Lui stesso, mo, non ricorda precisamente checcosa gli sia succeduto e checcosa abbia fatto dentro a quella decina di scirnate. Come se qualche perfida strega o al contrario qualche fatatedda pietosa gli avesse somministrato la magica pozione della scordanza. Del resto, è chiaro pure a lui stesso che non sta tanto bbuono di capa, da qualche tempo…
Niudd’ appartiene a una generazione di italiani, nati fra gli anni Quaranta e Cinquanta, che ha attraversato una esperienza storicamente inedita e irripetibile. Una generazione che ha compiuto un primo passaggio epocale, attraverso il Sessantotto, da un Paese arcaico, innocente e autoritario, a un Paese moderno, in fase di smaniosa «liberazione individuale e collettiva». E poi un secondo, definitivo passaggio, negli anni Ottanta, da un Paese che aveva perso l’innocenza a una società in profonda crisi morale, sociale e politica. Senza radici e senza memoria di sé. Ubriaca di scordanza…
Per inseguire i suoi miti e le sue ambizioni, Niudd’ emigra da Bari a Roma per fare il giornalista politico, partecipando a quel clima in cui la liberazione veniva vissuta in prima persona. Tanto per cominciare, nei rapporti professionali e nei rapporti d’amore e di sesso. In quel clima, dopo un paio d’anni dalla nascita di sua figlia Saverin’, Niudd’ sfascia, come da copione, il suo matrimonio con Iagatedd’, la ragazza che per amore lo aveva seguito nella capitale.
Niudd’ vive lo spartiacque della fine degli anni Settanta – simboleggiato dall’assassinio di Moro – come una brutale, indebita, devastante interruzione di un “processo di democratizzazione” nel quale si era totalmente identificato.
Doppiamente sconfitto e ferito – dal crollo del suo mondo di valori e di rapporti, e da una tragedia personale, la più grande che possa capitare a un uomo, che non vuole accettare – Niudd’ torna nel 2000 nella sua città, a sopravvivere proprio nella casa in cui era vissuto da ragazzo, in attesa e con la convinzione di poter rivedere sua figlia.
Il romanzo è diviso nettamente in due parti. Nella prima, «Andata», quella dell’emancipazione, della speranza, delle utopie e infine della “liberazione”, Niudd’ ricostruisce la sua storia famigliare e personale. Nella seconda parte, «Ritorno», quella della delusione, della sconfitta e del dolore, prevale un registro più “ragionante”, insieme più toccante e ossessivamente ideologico. Qui Niudd’ fa i conti col proprio passato e col proprio insostenibile, inammissibile presente: l’assenza di sua figlia Saverin’, dell’unica ragione di vita che gli è rimasta su questa terra. Almeno così crede…
Hanno scritto di Beppe Lopez:
«Ha voluto Lopez che molta vita si coagulasse come sangue, nelle sue vene di rorido scrittore, per sacrificare agli anni un’indubbia, e fuori del comune, vocazione narrativa che molti altri, assai meno dotati, avrebbero scialacquato alla prima occasione» Massimo Onofri, DIARIO
«La vera sorpresa di Beppe Lopez è la lingua: un impasto di italiano e dialetto piacevole e forte come in Camilleri, forse di più» Corrado Augias, IL VENERDI' DI REPUBBLICA
«Un romanzo d’inconsueto valore umano prima ancora che letterario, un frutto inatteso nell’attuale deserto» Luca Canali, IL GIORNALE
«Il fascino di questo romanzo è la capacità di Lopez di costruire una storia intensa senza stereotipi, senza format inventati da altri, senza i soliti luoghi comuni» Roberto Cotroneo, L'ESPRESSO
Beppe Lopez (Bari, 1947) ha attraversato da protagonista quarant’anni di giornalismo italiano, scrivendo di politica e di società per le più importanti testate nazionali. Ha partecipato da cronista politico alla fondazione di «Repubblica». Ha fondato e diretto quotidiani locali e riviste. Ha diretto la Quotidiani Associati. Si è occupato a lungo di analisi del mercato e di progettazione editoriale, partecipando attivamente al dibattito sull’informazione con articoli e libri. Ha pubblicato, fra l’altro: Il giornale che non c’è (Capone 1995), Il quotidiano totale (Adda 1998) e La casta dei giornali (Stampa Alternativa-Rai Eri 2008). È in rete il suo sito Informazione e Democrazia (www.infodem.it).
Ha esordito nella narrativa con il romanzo Capatosta (Mondadori 2000), un autentico caso letterario, per invenzione linguistica e capacità descrittiva del mondo materiale e degli istinti. Ha poi pubblicato il racconto storico Mascherata Reale (Besa 2004). La scordanza è il suo secondo romanzo.
La scordanza
di Beppe Lopez
Editore: Marsilio
Collana: Romanzi e racconti
Data di pubblicazione: 2008
ISBN: 8831795716
ISBN 13: 9788831795715
IL LIBRO VERRA' PRESENTATO MERCOLEDI' 1 APRILE A MOLFETTA PRESSO LA LIBRERIA "IL GHIGNO, L'ISOLA DELLE STORIE" IN VIA SALEPICO, 47, ALLE ORE 19.30. CON L'AUTORE, BEPPE LOPEZ, INTERVERRA' IL PROFESSOR SABINO LAFASCIANO, PRESIDE DELL' ITCG "GAETANO SALVEMINI".
martedì 31 marzo 2009
lunedì 30 marzo 2009
"Nel turbine della storia" di Ryszard Kapuscinski
Il peso della Storia, il riscatto della memoria, le speranze del futuro: l’alba del nuovo secolo nelle pagine inedite del grande reporter polacco.
Il corso impetuoso della storia Kapuściński l’ha conosciuto come pochi altri. Dove c’erano rivoluzioni, guerre, imperi in disfacimento o movimenti in ascesa, lui c’era per vedere, documentare, raccontare. Qui – in questo libro progettato poco prima della sua scomparsa – è la storia stessa a essere direttamente in primo piano: il suo senso, il suo potere sulla vita dei singoli esseri umani, le occasioni di riscatto che pure sa offrire. E il suo impatto sul secolo che è da poco cominciato.
Tornano in queste riflessioni alcuni dei luoghi che sono stati lo scenario di libri indimenticabili, come l’Africa o la Russia. Ma emergono anche regioni del mondo che non erano state raccontate prima, come le coste americane del Pacifico e soprattutto l’America Latina, il “laboratorio del nuovo secolo” su cui Kapuściński aveva raccolto molto materiale e a cui aveva progettato di dedicare un libro che non ha fatto in tempo a realizzare.
“Questi testi – scrive nell’Introduzione la curatrice Krystyna Stràczek – mostrano Kapuściński non solo nei panni di reporter e scrittore, ma dimostrano la sua stupefacente conoscenza del destino e della cultura dei paesi che visitava (non a caso si era formato come storico). Non sono però una mera dimostrazione di erudizione. Kapuściński richiama i fatti per interpretarli, per mostrare paralleli storici e culturali, e per prevedere il futuro.”
Ryszard Kapuscinski è nato a Pinsk, in Polonia Orientale, oggi Bielorussia, nel 1932. Dopo gli studi a Varsavia ha lavorato fino al 1981 come corrispondente estero dell'agenzia di stampa polacca PAP. Nel corso della sua lunga carriera ha avuto numerosi riconoscimenti tra cui, nel 2003, il Premio Grinzane per la Lettura e il Premio Principe de Asturias. È morto a Varsavia il 23 gennaio 2007.
"Nel turbine della storia"
Riflessioni sul XXI secolo
di Ryszard Kapuscinski
FELTRINELLI
Cura: Krystyna Straczek
Traduzione: Vera Verdiani
Collana: Serie Bianca
Pagine: 192+32
Prezzo: Euro 14
In libreria dal 9 aprile 2009
Il corso impetuoso della storia Kapuściński l’ha conosciuto come pochi altri. Dove c’erano rivoluzioni, guerre, imperi in disfacimento o movimenti in ascesa, lui c’era per vedere, documentare, raccontare. Qui – in questo libro progettato poco prima della sua scomparsa – è la storia stessa a essere direttamente in primo piano: il suo senso, il suo potere sulla vita dei singoli esseri umani, le occasioni di riscatto che pure sa offrire. E il suo impatto sul secolo che è da poco cominciato.
Tornano in queste riflessioni alcuni dei luoghi che sono stati lo scenario di libri indimenticabili, come l’Africa o la Russia. Ma emergono anche regioni del mondo che non erano state raccontate prima, come le coste americane del Pacifico e soprattutto l’America Latina, il “laboratorio del nuovo secolo” su cui Kapuściński aveva raccolto molto materiale e a cui aveva progettato di dedicare un libro che non ha fatto in tempo a realizzare.
“Questi testi – scrive nell’Introduzione la curatrice Krystyna Stràczek – mostrano Kapuściński non solo nei panni di reporter e scrittore, ma dimostrano la sua stupefacente conoscenza del destino e della cultura dei paesi che visitava (non a caso si era formato come storico). Non sono però una mera dimostrazione di erudizione. Kapuściński richiama i fatti per interpretarli, per mostrare paralleli storici e culturali, e per prevedere il futuro.”
Ryszard Kapuscinski è nato a Pinsk, in Polonia Orientale, oggi Bielorussia, nel 1932. Dopo gli studi a Varsavia ha lavorato fino al 1981 come corrispondente estero dell'agenzia di stampa polacca PAP. Nel corso della sua lunga carriera ha avuto numerosi riconoscimenti tra cui, nel 2003, il Premio Grinzane per la Lettura e il Premio Principe de Asturias. È morto a Varsavia il 23 gennaio 2007.
"Nel turbine della storia"
Riflessioni sul XXI secolo
di Ryszard Kapuscinski
FELTRINELLI
Cura: Krystyna Straczek
Traduzione: Vera Verdiani
Collana: Serie Bianca
Pagine: 192+32
Prezzo: Euro 14
In libreria dal 9 aprile 2009
domenica 29 marzo 2009
"La privacy è morta, viva la privacy" di Mauro Paissan
"Conoscere la privacy, capire la società, difendere i diritti: il libro di Mauro Paiissan fornisce le giuste istruzioni per l'uso."
Stefano Rodotà
Mauro Paissan racconta, in forma piana e divulgativa, che cosa è la privacy, da che cosa è minacciata e come difenderla. Esaminando i vari aspetti della vita quotidiana, mette in guardia dai rischi di un pervasivo controllo sociale: guardiamoci dai politici che strumentalizzano il bisogno di sicurezza e dal mondo del business che clandestinamente ci profila come consumatori. Rispetto alle nuove tecnologie, nessuna demonizzazione. Non sapremmo più fare a meno del computer, di Internet, della nuova telefonia. Ma attenzione, da lì possono venire attacchi alla libertà e alla dignità personale. Svelandoci i tanti pericoli che la nostra privacy corre ogni giorno – molti più di quanti immaginiamo –, questo libro richiama alla necessità che lo Stato la tuteli, ma soprattutto ci dà un’avvertenza: dobbiamo imparare anche a difenderci in prima persona, perché siamo noi i migliori antivirus di noi stessi.
"La privacy non è la fissazione di alcuni patiti. E' la nostra vita: di noi utilizzatori del computer, noi clienti del supermercato, noi che facciamo tutt’uno con il cellulare, noi intercettati al telefono, noi spiati dalle telecamere per strada, noi nella rete dei motori di ricerca, noi e il nostro corpo, noi e la nostra salute, noi e i nostri gusti sessuali, noi pagatori non puntuali delle rate del frigorifero, noi e il nostro DNA, noi lavoratori controllati, noi schedati e profilati, noi disturbati all’ora di cena dalla telefonate pubblicitarie, noi denudati dai media, noi che amiamo svelarci nella grande piazza di Facebook.
Stiamo parlando di una sorta di diritto all’autodeterminazione: della persona, del suo stare nella società, dei suoi rapporti con gli altri. Il diritto di scegliere se, quando e come mostrarsi."
Mauro Paissan, giornalista, è stato deputato per tre legislature, presidente del Gruppo misto e vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai. Nel 2001 lascia la Camera dopo essere stato eletto componente del Garante per la protezione dei dati personali. Confermato nell’incarico nel 2005, segue in particolare i temi del rapporto tra comunicazione e privacy. Per Fazi Editore ha pubblicato Il mondo di Sergio (2008), una storia vera di autismo.
"LA PRIVACY E' MORTA, VIVA LA PRIVACY"
Tutti i modi in cui veniamo controllati, spiati, schedati e come difendersi.
di Mauro Paissan
PONTE ALLE GRAZIE
Saggistica
Collana: Saggi
Pagine: 256
Prezzo: € 15.00
In libreria dal: 26 Marzo 2009
Stefano Rodotà
Mauro Paissan racconta, in forma piana e divulgativa, che cosa è la privacy, da che cosa è minacciata e come difenderla. Esaminando i vari aspetti della vita quotidiana, mette in guardia dai rischi di un pervasivo controllo sociale: guardiamoci dai politici che strumentalizzano il bisogno di sicurezza e dal mondo del business che clandestinamente ci profila come consumatori. Rispetto alle nuove tecnologie, nessuna demonizzazione. Non sapremmo più fare a meno del computer, di Internet, della nuova telefonia. Ma attenzione, da lì possono venire attacchi alla libertà e alla dignità personale. Svelandoci i tanti pericoli che la nostra privacy corre ogni giorno – molti più di quanti immaginiamo –, questo libro richiama alla necessità che lo Stato la tuteli, ma soprattutto ci dà un’avvertenza: dobbiamo imparare anche a difenderci in prima persona, perché siamo noi i migliori antivirus di noi stessi.
"La privacy non è la fissazione di alcuni patiti. E' la nostra vita: di noi utilizzatori del computer, noi clienti del supermercato, noi che facciamo tutt’uno con il cellulare, noi intercettati al telefono, noi spiati dalle telecamere per strada, noi nella rete dei motori di ricerca, noi e il nostro corpo, noi e la nostra salute, noi e i nostri gusti sessuali, noi pagatori non puntuali delle rate del frigorifero, noi e il nostro DNA, noi lavoratori controllati, noi schedati e profilati, noi disturbati all’ora di cena dalla telefonate pubblicitarie, noi denudati dai media, noi che amiamo svelarci nella grande piazza di Facebook.
Stiamo parlando di una sorta di diritto all’autodeterminazione: della persona, del suo stare nella società, dei suoi rapporti con gli altri. Il diritto di scegliere se, quando e come mostrarsi."
Mauro Paissan, giornalista, è stato deputato per tre legislature, presidente del Gruppo misto e vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai. Nel 2001 lascia la Camera dopo essere stato eletto componente del Garante per la protezione dei dati personali. Confermato nell’incarico nel 2005, segue in particolare i temi del rapporto tra comunicazione e privacy. Per Fazi Editore ha pubblicato Il mondo di Sergio (2008), una storia vera di autismo.
"LA PRIVACY E' MORTA, VIVA LA PRIVACY"
Tutti i modi in cui veniamo controllati, spiati, schedati e come difendersi.
di Mauro Paissan
PONTE ALLE GRAZIE
Saggistica
Collana: Saggi
Pagine: 256
Prezzo: € 15.00
In libreria dal: 26 Marzo 2009
sabato 28 marzo 2009
"L'ABC dell'Economia" di Ezra Pound
Sono qui raccolti i principali scritti del Pound «economista», piccolo corpus di una riflessione condotta nel corso degli anni trenta da posizioni etiche ma non prive di riscontro con quelle di economisti eretici come Silvio Gesell e Clifford H. Douglas che sognavano la soluzione del problema della disoccupazione e l’avvento del benessere per tutti grazie a soluzioni utopiche quali il credito sociale o la moneta affrancabile. Come mostra Giorgio Lunghini nel suo saggio introduttivo, nonostante le ingenuità analitiche, la «filosofia sociale» di Pound non è poi molto lontana da quella di John M. Keynes, certo tenuto a un più professionale realismo, ma ben costretto a prendere posizione rispetto a quegli stessi monetary cranks ai quali andava tutta l’ammirazione del Pound nemico dell’usura. Oltre a L’ABC dell’economia, il volume contiene gli opuscoli sul credito sociale e sulla moneta nonché, in appendice, due articoli su arte ed economia apparsi nella rivista di T. S. Eliot «Criterion» e alcuni discorsi pronunciati da Pound durante la guerra alla radio fascista.
Ezra Pound, nato a Hailey nell’Idaho nel 1885, si stabilisce poco più che ventenne a Londra, dove diventa con T.S. Eliot e W. Lewis uno dei protagonisti della vita letteraria. Nel 1921 si trasferisce a Parigi, quindi, nel 1925, a Rapallo. Il suo filofascismo ne farà un traditore per gli americani e gli costerà nel 1945 la reclusione nel campo di concentramento di Pisa seguita da un processo e dall’internamento in manicomio criminale per dodici anni. Nel 1958, ritirata l’accusa di tradimento, torna libero in Italia, dove muore nel 1972.
"L'ABC dell’economia"
di Ezra Pound
Le scandalose riflessioni di un grande poeta sul mondo dell’economia
Introduzione di Giorgio Lunghini
Bollati Boringhieri
Collana Universale
Anno 2009
Prezzo €13,00
Ezra Pound, nato a Hailey nell’Idaho nel 1885, si stabilisce poco più che ventenne a Londra, dove diventa con T.S. Eliot e W. Lewis uno dei protagonisti della vita letteraria. Nel 1921 si trasferisce a Parigi, quindi, nel 1925, a Rapallo. Il suo filofascismo ne farà un traditore per gli americani e gli costerà nel 1945 la reclusione nel campo di concentramento di Pisa seguita da un processo e dall’internamento in manicomio criminale per dodici anni. Nel 1958, ritirata l’accusa di tradimento, torna libero in Italia, dove muore nel 1972.
"L'ABC dell’economia"
di Ezra Pound
Le scandalose riflessioni di un grande poeta sul mondo dell’economia
Introduzione di Giorgio Lunghini
Bollati Boringhieri
Collana Universale
Anno 2009
Prezzo €13,00
venerdì 27 marzo 2009
"Il fiele e le furie" di Gianni Bonina
Mettiamo anche Spampinato sul conto di una parte di questa città, quella dei galantuomini abituati al consenso, al silenzio. Questo è un omicidio in nome collettivo e si è andato compiendo per le strade e le piazze, tutte le strade e le piazze, nelle cancellerie di Tribunale, negli uffici della gente che conta, nei rapporti di polizia, nella trama dei silenzi e delle omissioni.
Mario Genco
Nel pieno degli anni di piombo un delitto comune diventa il caso italiano più lungo della storia del Dopoguerra, con effetti che si ripercuotono a distanza di decenni. Teatro di una vicenda che si presenta come metafora della Sicilia dei contrasti e specchio dell’Italia dei veleni è Ragusa, la città più a sud d’Europa, la più soporosa ma anche la più intossicata. Qui nasce l’accrocco perfetto: il 25 febbraio 1972 viene ucciso un ingegnere dalla vita movimentata. Un giovane giornalista comunista, che sta indagando per “L’Ora” sulle trame nere nella Sicilia sudorientale, accusa del delitto il figlio del presidente del tribunale, che lo uccide il 27 ottobre, diventando così un assassino per dimostrare di non esserlo.
Una “storia semplice”, che però si complica perché il caso giudiziario sul primo delitto e gli effetti sociali del secondo determinano una catena di implicazioni che trasferiscono l’interesse privato sulla vicenda su un piano pubblico, coinvolgendo sempre più la città in uno scontro tra parti sociali e istituzioni, entro una spirale che mette giudici contro giudici, società civile contro stampa locale, partiti contro magistrati e che, in una escalation senza tregua, finisce per coinvolgere figure come Stefano Delle Chiaie e ministri come Diliberto, creando a distanza di quasi quarant’anni nuovi effetti dirompenti e nuovi guasti. Ma nessuno saprà mai chi ha ucciso il 25 febbraio Angelo Tumino e nessuno riuscirà a stabilire il contesto nel quale Roberto Campria decide di sparare a Giovanni Spampinato in una sera di fine ottobre davanti al carcere dove si costituisce. Si parlerà di mandanti occulti che avrebbero armato Campria per zittire un giornalista troppo interessato alle sordide manovre eversive in Sicilia, sarà evocata anche l’oscura sciagura di Montagnalonga, saranno battute piste che portano alla Grecia dei colonnelli, saranno adombrate collusioni con il traffico di opere d’arte e la delinquenza comune in combutta con il neofascismo, ma il mistero rimarrà impenetrabile su tutto l’affaire: a designare uno sciasciano teorema siciliano che diventa canone inverso dell’Italia di ieri e di oggi.
Gianni Bonina, giornalista, vive a Catania. Ha fondato e diretto, dal 1999 al 2007, il magazine letterario Stilos. Ha pubblicato il romanzo Busillis di natura eversiva (Barbera, 2008; Lombardi, 1997), la raccolta di racconti L’occhio sociale del basilisco (Lombardi, 2001), il reportage L’isola che trema (Avagliano, 2006; Premio Alvaro 2007), i saggi letterari I cancelli di avorio e di corno (Sellerio, 2007), Maschere siciliane (Aragno, 2007; Premio Adelfia 2007) e Il carico da undici. Le carte di Andrea Camilleri (Barbera, 2007; aggiornato e rivisto nel 2009 con il titolo Tutto Camilleri). Per il teatro ha scritto Ragione sociale (Premio Pirandello 2000) e I buoni siciliani. Ha curato l’inedito di Serafino Amabile Guastella Due mesi in Polisella (Lombardi, 2000). Questo libro è un rifacimento totale dell’inchiesta Il triangolo della morte (Meridie, 1992).
"Il fiele e le furie - ragusa, il caso spampinato"
di Gianni Bonina
Edizioni Hacca
Pagine: 268
Prezzo: 17,00
ISBN: 978-88-89920-28-2
Anno: marzo 2009
collana Novecento
Mario Genco
Nel pieno degli anni di piombo un delitto comune diventa il caso italiano più lungo della storia del Dopoguerra, con effetti che si ripercuotono a distanza di decenni. Teatro di una vicenda che si presenta come metafora della Sicilia dei contrasti e specchio dell’Italia dei veleni è Ragusa, la città più a sud d’Europa, la più soporosa ma anche la più intossicata. Qui nasce l’accrocco perfetto: il 25 febbraio 1972 viene ucciso un ingegnere dalla vita movimentata. Un giovane giornalista comunista, che sta indagando per “L’Ora” sulle trame nere nella Sicilia sudorientale, accusa del delitto il figlio del presidente del tribunale, che lo uccide il 27 ottobre, diventando così un assassino per dimostrare di non esserlo.
Una “storia semplice”, che però si complica perché il caso giudiziario sul primo delitto e gli effetti sociali del secondo determinano una catena di implicazioni che trasferiscono l’interesse privato sulla vicenda su un piano pubblico, coinvolgendo sempre più la città in uno scontro tra parti sociali e istituzioni, entro una spirale che mette giudici contro giudici, società civile contro stampa locale, partiti contro magistrati e che, in una escalation senza tregua, finisce per coinvolgere figure come Stefano Delle Chiaie e ministri come Diliberto, creando a distanza di quasi quarant’anni nuovi effetti dirompenti e nuovi guasti. Ma nessuno saprà mai chi ha ucciso il 25 febbraio Angelo Tumino e nessuno riuscirà a stabilire il contesto nel quale Roberto Campria decide di sparare a Giovanni Spampinato in una sera di fine ottobre davanti al carcere dove si costituisce. Si parlerà di mandanti occulti che avrebbero armato Campria per zittire un giornalista troppo interessato alle sordide manovre eversive in Sicilia, sarà evocata anche l’oscura sciagura di Montagnalonga, saranno battute piste che portano alla Grecia dei colonnelli, saranno adombrate collusioni con il traffico di opere d’arte e la delinquenza comune in combutta con il neofascismo, ma il mistero rimarrà impenetrabile su tutto l’affaire: a designare uno sciasciano teorema siciliano che diventa canone inverso dell’Italia di ieri e di oggi.
Gianni Bonina, giornalista, vive a Catania. Ha fondato e diretto, dal 1999 al 2007, il magazine letterario Stilos. Ha pubblicato il romanzo Busillis di natura eversiva (Barbera, 2008; Lombardi, 1997), la raccolta di racconti L’occhio sociale del basilisco (Lombardi, 2001), il reportage L’isola che trema (Avagliano, 2006; Premio Alvaro 2007), i saggi letterari I cancelli di avorio e di corno (Sellerio, 2007), Maschere siciliane (Aragno, 2007; Premio Adelfia 2007) e Il carico da undici. Le carte di Andrea Camilleri (Barbera, 2007; aggiornato e rivisto nel 2009 con il titolo Tutto Camilleri). Per il teatro ha scritto Ragione sociale (Premio Pirandello 2000) e I buoni siciliani. Ha curato l’inedito di Serafino Amabile Guastella Due mesi in Polisella (Lombardi, 2000). Questo libro è un rifacimento totale dell’inchiesta Il triangolo della morte (Meridie, 1992).
"Il fiele e le furie - ragusa, il caso spampinato"
di Gianni Bonina
Edizioni Hacca
Pagine: 268
Prezzo: 17,00
ISBN: 978-88-89920-28-2
Anno: marzo 2009
collana Novecento
giovedì 26 marzo 2009
"Il pensiero altro" di Alain Touraine
A partire da una critica di ciò che egli ha definito come “discorso interpretativo dominante”, che ha tentato di imporre, per tutta la durata del XX secolo, l’idea di una società senza attori, sottomessa ai determinismi soprattutto economici, Alain Touraine invita il lettore a riconoscere che l’unico modo che permetta di valutare i comportamenti di ognuno e le situazioni sociali è il riconoscimento dei diritti politici, sociali e culturali di tutti gli esseri umani considerati come esseri liberi e uguali. Esorta a considerare l’individuo in quanto soggetto, chiave di volta di una sociologia rifondata.
Alain Touraine (Hermanville-sur-Mer, 3 agosto 1925) è un sociologo francese. Ha studiato all'École Normale Supérieure di Parigi, diventando docente "agrégé" di storia (1950) ed è stato Rockefeller Fellow nel 1952 e 1953 presso le Università di Harvard, Columbia e Chicago, e fino al 1958 ricercatore presso il CNRS (Conseil National de la Recherche Scientifique). Nel 1956 ha fondato il Centro di ricerca di Sociologia del Lavoro all'Università del Cile e, nel 1958, il Laboratorio di Sociologia Industriale a Parigi (dal 1970 Centre d'Etudes des Mouvements Sociaux). È stato direttore di ricerca all'École Pratique des Hautes Etudes. Attualmente fa parte di diversi istituti di ricerca e di accademie scientifiche.
"Il pensiero altro"
di Alain Touraine
ARMANDO EDITORE
2009
pp. 240
€ 25
Collana: Modernità e società
88-6081-403-6
Alain Touraine (Hermanville-sur-Mer, 3 agosto 1925) è un sociologo francese. Ha studiato all'École Normale Supérieure di Parigi, diventando docente "agrégé" di storia (1950) ed è stato Rockefeller Fellow nel 1952 e 1953 presso le Università di Harvard, Columbia e Chicago, e fino al 1958 ricercatore presso il CNRS (Conseil National de la Recherche Scientifique). Nel 1956 ha fondato il Centro di ricerca di Sociologia del Lavoro all'Università del Cile e, nel 1958, il Laboratorio di Sociologia Industriale a Parigi (dal 1970 Centre d'Etudes des Mouvements Sociaux). È stato direttore di ricerca all'École Pratique des Hautes Etudes. Attualmente fa parte di diversi istituti di ricerca e di accademie scientifiche.
"Il pensiero altro"
di Alain Touraine
ARMANDO EDITORE
2009
pp. 240
€ 25
Collana: Modernità e società
88-6081-403-6
mercoledì 25 marzo 2009
"La costituzione repubblicana" di Angelo Caputo e Livio Pepino
L’«accordo di validità universale» da cui è nata la Costituzione è ancora in grado di dare risposte ai gravi interrogativi dei nostri giorni. Fare appello alle ragioni del pluralismo contro la concentrazione assolutistica del potere, alle ragioni delle garanzie contro le violazioni delle libertà fondamentali, alle ragioni dell’emancipazione dei singoli e dei gruppi contro chi nega l’esistenza stessa della società è ancora la strada migliore per costruire un futuro alla democrazia costituzionale nata 60 anni fa.
Le costituzioni, come le democrazie, non sono un destino, ma hanno bisogno di vivere attraverso le buone ragioni dei princìpi da esse affermati e delle libertà che sono chiamate a proteggere. È questo il motivo per il quale i 60 anni della Costituzione repubblicana non possono - oggi soprattutto - risolversi in un anniversario, ma devono aiutare a riscoprire il nucleo fondamentale dell'ispirazione dei costituenti, un'ispirazione capace di interpretare il comune sentire dopo la grande catastrofe della guerra.
Angelo Caputo, magistrato, fa parte del comitato di redazione di "Questione giustizia". È autore di varie pubblicazioni su tematiche penalistiche e processual-penalistiche tra le quali, da ultimo, Diritto e procedura penale dell'immigrazione (2006).
Livio Pepino, magistrato, consigliere della Corte di cassazione, è attualmente componente del Consiglio superiore della magistratura. È stato presidente di Magistratura democratica ed è direttore di "Questione giustizia". Ha scritto o curato numerose pubblicazioni, tra le quali Autogoverno o controllo della magistratura? Il modello italiano di Consiglio superiore (1998, con E. Bruti Liberati), Giustizia e referendum (2000, con E. Bruti Liberati), L'eresia di Magistratura democratica (2001), Attacco ai diritti. Giustizia, lavoro cittadinanza sotto il governo Berlusconi (2003), A un cittadino che non crede nella giustizia (2005, con G.C. Caselli), Dizionario di mafia e di antimafia (2008, con M. Mareso).
LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
I principi, le libertà, le buone ragioni
di Angelo Caputo e Livio Pepino
Contributi di Betta Cesqui, Nicola Colaianni, Mario Dogliani, Marcello Flores, Franco Ippolito, Massimo Luciani, Valerio Onida, Roberto Romboli e Rita Sanlorenzo.
Editore: FRANCO ANGELI
Collana: QUADERNI DI QUESTIONE GIUSTIZIA
Numero di pagine: 240
Prezzo: € 20,00
ISBN-13: 9788856805970
ISBN:8856805979
Le costituzioni, come le democrazie, non sono un destino, ma hanno bisogno di vivere attraverso le buone ragioni dei princìpi da esse affermati e delle libertà che sono chiamate a proteggere. È questo il motivo per il quale i 60 anni della Costituzione repubblicana non possono - oggi soprattutto - risolversi in un anniversario, ma devono aiutare a riscoprire il nucleo fondamentale dell'ispirazione dei costituenti, un'ispirazione capace di interpretare il comune sentire dopo la grande catastrofe della guerra.
Angelo Caputo, magistrato, fa parte del comitato di redazione di "Questione giustizia". È autore di varie pubblicazioni su tematiche penalistiche e processual-penalistiche tra le quali, da ultimo, Diritto e procedura penale dell'immigrazione (2006).
Livio Pepino, magistrato, consigliere della Corte di cassazione, è attualmente componente del Consiglio superiore della magistratura. È stato presidente di Magistratura democratica ed è direttore di "Questione giustizia". Ha scritto o curato numerose pubblicazioni, tra le quali Autogoverno o controllo della magistratura? Il modello italiano di Consiglio superiore (1998, con E. Bruti Liberati), Giustizia e referendum (2000, con E. Bruti Liberati), L'eresia di Magistratura democratica (2001), Attacco ai diritti. Giustizia, lavoro cittadinanza sotto il governo Berlusconi (2003), A un cittadino che non crede nella giustizia (2005, con G.C. Caselli), Dizionario di mafia e di antimafia (2008, con M. Mareso).
LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
I principi, le libertà, le buone ragioni
di Angelo Caputo e Livio Pepino
Contributi di Betta Cesqui, Nicola Colaianni, Mario Dogliani, Marcello Flores, Franco Ippolito, Massimo Luciani, Valerio Onida, Roberto Romboli e Rita Sanlorenzo.
Editore: FRANCO ANGELI
Collana: QUADERNI DI QUESTIONE GIUSTIZIA
Numero di pagine: 240
Prezzo: € 20,00
ISBN-13: 9788856805970
ISBN:8856805979
martedì 24 marzo 2009
"Alla conquista del Web" di Marco Montemagno e Miska Ruggeri
Internet siamo noi. Partendo da questo punto di vista un giornalista e uno dei massimi esperti italiani della rete analizzano ciò che sta accadendo nel web, un mondo che per la maggioranza degli italiani è ancora territorio da scoprire. I blog, i social network, il fenomeno del citizen journalism: un’analisi puntuale su come la grande rete accoglie, metabolizza e ridisegna le relazioni umane, la politica, il business e l'informazione.
Questo libro fa giustizia di molti luoghi comuni sull’argomento e indaga sulla grande rete dando una chiave di lettura nuova: lo sviluppo del mondo virtuale procede parallelo a quello reale, pregi e difetti inclusi. Per scoprire che noi cambiamo internet più velocemente di quanto lui cambi noi.
Marco Montemagno, considerato uno dei massimi esperti della rete, è cofondatore di Blogosfere e di Codice Internet.
Miska Ruggeri, giornalista di Libero.
"Alla conquista del Web"
di Marco Montemagno e Miska Ruggeri
MURSIA
Collana Media
Anno2009
Pagine 124
EAN9788842540649
euro 12
Questo libro fa giustizia di molti luoghi comuni sull’argomento e indaga sulla grande rete dando una chiave di lettura nuova: lo sviluppo del mondo virtuale procede parallelo a quello reale, pregi e difetti inclusi. Per scoprire che noi cambiamo internet più velocemente di quanto lui cambi noi.
Marco Montemagno, considerato uno dei massimi esperti della rete, è cofondatore di Blogosfere e di Codice Internet.
Miska Ruggeri, giornalista di Libero.
"Alla conquista del Web"
di Marco Montemagno e Miska Ruggeri
MURSIA
Collana Media
Anno2009
Pagine 124
EAN9788842540649
euro 12
lunedì 23 marzo 2009
"Autobiografia in do minore" di Giuseppe Bonaviri
Evviva l’altopiano di Camuti che mi vide bambino. Cominciai a scrivere poesie all’età di nove anni, adeguandomi alle consuetudini della famiglia e del mio paese, Mineo, dove gli abitanti in maggioranza erano poeti vernacoli, in gran parte analfabeti, contadini poveri, raccoglitori d’ulive, venditori d’acqua, pietraroli, calzolai, barbieri, sarti, guardiani di buoi, o caprai, e camposantari e artigiani che, per il loro mestiere, erano portati a fare delle considerazioni sulla fugacità di ogni cosa.
Ma la verità è una: debbo fare tutto da me, non ho un gatto, o una formica che mi aiutano. E la mia solitudine, che amministro e cerco di superare da solo, mi spunta come ombra sempre davanti. Ma in questo c’è un grande mio gioco fra narcisistico e retorico e infantile.
Giuseppe Bonaviri è stato uno dei maggiori scrittori italiani. Nato a Mineo nel 1924, nella provincia catanese, e laureatosi in medicina a trent'anni dopo la pausa del conflitto mondiale, è scomparso nella nottata tra sabato e domenica a Frosinone, dove si era stabilito da tantissimi anni. Scrittore avulso da ogni classificazione, è tuttora uno dei poeti italiani più tradotti all’estero. Tra i suoi scritti ricordiamo «Il fiume di pietra vide la luce» del 1964, «Notti sull'altura» del 1971, «L'enorme tempo» del 1976, «Novelle saracene» del 1980, «L'incominciamento» del 1983, «È un rosseggiar di peschi e d'albicocchi» del 1986, «Ghigò» del 1990, «Il vicolo blu» del 2003 col quale si aggiudicò il Vittorini e il Super Vittorini.
Autobiografia in do minore
Racconto di scoordinata sopravvivenza
di Giuseppe Bonaviri
Manni Editore
Collana: Pretesti
Anno 2006
128 pagine
€ 14,00
ISBN: 88-8176-844-5
Con una nota di Anna Grazia D'Oria e un inserto fotografico
Ma la verità è una: debbo fare tutto da me, non ho un gatto, o una formica che mi aiutano. E la mia solitudine, che amministro e cerco di superare da solo, mi spunta come ombra sempre davanti. Ma in questo c’è un grande mio gioco fra narcisistico e retorico e infantile.
Giuseppe Bonaviri è stato uno dei maggiori scrittori italiani. Nato a Mineo nel 1924, nella provincia catanese, e laureatosi in medicina a trent'anni dopo la pausa del conflitto mondiale, è scomparso nella nottata tra sabato e domenica a Frosinone, dove si era stabilito da tantissimi anni. Scrittore avulso da ogni classificazione, è tuttora uno dei poeti italiani più tradotti all’estero. Tra i suoi scritti ricordiamo «Il fiume di pietra vide la luce» del 1964, «Notti sull'altura» del 1971, «L'enorme tempo» del 1976, «Novelle saracene» del 1980, «L'incominciamento» del 1983, «È un rosseggiar di peschi e d'albicocchi» del 1986, «Ghigò» del 1990, «Il vicolo blu» del 2003 col quale si aggiudicò il Vittorini e il Super Vittorini.
Autobiografia in do minore
Racconto di scoordinata sopravvivenza
di Giuseppe Bonaviri
Manni Editore
Collana: Pretesti
Anno 2006
128 pagine
€ 14,00
ISBN: 88-8176-844-5
Con una nota di Anna Grazia D'Oria e un inserto fotografico
domenica 22 marzo 2009
"La Repubblica delle Banche" di Elio Lannutti
Fatti e misfatti del sistema bancario. Con il concorso del controllore.
Da anni Elio Lannutti combatte le truffe e gli abusi compiuti dalle banche ai danni degli italiani. Fondatore dell’Adusbef, una delle più autorevoli associazioni di tutela dei consumatori specializzata nel settore bancario, finanziario e assicurativo, è ormai pubblicamente riconosciuto come il paladino dei risparmiatori. Da un’esperienza profonda, vissuta sempre in prima linea, nasce un saggio di incredibile attualità, nel quale l’autore osserva e giudica la realtà dal punto di vista di noi cittadini.
Con una graffiante prefazione di Beppe Grillo, La Repubblica delle banche denuncia fatti e misfatti del più potente e corrotto dei sistemi di potere occulti, l’unico che quotidianamente compie illeciti legalizzati, ordina leggi a proprio vantaggio ed esercita un rigido controllo sui mass media italiani e di tutto il mondo.
Con il concorso della Banca d’Italia, vera e propria società per azioni posseduta e diretta dalle stesse banche su cui dovrebbe vigilare, o’ sistema bancario agisce indisturbato sulla pelle di milioni di cittadini, casalinghe, pensionati, utenti e piccoli imprenditori, ricattati da soprusi a volte lampanti, a volte sottili e difficilmente perseguibili.
Come difendersi da scippi, rapine e quotidiane estorsioni?
Come proteggersi dalla “casta degli intoccabili”?
Informazione e consapevolezza sono i mezzi per conoscere e comprendere. Coraggio e denuncia sono gli strumenti per opporsi. In queste pagine ricche di inchieste, dati e testimonianze troverete tutto ciò che serve per reagire.
"Non fidatevi mai delle banche. Mai."
Beppe Grillo
ELIO LANNUTTI: Senatore dell'Italia dei Valori nella XVI legislatura, è Presidente dell'Adusbef.
"La Repubblica delle Banche"
Arianna Editrice
Prezzo: € 13,50
Pagine: 240
ISBN 10: 8887307644
ISBN 13: 9788887307641
Prima edizione: Giugno 2008
Da anni Elio Lannutti combatte le truffe e gli abusi compiuti dalle banche ai danni degli italiani. Fondatore dell’Adusbef, una delle più autorevoli associazioni di tutela dei consumatori specializzata nel settore bancario, finanziario e assicurativo, è ormai pubblicamente riconosciuto come il paladino dei risparmiatori. Da un’esperienza profonda, vissuta sempre in prima linea, nasce un saggio di incredibile attualità, nel quale l’autore osserva e giudica la realtà dal punto di vista di noi cittadini.
Con una graffiante prefazione di Beppe Grillo, La Repubblica delle banche denuncia fatti e misfatti del più potente e corrotto dei sistemi di potere occulti, l’unico che quotidianamente compie illeciti legalizzati, ordina leggi a proprio vantaggio ed esercita un rigido controllo sui mass media italiani e di tutto il mondo.
Con il concorso della Banca d’Italia, vera e propria società per azioni posseduta e diretta dalle stesse banche su cui dovrebbe vigilare, o’ sistema bancario agisce indisturbato sulla pelle di milioni di cittadini, casalinghe, pensionati, utenti e piccoli imprenditori, ricattati da soprusi a volte lampanti, a volte sottili e difficilmente perseguibili.
Come difendersi da scippi, rapine e quotidiane estorsioni?
Come proteggersi dalla “casta degli intoccabili”?
Informazione e consapevolezza sono i mezzi per conoscere e comprendere. Coraggio e denuncia sono gli strumenti per opporsi. In queste pagine ricche di inchieste, dati e testimonianze troverete tutto ciò che serve per reagire.
"Non fidatevi mai delle banche. Mai."
Beppe Grillo
ELIO LANNUTTI: Senatore dell'Italia dei Valori nella XVI legislatura, è Presidente dell'Adusbef.
"La Repubblica delle Banche"
Arianna Editrice
Prezzo: € 13,50
Pagine: 240
ISBN 10: 8887307644
ISBN 13: 9788887307641
Prima edizione: Giugno 2008
sabato 21 marzo 2009
"Mondo privato e altre storie" di Marta Dassù
Una nota e apprezzata esperta di politica internazionale riflette sul caos dei rapporti tra le nazioni e sulla fragilità rassicurante dei legami familiari, tra ricordi tristi e affetti forti, incontri con i potenti della terra e scoperte di mondi distanti dal nostro. Un autoironico taccuino familiare e politico, scritto con leggerezza e intelligenza, che è anche un tentativo di trovare delle risposte al lacerante interrogativo sollevato da Freud e Einstein nel loro carteggio: Perché la guerra?
Marta Dassù è nata a Milano, cresciuta a Firenze e oggi vive a Roma. Dirige il programma internazionale di Aspen Institute Italia ed è direttore della rivista «Aspenia». È stata consigliere per le relazioni internazionali di due Presidenti del Consiglio (Massimo D’Alema e Giuliano Amato). Collabora al «Corriere della Sera». Ha scritto e curato vari libri e saggi di politica internazionale, fra cui: The Reform Decade in China (Kegan Paul International, London-New York 1992) e Oriente in rosso. La Cina e la crisi asiatica (Guerini e associati, Milano 1999).
Per saperne di più http://www.mondoprivato.com/.
"Mondo privato e altre storie"
di Marta Dassù
Un bellissimo racconto/saggio tra vicende familiari e politica internazionale
Bollati Boringhieri
Anno 2009
Collana «incipit»
Prezzo €10,00
150 Pagine
Il libro verrà presentato martedì 31 marzo 2009, a Roma, presso l' Associazione Civita, che si trova in piazza Venezia 11 (V piano- Sala Alinari, ore 18.15).
Marta Dassù è nata a Milano, cresciuta a Firenze e oggi vive a Roma. Dirige il programma internazionale di Aspen Institute Italia ed è direttore della rivista «Aspenia». È stata consigliere per le relazioni internazionali di due Presidenti del Consiglio (Massimo D’Alema e Giuliano Amato). Collabora al «Corriere della Sera». Ha scritto e curato vari libri e saggi di politica internazionale, fra cui: The Reform Decade in China (Kegan Paul International, London-New York 1992) e Oriente in rosso. La Cina e la crisi asiatica (Guerini e associati, Milano 1999).
Per saperne di più http://www.mondoprivato.com/.
"Mondo privato e altre storie"
di Marta Dassù
Un bellissimo racconto/saggio tra vicende familiari e politica internazionale
Bollati Boringhieri
Anno 2009
Collana «incipit»
Prezzo €10,00
150 Pagine
Il libro verrà presentato martedì 31 marzo 2009, a Roma, presso l' Associazione Civita, che si trova in piazza Venezia 11 (V piano- Sala Alinari, ore 18.15).
venerdì 20 marzo 2009
"Passione Reporter" di Daniele Biacchessi
PER NON DIMENTICARE
Ilaria Alpi (Roma, 1961 - Mogadiscio, 1994)
Raffaele Ciriello (Venosa, 1959 - Ramallah, 2002)
Maria Grazia Cutuli (Catania, 1962 - Kabul, 2001)
Antonio Russo (Francavilla al Mare, 1960 - Tbilisi, 2000)
Enzo Baldoni (Città di Castello, 1948 - Najaf, 2004).
“Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nulla mai hanno saputo…Passarono una settimana di vacanza conclusa tragicamente…”
Carlo Taormina, presidente della Commissione d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, 7 febbraio 2006.
“Dobbiamo ricordarci che l’informazione è un veicolo diretto all’utente, non un soliloquio da parte del giornalista. Bisogna tenere sempre presente che chi è dall’altra parte deve poter comprendere una realtà in cui non è presente.” Antonio Russo, Inviato di Radio Radicale
“Ho pianto la morte di Ciriello come fosse quella di un mio collega, ma certo avrei dovuto avere maggiori attenzioni per loro, per i freelance, per i fotografi con un accredito ma senza contratto. Prima. Dopo non serve. Sa di scusa. E questo è vero, maledettamente vero.
Ferruccio de Bortoli, direttore de “Il Sole24Ore”
“Tu vuoi sapere come fosse Maria Grazia Cutuli in quelle giornate di novembre. Potrei dirti che era felice perché stava facendo la cosa che amava di più: il mestiere di giornalista.”
Alberto Negri, inviato de “Il Sole24Ore” in Afghanistan.
Daniele Biacchessi, giornalista e scrittore, è anche autore, regista e interprete di teatro narrativo civile. Dal 2004 porta i suoi spettacoli in tutta Italia, per mantenere viva la memoria delle tante vittime innocenti spesso dimenticate o letteralmente rimosse da chi fa informazione. E da chi amministra la giustizia. È vicecaporedattore di Radio24-Il Sole24Ore, dove ha condotto Giallo e Nero, trasmissione dedicata ai misteri d’Italia. Dal 1975 ha lavorato e collaborato con numerose testate, tra cui Radio Popolare, Radio Lombardia, Telemilano 2, Rete A, Antenna3, «l’Unità», «L’Europeo», «Il Mucchio Selvaggio». È stato direttore della sede milanese, inviato e cronista parlamentare di Italia Radio dal 1988 al 1999. Ha pubblicato numerosi libri d’inchiesta. Ricordiamo La fabbrica dei profumi (1995), sul disastro ambientale di Seveso, Fausto e Iaio (1996), Roberto Franceschi: processo di polizia (2004), Walter Tobagi. Morte di un giornalista (2005), Una stella a cinque punte. I poliziotti delle inchieste D’Antona e Biagi (2007) tutti pubblicati da Baldini Castoldi Dalai. E ancora Un attimo… vent’anni (Pendragon 2001), storia dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Il delitto D’Antona (2001) e L’ultima bicicletta. Il delitto Biagi (2003), pubblicati dall’editore Mursia.
IL GIORNALISMO COME VOCAZIONE
"PASSIONE REPORTER"
di Daniele Biacchessi
Chiarelettere editore
Reverse
pagine 230
euro 12,60
Il libro verrà presentato il 24 Marzo, presso la libreria Feltrinelli, in via V.E. Orlando 78/81, a ROMA (ore 17.30). Con l'autore interverranno Luciana Alpi e Alberto Negri.
Ilaria Alpi (Roma, 1961 - Mogadiscio, 1994)
Raffaele Ciriello (Venosa, 1959 - Ramallah, 2002)
Maria Grazia Cutuli (Catania, 1962 - Kabul, 2001)
Antonio Russo (Francavilla al Mare, 1960 - Tbilisi, 2000)
Enzo Baldoni (Città di Castello, 1948 - Najaf, 2004).
“Ilaria Alpi e Miran Hrovatin nulla mai hanno saputo…Passarono una settimana di vacanza conclusa tragicamente…”
Carlo Taormina, presidente della Commissione d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, 7 febbraio 2006.
“Dobbiamo ricordarci che l’informazione è un veicolo diretto all’utente, non un soliloquio da parte del giornalista. Bisogna tenere sempre presente che chi è dall’altra parte deve poter comprendere una realtà in cui non è presente.” Antonio Russo, Inviato di Radio Radicale
“Ho pianto la morte di Ciriello come fosse quella di un mio collega, ma certo avrei dovuto avere maggiori attenzioni per loro, per i freelance, per i fotografi con un accredito ma senza contratto. Prima. Dopo non serve. Sa di scusa. E questo è vero, maledettamente vero.
Ferruccio de Bortoli, direttore de “Il Sole24Ore”
“Tu vuoi sapere come fosse Maria Grazia Cutuli in quelle giornate di novembre. Potrei dirti che era felice perché stava facendo la cosa che amava di più: il mestiere di giornalista.”
Alberto Negri, inviato de “Il Sole24Ore” in Afghanistan.
Daniele Biacchessi, giornalista e scrittore, è anche autore, regista e interprete di teatro narrativo civile. Dal 2004 porta i suoi spettacoli in tutta Italia, per mantenere viva la memoria delle tante vittime innocenti spesso dimenticate o letteralmente rimosse da chi fa informazione. E da chi amministra la giustizia. È vicecaporedattore di Radio24-Il Sole24Ore, dove ha condotto Giallo e Nero, trasmissione dedicata ai misteri d’Italia. Dal 1975 ha lavorato e collaborato con numerose testate, tra cui Radio Popolare, Radio Lombardia, Telemilano 2, Rete A, Antenna3, «l’Unità», «L’Europeo», «Il Mucchio Selvaggio». È stato direttore della sede milanese, inviato e cronista parlamentare di Italia Radio dal 1988 al 1999. Ha pubblicato numerosi libri d’inchiesta. Ricordiamo La fabbrica dei profumi (1995), sul disastro ambientale di Seveso, Fausto e Iaio (1996), Roberto Franceschi: processo di polizia (2004), Walter Tobagi. Morte di un giornalista (2005), Una stella a cinque punte. I poliziotti delle inchieste D’Antona e Biagi (2007) tutti pubblicati da Baldini Castoldi Dalai. E ancora Un attimo… vent’anni (Pendragon 2001), storia dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Il delitto D’Antona (2001) e L’ultima bicicletta. Il delitto Biagi (2003), pubblicati dall’editore Mursia.
IL GIORNALISMO COME VOCAZIONE
"PASSIONE REPORTER"
di Daniele Biacchessi
Chiarelettere editore
Reverse
pagine 230
euro 12,60
Il libro verrà presentato il 24 Marzo, presso la libreria Feltrinelli, in via V.E. Orlando 78/81, a ROMA (ore 17.30). Con l'autore interverranno Luciana Alpi e Alberto Negri.
giovedì 19 marzo 2009
"Alla ricerca della speranza perduta" di Costanzo Preve e Luigi Tedeschi
Perché un incontro tra esponenti di opposte fazioni di destra e di sinistra, protagoniste nei decenni passati di una guerra civile latente, perpetuatasi, negli animi di molta parte del popolo italiano, dal ’45 in poi?
Non si tratta, per quanto concerne il dialogo istauratosi tra Preve e Tedeschi, di effettuare un’autocritica di maniera, quasi che il passato ideologico di entrambi costituisse una sorta di peccato originale esorcizzabile. Semmai di mettere in discussione se stessi, con tutto il proprio patrimonio culturale e spirituale, vagliando la validità delle convinzioni di ciascuno alla luce dell’analisi delle tematiche del mondo contemporaneo, con lo scopo di elaborare concetti di comune condivisione che avessero valore filosofico veritativo.
I due autori dunque non rinnegano le appartenenze di origine, ma considerano tale patrimonio culturale un elemento di partenza, il cui superamento deve essere realizzato tramite la riflessione su quei contenuti che possano essere fecondi per affermare il primato della politica sull’economia, dell’universalismo comunitario sul relativismo individualista. E’ una posizione del tutto diversa dallo spirito decadente che pervade oggi il mondo delle appartenenze ideologiche identitarie di destra e sinistra, ridotte ormai al ruolo di testimoni di un’epoca esaurita, che ripropone un passato mitico–ideale ormai scomparso (nel caso della destra), oppure la visione utopica di un futuro fuori della storia (nel caso della sinistra).
Preve e Tedeschi non si propongono però di creare nuove ideologie, ossia nuove improbabili verità assolute, né, una volta individuato nel capitalismo globale il nemico storico di riferimento, costruire un sistema ad esso uguale e contrario, dai contenuti quindi non originari ma derivati. Intendono invece porre le premesse per il superamento del sistema capitalista fuoriuscendo dall’economicismo, dall’individualismo, dall’utilitarismo connaturati alla società del capitalismo assoluto sulla base del pensiero comunitarista, quale espressione filosofica della natura sociale dell’uomo.
E’ tipico di queste crisi epocali, il verificarsi del trasformismo di massa, che induce i vecchi militanti di ieri a saltare sul treno del progresso e trasformarsi in nuovi profeti apologetici delle sorti ineluttabilmente magnifiche del vincitore di turno. Diverso è l’atteggiamento dei due coautori di questo libro, quello cioè di coloro che sono saltati giù da un treno impazzito che corre verso mete indefinibili, secondo un percorso obbligato, trascinando con se coattivamente l’intera umanità e travolgendo uomini e cose che ostacolino la sua folle corsa. Quello tra Preve e Tedeschi potrebbe allora rivelarsi come il dialogo tra due solitudini: solitudine peraltro volontaria, di chi ha preso coscienza di questa fase di transizione che stiamo vivendo, tra la fine dell’epoca ideologica e la prospettiva di nuove realtà politiche e sociali ancora in formazione, atte a contrastare il capitalismo assoluto. Tali due solitudini non sono però una fuga dalla realtà, e d’altra parte un incontro avvenuto sulla base della emarginazione costituirebbe la prova evidente della scarsa validità delle idee su cui si articola. I due autori intendono invece vivere il nostro tempo e vivere la politica, ma riscoprendone il significato più autentico, come azione comune delle aggregazioni sociali volta alla trasformazione del reale, non come acquiescenza passiva all’esistente.
L’intento primario del libro è di elaborare spunti critici e argomenti di dialogo di carattere intellettuale ed etico morale prima che politico. Di creare un modello sperimentale, fecondo di idee e progetti e con la possibilità di generare nuove forme di aggregazione in quanto aperto al contributo di tutti coloro che si riconoscano in questa esigenza di resistenza al capitalismo assoluto.
La riflessione si concentra particolarmente sulla condizione umana generalizzata nella società capitalista: quella dell’individuo produttore–consumatore. Dinanzi al nichilismo implicito in essa, l’unica forma di resistenza estrema è rappresentata dal rifiuto. Il rifiuto cioè delle logiche economiciste che presiedono alla vita sia del singolo che della società, che diviene un atto di resistenza contro il non-senso dell’esistenza, conseguenza della disintegrazione di un tessuto sociale degenerato in atomismo individuale. Tale rifiuto, inteso come primario atto morale di resistenza che determina la necessaria fuoriuscita dalla omologazione collettiva, rappresenta la premessa di una sensibilità, di una diversa visione di se stessi e del mondo, atta a rigenerare il senso etico della vita comunitaria, inclusa la riscoperta delle proprie radici storico–culturali in quanto idee-guida della resistenza al mondo globalizzato.
Il libro si rivolge a quanti avvertono l’attuale disorientamento collettivo, dinanzi al quale le velleità di protesta generica si rivelano impotenti, e che abbiano preso coscienza della necessità del superamento delle categorie obsolete di destra e sinistra. Ci sono molti che, pur non riuscendo ancora a rimuovere i pregiudizi ideologici (presenti in ognuno di noi) che offuscano un’interpretazione obiettiva del nostro tempo, hanno smesso di sperare in un diverso avvenire, per legittima sfiducia e disgusto verso il mondo del consumo globalizzato. La pubblicazione di questo libro è però testimonianza di come sia possibile vivere il proprio tempo, conservando la dignità della propria appartenenza e contemporaneamente superare le contrapposizioni di destra e sinistra, oggi divenute false e strumentali alla sussistenza di un sistema teso alla distruzione del patrimonio ideale e culturale dei popoli e alla negazione delle radici storiche del ‘900. Le idee, da sempre, possono essere diffuse e condivise universalmente. Appartengono a ciascuno che le professi, quindi non sono di proprietà di nessuno, tantomeno della destra e della sinistra che ne rappresentano la negazione assoluta.
D’altra parte, la “quarta guerra mondiale in atto nel XXI secolo”, delineata in questo libro, non è tra la destra e la sinistra, ma tra libertà–comunità–universalismo, da un lato, e schiavitù–individualismo–relativismo, dall’altro.
"Alla ricerca della speranza perduta"
di Costanzo Preve e Luigi Tedeschi
Edizione Settimo Sigillo
pp. 295
euro 25,00
Il libro verrà presentato a Bologna, il 28 Marzo 2009, alla Sala dell’Angelo, in Via San Mamolo, 24 (ore 15.30), durante la conferenza organizzata dall'Associazione “Anchesetuttinoino”, dal titolo "Comunitarismo come alternativa alla Globalizzazione". Interverranno gli autori del testo, Costanzo Preve (filosofo) e Luigi Tedeschi (Direttore della rivista Italicum). Modera il dibattito Eduardo Zarelli (Direttore casa editrice Arianna), introduce Manuel Zanarini della Associazione "Anchesetuttinoino".
Non si tratta, per quanto concerne il dialogo istauratosi tra Preve e Tedeschi, di effettuare un’autocritica di maniera, quasi che il passato ideologico di entrambi costituisse una sorta di peccato originale esorcizzabile. Semmai di mettere in discussione se stessi, con tutto il proprio patrimonio culturale e spirituale, vagliando la validità delle convinzioni di ciascuno alla luce dell’analisi delle tematiche del mondo contemporaneo, con lo scopo di elaborare concetti di comune condivisione che avessero valore filosofico veritativo.
I due autori dunque non rinnegano le appartenenze di origine, ma considerano tale patrimonio culturale un elemento di partenza, il cui superamento deve essere realizzato tramite la riflessione su quei contenuti che possano essere fecondi per affermare il primato della politica sull’economia, dell’universalismo comunitario sul relativismo individualista. E’ una posizione del tutto diversa dallo spirito decadente che pervade oggi il mondo delle appartenenze ideologiche identitarie di destra e sinistra, ridotte ormai al ruolo di testimoni di un’epoca esaurita, che ripropone un passato mitico–ideale ormai scomparso (nel caso della destra), oppure la visione utopica di un futuro fuori della storia (nel caso della sinistra).
Preve e Tedeschi non si propongono però di creare nuove ideologie, ossia nuove improbabili verità assolute, né, una volta individuato nel capitalismo globale il nemico storico di riferimento, costruire un sistema ad esso uguale e contrario, dai contenuti quindi non originari ma derivati. Intendono invece porre le premesse per il superamento del sistema capitalista fuoriuscendo dall’economicismo, dall’individualismo, dall’utilitarismo connaturati alla società del capitalismo assoluto sulla base del pensiero comunitarista, quale espressione filosofica della natura sociale dell’uomo.
E’ tipico di queste crisi epocali, il verificarsi del trasformismo di massa, che induce i vecchi militanti di ieri a saltare sul treno del progresso e trasformarsi in nuovi profeti apologetici delle sorti ineluttabilmente magnifiche del vincitore di turno. Diverso è l’atteggiamento dei due coautori di questo libro, quello cioè di coloro che sono saltati giù da un treno impazzito che corre verso mete indefinibili, secondo un percorso obbligato, trascinando con se coattivamente l’intera umanità e travolgendo uomini e cose che ostacolino la sua folle corsa. Quello tra Preve e Tedeschi potrebbe allora rivelarsi come il dialogo tra due solitudini: solitudine peraltro volontaria, di chi ha preso coscienza di questa fase di transizione che stiamo vivendo, tra la fine dell’epoca ideologica e la prospettiva di nuove realtà politiche e sociali ancora in formazione, atte a contrastare il capitalismo assoluto. Tali due solitudini non sono però una fuga dalla realtà, e d’altra parte un incontro avvenuto sulla base della emarginazione costituirebbe la prova evidente della scarsa validità delle idee su cui si articola. I due autori intendono invece vivere il nostro tempo e vivere la politica, ma riscoprendone il significato più autentico, come azione comune delle aggregazioni sociali volta alla trasformazione del reale, non come acquiescenza passiva all’esistente.
L’intento primario del libro è di elaborare spunti critici e argomenti di dialogo di carattere intellettuale ed etico morale prima che politico. Di creare un modello sperimentale, fecondo di idee e progetti e con la possibilità di generare nuove forme di aggregazione in quanto aperto al contributo di tutti coloro che si riconoscano in questa esigenza di resistenza al capitalismo assoluto.
La riflessione si concentra particolarmente sulla condizione umana generalizzata nella società capitalista: quella dell’individuo produttore–consumatore. Dinanzi al nichilismo implicito in essa, l’unica forma di resistenza estrema è rappresentata dal rifiuto. Il rifiuto cioè delle logiche economiciste che presiedono alla vita sia del singolo che della società, che diviene un atto di resistenza contro il non-senso dell’esistenza, conseguenza della disintegrazione di un tessuto sociale degenerato in atomismo individuale. Tale rifiuto, inteso come primario atto morale di resistenza che determina la necessaria fuoriuscita dalla omologazione collettiva, rappresenta la premessa di una sensibilità, di una diversa visione di se stessi e del mondo, atta a rigenerare il senso etico della vita comunitaria, inclusa la riscoperta delle proprie radici storico–culturali in quanto idee-guida della resistenza al mondo globalizzato.
Il libro si rivolge a quanti avvertono l’attuale disorientamento collettivo, dinanzi al quale le velleità di protesta generica si rivelano impotenti, e che abbiano preso coscienza della necessità del superamento delle categorie obsolete di destra e sinistra. Ci sono molti che, pur non riuscendo ancora a rimuovere i pregiudizi ideologici (presenti in ognuno di noi) che offuscano un’interpretazione obiettiva del nostro tempo, hanno smesso di sperare in un diverso avvenire, per legittima sfiducia e disgusto verso il mondo del consumo globalizzato. La pubblicazione di questo libro è però testimonianza di come sia possibile vivere il proprio tempo, conservando la dignità della propria appartenenza e contemporaneamente superare le contrapposizioni di destra e sinistra, oggi divenute false e strumentali alla sussistenza di un sistema teso alla distruzione del patrimonio ideale e culturale dei popoli e alla negazione delle radici storiche del ‘900. Le idee, da sempre, possono essere diffuse e condivise universalmente. Appartengono a ciascuno che le professi, quindi non sono di proprietà di nessuno, tantomeno della destra e della sinistra che ne rappresentano la negazione assoluta.
D’altra parte, la “quarta guerra mondiale in atto nel XXI secolo”, delineata in questo libro, non è tra la destra e la sinistra, ma tra libertà–comunità–universalismo, da un lato, e schiavitù–individualismo–relativismo, dall’altro.
"Alla ricerca della speranza perduta"
di Costanzo Preve e Luigi Tedeschi
Edizione Settimo Sigillo
pp. 295
euro 25,00
Il libro verrà presentato a Bologna, il 28 Marzo 2009, alla Sala dell’Angelo, in Via San Mamolo, 24 (ore 15.30), durante la conferenza organizzata dall'Associazione “Anchesetuttinoino”, dal titolo "Comunitarismo come alternativa alla Globalizzazione". Interverranno gli autori del testo, Costanzo Preve (filosofo) e Luigi Tedeschi (Direttore della rivista Italicum). Modera il dibattito Eduardo Zarelli (Direttore casa editrice Arianna), introduce Manuel Zanarini della Associazione "Anchesetuttinoino".
lunedì 16 marzo 2009
"Lotta civile" di Antonella Mascali
Dal dolore privato all’impegno nelle scuole, nelle carceri, nella pubblica amministrazione. Giorno per giorno. E’ ciò che contraddistingue questo libro.
Dodici storie esemplari, raccontate da chi le ha vissute sulla propria pelle. I familiari delle vittime che hanno trasformato la sofferenza in denuncia e in lavoro concreto nella società. Con il sostegno di Libera e delle Fondazioni dedicate a chi ha combattuto per ciò in cui credeva, fino a morirci.
È essenziale ricordarli: Giuseppe Fava, Rocco Chinnici, Beppe Montana, Roberto Antiochia, Marcello Torre, Silvia Ruotolo, Libero Grassi, Vincenzo Grasso, Barbara Asta e i figli Giuseppe e Salvatore, Mauro Rostagno, Francesco Marcone, Renata Fonte...
Le loro battaglie sono diventate le battaglie di figli, fratelli, mogli e mariti. Nando dalla Chiesa, nell’intervista che chiude il libro, afferma: “Bisogna cominciare a dire le cose che provocano reazioni ma che sono vere”.
Lo sta facendo chi ha subìto perdite irrimediabili e oggi, in prima persona, diventa artefice di una vera e propria resistenza civile.
“In questo libro non troverete parole rabbiose né anatemi indiscriminati... Sono descritte le traiettorie umane di persone che hanno compiuto il faticoso percorso che muove dal dolore e approda all'impegno.” Dalla prefazione di don Luigi Ciotti.
Antonella Mascali è cronista giudiziaria a Radio Popolare di Milano. Ha esordito a “I Siciliani” di Catania. Nel 2007 ha vinto il Premio cronista Guido Vergani.
"Lotta civile"
di Antonella Mascali
Chiarelettere editore
Collana: reverse
Pagine: 305
euro 14,60
Antonella Mascali presenterà "Lotta civile" il prossimo 17 marzo a Napoli, presso l'Istituto degli Studi Filosofici, in Via Monte di Dio 14 (ore 16.30). Parteciperanno Don Ciotti, Franco Roberti (capo antimafia di napoli), Raffaele Sardo, Geppino Fiorenza e Don Tonino Palese. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Dodici storie esemplari, raccontate da chi le ha vissute sulla propria pelle. I familiari delle vittime che hanno trasformato la sofferenza in denuncia e in lavoro concreto nella società. Con il sostegno di Libera e delle Fondazioni dedicate a chi ha combattuto per ciò in cui credeva, fino a morirci.
È essenziale ricordarli: Giuseppe Fava, Rocco Chinnici, Beppe Montana, Roberto Antiochia, Marcello Torre, Silvia Ruotolo, Libero Grassi, Vincenzo Grasso, Barbara Asta e i figli Giuseppe e Salvatore, Mauro Rostagno, Francesco Marcone, Renata Fonte...
Le loro battaglie sono diventate le battaglie di figli, fratelli, mogli e mariti. Nando dalla Chiesa, nell’intervista che chiude il libro, afferma: “Bisogna cominciare a dire le cose che provocano reazioni ma che sono vere”.
Lo sta facendo chi ha subìto perdite irrimediabili e oggi, in prima persona, diventa artefice di una vera e propria resistenza civile.
“In questo libro non troverete parole rabbiose né anatemi indiscriminati... Sono descritte le traiettorie umane di persone che hanno compiuto il faticoso percorso che muove dal dolore e approda all'impegno.” Dalla prefazione di don Luigi Ciotti.
Antonella Mascali è cronista giudiziaria a Radio Popolare di Milano. Ha esordito a “I Siciliani” di Catania. Nel 2007 ha vinto il Premio cronista Guido Vergani.
"Lotta civile"
di Antonella Mascali
Chiarelettere editore
Collana: reverse
Pagine: 305
euro 14,60
Antonella Mascali presenterà "Lotta civile" il prossimo 17 marzo a Napoli, presso l'Istituto degli Studi Filosofici, in Via Monte di Dio 14 (ore 16.30). Parteciperanno Don Ciotti, Franco Roberti (capo antimafia di napoli), Raffaele Sardo, Geppino Fiorenza e Don Tonino Palese. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
sabato 14 marzo 2009
"Breve trattato sulla decrescita serena" di Serge Latouche
«La decrescita non è la crescita negativa. Sarebbe meglio parlare di “acrescita”, così come si parla di ateismo. D’altra parte, si tratta proprio dell’abbandono di una fede o di una religione (quella dell’economia, del progresso e dello sviluppo). Se è ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito, le conseguenze (produrre meno e consumare meno) sono invece ben lungi dall’essere accettate. Ma se non vi sarà un’inversione di rotta, ci attende una catastrofe ecologica e umana. Siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un’altra logica: quella di una “società di decrescita”». Serge Latouche
Serge Latouche, professore emerito di scienze economiche all’Università di Paris-Sud, è specialista dei rapporti economici e culturali Nord-Sud e dell’epistemologia delle scienze sociali.
"Breve trattato sulla decrescita serena"
di Serge Latouche
Traduzione di Fabrizio Grillenzoni
Bollati Boringhieri
Anno 2008
Collana «Temi»
Prezzo €9,00
136 pp.
Il libro veràà presentato dall'autore, Serge Latouche, nel corso della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio e in onda su Rai Tre, domenica 15 marzo 2009, alle ore 20.10.
Serge Latouche, professore emerito di scienze economiche all’Università di Paris-Sud, è specialista dei rapporti economici e culturali Nord-Sud e dell’epistemologia delle scienze sociali.
"Breve trattato sulla decrescita serena"
di Serge Latouche
Traduzione di Fabrizio Grillenzoni
Bollati Boringhieri
Anno 2008
Collana «Temi»
Prezzo €9,00
136 pp.
Il libro veràà presentato dall'autore, Serge Latouche, nel corso della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio e in onda su Rai Tre, domenica 15 marzo 2009, alle ore 20.10.
venerdì 13 marzo 2009
"Compromesso" di Sergej Dovlatov
Un grande scrittore racconta come nasceva in una redazione russa una non-notizia: dodici cronache irresistibili dal regno globale della non-comunicazione.
A cura di Laura Salmon
«Dovlatov semplicemente ride. Senza secondi fini, senza sottofondo». «In Dovlatov il lettore occidentale riconoscerà anche se stesso. In questa universalità dell'umorismo dovlatoviano risiede, forse, la qualità fondamentale della sua prosa». Vanno assunti pressoché testualmente, come guida alla lettura, questi giudizi di critici su uno scrittore russo contro ogni corrente, morto prematuramente nel '90, da sempre dissidente ed emigrato in America con l'ultima ondata, molto amato dalla critica, meno dai suoi colleghi dell'emigrazione. E ad essi va utilmente aggiunta l'esclamazione di Kurt Vonnegut alla presentazione newyorkese di un libro di Dovlatov: «siamo felici che lei sia tra di noi». Poiché infatti a spiegare l'amore che suscita questo che è ormai da considerarsi un caso letterario internazionale bisogna ricorrere al ritemprante senso di felicità che esala dalle sue commedie quotidiane, lo splendente umorismo che filtra dai suoi infiniti aneddoti (paragonato senza mediazioni all'umorismo di Čechov). Tanto che, se il lettore astraesse dal luogo e dal tempo del loro svolgimento (la repubblica estone dell'URSS, nell'era di Breznev), questi compromessi potrebbero benissimo raccontare come nasce universalmente una non-notizia, come è fatto veramente il mondo della non-comunicazione.
Sergej Dovlatov (1941-1990), nato da una famiglia di gente di spettacolo, dopo una giovinezza sregolata si dedicò al giornalismo, lavorando per giornali di provincia, dai quali veniva regolarmente licenziato per indisciplina. Nel 1978 emigrò negli Stati Uniti, dove furono pubblicati i suoi racconti e romanzi, prevalentemente a sfondo autobiografico, «commedie autobiografiche» pervase di umorismo instancabile e classicamente russo. Di Dovlatov, questa casa editrice ha pubblicato Straniera (1999), La valigia (1999), Noialtri (2000), Regime speciale (2002), Il Parco di Puškin (2004), La marcia dei solitari (2006), Il libro invisibile (2007) e Il giornale invisibile (2009).
"Compromesso"
di Sergej Dovlatov
Sellerio
Titolo originale: Kompromiss
Lingua Originale: russo
Collana: Il castello
Anno: 1996
ISBN: 88-389-1180-0
Pagine: 208
Prezzo: 12.91 Euro
A cura di Laura Salmon
«Dovlatov semplicemente ride. Senza secondi fini, senza sottofondo». «In Dovlatov il lettore occidentale riconoscerà anche se stesso. In questa universalità dell'umorismo dovlatoviano risiede, forse, la qualità fondamentale della sua prosa». Vanno assunti pressoché testualmente, come guida alla lettura, questi giudizi di critici su uno scrittore russo contro ogni corrente, morto prematuramente nel '90, da sempre dissidente ed emigrato in America con l'ultima ondata, molto amato dalla critica, meno dai suoi colleghi dell'emigrazione. E ad essi va utilmente aggiunta l'esclamazione di Kurt Vonnegut alla presentazione newyorkese di un libro di Dovlatov: «siamo felici che lei sia tra di noi». Poiché infatti a spiegare l'amore che suscita questo che è ormai da considerarsi un caso letterario internazionale bisogna ricorrere al ritemprante senso di felicità che esala dalle sue commedie quotidiane, lo splendente umorismo che filtra dai suoi infiniti aneddoti (paragonato senza mediazioni all'umorismo di Čechov). Tanto che, se il lettore astraesse dal luogo e dal tempo del loro svolgimento (la repubblica estone dell'URSS, nell'era di Breznev), questi compromessi potrebbero benissimo raccontare come nasce universalmente una non-notizia, come è fatto veramente il mondo della non-comunicazione.
Sergej Dovlatov (1941-1990), nato da una famiglia di gente di spettacolo, dopo una giovinezza sregolata si dedicò al giornalismo, lavorando per giornali di provincia, dai quali veniva regolarmente licenziato per indisciplina. Nel 1978 emigrò negli Stati Uniti, dove furono pubblicati i suoi racconti e romanzi, prevalentemente a sfondo autobiografico, «commedie autobiografiche» pervase di umorismo instancabile e classicamente russo. Di Dovlatov, questa casa editrice ha pubblicato Straniera (1999), La valigia (1999), Noialtri (2000), Regime speciale (2002), Il Parco di Puškin (2004), La marcia dei solitari (2006), Il libro invisibile (2007) e Il giornale invisibile (2009).
"Compromesso"
di Sergej Dovlatov
Sellerio
Titolo originale: Kompromiss
Lingua Originale: russo
Collana: Il castello
Anno: 1996
ISBN: 88-389-1180-0
Pagine: 208
Prezzo: 12.91 Euro
giovedì 12 marzo 2009
"I Baroni" di Nicola Gardini
La storia vera di uno dei tanti, troppi “cervelli” costretti a fuggire dall’Università italiana. La vita quotidiana nella nostra Accademia come non era mai stata raccontata prima.
Nicola è un giovane studioso. Un bravo studioso. Ha una laurea italiana e un dottorato americano. Parla le lingue. Scrive, pubblica e traduce. Per la sua materia ha una passione autentica. Tutto ciò che desidera è concentrarsi sulle sue ricerche, condividerle con altri studiosi, trasmettere ai più giovani ciò che ha imparato dai suoi maestri. Ma in Italia non è possibile, o almeno non è così ovvio. Perché l’Università italiana è sempre meno il luogo della ricerca, dell’insegnamento, della trasmissione del sapere. Nell’Università italiana non governano il merito e la competenza. Nell’Università italiana governano i “Baroni”: uomini di potere abituati a gestire l’Accademia come un giocattolo personale, a premiare la fedeltà anziché la libertà, a preferire un mediocre candidato “locale” a un ottimo candidato “esterno”. In barba all’interesse degli studenti e anche all’interesse generale.
Questo libro è un documento eccezionale. È una denuncia e una confessione. Ma soprattutto è una storia vera: il racconto paradossale e a tratti kafkiano di dieci anni passati a barcamenarsi tra concorsi veri o fasulli, professori che tramano, promesse fatte e non mantenute, colleghi impauriti, vessazioni inutili, cose non dette o cose mandate a dire. Dove tutto conta tranne ciò che dovrebbe contare: l’originalità della ricerca, la dedizione all’insegnamento.
Il lieto fine è purtroppo amaro. Perché Nicola diventa professore a Oxford, dove vince un concorso pur senza conoscere nessuno. Ma l’Italia perde l’ennesimo “cervello”, l’ennesimo giovane studioso regalato a un paese che non ha speso nulla per formarlo ma che ne sa mettere a frutto doti e lavoro come la nostra Università non sa più fare.
Nicola Gardini insegna Letteratura italiana all’Università di Oxford. All’Università di Milano si è laureato in Lettere classiche, negli Stati Uniti ha ottenuto un Ph. D. in Letterature comparate. Ha pubblicati saggi di critica letteraria, alcune raccolte di poesia e i romanzi Così ti ricordi di me (Sironi 2003) e Lo sconosciuto (Sironi 2007). Di recente ha curato l’edizione delle Poesie di Ted Hughes nei Meridiani Mondadori.
"I Baroni.
Come e perché sono fuggito dall’università italiana".
di Nicola Gardini
Feltrinelli
Collana: Serie Bianca
Pagine: 208
Prezzo: Euro 13
Nicola è un giovane studioso. Un bravo studioso. Ha una laurea italiana e un dottorato americano. Parla le lingue. Scrive, pubblica e traduce. Per la sua materia ha una passione autentica. Tutto ciò che desidera è concentrarsi sulle sue ricerche, condividerle con altri studiosi, trasmettere ai più giovani ciò che ha imparato dai suoi maestri. Ma in Italia non è possibile, o almeno non è così ovvio. Perché l’Università italiana è sempre meno il luogo della ricerca, dell’insegnamento, della trasmissione del sapere. Nell’Università italiana non governano il merito e la competenza. Nell’Università italiana governano i “Baroni”: uomini di potere abituati a gestire l’Accademia come un giocattolo personale, a premiare la fedeltà anziché la libertà, a preferire un mediocre candidato “locale” a un ottimo candidato “esterno”. In barba all’interesse degli studenti e anche all’interesse generale.
Questo libro è un documento eccezionale. È una denuncia e una confessione. Ma soprattutto è una storia vera: il racconto paradossale e a tratti kafkiano di dieci anni passati a barcamenarsi tra concorsi veri o fasulli, professori che tramano, promesse fatte e non mantenute, colleghi impauriti, vessazioni inutili, cose non dette o cose mandate a dire. Dove tutto conta tranne ciò che dovrebbe contare: l’originalità della ricerca, la dedizione all’insegnamento.
Il lieto fine è purtroppo amaro. Perché Nicola diventa professore a Oxford, dove vince un concorso pur senza conoscere nessuno. Ma l’Italia perde l’ennesimo “cervello”, l’ennesimo giovane studioso regalato a un paese che non ha speso nulla per formarlo ma che ne sa mettere a frutto doti e lavoro come la nostra Università non sa più fare.
Nicola Gardini insegna Letteratura italiana all’Università di Oxford. All’Università di Milano si è laureato in Lettere classiche, negli Stati Uniti ha ottenuto un Ph. D. in Letterature comparate. Ha pubblicati saggi di critica letteraria, alcune raccolte di poesia e i romanzi Così ti ricordi di me (Sironi 2003) e Lo sconosciuto (Sironi 2007). Di recente ha curato l’edizione delle Poesie di Ted Hughes nei Meridiani Mondadori.
"I Baroni.
Come e perché sono fuggito dall’università italiana".
di Nicola Gardini
Feltrinelli
Collana: Serie Bianca
Pagine: 208
Prezzo: Euro 13
mercoledì 11 marzo 2009
"Con un piede impigliato nella Storia" di Anna Negri
Gli anni settanta e le sue vittime descritti con un taglio unico e irripetibile. Anna Negri parla di un mondo che ancora è parte della nostra coscienza e lo fa partendo da sé: la fanciullezza che sfocia in una turbinosa adolescenza, il rapporto con il padre Toni, leader di Autonomia operaia, e con la madre, perno dolente della famiglia, la sua educazione alla rivoluzione contrapposta e complementare alla sua educazione personale.
È il maggio del 1977 quando in casa Negri irrompono i carabinieri a mitra spianati. La tredicenne Anna li guarda a lungo, rabbrividisce al contatto della canna fredda dell’arma con la sua pancia scoperta e poi scoppia a ridere.
Anna Negri, la figlia di Toni – come chiama il padre, Toni Negri, teorico e filosofo marxista, nonché fondatore di Potere operaio e leader di Autonomia operaia – è una testimone privilegiata di un periodo ancora caldo nella storia contemporanea italiana. Una testimone suo malgrado. Né vittima, né carnefice, semplicemente una ragazza. Da un lato c’è la figura paterna, assente, contraddittoria, complessa, capace di suscitare alternativamente sarcasmo e invidia nei compagni di scuola. Dall’altro, un percorso di crescita e maturazione che ha come tutori hippy e intellettuali, famiglie “bene” e rivoluzionari armi in pugno. Sullo sfondo il terrorismo, la politica extraparlamentare, i movimenti. E poi il padre in carcere, il suo periodo francese, l’irreperibilità, i trasferimenti forzati della famiglia. Ma tutto, ancora una volta, viene ricondotto a lei, Anna. Anna che soffre di disturbi alimentari, che si innamora, che cerca stabilità nella sfuggente figura paterna, che mal tollera la nevrotica sfida della madre nel tenere unita la famiglia, che prova a vivere una vita normale tra i banchi di scuola.
Anna Negri nasce a Venezia e si laurea in cinema al Royal College of Art di Londra. Nel 1999 dirige In principio erano le mutande, a cui fa seguito Riprendimi (2008), presentato al Sundance Festival. Per la televisione ha diretto i TV movie L'altra donna (2001), L'amore proibito (2006) e La doppia vita di Natalia Blum (2009).
Con un piede impigliato nella Storia
di Anna Negri
Feltrinelli
Collana: Varia
Pagine: 272
Prezzo: Euro 17
In libreria dal 12 marzo 2009
Anna Negri incontra il pubblico in occasione dell'uscita del suo nuovo libro "Con un piede impigliato nella storia" il 19 marzo 2009, alle ore 18.00, presso la Libreria Feltrinelli Galleria Colonna, a Roma.
È il maggio del 1977 quando in casa Negri irrompono i carabinieri a mitra spianati. La tredicenne Anna li guarda a lungo, rabbrividisce al contatto della canna fredda dell’arma con la sua pancia scoperta e poi scoppia a ridere.
Anna Negri, la figlia di Toni – come chiama il padre, Toni Negri, teorico e filosofo marxista, nonché fondatore di Potere operaio e leader di Autonomia operaia – è una testimone privilegiata di un periodo ancora caldo nella storia contemporanea italiana. Una testimone suo malgrado. Né vittima, né carnefice, semplicemente una ragazza. Da un lato c’è la figura paterna, assente, contraddittoria, complessa, capace di suscitare alternativamente sarcasmo e invidia nei compagni di scuola. Dall’altro, un percorso di crescita e maturazione che ha come tutori hippy e intellettuali, famiglie “bene” e rivoluzionari armi in pugno. Sullo sfondo il terrorismo, la politica extraparlamentare, i movimenti. E poi il padre in carcere, il suo periodo francese, l’irreperibilità, i trasferimenti forzati della famiglia. Ma tutto, ancora una volta, viene ricondotto a lei, Anna. Anna che soffre di disturbi alimentari, che si innamora, che cerca stabilità nella sfuggente figura paterna, che mal tollera la nevrotica sfida della madre nel tenere unita la famiglia, che prova a vivere una vita normale tra i banchi di scuola.
Anna Negri nasce a Venezia e si laurea in cinema al Royal College of Art di Londra. Nel 1999 dirige In principio erano le mutande, a cui fa seguito Riprendimi (2008), presentato al Sundance Festival. Per la televisione ha diretto i TV movie L'altra donna (2001), L'amore proibito (2006) e La doppia vita di Natalia Blum (2009).
Con un piede impigliato nella Storia
di Anna Negri
Feltrinelli
Collana: Varia
Pagine: 272
Prezzo: Euro 17
In libreria dal 12 marzo 2009
Anna Negri incontra il pubblico in occasione dell'uscita del suo nuovo libro "Con un piede impigliato nella storia" il 19 marzo 2009, alle ore 18.00, presso la Libreria Feltrinelli Galleria Colonna, a Roma.
martedì 10 marzo 2009
"Euflazione" di Antonio Miclavez
L'anello mancante dell'economia
La via d'uscita alla crisi finanziaria che ci libera dall'inflazione e riporta il denaro al servizio della comunità
Inflazione e deflazione sono situazioni economiche di cui tutti parlano – quasi sempre in modo negativo – che influenzano in maniera decisiva la vita di tutti, dal governo di uno Stato alla grande multinazionale, dalla famiglia al piccolo risparmiatore. Esiste però un terzo concetto di cui nessuno parla mai: l' EUFLAZIONE.
Di cosa si tratta? Di un’offerta di moneta calibrata correttamente in grado di garantire stabilità dei prezzi, far crescere gli scambi e incoraggiare gli investimenti. L’euflazione sembra proprio essere una manna dal cielo per chi – di certo la quasi totalità di noi – quotidianamente ha a che fare con i capricci e le contraddizioni del nostro sistema economico.
Ma perché allora i media non ne parlano, i governi non la incoraggiano e gli istituti finanziari non la perseguono?
È proprio questo lo scopo principale del nuovo libro di Miclavez, coautore del bestseller Euroschiavi: illustrare un concetto semplice ed efficace e denunciare la falsità e la corruzione del regime monetario e finanziario internazionale che, giorno dopo giorno, innesca turbolenze, fallimenti e crisi col solo scopo di autoalimentarsi e foraggiare chi, al suo interno e con la complicità del mondo politico e di quello dell’informazione, vive sulle spalle di piccoli imprenditori, onesti lavoratori e privati cittadini.
Antonio Miclavez, dentista, imprenditore e appassionato in tecniche di consapevolezza mentale, ha compiuto i propri studi di formazione a Vienna. Nel 2000 ha iniziato a interessarsi di macroeconomia e in particolare di creazione del denaro: la sua ricerca è culminata con la pubblicazione, insieme all'avvocato Marco Della Luna, di Euroschiavi, importante best-seller arrivato ormai alla quinta edizione (Maggio 2008 - Arianna Editrice).
Euflazione
L'anello mancante dell'economia
Antonio Miclavez
Prezzo € 9,80
Arianna Edizioni
Libro - Pagine 110
Formato: 15x21
Anno: 2009
Presentazione in prima nazionale del volume con la presenza dell'autore: sabato 14 marzo a Bologna, presso la Sala del Baraccano, in Via Santo Stefano 119, alle ore 15.30.
La via d'uscita alla crisi finanziaria che ci libera dall'inflazione e riporta il denaro al servizio della comunità
Inflazione e deflazione sono situazioni economiche di cui tutti parlano – quasi sempre in modo negativo – che influenzano in maniera decisiva la vita di tutti, dal governo di uno Stato alla grande multinazionale, dalla famiglia al piccolo risparmiatore. Esiste però un terzo concetto di cui nessuno parla mai: l' EUFLAZIONE.
Di cosa si tratta? Di un’offerta di moneta calibrata correttamente in grado di garantire stabilità dei prezzi, far crescere gli scambi e incoraggiare gli investimenti. L’euflazione sembra proprio essere una manna dal cielo per chi – di certo la quasi totalità di noi – quotidianamente ha a che fare con i capricci e le contraddizioni del nostro sistema economico.
Ma perché allora i media non ne parlano, i governi non la incoraggiano e gli istituti finanziari non la perseguono?
È proprio questo lo scopo principale del nuovo libro di Miclavez, coautore del bestseller Euroschiavi: illustrare un concetto semplice ed efficace e denunciare la falsità e la corruzione del regime monetario e finanziario internazionale che, giorno dopo giorno, innesca turbolenze, fallimenti e crisi col solo scopo di autoalimentarsi e foraggiare chi, al suo interno e con la complicità del mondo politico e di quello dell’informazione, vive sulle spalle di piccoli imprenditori, onesti lavoratori e privati cittadini.
Antonio Miclavez, dentista, imprenditore e appassionato in tecniche di consapevolezza mentale, ha compiuto i propri studi di formazione a Vienna. Nel 2000 ha iniziato a interessarsi di macroeconomia e in particolare di creazione del denaro: la sua ricerca è culminata con la pubblicazione, insieme all'avvocato Marco Della Luna, di Euroschiavi, importante best-seller arrivato ormai alla quinta edizione (Maggio 2008 - Arianna Editrice).
Euflazione
L'anello mancante dell'economia
Antonio Miclavez
Prezzo € 9,80
Arianna Edizioni
Libro - Pagine 110
Formato: 15x21
Anno: 2009
Presentazione in prima nazionale del volume con la presenza dell'autore: sabato 14 marzo a Bologna, presso la Sala del Baraccano, in Via Santo Stefano 119, alle ore 15.30.
lunedì 9 marzo 2009
"Quanta stella c'è nel cielo" di Edith Bruck
Quanta goccia c’è nell’oceano?
Quanta stella c’è nel cielo?
Quanto capello sulla testa dell’uomo?
E quanto male nel cuore?
Sándor Petofi
«Quanta stella c’è nel cielo» non è un errore, è il primo verso di una ballata amara del giovane Petofi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra le poche cose che Anita porta con sé, insieme a molti ricordi laceranti.
Anita non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l’anima. Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika. Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova clandestina in un mondo ancora in subbuglio. Ma tutto questo a Eli non interessa: lo attira solo il corpo di quella ragazza e già sul treno, affollato di una moltitudine randagia, inizia a insidiarla in un gioco cinico e crudele.
Quanta stella c’è nel cielo è un romanzo dai risvolti inattesi. Racconta come si possa tornare dalla morte alla vita. E come, a volte, il cammino per ritrovare la speranza possa seguire trame imprevedibili. Protagonista, intorno ad Anita, è un’umanità dolente, alla ricerca di una nuova esistenza: c’è chi vuole dimenticare e chi vuole ricordare, chi mette radici e chi si imbarca per la terra promessa, chi vuole rifiutare per sempre ogni violenza e chi invece pensa che l’unico dovere è, dopo tutto, imbracciare il fucile per non essere mai più vittima.
Edith Bruck offre in queste pagine la storia palpitante di un’epoca cruciale del dopoguerra, quando tutto era in fermento tra mille difficoltà. Un’altissima meditazione sulla speranza, sulla straordinaria forza e fragilità di chi va verso una rinascita. E la grande capacità della Bruck è il risvegliare violente emozioni nel lettore.
Edith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen…
Sopravvissuta alle deportazione, dopo anni di pellegrinaggio, approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua.
Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993) e Lettera da Francoforte (2004). Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell’evento nero del xx secolo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue.
"Quanta stella c'è nel cielo"
di Edith Bruck
Garzanti Libri
Collana: Nuova biblioteca Garzanti
Pagine: 180
ISBN: 8811683521
ISBN-13: 9788811683520
Data pubblicazione: 2009
Prezzo: € 16,60
Il libro verrà presentato martedì 10 marzo 2009, alle ore 17.30, presso la Libreria Bibli, in via dei Fienaroli 28, a Roma. Insieme all'autrice interverranno Neva Baiada ed Elio Pecora. L' incontro è organizzato dall'Unione Lettori Italiani.
Quanta stella c’è nel cielo?
Quanto capello sulla testa dell’uomo?
E quanto male nel cuore?
Sándor Petofi
«Quanta stella c’è nel cielo» non è un errore, è il primo verso di una ballata amara del giovane Petofi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra le poche cose che Anita porta con sé, insieme a molti ricordi laceranti.
Anita non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l’anima. Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika. Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova clandestina in un mondo ancora in subbuglio. Ma tutto questo a Eli non interessa: lo attira solo il corpo di quella ragazza e già sul treno, affollato di una moltitudine randagia, inizia a insidiarla in un gioco cinico e crudele.
Quanta stella c’è nel cielo è un romanzo dai risvolti inattesi. Racconta come si possa tornare dalla morte alla vita. E come, a volte, il cammino per ritrovare la speranza possa seguire trame imprevedibili. Protagonista, intorno ad Anita, è un’umanità dolente, alla ricerca di una nuova esistenza: c’è chi vuole dimenticare e chi vuole ricordare, chi mette radici e chi si imbarca per la terra promessa, chi vuole rifiutare per sempre ogni violenza e chi invece pensa che l’unico dovere è, dopo tutto, imbracciare il fucile per non essere mai più vittima.
Edith Bruck offre in queste pagine la storia palpitante di un’epoca cruciale del dopoguerra, quando tutto era in fermento tra mille difficoltà. Un’altissima meditazione sulla speranza, sulla straordinaria forza e fragilità di chi va verso una rinascita. E la grande capacità della Bruck è il risvegliare violente emozioni nel lettore.
Edith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen…
Sopravvissuta alle deportazione, dopo anni di pellegrinaggio, approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua.
Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993) e Lettera da Francoforte (2004). Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell’evento nero del xx secolo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue.
"Quanta stella c'è nel cielo"
di Edith Bruck
Garzanti Libri
Collana: Nuova biblioteca Garzanti
Pagine: 180
ISBN: 8811683521
ISBN-13: 9788811683520
Data pubblicazione: 2009
Prezzo: € 16,60
Il libro verrà presentato martedì 10 marzo 2009, alle ore 17.30, presso la Libreria Bibli, in via dei Fienaroli 28, a Roma. Insieme all'autrice interverranno Neva Baiada ed Elio Pecora. L' incontro è organizzato dall'Unione Lettori Italiani.
venerdì 6 marzo 2009
"Un piano per salvare il pianeta" di Nicholas Stern
I cambiamenti climatici non sono solo una minaccia per l’ambiente, ma un pericolo gravissimo per l’economia mondiale. Se non si agisce subito, il prezzo da pagare sarà troppo alto. Per tutti.
"Sarebbe folle ignorare un messaggio così forte e urgente".
Amartya Sen, premio Nobel per l'Economia.
Nato su incarico del governo inglese e reso pubblico alla fine del 2006, l’ormai famoso Rapporto Stern ha fornito la prima ampia indagine sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici e sull’impatto sociale dei rischi ambientali. Dal momento della sua diffusione, il Rapporto si è imposto come un insostituibile strumento di analisi e un innovativo punto di riferimento per i governi di ogni parte del mondo.
In questo nuovo libro l’autore di quel documento – l’economista inglese Nicholas Stern – ne riprende i risultati e ne trae le più importanti lezioni politiche. Siamo infatti - avverte Stern - in un momento delicatissimo: le decisioni che verranno assunte nei prossimi cinque anni e le azioni che saranno intraprese nei prossimi due-tre decenni saranno vitali per il futuro del pianeta. Il modello tradizionale di crescita si è inceppato, ed è urgente pensare un nuovo modello basato su un basso uso di combustibili tradizionali. Ignorare la questione significa non solo condannare la Terra a un futuro di inquinamento, ma imboccare una strada di non sviluppo e di decadimento economico.
È urgente avviare azioni concrete, stabilire un prezzo per l’emissione dei gas serra, definire forti obiettivi di riduzione, bloccare la deforestazione, sostenere l’innovazione e l’impiego di tecnologie a basso tenore di carbonio. Per la prima volta in modo accessibile ma economicamente circostanziato, Stern chiarisce com’è possibile raggiungere questi obiettivi, ridurre drasticamente i rischi ambientali e favorire una nuova fase di crescita e di progresso.
Nicholas Stern insegna Economia alla London School of Economics, dove dirige l’Osservatorio indiano creato all’interno dell’Asian Research Centre. Dal 2000 al 2003 è stato Chief Economist e Senior Vicepresident della Banca mondiale. Dal 2003 al 2007 è stato consulente del primo ministro inglese per i temi dello sviluppo economico e del cambiamento climatico. Su incarico del governo laburista, ha condotto la prima ampia indagine sugli effetti economici dei cambiamenti climatici, poi trasformatasi in un rapporto, l’ormai famoso Stern Review, reso pubblico alla fine del 2006.
Tra le molte onorificenze ricevute, Nicholas Stern è stato nominato alla British Academy nel 1993 ed è membro onorario dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 2004 è stato inoltre nominato Knight Bachelor, una delle più alte cariche onorarie del Regno Unito.
Un piano per salvare il pianeta
Nicholas Stern
Traduzione: Pietro Anelli
Editore: Feltrinelli
Collana: Serie Bianca
Pagine: 200
Prezzo: Euro 15
In libreria dal 9 aprile 2009
"Sarebbe folle ignorare un messaggio così forte e urgente".
Amartya Sen, premio Nobel per l'Economia.
Nato su incarico del governo inglese e reso pubblico alla fine del 2006, l’ormai famoso Rapporto Stern ha fornito la prima ampia indagine sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici e sull’impatto sociale dei rischi ambientali. Dal momento della sua diffusione, il Rapporto si è imposto come un insostituibile strumento di analisi e un innovativo punto di riferimento per i governi di ogni parte del mondo.
In questo nuovo libro l’autore di quel documento – l’economista inglese Nicholas Stern – ne riprende i risultati e ne trae le più importanti lezioni politiche. Siamo infatti - avverte Stern - in un momento delicatissimo: le decisioni che verranno assunte nei prossimi cinque anni e le azioni che saranno intraprese nei prossimi due-tre decenni saranno vitali per il futuro del pianeta. Il modello tradizionale di crescita si è inceppato, ed è urgente pensare un nuovo modello basato su un basso uso di combustibili tradizionali. Ignorare la questione significa non solo condannare la Terra a un futuro di inquinamento, ma imboccare una strada di non sviluppo e di decadimento economico.
È urgente avviare azioni concrete, stabilire un prezzo per l’emissione dei gas serra, definire forti obiettivi di riduzione, bloccare la deforestazione, sostenere l’innovazione e l’impiego di tecnologie a basso tenore di carbonio. Per la prima volta in modo accessibile ma economicamente circostanziato, Stern chiarisce com’è possibile raggiungere questi obiettivi, ridurre drasticamente i rischi ambientali e favorire una nuova fase di crescita e di progresso.
Nicholas Stern insegna Economia alla London School of Economics, dove dirige l’Osservatorio indiano creato all’interno dell’Asian Research Centre. Dal 2000 al 2003 è stato Chief Economist e Senior Vicepresident della Banca mondiale. Dal 2003 al 2007 è stato consulente del primo ministro inglese per i temi dello sviluppo economico e del cambiamento climatico. Su incarico del governo laburista, ha condotto la prima ampia indagine sugli effetti economici dei cambiamenti climatici, poi trasformatasi in un rapporto, l’ormai famoso Stern Review, reso pubblico alla fine del 2006.
Tra le molte onorificenze ricevute, Nicholas Stern è stato nominato alla British Academy nel 1993 ed è membro onorario dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 2004 è stato inoltre nominato Knight Bachelor, una delle più alte cariche onorarie del Regno Unito.
Un piano per salvare il pianeta
Nicholas Stern
Traduzione: Pietro Anelli
Editore: Feltrinelli
Collana: Serie Bianca
Pagine: 200
Prezzo: Euro 15
In libreria dal 9 aprile 2009
giovedì 5 marzo 2009
"Un sabato, con gli amici" di Andrea Camilleri
Quando il passato presenta i suoi conti. Le vite di Matteo, Gianni, Giulia, Anna, Fabio, Andrea e Renata detta Rena sono tutte vite segnate. Fin dall'infanzia, con traumi profondi che scuotono l'anima oppure vanno a interrarsi in certe zone segrete della coscienza, e dalla giovinezza che ci aggiunge il suo carico di turbamenti, di rivolte, di affermazioni di sé.
Sembrerebbe che gli anni della prima maturità possano portare un inizio di pacificazione, se non altro perché le vite sembrano incanalate nei loro binari borghesi e le coppie si sono stabilizzate, ma non è così. Non è affatto così; anzi, è proprio il contrario: l'età matura è il momento giusto perché i nodi vengano al pettine, gli elementi psichici si combinino apposta per precipitare, per esplodere come una miscela assai temibile con la quale un alchimista improvvido abbia giocato troppo a lungo e con troppa fortuna.
Decisamente, questo romanzo è anomalo nella produzione di Andrea Camilleri. Lo è da subito, dalla prima lettura che ci propone una lingua secca, affilata, che non cede all'espressività del dialetto né ad alcuna di quelle varie forme di pietas che spesso si ritrovano nella prosa del maestro di Porto Empedocle e che sotto forma di ironia, tenerezza, comprensione per le umane debolezze intervengono a lenire anche le situazioni più dure e crudeli. Qui invece non c'è possibilità di fuga o di nascondimento. Ogni personaggio è consegnato alla sua dannazione e alla deriva inesorabile delle sue azioni.
Quella che si sente, fortissima, in queste pagine, è la voce del Camilleri uomo di teatro. La si sente nelle clausole immediate, nel disegno rigoroso della trama, nella geometria delle relazioni tra i personaggi, nelle battute perfettamente calibrate per efficacia e verosimiglianza, nelle cadenze stilizzate del tipico dramma contemporaneo: morboso, implacabile, assurdo.
Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925, ha lavorato a lungo come sceneggiatore e regista teatrale e televisivo. L'esordio come romanziere è del 1978 con Il corso delle cose. Seguiranno Un filo di fumo (1980), La mossa del cavallo (1999), la raccolta di racconti Un mese con Montalbano (1998), Gli arancini di Montalbano (1999), La scomparsa di Patò (2000), Il re di Girgenti (2001), Racconti quotidiani (2001), La prima indagine di Montalbano, Il medaglione (2005), La pensione Eva (2006), Il colore del sole (2007) e Voi non sapete. Gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano (2008). Nella collana "I Meridiani" sono usciti i due volumi delle opere di Camilleri, Storie di Montalbano e Romanzi storici e civili.
"Un sabato, con gli amici"
di Andrea Camilleri
Editore: Mondadori
Anno: 2009
Collana:Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 144
Formato: 14,0 x 21,5
Prezzo: 17.50 €
ISBN: 978880458613
Sembrerebbe che gli anni della prima maturità possano portare un inizio di pacificazione, se non altro perché le vite sembrano incanalate nei loro binari borghesi e le coppie si sono stabilizzate, ma non è così. Non è affatto così; anzi, è proprio il contrario: l'età matura è il momento giusto perché i nodi vengano al pettine, gli elementi psichici si combinino apposta per precipitare, per esplodere come una miscela assai temibile con la quale un alchimista improvvido abbia giocato troppo a lungo e con troppa fortuna.
Decisamente, questo romanzo è anomalo nella produzione di Andrea Camilleri. Lo è da subito, dalla prima lettura che ci propone una lingua secca, affilata, che non cede all'espressività del dialetto né ad alcuna di quelle varie forme di pietas che spesso si ritrovano nella prosa del maestro di Porto Empedocle e che sotto forma di ironia, tenerezza, comprensione per le umane debolezze intervengono a lenire anche le situazioni più dure e crudeli. Qui invece non c'è possibilità di fuga o di nascondimento. Ogni personaggio è consegnato alla sua dannazione e alla deriva inesorabile delle sue azioni.
Quella che si sente, fortissima, in queste pagine, è la voce del Camilleri uomo di teatro. La si sente nelle clausole immediate, nel disegno rigoroso della trama, nella geometria delle relazioni tra i personaggi, nelle battute perfettamente calibrate per efficacia e verosimiglianza, nelle cadenze stilizzate del tipico dramma contemporaneo: morboso, implacabile, assurdo.
Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925, ha lavorato a lungo come sceneggiatore e regista teatrale e televisivo. L'esordio come romanziere è del 1978 con Il corso delle cose. Seguiranno Un filo di fumo (1980), La mossa del cavallo (1999), la raccolta di racconti Un mese con Montalbano (1998), Gli arancini di Montalbano (1999), La scomparsa di Patò (2000), Il re di Girgenti (2001), Racconti quotidiani (2001), La prima indagine di Montalbano, Il medaglione (2005), La pensione Eva (2006), Il colore del sole (2007) e Voi non sapete. Gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano (2008). Nella collana "I Meridiani" sono usciti i due volumi delle opere di Camilleri, Storie di Montalbano e Romanzi storici e civili.
"Un sabato, con gli amici"
di Andrea Camilleri
Editore: Mondadori
Anno: 2009
Collana:Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 144
Formato: 14,0 x 21,5
Prezzo: 17.50 €
ISBN: 978880458613
mercoledì 4 marzo 2009
"L'abusivo" di Antonio Franchini
Giancarlo Siani era un giovane cronista: la sera del 23 settembre 1985, i killer della camorra lo uccisero dopo averlo aspettato sotto casa per ore. Che cosa aveva scoperto? Che cosa aveva scritto di così pericoloso da essere punito con la morte?
Giancarlo Siani aveva un contratto come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano "Il Mattino" di Napoli, ma in realtà lavorava a tempo pieno come giornalista "abusivo". Sperava di essere assunto, e probabilmente lo sarebbe stato se la camorra non lo avesse ucciso. L’autore di questo libro, coetaneo e concittadino di Siani, aveva percorso con lui un pezzo di strada, prima di lasciare Napoli e di accettare l’idea che la sua via sarebbe stata quella della letteratura e non del giornalismo. E così una di queste strade ha portato un giovane alla morte, l’altra un uomo ormai quarantenne a raccontare quegli anni e quell’uccisione.
Ma il "caso Siani" non e solo una storia giudiziaria tormentata e a suo modo avvincente che da poco si è conclusa con la condanna in Cassazione di esecutori e mandanti; il caso Siani è "il contesto", come lo chiamò Sciascia, sul quale non si farà mai luce ed è il marchio su una città intera e una generazione.
È quella città e quella generazione che Franchini racconta. Le racconta con un libro sulla morte e sulla sopravvivenza, che della città descrive l’antropologia, le vigliaccherie e le risorse, la dignità e le indegnità, la rinuncia al diritto elementare e le strategie per sostituirlo. Le racconta attraverso storie personali e familiari che disegnano lo sfondo di un luogo sempre sospeso tra il dramma sceneggiato e la tragedia reale, tra la violenza inscenata per burla e la spietatezza vera, assoluta.
Antonio Franchini è nato a Napoli nel 1958. Ha esordito nel 1991 con Camerati (Leonardo). Nel 1996 ha pubblicato Quando scriviamo da giovani. Di Marsilio sono Quando vi ucciderete, maestro? (1996) e Acqua, sudore, ghiaccio (1998). Ha pubblicato racconti e saggi critici in volume e su numerose riviste e ha partecipato all’antologia di scrittori meridionali I disertori (2000, Einaudi Stile libero).
"L'abusivo"
di Antonio Franchini
Marsilio
Collana Farfalle
pp. 256
Euro 14.46
2001
isbn: 978-88-317-7574-8
Giancarlo Siani aveva un contratto come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano "Il Mattino" di Napoli, ma in realtà lavorava a tempo pieno come giornalista "abusivo". Sperava di essere assunto, e probabilmente lo sarebbe stato se la camorra non lo avesse ucciso. L’autore di questo libro, coetaneo e concittadino di Siani, aveva percorso con lui un pezzo di strada, prima di lasciare Napoli e di accettare l’idea che la sua via sarebbe stata quella della letteratura e non del giornalismo. E così una di queste strade ha portato un giovane alla morte, l’altra un uomo ormai quarantenne a raccontare quegli anni e quell’uccisione.
Ma il "caso Siani" non e solo una storia giudiziaria tormentata e a suo modo avvincente che da poco si è conclusa con la condanna in Cassazione di esecutori e mandanti; il caso Siani è "il contesto", come lo chiamò Sciascia, sul quale non si farà mai luce ed è il marchio su una città intera e una generazione.
È quella città e quella generazione che Franchini racconta. Le racconta con un libro sulla morte e sulla sopravvivenza, che della città descrive l’antropologia, le vigliaccherie e le risorse, la dignità e le indegnità, la rinuncia al diritto elementare e le strategie per sostituirlo. Le racconta attraverso storie personali e familiari che disegnano lo sfondo di un luogo sempre sospeso tra il dramma sceneggiato e la tragedia reale, tra la violenza inscenata per burla e la spietatezza vera, assoluta.
Antonio Franchini è nato a Napoli nel 1958. Ha esordito nel 1991 con Camerati (Leonardo). Nel 1996 ha pubblicato Quando scriviamo da giovani. Di Marsilio sono Quando vi ucciderete, maestro? (1996) e Acqua, sudore, ghiaccio (1998). Ha pubblicato racconti e saggi critici in volume e su numerose riviste e ha partecipato all’antologia di scrittori meridionali I disertori (2000, Einaudi Stile libero).
"L'abusivo"
di Antonio Franchini
Marsilio
Collana Farfalle
pp. 256
Euro 14.46
2001
isbn: 978-88-317-7574-8
martedì 3 marzo 2009
"Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008" di Paul Krugman
Il Premio Nobel per l’Economia ci spiega il «grande crac» e come uscirne.
«Oggi come ieri la crisi ha cominciato a dare i primi segnali in un cielo azzurro e sereno, quando la maggior parte degli esperti prevedeva che il boom sarebbe comunque continuato, anche se la recessione si stava avvicinando; oggi come ieri i tradizionali interventi macroeconomici si sono rivelati inefficaci, forse anche controproducenti. Il fatto che qualcosa di simile possa accadere nel mondo moderno dovrebbe far venire i brividi a chiunque abbia un minimo di senso della storia.» (dall’Introduzione di Paul Krugman)
Nel 1999 Paul Krugman aveva raccontato le crisi che hanno devastato diverse economie in Asia e in America Latina, lanciando un terribile monito: può accadere anche da noi, e possiamo andare incontro a una nuova Grande Depressione. Così come i virus diventano resistenti agli antibiotici, anche la moderna finanza è diventata immune ai rimedi escogitati dopo la crisi del ’29. I primi anni del nuovo millennio, con il boom di Wall Street e il trionfo della finanza allegra, sembravano smentire questa previsione.
Poi è arrivato il «grande crac» del settembre 2008, e nelle stesse settimane Paul Krugman ha vinto il Premio Nobel per l’Economia.
In questa nuova edizione del Ritorno dell’economia della depressione, ampiamente rivista e aggiornata, Paul Krugman ci fa capire come la «deregulation» e le dinamiche di un sistema finanziario svincolato da ogni controllo abbia prodotto la peggiore crisi dagli anni Trenta a oggi. Ci illustra le misure che bisogna prendere perché fenomeni del genere non si ripetano.
Lo stile è quello a cui ci ha abituato l’economista americano: lucido, informato, chiaro, brillante. La sua riflessione, sempre acuta e penetrante, a volte anticonformista (e dunque vista con sospetto dall’establishment), è quella di un pensatore geniale e polemico.
Paul Krugman insegna attualmente al MIT. Nel 1991 ha vinto la John Bates Clark Medal assegnata dall’American Economic Association. È autore di diversi voluti di successo, tra cui, pubblicati da Garzanti, Il silenzio dell’economia (1991), L’incanto del benessere (1995, recentemente riproposto negli Elefanti), Geografia e commercio internazionale (1995), Il ritorno dell’economia della depressione (1999), Economisti per caso (2000). Dal 1999 è columnist del «New York Times».
Il ritorno dell'economia delle depressione e la crisi del 2008
di Paul Krugman
Garzanti
Saggi
Nuova edizione aggiornata e ampliata
Traduzione dall'inglese di Giuseppe Barile e Gianni Merlini
224 pagine
€ 16.60
ISBN 978881160093-0
«Oggi come ieri la crisi ha cominciato a dare i primi segnali in un cielo azzurro e sereno, quando la maggior parte degli esperti prevedeva che il boom sarebbe comunque continuato, anche se la recessione si stava avvicinando; oggi come ieri i tradizionali interventi macroeconomici si sono rivelati inefficaci, forse anche controproducenti. Il fatto che qualcosa di simile possa accadere nel mondo moderno dovrebbe far venire i brividi a chiunque abbia un minimo di senso della storia.» (dall’Introduzione di Paul Krugman)
Nel 1999 Paul Krugman aveva raccontato le crisi che hanno devastato diverse economie in Asia e in America Latina, lanciando un terribile monito: può accadere anche da noi, e possiamo andare incontro a una nuova Grande Depressione. Così come i virus diventano resistenti agli antibiotici, anche la moderna finanza è diventata immune ai rimedi escogitati dopo la crisi del ’29. I primi anni del nuovo millennio, con il boom di Wall Street e il trionfo della finanza allegra, sembravano smentire questa previsione.
Poi è arrivato il «grande crac» del settembre 2008, e nelle stesse settimane Paul Krugman ha vinto il Premio Nobel per l’Economia.
In questa nuova edizione del Ritorno dell’economia della depressione, ampiamente rivista e aggiornata, Paul Krugman ci fa capire come la «deregulation» e le dinamiche di un sistema finanziario svincolato da ogni controllo abbia prodotto la peggiore crisi dagli anni Trenta a oggi. Ci illustra le misure che bisogna prendere perché fenomeni del genere non si ripetano.
Lo stile è quello a cui ci ha abituato l’economista americano: lucido, informato, chiaro, brillante. La sua riflessione, sempre acuta e penetrante, a volte anticonformista (e dunque vista con sospetto dall’establishment), è quella di un pensatore geniale e polemico.
Paul Krugman insegna attualmente al MIT. Nel 1991 ha vinto la John Bates Clark Medal assegnata dall’American Economic Association. È autore di diversi voluti di successo, tra cui, pubblicati da Garzanti, Il silenzio dell’economia (1991), L’incanto del benessere (1995, recentemente riproposto negli Elefanti), Geografia e commercio internazionale (1995), Il ritorno dell’economia della depressione (1999), Economisti per caso (2000). Dal 1999 è columnist del «New York Times».
Il ritorno dell'economia delle depressione e la crisi del 2008
di Paul Krugman
Garzanti
Saggi
Nuova edizione aggiornata e ampliata
Traduzione dall'inglese di Giuseppe Barile e Gianni Merlini
224 pagine
€ 16.60
ISBN 978881160093-0
lunedì 2 marzo 2009
"Sono come tu mi vuoi" di AA.VV.
Storie di un mondo in cui «il lavoro – quello vero – è diventato un bene di lusso».
«A fine lettura "Sono come tu mi vuoi" si scopre manifesto. Il manifesto di una generazione incapace di manifesti, che non sa neanche alzare la voce perché teme il ridicolo, che già si aspetta i colpi dall’inizio e si rifiuta perciò di darsi peso. Eppure vede nelle pieghe, tra la vita quotidiana e il lavoro, tra i sentimenti e la necessità che preme, dove ci siamo ritirati. Sono come tu mi vuoi si scopre manifesto perché, con la stessa lucidità con cui narra la condizione di chi lavora e vive, non può fare a meno di evocare in controluce una vita in cui si può sperare, non può fare a meno di riconoscere, quasi con imbarazzo, epica, dignità e peso.»
"Sono come tu mi vuoi"
Storie di lavori
di Carola Susani, Christian Raimo, Tommaso Pincio, Nicola Lagioia, Sara Ventroni, Cristiano de Majo, Fabio Viola, Peppe Fiore, Marco Di Porto, Emanuele Trevi, Marco Rovelli, Michela Murgia, Stefano Liberti, Elena Stancanelli, Antonio Pascale, Alessandro Leogrande, Giordano Meacci, Valerio Mattioli, Giorgio Falco, Lanfranco Caminiti.
Laterza
Edizione 2009
Collana Contromano
ISBN 9788842088431
Narrazioni contemporanee
pp. 176
€ 10,00
«A fine lettura "Sono come tu mi vuoi" si scopre manifesto. Il manifesto di una generazione incapace di manifesti, che non sa neanche alzare la voce perché teme il ridicolo, che già si aspetta i colpi dall’inizio e si rifiuta perciò di darsi peso. Eppure vede nelle pieghe, tra la vita quotidiana e il lavoro, tra i sentimenti e la necessità che preme, dove ci siamo ritirati. Sono come tu mi vuoi si scopre manifesto perché, con la stessa lucidità con cui narra la condizione di chi lavora e vive, non può fare a meno di evocare in controluce una vita in cui si può sperare, non può fare a meno di riconoscere, quasi con imbarazzo, epica, dignità e peso.»
"Sono come tu mi vuoi"
Storie di lavori
di Carola Susani, Christian Raimo, Tommaso Pincio, Nicola Lagioia, Sara Ventroni, Cristiano de Majo, Fabio Viola, Peppe Fiore, Marco Di Porto, Emanuele Trevi, Marco Rovelli, Michela Murgia, Stefano Liberti, Elena Stancanelli, Antonio Pascale, Alessandro Leogrande, Giordano Meacci, Valerio Mattioli, Giorgio Falco, Lanfranco Caminiti.
Laterza
Edizione 2009
Collana Contromano
ISBN 9788842088431
Narrazioni contemporanee
pp. 176
€ 10,00
domenica 1 marzo 2009
"Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters
"ANTOLOGIA DI SPOON RIVER" DI EDGAR LEE MASTERS E' IL LIBRO PIU' VOTATO DAI VISITATORI DE "IL CIRCOLO PICKWICK" NEL MESE DI FEBBARIO.
Contributi di Cesare Pavese e Guido Davico Bonino.
«Lee Masters guardò spietatamente alla "piccola America" del suo tempo e la giudicò e rappresentò in una formicolante commedia umana [...]. Le spettrali, dolenti, terribili, sarcastiche voci di Spoon River ci hanno tutti commossi e toccati a fondo».
Cesare Pavese
L'Antologia di Spoon River è stata pubblicata per la prima volta da Einaudi nel 1943, tradotta da Fernanda Pivano e scoperta da Cesare Pavese. Da allora sono state fatte ottanta edizioni e vendute 500 mila copie: un vero record per un libro di poesia, tradotto per di piú da un'altra lingua. Dal libro sono stati tratti dischi, riduzioni teatrali, musicali, radiofoniche, televisive. E intere generazioni l'hanno scelto come testo da leggere e come oggetto di studio.
Edgar Lee Masters (Garnett, Kansas, 1869 - Melrose Park, Pennsylvania, 1950), visse a Chicago svolgendo l'attività di avvocato, ma desiderando dedicarsi alla poesia. Nel 1915 pubblicò L'antologia di Spoon River che ebbe subito un successo clamoroso. Nel 1924 tentò di dare un seguito alla raccolta con La Nuova Spoon River, che non fu altrettanto apprezzata. Il seguente L'uomo Lincoln(1931), molto discusso, le biografie di Lindsay, di Whitman, di Mark Twain non equipararono piú la fama ottenuta con il primo libro.
"Antologia di Spoon River"
di Edgar Lee Masters
2005
ET Poesia
EINAUDI
pp. XLVI-508
ISBN 8806174738
Contributi di Cesare Pavese e Guido Davico Bonino.
«Lee Masters guardò spietatamente alla "piccola America" del suo tempo e la giudicò e rappresentò in una formicolante commedia umana [...]. Le spettrali, dolenti, terribili, sarcastiche voci di Spoon River ci hanno tutti commossi e toccati a fondo».
Cesare Pavese
L'Antologia di Spoon River è stata pubblicata per la prima volta da Einaudi nel 1943, tradotta da Fernanda Pivano e scoperta da Cesare Pavese. Da allora sono state fatte ottanta edizioni e vendute 500 mila copie: un vero record per un libro di poesia, tradotto per di piú da un'altra lingua. Dal libro sono stati tratti dischi, riduzioni teatrali, musicali, radiofoniche, televisive. E intere generazioni l'hanno scelto come testo da leggere e come oggetto di studio.
Edgar Lee Masters (Garnett, Kansas, 1869 - Melrose Park, Pennsylvania, 1950), visse a Chicago svolgendo l'attività di avvocato, ma desiderando dedicarsi alla poesia. Nel 1915 pubblicò L'antologia di Spoon River che ebbe subito un successo clamoroso. Nel 1924 tentò di dare un seguito alla raccolta con La Nuova Spoon River, che non fu altrettanto apprezzata. Il seguente L'uomo Lincoln(1931), molto discusso, le biografie di Lindsay, di Whitman, di Mark Twain non equipararono piú la fama ottenuta con il primo libro.
"Antologia di Spoon River"
di Edgar Lee Masters
2005
ET Poesia
EINAUDI
pp. XLVI-508
ISBN 8806174738
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