martedì 1 settembre 2009

"Il sistema sceneggiatura" di Luca Bandirali ed Enrico Terrone

IL SISTEMA SCENEGGIATURA
Scrivere e descrivere i film.

il nuovo libro di Luca Bandirali e Enrico Terrone
DAL 17 SETTEMBRE IN LIBRERIA

Negli ultimi trent’anni la teoria del cinema si è occupata soprattutto del contesto del film, delle poetiche degli autori e degli atteggiamenti degli spettatori, lasciando che l’analisi delle strutture narrative divenisse appannaggio dei manuali di sceneggiatura.

Il tentativo di rispondere alla domanda teorica «che cos’è una storia per il cinema?» […] si è trovato sempre più spesso a passare attraverso le risposte alla domanda pratica «come funziona una sceneggiatura?», e quindi attraverso le riflessioni delle persone che le sceneggiature le scrivevano e le leggevano per mestiere.

Così ai formalisti russi (Propp, Jakobson) e ai narratologi francesi (Greimas, Genette), peraltro tutti teorici della letteratura più che del cinema, si sono progressivamente sostituiti i nomi degli story analyst e degli script consultant americani, i cosiddetti «neoaristotelici» […].

Questa mutazione del sistema di riferimento ha due conseguenze principali, una virtuosa e una viziosa.

L’aspetto virtuoso consegue dall’impostazione empirica e pragmatica degli story analyst, che non sono professori rinchiusi nella turris eburnea a vedere sempre gli stessi dieci film, ma professionisti che lavorano a stretto contatto con le grandi produzioni hollywoodiane, le quali offrono loro uno sterminato repertorio di «case studies» e soprattutto un sostanzioso banco di prova per la verificabilità delle ipotesi e dei modelli.

Ma da questa supremazia della prassi deriva anche l’aspetto vizioso della narratologia degli story analyst, ovvero la sua mancanza di rigore, di universalità e di sistematicità, e quindi la sua tendenza a ridursi a un bagaglio di trucchi e formule per imparare a scrivere «una grande sceneggiatura», dove l’enfasi è posta sul prescrivere come deve funzionare la trama del film da farsi, assai più che sullo spiegare come funzionano le trame dei film che già esistono.

Il sistema sceneggiatura si propone invece l’obiettivo di restituire lo studio delle strutture narrative alla teoria del cinema, facendo tesoro delle acquisizioni della manualistica degli story analyst, riformulate però all’interno di un discorso rigoroso e sistematico.

Il sistema sceneggiatura è animato dunque dalla volontà di trasformare gli strumenti pratici dei neoaristotelici in una macchina ideale, perfetta, paradigmatica, capace di spiegare «come funziona una sceneggiatura, che cos’è una storia per il cinema» in generale, nei termini concettuali di una teoria.

Di questa «macchina per scrivere e descrivere i film» le parti del libro analizzano le differenti componenti.

Nei capitoli iniziali ci si sofferma sul «telaio» della narrazione cinematografica, che consiste nelle definizioni basilari (storia e sceneggiatura, cap. 1), nei principi generativi (story concept e tema, cap. 2), e negli elementi costitutivi (personaggio e mondo, cap. 3). Da qui, si passa alla «dinamica», cioè al «motore» in grado di mettere in movimento la storia: questo «motore narrativo» è formato da uno schema basilare (il plot, cap. 4) e dalla sua attuazione (struttura in tre atti, cap. 5), il cui studio approfondito contempla la possibilità di varianti (le strutture alternative, cap. 6) e di versioni (il viaggio dell’eroe, cap. 7). Quindi è la volta della «carrozzeria» della storia, che consiste nella costruzione dei singoli segmenti (la scena, cap. 8) che sostanziano gli schemi narrativi traducendone le fasi e gli snodi in azioni concrete.

Infine si tratta di capire come avviene la «guida» della macchina, cioè con quali operazioni il discorso narrativo tiene le redini della storia (plot D, cap. 9); al che, si potrà tracciare una mappa delle principali «strade» che la macchina narrativa è solita percorrere (i generi, cap. 10).

Resta da stabilire a chi sia destinata questa «macchina per scrivere e descrivere i film».

La risposta è implicita nella formulazione stessa: il Sistema riguarda chi i film li vuole scrivere – sceneggiatori e aspiranti tali – perché capire come funziona un film è il modo migliore per imparare a progettarne uno; ma il libro riguarda ancor più chi i film vuole imparare a descriverli: a riconoscere come sono fatti, a capire come funzionano o come non funzionano, ad acquisire gli strumenti utili per analizzare, valutare, interpretare un’opera cinematografica con cognizione di causa. Dunque Il sistema sceneggiatura non si rivolge solo agli sceneggiatori, ma anche agli script consultant, ai critici cinematografici, agli studiosi e agli studenti.

Soprattutto si rivolge allo spettatore appassionato di cinema – qualunque sia il modo in cui questa passione si manifesta, fosse anche semplicemente guardando dei film – nella convinzione che la conoscenza di strutture e principi offra la possibilità di trasformare l’oggetto della propria passione in una disciplina che sarà fonte di piacere e conoscenza.

Luca Bandirali è docente di Storia e Tecnica della Sceneggiatura presso l’Università del Salento e ha scritto insieme a Sabina Guzzanti la sceneggiatura del film Le ragioni dell’aragosta (2007).

Enrico Terrone insegna Storia e critica del cinema presso l’Università del Piemonte Orientale e collabora con il Labont (Laboratorio di Ontologia) dell’Università di Torino.

Sono entrambi redattori di «Segnocinema».Per Lindau hanno scritto: Nell’occhio, nel cielo. Teoria e storia del cinema di fantascienza (2008).

"Il sistema sceneggiatura"
di Luca Bandirali ed Enrico Terrone
Edizioni Lindau
«Saggi»
pag. 326
euro 22
ISBN 978-88-7180-831-4

INTERVISTA AGLI AUTORI

Perché un libro sulla sceneggiatura?

Il cinema nella nostra società è stato ed è usato principalmente per raccontare storie, e quindi abbiamo ritenuto che un discorso adeguato sui film richieda come punto di partenza una riflessione approfondita sul funzionamento di queste storie. Ci interessava stabilire quali fossero le loro parti essenziali e i loro procedimenti di costruzione, partendo dall'impianto generale, cioè dalla domanda: «Che cosa deve necessariamente succedere perché ci sia una storia?», per arrivare fino ai minimi dettagli: «Come è fatto il mondo abitato dai personaggi di una storia? Attraverso quali traiettorie si dipana la storia? In che modo queste traiettorie sono scomposte in scene? Come funziona, presa singolarmente, ciascuna scena?»

A quali categorie di film si riferisce il vostro studio?
La risposta può sembrare presuntuosa ma è sincera: a tutti i film narrativi, da quelli più «commerciali» a quelli più «sperimentali», dai «classici» ai «contemporanei». Il nostro sistema comprende una molteplicità di sfumature e sfaccettature, ed è concepito per rendere ragione di qualsiasi film che rientri nell’alveo della narrazione, come dimostra il vasto repertorio di esempi al quale abbiamo fatto ricorso.

A quale lettore vi rivolgete?Non esiste individuo che non si confronti con delle narrazioni, di qualsivoglia genere. Nella nostra società le narrazioni dominanti sono quelle cinematografiche in senso lato (film e serie tv). Il nostro «sistema» è concepito dunque per un lettore-spettatore che, fatta l'esperienza della visione del film o della serie televisiva, abbia desiderio di coglierne e comprenderne i meccanismi, ad esempio al fine di corroborare i suoi giudizi sul film con argomentazioni fondate, anche semplicemente nel corso di una conversazione all’uscita dalla sala. Pensiamo al fatto che comunemente il discorso sui film è incentrato sulla storia che essi raccontano; crediamo in tal senso che possa essere molto interessante affrontare questo discorso così diffuso e condiviso con degli strumenti adeguati. È come conoscere la lingua di un paese, quando lo si visita; di solito se ne fa un'esperienza più piena e soddisfacente.

Dunque il libro serve soltanto per capire più in profondità i film e per discuterne con competenza?
No, serve a questo, ma non soltanto a questo. C'è un altro livello di lettura altrettanto importante: è quello a cui si accede quando si prova a scrivere una propria storia, e ci si rende conto che oltre alla cosiddetta ispirazione, c'è un gran bisogno di regole, coordinate, procedimenti, che servono a dare veramente forma all'idea narrativa che si ha; in questo caso, il "sistema" per leggere una narrazione altrui diventa il sistema per produrne una propria nel miglior modo.

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