lavora alla redazione di Milano.

Antonio Castaldo è giornalista del “Corriere della Sera”. Lavora a Milano.

"UN PAESE DI BARONI"
di Davide Carlucci e Antonio Castaldo
Chiarelettere Editore
Principio Attivo
Pagine 336
Prezzo 14,60

Il libro verrà presentato il 26 gennaio a Milano, alla libreria Fnac, in via Torino 18. Saranno presenti gli autori.

venerdì 16 gennaio 2009

"La notte che Pinelli" di Adriano Sofri

Una storia di ieri, raccontata a chi c’era, e forse pensa di conoscerla, e specialmente a chi non c’era e ha voglia di sapere e capire.

È la vecchia storia del ferroviere anarchico che venne giù dalla finestra del quarto piano della Questura di Milano. Quarant’anni fa, più o meno. Quelli che allora c’erano, ciascuno a suo modo, credono di saperla. Be’, non la sanno. In nessuno di quei modi. Figurarsi quelli che non c’erano. Figurarsi una ragazza di vent’anni, di quelle che fanno le domande. Anch’io credevo di saperla. Poi ho ricominciato daccapo.


Adriano Sofri, giornalista e scrittore, è nato a Trieste nel 1942. Ha già pubblicato: Memoria (1990), L’ombra di Moro (1991), Le prigioni degli altri (1993), Il nodo e il chiodo (1995), Lo specchio di Sarajevo (1997), Piccola posta (1999), Chi è il mio prossimo (2007) e Contro Giuliano. Noi uomini, le donne e l’aborto (2008).

Adriano Sofri
"La notte che Pinelli"
Editore: Sellerio
Collana: La memoria
Num. di collana: 772
Anno: 2009
ISBN: 88-389-2371-X
Pagine: 304
Prezzo: 12.00 Euro

giovedì 15 gennaio 2009

"Intellettuali, dittatura, razzismo di Stato" di Giovanni Rota


Quale atteggiamento hanno avuto gli intellettuali nei confronti del razzismo di Stato novecentesco? Che consapevolezza hanno avuto di quanto accadeva?
I cinque saggi qui raccolti intendono contribuire a rispondere a questi quesiti ripercorrendo le significative vicende di alcuni filosofi e intellettuali nel contesto dei regimi totalitari e razzisti. La figura di Giovanni Gentile viene così considerata tenendo conto in particolare della legislazione del 1938, un passaggio decisivo nella storia del fascismo, che però non venne riconosciuta come tale dal filosofo. Diversamente da Gentile (la cui posizione rifletteva quella di larga parte dell'intellettualità italiana del periodo), Julius Evola, il più conosciuto e discusso tra i razzisti italiani, costruì una sistematica teoria della razza. Giorgio Levi Della Vida fu invece vittima delle leggi razziali dopo essere già stato discriminato nel 1931 per le sue idee, quando fu tra i pochissimi professori universitari che si rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà al fascismo. La riflessione filosofica di Adriano Tilgher, uno dei primi e più acuti interpreti del fascismo e della relazione tra esso e la filosofia gentiliana, è l'espressione esemplare di una cultura resa politicamente innocua e poi lasciata relativamente libera di svilupparsi secondo modalità inoffensive. Completa il volume un profilo di Jean Améry, vittima del razzismo di Stato e interprete critico del ruolo svolto dagli intellettuali nel XX secolo.

Giovanni Rota : laureato in filosofia all'Università degli Studi di Milano e Dottore di ricerca in filosofia all'Università di Torino, collabora con le cattedre di Filosofia morale e di Storia della Filosofia morale della Statale di Milano. Presso il medesimo Ateneo, è docente alla Scuola di specializzazione per l'insegnamento SILSIS-MI, classe di Scienze umane. Collabora con la Sede di Milano dell'Istituto Cnr per la storia del pensiero filosofico e scientifico. Si occupa principalmente della storia della filosofia italiana fra Otto e Novecento. Ha pubblicato il libro Giuseppe Gangale. Filosofia e protestantesimo (Claudiana, Torino 2003).

"Intellettuali, dittatura, razzismo di stato"
Giovanni Rota
Editore: Franco Angeli (collana Filosofia)
Data di Pubblicazione: 2009
ISBN: 9788856802597
Dettagli: p. 208

"La luna e l'aquilone" di Emilio Salemme

Il tempo della memoria riposto nella coscienza più intima di un fanciullo.
"La luna e l'aquilone" fonde malinconia e l'amaro sorriso del "guardarsi indietro", come cura per un animo inquieto e disilluso. Situazioni e personaggi vengono riproposti attraverso una trasfigurazione lirica e la realtà che ha catturato la sua parte più intima, diventa sogno colorato e limpido.



Emilio Salemme nasce a Melfi nel 1959 dove vive e lavora. È titolare della cattedra di Storia e Filosofia presso il locale Liceo Scientifico. Da oltre dieci anni ha incarichi di docenza e di supervisione presso L'Università degli Studi della Basilicata. La Luna e l'aquilone è la sua prima opera narrativa.

Emilio Salemme
La luna e l'aquilone
AltroMondo Editore
Prezzo: 14,00 €
Pagine: 174
Codice ISBN: 978-88-6281-164-4

Il testo verrà presentato sabato 17 gennaio, alle ore 17,30, presso la libreria "IL LIBRO", di via Bagno 20 a Melfi (PT). Sarà presente l'autore, Emilio Salemme.


martedì 13 gennaio 2009

"La terza nazione del mondo" di Matteo Schianchi

La vicenda Pistorius ha mostrato a tutti che gli effetti negativi della disabilità possono essere contenuti, ma la realtà quotidiana del disabile è ancora un percorso a ostacoli, fatto di barriere fisiche, di pregiudizi psichici, di sguardi pieni di rifiuto.

Sono 650 milioni i disabili nel mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori.
L’handicap non solo coinvolge molte persone, ma riguarda tutti poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità, nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze. Proprio perché la temiamo, rifiutiamo la disabilità, la sua vista ci disturba e ci inquieta. L’handicap è un trauma che sconvolge i corpi, le soggettività, le relazioni degli individui e del mondo circostante. L’handicap è lutto della perdita della “normalità”, non una menomazione, ma una specifica condizione umana.
Ma non esiste handicap senza sguardo sull’handicap. Questo sguardo è pieno di rifiuto, pregiudizi, pietismo provati dai “normali” sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e si alimentano il rifiuto e l’emarginazione. Uno sguardo stigmatizzante che in realtà ha profonde radici psicologiche e culturali.
Lo stato sociale è ancora insufficiente, nella prevenzione e nelle risposte alle forme di handicap, e dovrebbe rifarsi alla recente dichiarazione Onu dei diritti dei disabili, non ancora ratificata dall’Italia. Le politiche sono incentrate sull’assistenzialismo, ma hanno buchi strutturali che fanno dell’integrazione una chimera: barriere architettoniche, risorse insufficienti, leggi parzialmente applicate, nessuna fornitura di strumenti psicologici per affrontare il trauma. Questi deficit contribuiscono a sommergere i disabili nelle difficoltà quotidiane, nelle solitudini, nelle forme di povertà, in vite completamente sacrificate all’handicap.

Matteo Schianchi: laureato in Storia contemporanea, ha studiato presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Svolge attività di ricerca storica e lavora come traduttore di saggistica. Ha partecipato agli Europei e ai Mondiali di nuoto con la nazionale italiana di sport disabili.

"La terza nazione del mondo"
I disabili tra pregiudizio e realtà
di Matteo Schianchi
Editore Feltrinelli
Collana: Serie Bianca
Pagine: 176
Prezzo: Euro 14
In libreria dal 15 gennaio 2009

lunedì 12 gennaio 2009

"Gli anni delle toghe" di Antonio Franchini e Giuseppe Pietrobelli


Anche se l’incipit potrebbe farlo pensare, il libro non appartiene al genere memorialistico. Spesso, Avvocati di grande successo hanno ceduto e cedono ad una simile tentazione, pericolosamente contigua ad una autocelebrazione di tipo narcisistico.

Non è questo il caso. Perché non sono i successi professionali a costituire l’oggetto della narrazione, bensì l’esperienza o meglio, le esperienze, che progressivamente, quasi impercettibilmente, si condensano su un valore che ogni penalista riconosce immediatamente: la dignità della toga che indossa.

Ed è valore che non è in vendita, anche se, come Franchini ha cura di precisare, la remunerazione economica da parte del cliente sembra qualche volta offuscare la prevalente componente di servizio reso nell’interesse del cittadino. Chi dell’Avvocatura ha autentica consapevolezza, sa bene che non potrà mai separare impegno tecnico e lealtà professionale da genuina passione civile.

E Antonio Franchini, in questi appunti, offre appunto esemplare testimonianza di una vita professionale che si è svolta all’insegna di questa necessaria congiunzione. Se la si trascura, si può fare l’avvocato (magari di grande successo), ma non si è mai Avvocati. Franchini lo ha ben presente, e lo sottolinea in uno dei capitoli più intensi del suo lavoro. «È come si porta la toga che segna la differenza». Si potrebbe aggiungere: è anche a che la si lascia. Ma Antonio Franchini, oltre all’amatissima Sarah, ha tanti altri degni eredi. È questa, mi pare la rigenerazione che andava cercando.

MARCO ZANOTTI

Antonio Franchini è nato a Venezia nel 1944. Laureato a Padova in Giurisprudenza nel 1970, ha intrapreso la professione di avvocato nel 1972. Da giovane ha coltivato la passione per il teatro, ma di fronte al dilemma tra la veste dell’attore e la toga del penalista ha scelto quest’ultima. È stato presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia, presidente dell’Unione Triveneta degli Ordini, coordinatore nazionale dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, Consigliere Nazionale Forense e Presidente della Fondazione «Feliciano Benvenuti». Attualmente è presidente della Camera Penale Veneziana. 



Giuseppe Pietrobelli è nato a Schio nel 1953. Dal 1991 è inviato speciale de «Il Gazzettino», quotidiano per il quale ha raccontato il vecchio e il nuovo terrorismo di matrice brigatista o neofascista, le inchieste di Mani Pulite e il disfacimento di un sistema politico, gli scandali del Palazzo e le stragi di mafia, i misfatti della Mala del Brenta e i fenomeni politico-sociali del Nord-Est.


Gli anni delle toghe
Appunti di un avvocato 1972-2007
prefazione di Massimo Cacciari
Editore Marsilio
Gli specchi, pp. 208, € 15,00.

venerdì 9 gennaio 2009

"Insieme - Voci della West-Eastern Divan Orchestra" di Elena Cheah

Nel 1999, Daniel Barenboim ed Edward Said danno vita al grande progetto della West-Eastern Divan Orchestra. Elena Cheah – violoncellista della Staatskapelle Berlin e della stessa Divan Orchestra – ce ne racconta la storia, attraverso una serie di ritratti che testimoniano le differenti identità dei musicisti, i conflitti, gli affiatamenti, le speranze.

Il libro
Attraverso le vite di alcuni musicisti della West-Eastern Divan Orchestra, Elena Cheah ricostruisce il percorso e il senso di uno dei progetti culturali di più forte rilevanza civile che hanno preso forma tra la fine del secolo scorso e il nuovo millennio. La West-Eastern Divan Orchestra fonde nel proprio organico professionisti arabi e israeliani. Le testimonianze qui raccolte mettono in luce la vitalità, le problematicità, gli entusiasmi che stanno intorno a quella forma tutt’affatto particolare di armonia che è il lavoro collettivo dell’orchestra. Concepita proprio come laboratorio di pace, la West-Eastern Divan Orchestra, è letta, in queste pagine, da molteplici prospettive che pigiano talora sul pedale esistenziale, talora su quello politico, talora su quello della costruzione di una professionalità musicale, al di fuori dei condizionamenti e delle traversie di un mondo ancora diviso e conflittuale.
Sull’esperienza della West-Eastern Divan Orchestra, Paul Smazcny ha girato un fondamentale documentario:Knowledge is the beginning.


Elena Cheah : ha iniziato lo studio del violoncello all’età di quattro anni e ha proseguito i suoi studi alla Julliard School. Ha suonato in numerose orchestre tra cui la Mahler Chamber Orchestra, L’Ensemble Modern, la Filarmonica di Berlino, l'Orchestra Tonhalle di Zurigo, la Staatskapelle di Berlino e la Divan Orchestra.

Insieme
Voci della West-Eastern Divan Orchestra
di Elena Cheah
Editore: Feltrinelli
Traduzione: Laura Noulian
Contributi: Daniel Barenboim
Collana: Varia
Pagine: 304
Prezzo: Euro 18
In libreria dal 15 gennaio 2009


Elena Cheah incontra il pubblico, il 20/01/2009, alle ore 18:30 presso Libreria Feltrinelli in Piazza Piemonte 2, a Milano.

mercoledì 7 gennaio 2009

"Il Paese della vergogna" di Daniele Biacchessi

L'ultimo libro di Daniele Biacchessi, giornalista di Radio24, racconta le grandi stragi che hanno insanguinato l’Italia dal 1944 al 1993, dal punto di vista degli esiti giudiziari. Trovati i colpevoli? A che punto sono le indagini? Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, treno Italicus, stazione di Bologna… Le stragi impunite dalla parte delle vittime. L’Italia delle verità negate.

E ancora, com’era avere vent’anni, con le storie di Fausto e Iaio, Piero Bruno e dei cinque anarchici del Sud. I delitti di mafia, con Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, Falcone e Borsellino, don Pugliesi, Libero Grassi.

Il paese della vergogna contiene flash, racconta circostanze, dà volti a nomi e personaggi, ne colora i contorni, li mette insieme, infonde e intreccia emozioni, ma soprattutto sollecita la coscienza civile, quella che parla di altri ma che si riferisce proprio a noi stessi. Ci sveglia da una letargia pericolosa e profonda, ci scuote e ci invita a meditare.

Un libro sulla cronaca nera e giudiziaria, ma soprattutto una testimonianza appassionata scritta dalla parte delle vittime, dei familiari delle vittime e di chi ancora aspetta che sia fatta giustizia.

Quarta di copertina
"Ci manca solo che le stragi di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema siano rievocate come delle liete scampagnate delle SS".
Giorgio Bocca, L’espresso

Inoltre, Daniele Biacchessi porterà il libro in tutta Italia grazie ai suoi spettacoli di teatro civile: La storia e la memoria, Fausto e Iaio, La speranza muore a 18 anni, Quel giorno a Cinisi. Storia di Peppino Impastato, Storie d'Italia.

Il sito di Daniele Biacchessi

Daniele Biacchessi: giornalista e scrittore, è vicecaporedattore di Radio24-Il Sole 24 Ore. Conduce i programmi Giallo e Nero e Storia. È autore, regista e interprete di teatro narrativo civile. Tra i suoi libri ricordiamo Fausto e Iaio (1996), Walter Tobagi. Morte di un giornalista (2005) e Una stella a cinque punte (2007), pubblicati da Baldini Castoldi Dalai.

Editore Chiarelettere
Pagine 144
Prezzo 9,50
Prefazione di Franco Giustolisi

venerdì 2 gennaio 2009

"Gomorra" di Roberto Saviano

PER I VISITATORI DE "IL CIRCOLO PICKWICK" GOMORRA E' IL MIGLIOR LIBRO DEL 2008.
L'OPERA DI ROBERTO SAVIANO E' STATA LA PIU' VOTATA NEI MESI DI LUGLIO, AGOSTO, NOVEMBRE E DICEMBRE.

Un viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra.

Questo incredibile, sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate - pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi - arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate, si riversano fuori dai giganteschi container per invadere palazzi appositamente svuotati di tutto, come creature sventrate, private delle viscere. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e da mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde - dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi - che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere ma testimoniano utopie farneticanti, pulsioni messianiche, millenarismi oscuri.
Questa è oggi la camorra, anzi, il "Sistema", visto che la parola "camorra" nessuno la usa più: da un lato un'organizzazione affaristica con ramificazioni impressionanti su tutto il pianeta e una zona grigia sempre più estesa in cui diventa arduo distinguere quanta ricchezza è prodotta direttamente dal sangue e quanta da semplici operazioni finanziarie. Dall'altro lato un fenomeno criminale profondamente influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, per cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze a divi del cinema e a creature dell'immaginario, dai gangster di Tarantino alle sinistre apparizioni de Il corvocon Brandon Lee. Figure come Gennarino McKay, Sandokan Schiavone, Cicciotto di Mezzanotte, Ciruzzo 'o Milionario, se non avessero provocato decine di morti ammazzati potrebbero sembrare in tutto e per tutto personaggi inventati da uno sceneggiatore con troppa fantasia. In questo libro avvincente e scrupolosamente documentato Roberto Saviano ha ricostruito sia le spericolate logiche economico- finanziarie ed espansionistiche dei clan del napoletano e del casertano, da Secondigliano a Casal di Principe, sia le fantasie infiammate che alle logiche imprenditoriali coniugano il fatalismo mortuario dei samurai del medioevo giapponese. Ne viene fuori un libro anomalo e potente, appassionato e brutale, al tempo stesso oggettivo e visionario, di indagine e di letteratura, pieno di orrori come di fascino inquietante, un libro il cui giovanissimo autore, nato e cresciuto nelle terre della più efferata camorra, è sempre coinvolto in prima persona. Sono pagine che afferrano il lettore alla gola e lo trascinano in un abisso dove davvero nessuna immaginazione è in grado di arrivare.

Roberto Saviano: laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è stato allievo dello storico meridionalista Francesco Barbagallo, collabora con "L'espresso" e "la Repubblica". Suoi racconti e reportage sono apparsi su Nuovi Argomenti, Lo Straniero, Nazione Indiana, Sud, e si trovano inclusi in diverse antologie fra cui Best Off. Il meglio delle riviste letterarie italiane (Minimum Fax 2005), e Napoli comincia a Scampia (L'Ancora del Mediterraneo 2005). Vive sotto scorta dal 13 ottobre 2006.
Gomorra ha vinto il Premio Viareggio-Repaci Opera Prima, il Premio Giancarlo Siani, il Premio Dedalus, il Premio Lo Straniero, il Premio Letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima, il Premio Tropea, il Premio Vittorini per l'impegno civile il Premio Guido Dorso per la Letteratura. Nel gennaio 2008 ha superato un milione e 200 mila copie vendute in Italia, ed è stato tradotto in 43 paesi.

"GOMORRA"
Editore: Mondadori
Anno: 2006
Collana: STRADE BLU
Pagine: 336
ISBN: 978880455450