Il 3 ottobre 1973, mentre era diretto all'aeroporto di Sofia al termine di una burrascosa visita ufficiale, Enrico Berlinguer rimase vittima di un incidente stradale: la sua auto venne investita da un camion.
Il segretario del PCI si salvò per miracolo, ma il suo interprete morì e Boris Velchev e Konstantin Tellalov, dirigenti del Partito Comunista Bulgaro riportarono gravi ferite. Per diciotto anni la notizia rimase avvolta nel segreto. Fu il senatore del PDS Emanuele Macaluso a rivelarla al settimanale «Panorama» nel '91, avanzando un’ipotesi clamorosa: l’incidente era stato organizzato dal KGB e dai servizi bulgari per eliminare il leader italiano. Macaluso venne smentito da quasi tutti i dirigenti del vecchio PCI; ma la vedova Berlinguer intervenne per dargli ragione.
Enrico, appena tornato dalla Bulgaria, le aveva manifestato i suoi sospetti: era convinto si fosse trattato di un attentato.
«Panorama» inviò Fasanella e Incerti a Sofia, dove raccolsero una serie impressionante di indizi e testimonianze a sostegno della tesi dell’attentato. Questo libro racconta l'indagine di allora e le novità emerse negli ultimi anni dai documenti dell’Istituto Gramsci, dalle carte del dossier Mitrokhin, da inchieste giudiziarie e da nuove testimonianze di Macaluso e della famiglia Berlinguer. Il risultato è un thriller politico dalla rigorosa documentazione, che cambierà le idee di molti sui rapporti fra il PCI di Berlinguer e il blocco sovietico.
«Fasanella e Incerti sono andati a indagare in Bulgaria. E hanno raccolto una serie di indizi che giustificano ampiamente i sospetti».
Indro Montanelli, «il Giornale», 11 novembre 1991
«Un prodotto raro nella pubblicistica italiana: un’inchiesta giornalistica documentata, nella quale gli autori mostrano di padroneggiare eventi e contesti, illuminano fatti e personaggi, ricostruiscono universi ideali e culturali […]. I due autori hanno raccolto una messe copiosa di testimonianze e indizi che conforta la tesi dell’attentato, di cui del resto Berlinguer per primo ebbe subito percezione. Tuttavia, non si limitano a ricostruire un episodio oscuro, ma ci restituiscono, con un racconto affascinante e informato, il quadro dei rapporti fra il PCI e il PCUS negli anni Settanta, le loro differenze e le aspre tensioni, i temi del loro contrasto».
dalla prefazione di Giuseppe Vacca
Giovanni Fasanella dal 1988 è giornalista parlamentare di «Panorama». Tra i suoi libri: Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro (con G. Pellegrino, Einaudi, 2000), Il misterioso intermediario. Igor Markevic e il caso Moro (con G. Rocca, Einaudi, 2003), Che cosa sono le BR (con A. Franceschini, Bur-Rizzoli, 2004). Nel 2006 Fazi ha pubblicato in volume il seguito delle ricerche condotte con Giuseppe Rocca sulla figura di Igor Markevic.
Corrado Incerti, da sempre giornalista per diverse testate nazionali, impegnato soprattutto nelle inchieste sul terrorismo italiano e internazionale, nel 1980 entra nella redazione del settimanale «Panorama», del quale, per vent'anni, è inviato per servizi in Italia e all'estero.
"Sofia 1973: Berlinguer deve morire"
di Giovanni Fasanella e Corrado Incerti
FAZI EDITORE
collana le terre
pagine 128
ISBN 88-8112-630-3
data di uscita 01/05/2005
prezzo in libreria € 12,00
martedì 30 giugno 2009
lunedì 29 giugno 2009
"Pechino è in coma" di Ma Jian
Dai Wei, in coma da dieci anni, è doppiamente prigioniero. Il 4 giugno 1989 è stato colpito alla testa da un proiettile durante la rivolta di piazza Tienanmen.
Da allora “vive” su un letto di ferro: prigioniero del proprio corpo, prigioniero della polizia, che aspetta il suo risveglio per arrestarlo. Tutto ciò che rimane a Dai Wei per non perdere il contatto con il mondo è la sua acutissima sensibilità per le piccole cose che gli succedono intorno e una dolorosa e poetica capacità di dialogare con il proprio corpo.
Mentre Dai Wei giace, immobile nel cambiamento, assistito dalla madre, la capitale della Cina cambia e lui ripercorre i giorni della rivolta studentesca – ma anche il decennio della Rivoluzione culturale – attraverso i ricordi: le mobilitazioni degli universitari di Beijing e le interminabili discussioni politiche, gli slogan gridati e i sentimenti sussurrati con riserbo.
E intanto, forse, si risveglia a un nuovo inizio, mentre l’isolato dove si trova la piccola casa in cui abita viene abbattuto, con la veccia Cina che muore, per far posto a uno stadio, il Nido, per le Olimpiadi del 2008.
“Questo libro vivido, pungente, e amaramente comico è un coraggioso Manifesto per il Ricordo, contro le forze corrosive del silenzio.”
The Guardian
“Ma Jian ha realizzato un’opera estremamente difficile: creare un’opera d’arte che è al tempo stesso alta letteratura e invito all’azione.”
The New York Review of Books
“Accade soltanto una volta in dieci anni, e forse in un’intera generazione, che un romanzo narri così profondamente il modo in cui guardiamo al mondo e a noi stessi.”
The Daily Telegraph
Ma Jian è nato a Qingdao nel 1953. Ha lasciato Pechino per Hong Kong nel 1987, poco prima che le sue opere fossero bandite in Cina. Dopo la restituzione dell’isola alla Repubblica Popolare Cinese, l’autore si è trasferito in Europa, prima in Germania e poi a Londra dove vive tuttora. In Italia, Neri Pozza ha pubblicato Polvere rossa nel 2002.
"Pechino è in coma"
di Ma Jian
FELTRINELLI
Traduzione di Katia Bagnoli
Collana: I Narratori
Pagine: 640
Prezzo: Euro 19,5
In libreria dal 4 giugno 2009
Da allora “vive” su un letto di ferro: prigioniero del proprio corpo, prigioniero della polizia, che aspetta il suo risveglio per arrestarlo. Tutto ciò che rimane a Dai Wei per non perdere il contatto con il mondo è la sua acutissima sensibilità per le piccole cose che gli succedono intorno e una dolorosa e poetica capacità di dialogare con il proprio corpo.
Mentre Dai Wei giace, immobile nel cambiamento, assistito dalla madre, la capitale della Cina cambia e lui ripercorre i giorni della rivolta studentesca – ma anche il decennio della Rivoluzione culturale – attraverso i ricordi: le mobilitazioni degli universitari di Beijing e le interminabili discussioni politiche, gli slogan gridati e i sentimenti sussurrati con riserbo.
E intanto, forse, si risveglia a un nuovo inizio, mentre l’isolato dove si trova la piccola casa in cui abita viene abbattuto, con la veccia Cina che muore, per far posto a uno stadio, il Nido, per le Olimpiadi del 2008.
“Questo libro vivido, pungente, e amaramente comico è un coraggioso Manifesto per il Ricordo, contro le forze corrosive del silenzio.”
The Guardian
“Ma Jian ha realizzato un’opera estremamente difficile: creare un’opera d’arte che è al tempo stesso alta letteratura e invito all’azione.”
The New York Review of Books
“Accade soltanto una volta in dieci anni, e forse in un’intera generazione, che un romanzo narri così profondamente il modo in cui guardiamo al mondo e a noi stessi.”
The Daily Telegraph
Ma Jian è nato a Qingdao nel 1953. Ha lasciato Pechino per Hong Kong nel 1987, poco prima che le sue opere fossero bandite in Cina. Dopo la restituzione dell’isola alla Repubblica Popolare Cinese, l’autore si è trasferito in Europa, prima in Germania e poi a Londra dove vive tuttora. In Italia, Neri Pozza ha pubblicato Polvere rossa nel 2002.
"Pechino è in coma"
di Ma Jian
FELTRINELLI
Traduzione di Katia Bagnoli
Collana: I Narratori
Pagine: 640
Prezzo: Euro 19,5
In libreria dal 4 giugno 2009
domenica 28 giugno 2009
"Cioccolato amaro" di Carol Off
UN VIAGGIO SCIOCCANTE NEL CUORE DELLA CORRUZIONE E DELLO SFRUTTAMENTO MESSI IN ATTO DALL’INDUSTRIA MULTIMILIARDARIA DEL CACAO
IL BLOOD DIAMONDS DEL CIOCCOLATO
Per la maggior parte di noi, il cioccolato è molto più che un semplice alimento divenuto parte integrante della dieta occidentale. È anche sinonimo di piacere seducente e appagante, può offrire una compensazione affettiva o creare dipendenza al pari di alcool e tabacco. Tuttavia, dietro la sua immagine edulcorata e romantica si cela una lunga storia fatta di sfruttamento, corruzione, ingordigia e schiavitù.
L’autrice offre un panorama completo della storia del cioccolato: prendendo le mosse dall’aristocrazia spagnola ed europea, che impazzì per questa prelibatezza azteca e schiavizzò intere popolazioni per assicurarsene l’approvvigionamento, si arriva sino a oggi e a quanto sta accadendo negli stati dell’Africa occidentale. Qui, e in particolare in Costa d’Avorio, terra in cui viene prodotta la metà del cacao mondiale, la ricchissima industria del cioccolato va da tempo foraggiando la guerra civile e diffondendo corruzione e povertà.
Pionieristico e rivelatore, Cioccolato amaro è una storia sociale, un’indagine appassionata e una coraggiosa denuncia nei confronti di un’industria multimiliardaria che ha istituzionalizzato la miseria per asservirla al nostro piacere.
Questo libro evidenzia l’enorme divario esistente tra i bambini europei e americani che sgranocchiano cioccolata mentre vanno a scuola e quelli che [in Africa] devono, sin dall’infanzia, lavorare per sopravvivere; il divario tra chi raccoglie il cacao nelle piantagioni e chi scarta uno snack al cioccolato.
dall’introduzione di Cioccolato amaro
Carol Off ha raccontato e vissuto in prima persona molti conflitti, dalla guerra nell’ex Jugoslavia sino alla “guerra al terrore” portata avanti dagli USA. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti per i suoi documentari girati in Africa, Asia ed Europa e trasmessi dalla CBC. Vive a Toronto.
"CIOCCOLATO AMARO"
Il lato oscuro del dolce più seducente
di Carol Off
NUOVI MONDI
Pagine 320
ISBN 978-88-89091-63-0
Prezzo in libreria: 16,50€
Prezzo online su nuovimondishop: 13,20€
Uscita in libreria: giugno 2009
IL BLOOD DIAMONDS DEL CIOCCOLATO
Per la maggior parte di noi, il cioccolato è molto più che un semplice alimento divenuto parte integrante della dieta occidentale. È anche sinonimo di piacere seducente e appagante, può offrire una compensazione affettiva o creare dipendenza al pari di alcool e tabacco. Tuttavia, dietro la sua immagine edulcorata e romantica si cela una lunga storia fatta di sfruttamento, corruzione, ingordigia e schiavitù.
L’autrice offre un panorama completo della storia del cioccolato: prendendo le mosse dall’aristocrazia spagnola ed europea, che impazzì per questa prelibatezza azteca e schiavizzò intere popolazioni per assicurarsene l’approvvigionamento, si arriva sino a oggi e a quanto sta accadendo negli stati dell’Africa occidentale. Qui, e in particolare in Costa d’Avorio, terra in cui viene prodotta la metà del cacao mondiale, la ricchissima industria del cioccolato va da tempo foraggiando la guerra civile e diffondendo corruzione e povertà.
Pionieristico e rivelatore, Cioccolato amaro è una storia sociale, un’indagine appassionata e una coraggiosa denuncia nei confronti di un’industria multimiliardaria che ha istituzionalizzato la miseria per asservirla al nostro piacere.
Questo libro evidenzia l’enorme divario esistente tra i bambini europei e americani che sgranocchiano cioccolata mentre vanno a scuola e quelli che [in Africa] devono, sin dall’infanzia, lavorare per sopravvivere; il divario tra chi raccoglie il cacao nelle piantagioni e chi scarta uno snack al cioccolato.
dall’introduzione di Cioccolato amaro
Carol Off ha raccontato e vissuto in prima persona molti conflitti, dalla guerra nell’ex Jugoslavia sino alla “guerra al terrore” portata avanti dagli USA. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti per i suoi documentari girati in Africa, Asia ed Europa e trasmessi dalla CBC. Vive a Toronto.
"CIOCCOLATO AMARO"
Il lato oscuro del dolce più seducente
di Carol Off
NUOVI MONDI
Pagine 320
ISBN 978-88-89091-63-0
Prezzo in libreria: 16,50€
Prezzo online su nuovimondishop: 13,20€
Uscita in libreria: giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
"Miss Little China" di Riccardo Cremona e Vincenzo de Cecco con Raffaele Oriani e Riccardo Staglianò
DVD
Venezia, Brescia, Prato... le città preferite dai cinesi d’Italia. È lì che costruiscono la loro nuova vita, tra debiti da pagare, sogni da realizzare, la grande sfida dell’integrazione, le famiglie d’origine lontane migliaia di chilometri.
Gli immigrati orientali sono umili, ambiziosi, tenaci. Ma cosa li muove? A cosa pensano? Cosa fanno lontano dai nostri sguardi? Secondo i luoghi comuni se ne stanno sempre tra loro, lavorano per le Triadi, cucinano carne di cane, non muoiono mai.
"Miss Little China" registra queste voci ma racconta altre cose. Per la prima volta una telecamera ha potuto vederli e ascoltarli da vicino: in casa, al lavoro, in discoteca. E in attesa di eleggere la più bella del reame...
Contenuti extra: "Lezione di Italia" del prof. Lu Jiehuan.
L’Italia e gli italiani visti e raccontati dai cinesi.
Libro
"Miss Little China fa vedere per la prima volta i cinesi in una dimensione quotidiana. Un'intimità personale e famigliare completamente inedita. Un'occasione rara per entrare in un mondo di cui non si sa niente, al netto di una quantità industriale di luoghi comuni."
Dopo "I cinesi non muoiono mai", con questo libro Oriani e Staglianò tornano a raccontare la “straordinaria normalità” di un popolo molto simile agli italiani di un tempo. Un popolo di migranti, tenace e coraggioso, che attraversa mille contraddizioni ma sa reagire alle difficoltà. “Sono poi così diversi dai nostri padri, madri e nonni di cinquant’anni fa i migranti cinesi che oggi si riversano da noi con l’unico obiettivo di lavorare sodo, fare fortuna e mettersi in proprio?”
Nella seconda parte (“A lezione di Italia”), il libro riprende la lezione del prof. Lu Jiehuan, in Italia da vent’anni, ultima tappa di un viaggio che lo ha portato in Giappone, Brasile, Ecuador, Cuba, Canada. Nel nostro Paese ha fatto il cuoco, il commesso in un supermercato, l’operaio tessile, il gestore di fast food. Oggi fa il mediatore culturale. Insegna ai cinesi non solo la lingua ma soprattutto chi sono e come vivono gli italiani.
Riccardo Cremona è regista documentarista. Tra i suoi film, IL VIAGGIO DI GIUSEPPE e la serie COMMISSARIATO TREVI-CAMPO MARZIO.
Vincenzo de Cecco è regista documentarista. Tra i suoi film R11, LA DEMOCRAZIA DINANZI AI GIUDICI, OCCHI SU ROMA e la serie COMMISSARIATO TREVI-CAMPO MARZIO..
Raffaele Oriani è giornalista freelance. Ha lavorato per molti anni a “Io donna”, il settimanale del “Corriere della Sera”. È anche autore di POMPEI. SCENE DA UN PATRIMONIO (I libri di Reset, 1998) e A NORD. VOLTI E STORIE DAL TETTO D’EUROPA (Editori Riuniti, 2000).
Riccardo Staglianò è giornalista de “la Repubblica”. Nel 2001 ha vinto il Premio Ischia di Giornalismo, sezione giovani. È anche autore di BILL GATES. UNA BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA (Feltrinelli, 2000) e L’IMPERO DEI FALSI (Laterza, 2006).
"MISS LITTLE CHINA"
di Riccardo Cremona e Vincenzo de Cecco
con Raffaele Oriani e Riccardo Staglianò
Contenuti extra:
LEZIONE DI ITALIA del prof. Lu Jiehuan. L’Italia e gli italiani visti e raccontati dai cinesi.
Chiarelettere
Dvd durata 60 minuti
Libro pp. 74
Cofanetto – euro 19,60
In libreria
Venezia, Brescia, Prato... le città preferite dai cinesi d’Italia. È lì che costruiscono la loro nuova vita, tra debiti da pagare, sogni da realizzare, la grande sfida dell’integrazione, le famiglie d’origine lontane migliaia di chilometri.
Gli immigrati orientali sono umili, ambiziosi, tenaci. Ma cosa li muove? A cosa pensano? Cosa fanno lontano dai nostri sguardi? Secondo i luoghi comuni se ne stanno sempre tra loro, lavorano per le Triadi, cucinano carne di cane, non muoiono mai.
"Miss Little China" registra queste voci ma racconta altre cose. Per la prima volta una telecamera ha potuto vederli e ascoltarli da vicino: in casa, al lavoro, in discoteca. E in attesa di eleggere la più bella del reame...
Contenuti extra: "Lezione di Italia" del prof. Lu Jiehuan.
L’Italia e gli italiani visti e raccontati dai cinesi.
Libro
"Miss Little China fa vedere per la prima volta i cinesi in una dimensione quotidiana. Un'intimità personale e famigliare completamente inedita. Un'occasione rara per entrare in un mondo di cui non si sa niente, al netto di una quantità industriale di luoghi comuni."
Dopo "I cinesi non muoiono mai", con questo libro Oriani e Staglianò tornano a raccontare la “straordinaria normalità” di un popolo molto simile agli italiani di un tempo. Un popolo di migranti, tenace e coraggioso, che attraversa mille contraddizioni ma sa reagire alle difficoltà. “Sono poi così diversi dai nostri padri, madri e nonni di cinquant’anni fa i migranti cinesi che oggi si riversano da noi con l’unico obiettivo di lavorare sodo, fare fortuna e mettersi in proprio?”
Nella seconda parte (“A lezione di Italia”), il libro riprende la lezione del prof. Lu Jiehuan, in Italia da vent’anni, ultima tappa di un viaggio che lo ha portato in Giappone, Brasile, Ecuador, Cuba, Canada. Nel nostro Paese ha fatto il cuoco, il commesso in un supermercato, l’operaio tessile, il gestore di fast food. Oggi fa il mediatore culturale. Insegna ai cinesi non solo la lingua ma soprattutto chi sono e come vivono gli italiani.
Riccardo Cremona è regista documentarista. Tra i suoi film, IL VIAGGIO DI GIUSEPPE e la serie COMMISSARIATO TREVI-CAMPO MARZIO.
Vincenzo de Cecco è regista documentarista. Tra i suoi film R11, LA DEMOCRAZIA DINANZI AI GIUDICI, OCCHI SU ROMA e la serie COMMISSARIATO TREVI-CAMPO MARZIO..
Raffaele Oriani è giornalista freelance. Ha lavorato per molti anni a “Io donna”, il settimanale del “Corriere della Sera”. È anche autore di POMPEI. SCENE DA UN PATRIMONIO (I libri di Reset, 1998) e A NORD. VOLTI E STORIE DAL TETTO D’EUROPA (Editori Riuniti, 2000).
Riccardo Staglianò è giornalista de “la Repubblica”. Nel 2001 ha vinto il Premio Ischia di Giornalismo, sezione giovani. È anche autore di BILL GATES. UNA BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA (Feltrinelli, 2000) e L’IMPERO DEI FALSI (Laterza, 2006).
"MISS LITTLE CHINA"
di Riccardo Cremona e Vincenzo de Cecco
con Raffaele Oriani e Riccardo Staglianò
Contenuti extra:
LEZIONE DI ITALIA del prof. Lu Jiehuan. L’Italia e gli italiani visti e raccontati dai cinesi.
Chiarelettere
Dvd durata 60 minuti
Libro pp. 74
Cofanetto – euro 19,60
In libreria
venerdì 26 giugno 2009
"1000 Lingue, come parla il pianeta"
1000 Lingue è una sorta di tour linguistico per il pianeta, che esplora le fonti, le tipologie e la relazioni che intercorrono fra le diverse lingue. Passa in rassegna le lingue e gli idiomi del pianeta nonché le caratteristiche delle lingue morte.
Il volume è organizzato per regioni e ogni voce riporta il numero delle persone che parlano quella lingua, l’area geografica coperta, la crescita e lo sviluppo e altri aspetti chiave. Il testo seppur scritto da studiosi è accessibile e comprensibile ed è corredato da mappe e fotografie.
Le lingue morte o a rischio vengono trattate in maniera esaustiva e le mappe spiegano la dislocazione dei diversi gruppi.
I termini più importanti sono spiegati in un ampio e dettagliato glossario.
Ci sono oltre 6000 lingue in uso nel mondo, da quelle parlate da milioni di persone a quelle che sopravvivono grazie a comunità piccolissime. Tuttavia, molti studiosi ci avvertono che intorno al 2050 metà delle lingue attuali saranno scomparse. Diventa quindi un viaggio culturalmente interessante sapere quali sono quelle attuali e conoscere le loro caratteristiche.
"1000 Lingue, come parla il pianeta"
Edizione: Logos Books
Cover: Rilegato con sovraccoperta
Dimensioni: 210x260
Pagine: 288
Lingua: Italiano
Prezzo: 24.95 euro
ISBN: 9788879409186
Il volume è organizzato per regioni e ogni voce riporta il numero delle persone che parlano quella lingua, l’area geografica coperta, la crescita e lo sviluppo e altri aspetti chiave. Il testo seppur scritto da studiosi è accessibile e comprensibile ed è corredato da mappe e fotografie.
Le lingue morte o a rischio vengono trattate in maniera esaustiva e le mappe spiegano la dislocazione dei diversi gruppi.
I termini più importanti sono spiegati in un ampio e dettagliato glossario.
Ci sono oltre 6000 lingue in uso nel mondo, da quelle parlate da milioni di persone a quelle che sopravvivono grazie a comunità piccolissime. Tuttavia, molti studiosi ci avvertono che intorno al 2050 metà delle lingue attuali saranno scomparse. Diventa quindi un viaggio culturalmente interessante sapere quali sono quelle attuali e conoscere le loro caratteristiche.
"1000 Lingue, come parla il pianeta"
Edizione: Logos Books
Cover: Rilegato con sovraccoperta
Dimensioni: 210x260
Pagine: 288
Lingua: Italiano
Prezzo: 24.95 euro
ISBN: 9788879409186
giovedì 25 giugno 2009
"Traffici criminali" di Gabriella Gribaudi
Il volume presenta i risultati di una ricerca sulla camorra nel confronto con fenomeni analoghi in Italia e all’estero.
Le organizzazioni criminali vengono analizzate nel loro sviluppo storico evidenziandone la struttura, le relazioni con la popolazione locale, il radicamento in un contesto geografico, il controllo del territorio, i rapporti con la politica.
Ma vengono anche seguite nelle loro attività più sommerse, attraverso vaste reti internazionali perfettamente integrate nei più moderni processi di globalizzazione, nei traffici illegali che dominano il mondo: il commercio della droga o dei beni contraffatti, il controllo delle migrazioni clandestine o semplicemente la circolazione di merci che tenta di eludere frontiere e tasse.
Sono lunghe catene che attraversano territori, uniscono segmenti di mondo estremamente differenziati, li mettono in comunicazione. Produzione, commercializzazione, distribuzione del prodotto si svolgono in un continuum fra mercati legali e mercati illegali, e il confine tra i due si sposta costantemente.
Con il declino dello sviluppo industriale che ha retto l’era «moderna», città-porto come Napoli, Marsiglia, Tangeri acquistano oggi un ruolo centrale agli snodi di questa enorme rete di traffici internazionali. I clan camorristi e mafiosi hanno capitale economico, umano e sociale per inserirsi appieno in questi traffici, mantenendo saldissime radici locali e acquistando insieme una dimensione transnazionale in un intrico inestricabile di modernità e tradizione.
La curatrice:
Gabriella Gribaudi insegna Storia contemporanea presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha pubblicato Mediatori. Antropologia del potere democristiano nel Mezzogiorno (Rosenberg & Sellier, Torino 1980); A Eboli. Il mondo meridionale in cent’anni di trasformazione (Marsilio, Venezia 1990); Donne, uomini, famiglie. Napoli nel Novecento (L’ancora del Mediterraneo, Napoli 1999) e, presso la nostra casa editrice, Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste: Napoli e il fronte meridionale 1940-44 (2005). Fa parte della direzione di «Quaderni storici».
"Traffici criminali"
Camorra, mafie e reti internazionali dell’illegalità
a cura di Gabriella Gribaudi
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2009
Collana «Nuova Cultura - Introduzioni»
Prezzo €20,00
620 Pagine
Le organizzazioni criminali vengono analizzate nel loro sviluppo storico evidenziandone la struttura, le relazioni con la popolazione locale, il radicamento in un contesto geografico, il controllo del territorio, i rapporti con la politica.
Ma vengono anche seguite nelle loro attività più sommerse, attraverso vaste reti internazionali perfettamente integrate nei più moderni processi di globalizzazione, nei traffici illegali che dominano il mondo: il commercio della droga o dei beni contraffatti, il controllo delle migrazioni clandestine o semplicemente la circolazione di merci che tenta di eludere frontiere e tasse.
Sono lunghe catene che attraversano territori, uniscono segmenti di mondo estremamente differenziati, li mettono in comunicazione. Produzione, commercializzazione, distribuzione del prodotto si svolgono in un continuum fra mercati legali e mercati illegali, e il confine tra i due si sposta costantemente.
Con il declino dello sviluppo industriale che ha retto l’era «moderna», città-porto come Napoli, Marsiglia, Tangeri acquistano oggi un ruolo centrale agli snodi di questa enorme rete di traffici internazionali. I clan camorristi e mafiosi hanno capitale economico, umano e sociale per inserirsi appieno in questi traffici, mantenendo saldissime radici locali e acquistando insieme una dimensione transnazionale in un intrico inestricabile di modernità e tradizione.
La curatrice:
Gabriella Gribaudi insegna Storia contemporanea presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha pubblicato Mediatori. Antropologia del potere democristiano nel Mezzogiorno (Rosenberg & Sellier, Torino 1980); A Eboli. Il mondo meridionale in cent’anni di trasformazione (Marsilio, Venezia 1990); Donne, uomini, famiglie. Napoli nel Novecento (L’ancora del Mediterraneo, Napoli 1999) e, presso la nostra casa editrice, Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste: Napoli e il fronte meridionale 1940-44 (2005). Fa parte della direzione di «Quaderni storici».
"Traffici criminali"
Camorra, mafie e reti internazionali dell’illegalità
a cura di Gabriella Gribaudi
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2009
Collana «Nuova Cultura - Introduzioni»
Prezzo €20,00
620 Pagine
mercoledì 24 giugno 2009
"Le anime nere del capitalismo" di Gianni Flamini
Dalle Torri Gemelle alla crisi economica globale: le guerre e i crimini di un sistema malato.
L'11 settembre 2001 la furia cieca del terrorismo si è abbattuta sulle Torri Gemelle di Manhattan riducendole in polvere. Da quel terribile giorno il fantasma di Al Qaeda è diventato il simbolo di una crociata contro il terrore che non risparmia vittime innocenti.
Dalla fine del 2001 gli Stati Uniti, con l'Europa al seguito, si sono avventurati in guerre lontane quanto disastrose. Afghanistan, Iraq, Palestina: massacri su massacri si consumano in nome della democrazia, mentre gli strepitanti megafoni di un'imponente macchina pubblicitaria continuano a inneggiare alla guerra e alla paura, salvo tacere, con il beneplacito della comunità internazionale, di fronte alle stragi di civili innocenti.
E mentre fiumi di petrolio coprono la verità, e Israele procede indisturbato l'opera di annientamento del popolo palestinese, è Sua Maestà il dollaro a muovere la scacchiera degli equilibri internazionali. Fino alla resa dei conti nel 2008, quando, sempre a Manhattan, in un altro terribile giorno di settembre, il crollo di Wall Street ha svelato una nuova sconvolgente verità: in tutti questi anni, di pari passo con la follia della Guerra Globale al Terrorismo, serpeggiava silenziosa un'altra follia, quella dei maghi della finanza che promettevano l'Eldorado e hanno invece prodotto milioni di nuovi disoccupati.
Hanno scritto di Gianni Flamini:
«Flamini basa il suo racconto su fatti accertati. E riesce a far vedere quei brandelli di verità che vengono allegramente ignorati.»
Internazionale
«Il libro di Flamini è una lettura importante, diretta, agile e l'autore non teme di schierarsi a difesa della libertà e della democrazia.»
Le Monde Diplomatique
Gianni Flamini: bolognese, fa il giornalista. Da oltre trent’anni è impegnato in ardue e non indulgenti ricerche sui temi del terrorismo, dell’eversione e della “politica parallela” (quella che si fa ma non si dice). Ha pubblicato una serie di libri-inchiesta: Un agosto tranquillo, Il partito del golpe, L’ombra della piramide, La banda della Magliana, I pretoriani di Pace e Libertà, Segreto di Stato (con Claudio Nunziata), Brennero Connection, L’amico americano, Il bullo del quartiere, Il sindacato scomodo, Diario criminale (con Claudio Nunziata); e, per la Newton Compton, i volumi L'Italia dei colpi di Stato e Il libro che lo Stato italiano non ti farebbe mai leggere.
"Le anime nere del capitalismo"
di Gianni Flamini
NEWTON COMPTON
ISBN 978-88-541-1495-1
Pagine 336
Euro 12,90
Controcorrente n. 51
L'11 settembre 2001 la furia cieca del terrorismo si è abbattuta sulle Torri Gemelle di Manhattan riducendole in polvere. Da quel terribile giorno il fantasma di Al Qaeda è diventato il simbolo di una crociata contro il terrore che non risparmia vittime innocenti.
Dalla fine del 2001 gli Stati Uniti, con l'Europa al seguito, si sono avventurati in guerre lontane quanto disastrose. Afghanistan, Iraq, Palestina: massacri su massacri si consumano in nome della democrazia, mentre gli strepitanti megafoni di un'imponente macchina pubblicitaria continuano a inneggiare alla guerra e alla paura, salvo tacere, con il beneplacito della comunità internazionale, di fronte alle stragi di civili innocenti.
E mentre fiumi di petrolio coprono la verità, e Israele procede indisturbato l'opera di annientamento del popolo palestinese, è Sua Maestà il dollaro a muovere la scacchiera degli equilibri internazionali. Fino alla resa dei conti nel 2008, quando, sempre a Manhattan, in un altro terribile giorno di settembre, il crollo di Wall Street ha svelato una nuova sconvolgente verità: in tutti questi anni, di pari passo con la follia della Guerra Globale al Terrorismo, serpeggiava silenziosa un'altra follia, quella dei maghi della finanza che promettevano l'Eldorado e hanno invece prodotto milioni di nuovi disoccupati.
Hanno scritto di Gianni Flamini:
«Flamini basa il suo racconto su fatti accertati. E riesce a far vedere quei brandelli di verità che vengono allegramente ignorati.»
Internazionale
«Il libro di Flamini è una lettura importante, diretta, agile e l'autore non teme di schierarsi a difesa della libertà e della democrazia.»
Le Monde Diplomatique
Gianni Flamini: bolognese, fa il giornalista. Da oltre trent’anni è impegnato in ardue e non indulgenti ricerche sui temi del terrorismo, dell’eversione e della “politica parallela” (quella che si fa ma non si dice). Ha pubblicato una serie di libri-inchiesta: Un agosto tranquillo, Il partito del golpe, L’ombra della piramide, La banda della Magliana, I pretoriani di Pace e Libertà, Segreto di Stato (con Claudio Nunziata), Brennero Connection, L’amico americano, Il bullo del quartiere, Il sindacato scomodo, Diario criminale (con Claudio Nunziata); e, per la Newton Compton, i volumi L'Italia dei colpi di Stato e Il libro che lo Stato italiano non ti farebbe mai leggere.
"Le anime nere del capitalismo"
di Gianni Flamini
NEWTON COMPTON
ISBN 978-88-541-1495-1
Pagine 336
Euro 12,90
Controcorrente n. 51
martedì 23 giugno 2009
"I dolori della Pace" di Giuseppe Goffredo
Come possiamo accettare che il nostro benessere sia basato sulla morte e la sofferenza degli altri?
Come possiamo accettare che la pace si regga sulla occupazione delle terre altrui? Quale futuro immaginiamo per i nostri figli lasciandoli soli accanto ad arsenali di armi e ordigni nucleari?
Come possiamo sopportare che poche oligarchie di potere possano propagandare la guerra, in nome della democrazia e dell’umanità e chiederci di essere loro complici?
C’è stata per tutto il primo decennio del Terzo Millennio una oligarchia di potere che ha contrabbandato la crisi di civiltà, con lo “scontro di civiltà”.
All’attentato dell’11 settembre del 2001 il “bushismo” ha risposto con la “guerra preventiva”; il terrorismo e la guerra hanno preso, così, strade divergenti che hanno lo stesso obiettivo: nascondere il fallimento e l’incapacità della classe dirigente a risolvere i problemi del mondo. La sensazione che si ha è che siamo prigionieri di due opposti “fondamentalismi” che vogliono portare il mondo verso uno scontro frontale.
Scrivere, pensare, fare, a cominciare da un Paese posizionato nel pieno delle acque del Mediterraneo significa, così, ripristinare ogni giorno e sempre con pazienza e ostinazione i ponti di dialogo fra le diverse rive. Sapere che l’identità di questa Penisola è composta da una soggettività culturale molteplice, in cui è la ricchezza delle differenze a comporre l’unità da Sud a Nord. Sicché ragionare sul dialogo fra le culture e la pace è necessario per ritrovare una idea di “Noi” e del nostro futuro, fuori dal concetto selettivo del darwinismo armato.
Essere lucidi e fermi nel trovare la strada che porti alla ragione e alla pedagogia del disarmo “culturale”.
Giuseppe Goffredo poeta e scrittore è nato ad Alberobello in Puglia. Ha pubblicato le seguenti opere di poesia: Fra Muri e Sogni, "Nuovi Poeti Italiana" Torino, Einaudi, 1982; Paesaggi di Maggio, "Almanacco dello Specchio n. 13" Milano, Mondadori, 1989; Elegie Empiriche Guerini e Associati, Milano, 1992; Elegie Empiriche ampliata e ripubblicata per dall'editore Argo di Lecce nel 1995; Alle Porte di Alessandria (poesie 1977-2000), ed. La Mongolfiera, 2003; Contrade Madri di Aprile ed. Lieto Colle, 2007. Per la narrativa ha pubblicato "Il Cielo Sopra Baghdad. Diario di un viaggio in Iraq", ed. La Mongolfiera, 2003, nuova edizione Poiesis Editrice 2006. Dal 1983 al 1993 ha ideato e diretto a Conversano Poesia Inchiostro rassegna della poesia e dell'arte fra i Paesi Mediterranei. Dal 1994 ha fondato e dirige i Seminari di Marzo dialoghi: Mezzogiorno-Mediterraneo-Europa, la rivista da Qui letteratura arte e società fra le Regioni e le Culture mediterranee, Poiesis Editrice. Ha fondato e dirige Poiesis Editrice.
"I dolori della Pace"
scontro o crisi di civiltà nel Mediterraneo dal darwinismo geopolitico al disarmo culturale
di Giuseppe Goffredo
2009
€ 14,00
pp. 124
POIESIS EDITRICE
Saggi
collana: Le Ossidiane.
Il libro verrà presentato giovedì 25 giugno, alle ore 19.30, presso la libreria "Il Ghigno" che si trova in Via G. Salepico, 47. Interverrà l'autore.
Come possiamo accettare che la pace si regga sulla occupazione delle terre altrui? Quale futuro immaginiamo per i nostri figli lasciandoli soli accanto ad arsenali di armi e ordigni nucleari?
Come possiamo sopportare che poche oligarchie di potere possano propagandare la guerra, in nome della democrazia e dell’umanità e chiederci di essere loro complici?
C’è stata per tutto il primo decennio del Terzo Millennio una oligarchia di potere che ha contrabbandato la crisi di civiltà, con lo “scontro di civiltà”.
All’attentato dell’11 settembre del 2001 il “bushismo” ha risposto con la “guerra preventiva”; il terrorismo e la guerra hanno preso, così, strade divergenti che hanno lo stesso obiettivo: nascondere il fallimento e l’incapacità della classe dirigente a risolvere i problemi del mondo. La sensazione che si ha è che siamo prigionieri di due opposti “fondamentalismi” che vogliono portare il mondo verso uno scontro frontale.
Scrivere, pensare, fare, a cominciare da un Paese posizionato nel pieno delle acque del Mediterraneo significa, così, ripristinare ogni giorno e sempre con pazienza e ostinazione i ponti di dialogo fra le diverse rive. Sapere che l’identità di questa Penisola è composta da una soggettività culturale molteplice, in cui è la ricchezza delle differenze a comporre l’unità da Sud a Nord. Sicché ragionare sul dialogo fra le culture e la pace è necessario per ritrovare una idea di “Noi” e del nostro futuro, fuori dal concetto selettivo del darwinismo armato.
Essere lucidi e fermi nel trovare la strada che porti alla ragione e alla pedagogia del disarmo “culturale”.
Giuseppe Goffredo poeta e scrittore è nato ad Alberobello in Puglia. Ha pubblicato le seguenti opere di poesia: Fra Muri e Sogni, "Nuovi Poeti Italiana" Torino, Einaudi, 1982; Paesaggi di Maggio, "Almanacco dello Specchio n. 13" Milano, Mondadori, 1989; Elegie Empiriche Guerini e Associati, Milano, 1992; Elegie Empiriche ampliata e ripubblicata per dall'editore Argo di Lecce nel 1995; Alle Porte di Alessandria (poesie 1977-2000), ed. La Mongolfiera, 2003; Contrade Madri di Aprile ed. Lieto Colle, 2007. Per la narrativa ha pubblicato "Il Cielo Sopra Baghdad. Diario di un viaggio in Iraq", ed. La Mongolfiera, 2003, nuova edizione Poiesis Editrice 2006. Dal 1983 al 1993 ha ideato e diretto a Conversano Poesia Inchiostro rassegna della poesia e dell'arte fra i Paesi Mediterranei. Dal 1994 ha fondato e dirige i Seminari di Marzo dialoghi: Mezzogiorno-Mediterraneo-Europa, la rivista da Qui letteratura arte e società fra le Regioni e le Culture mediterranee, Poiesis Editrice. Ha fondato e dirige Poiesis Editrice.
"I dolori della Pace"
scontro o crisi di civiltà nel Mediterraneo dal darwinismo geopolitico al disarmo culturale
di Giuseppe Goffredo
2009
€ 14,00
pp. 124
POIESIS EDITRICE
Saggi
collana: Le Ossidiane.
Il libro verrà presentato giovedì 25 giugno, alle ore 19.30, presso la libreria "Il Ghigno" che si trova in Via G. Salepico, 47. Interverrà l'autore.
lunedì 22 giugno 2009
"Una storia quasi soltanto mia" di Pinelli e Scaramucci
A quarant’anni dalla morte di Giuseppe Pinelli, il racconto della vedova del ferroviere anarchico morto in circostanze mai chiarite nella questura di Milano nel 1969.
“Ma non raggiungere la verità giudiziaria è una sconfitta dello Stato. È lo Stato che ha perso appunto perché non ha saputo colpire chi ha sbagliato. Perché in un modo o nell’altro, voglio dire direttamente o indirettamente, Pino è stato ucciso. E poi non è una questione di vincere o di perdere: semplicemente uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste.”
Licia Pinelli
Licia e Pino si conobbero nel 1952 a un corso di esperanto, a Milano. Lei voleva imparare la “lingua universale” che avrebbe facilitato la comprensione tra i popoli e portato la pace; lui voleva prendere il diploma e insegnarlo. Comincia così la loro storia d’amore. Licia, che ha cominciato a lavorare come dattilografa a tredici anni, fa la segretaria e abita in un palazzo popolare in viale Monza. Quando finisce il lavoro fa a piedi il tragitto fino a casa con Pino. Parlano tanto, hanno ideali comuni e amano leggere. Dopo due anni di fidanzamento si sposano, nonostante le diffidenze dei genitori, e conducono una vita bohémien. Pino fa il ferroviere, è anarchico e, dato che con la nascita delle due figlie Licia lo spinge a uscire, si butta nella politica attiva. Per casa c’è sempre gente, e a Licia piace. Poi arriva la notizia della morte di Pino, che si sarebbe suicidato gettandosi dalla finestra della questura, nell’ufficio del commissario Calabresi. Licia non ci crede. Secondo lei, il marito è stato picchiato, creduto morto e buttato giù. Poi arriva l’omicidio Calabresi. Licia prova orrore alla notizia ma vuole sapere la verità e avere giustizia perché ha fiducia nello Stato di diritto. E, a quarant’anni di distanza, vorrebbe ancora la verità. Il racconto sobrio e mai retorico di questa vicenda molto privata, ma non “soltanto sua”, fondamentale per la storia d’Italia recente, è arricchito da una cronologia degli eventi più importanti dell’epoca, una bibliografia aggiornata, una raccolta di testimonianze di alcune personalità su Pinelli e un inserto di foto.
Licia Pinelli è la vedova di Giuseppe Pinelli. Il libro-intervista, "Una storia quasi soltanto mia", è stato pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1982.
Piero Scaramucci (Praga 1937), giornalista, inviato speciale alla Rai dove ha lavorato dal 1961 al 1992, dal 1992 al 2002 è stato direttore di Radio Popolare, che aveva contribuito a fondare nel 1976. Ha svolto attività sindacale e negli anni sessanta e settanta è stato militante di Lotta Continua e ha partecipato al Movimento dei giornalisti democratici. Svolge attività didattica per la formazione giornalistica. Oggi è vicepresidente del Comitato regionale per le comunicazioni della Lombardia.
"Una storia quasi soltanto mia"
di Licia Pinelli e Piero Scaramucci
FELTRINELLI
Collana: Universale Economica Vite Narrate
Pagine: 192
Prezzo: Euro 8,5
In libreria dal 2 settembre 2009
“Ma non raggiungere la verità giudiziaria è una sconfitta dello Stato. È lo Stato che ha perso appunto perché non ha saputo colpire chi ha sbagliato. Perché in un modo o nell’altro, voglio dire direttamente o indirettamente, Pino è stato ucciso. E poi non è una questione di vincere o di perdere: semplicemente uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste.”
Licia Pinelli
Licia e Pino si conobbero nel 1952 a un corso di esperanto, a Milano. Lei voleva imparare la “lingua universale” che avrebbe facilitato la comprensione tra i popoli e portato la pace; lui voleva prendere il diploma e insegnarlo. Comincia così la loro storia d’amore. Licia, che ha cominciato a lavorare come dattilografa a tredici anni, fa la segretaria e abita in un palazzo popolare in viale Monza. Quando finisce il lavoro fa a piedi il tragitto fino a casa con Pino. Parlano tanto, hanno ideali comuni e amano leggere. Dopo due anni di fidanzamento si sposano, nonostante le diffidenze dei genitori, e conducono una vita bohémien. Pino fa il ferroviere, è anarchico e, dato che con la nascita delle due figlie Licia lo spinge a uscire, si butta nella politica attiva. Per casa c’è sempre gente, e a Licia piace. Poi arriva la notizia della morte di Pino, che si sarebbe suicidato gettandosi dalla finestra della questura, nell’ufficio del commissario Calabresi. Licia non ci crede. Secondo lei, il marito è stato picchiato, creduto morto e buttato giù. Poi arriva l’omicidio Calabresi. Licia prova orrore alla notizia ma vuole sapere la verità e avere giustizia perché ha fiducia nello Stato di diritto. E, a quarant’anni di distanza, vorrebbe ancora la verità. Il racconto sobrio e mai retorico di questa vicenda molto privata, ma non “soltanto sua”, fondamentale per la storia d’Italia recente, è arricchito da una cronologia degli eventi più importanti dell’epoca, una bibliografia aggiornata, una raccolta di testimonianze di alcune personalità su Pinelli e un inserto di foto.
Licia Pinelli è la vedova di Giuseppe Pinelli. Il libro-intervista, "Una storia quasi soltanto mia", è stato pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1982.
Piero Scaramucci (Praga 1937), giornalista, inviato speciale alla Rai dove ha lavorato dal 1961 al 1992, dal 1992 al 2002 è stato direttore di Radio Popolare, che aveva contribuito a fondare nel 1976. Ha svolto attività sindacale e negli anni sessanta e settanta è stato militante di Lotta Continua e ha partecipato al Movimento dei giornalisti democratici. Svolge attività didattica per la formazione giornalistica. Oggi è vicepresidente del Comitato regionale per le comunicazioni della Lombardia.
"Una storia quasi soltanto mia"
di Licia Pinelli e Piero Scaramucci
FELTRINELLI
Collana: Universale Economica Vite Narrate
Pagine: 192
Prezzo: Euro 8,5
In libreria dal 2 settembre 2009
domenica 21 giugno 2009
"L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin" di Alessandro Baricco
“A volte azzardare ipotesi è solo un modo di chiarirsi certe domande. È il caso, ad esempio, di questo libro. A leggerlo può sembrare soprattutto una collezione di certezze: ma scriverlo è stato soprattutto un modo di mettere a fuoco dei dubbi. Interrogativi che dovrebbero sorgere spontanei in chi frequenta per amore o per mestiere la musica colta: che senso ha ancor oggi parlare di un suo primato culturale e morale? Il modo in cui la si consuma replica anacronistici riti o ha qualcosa a che vedere con il nostro tempo? E la Nuova Musica – totem indiscusso e scomodo – è stata un’avventura intellettuale della modernità o solo una sofisticata truffa? E continuare a scrivere musica oggi, è una cosa che ha un senso o è un esercizio gratuito per pochi eletti stabilitisi fuori dal mondo?”
dalla Nota introduttiva
Una serie di riflessioni sulla musica colta, o classica o seria, e sulla Nuova Musica, contemporanea, in Italia, alla luce del presente della modernità, o del post-moderno.
Quattro saggi che ruotano attorno a un interrogativo: come hanno reagito l’idea e la pratica della musica colta all’impatto con la modernità? Il primo Baricco: critico musicale e grande divulgatore.
Alessandro Baricco: nato a Torino nel 1958, si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al Conservatorio dove si diploma in pianoforte. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore. Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Etranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana e ottiene il consenso della critica e del pubblico. Seguono Oceano Mare (Rizzoli, 1993; Universale Economica Feltrinelli, 2007), Premio Viareggio e Premio Palazzo al Bosco; il monologo teatrale Novecento (Feltrinelli, 1994) da cui Giuseppe Tornatore trae il film La Leggenda del pianista sull’oceano; Seta (Rizzoli, 1996; Fandango Libri, 2007), portato sullo schermo da François Girard con una produzione e un cast internazionali; City (Rizzoli, 1999; Universale Economica Feltrinelli, 2007) e Senza sangue (Rizzoli, 2002), tutti tradotti all’estero e recensiti dalle maggiori testate internazionali, dal “Guardian” al “New York Times”, da “Libération” a “Le Monde”. Tra i saggi, L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (Garzanti, 1993); Barnum. Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1995) che raccoglie gli articoli comparsi nell’omonima rubrica curata ogni mercoledì sulle pagine culturali del quotidiano torinese “La Stampa” e Barnum 2. Altre Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1998), in cui sono raccolti gli articoli frutto della collaborazione con “la Repubblica”; è del 2002 Next. Piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà. Compare in televisione nelle trasmissioni culturali “L’amore è un dardo”, sull’opera lirica, e “Pickwick”, dedicata ai libri. Tra le attività teatrali che lo vedono autore, regista e interprete, dopo i successi di Totem (di cui Fandango Libri ha pubblicato il libro nel 1999, Rizzoli due videocassette nel 2000 e Einaudi una videocassetta nel 2003) e di City Reading Project per il Romaeuropa Festival 2002 che ha dato origine a un volume fotografico (Rizzoli 2003), Baricco ha realizzato Omero, Iliade, in tre serate, pubblicando poi il libro (Feltrinelli, 2004). Nel 2003 pubblica per Dino Audino Editore la sceneggiatura di Partita Spagnola, di cui è autore con Lucia Moisio. A Questa storia (Fandango Libri, 2005; Universale Economica Feltrinelli, 2007), è seguito I Barbari. Saggio sulla mutazione (Fandango Libri, 2006; Universale Economica Feltrinelli, 2008), precedentemente pubblicato a puntate su “la Repubblica”. Nel 1994 ha ideato e fondato la Scuola Holden a Torino, di cui è preside, e dal 2005 è socio di Fandango Libri. Il suo ultimo lavoro teatrale è datato novembre 2007: una lettura interpretata (e ridotta) di Moby Dick.
"L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin"
Una riflessione su musica colta e modernità
di Alessandro Baricco
FELTRINELLI
Collana: Universale Economica
Pagine: 96
Prezzo: Euro 6
In libreria dal 9 settembre 2009
dalla Nota introduttiva
Una serie di riflessioni sulla musica colta, o classica o seria, e sulla Nuova Musica, contemporanea, in Italia, alla luce del presente della modernità, o del post-moderno.
Quattro saggi che ruotano attorno a un interrogativo: come hanno reagito l’idea e la pratica della musica colta all’impatto con la modernità? Il primo Baricco: critico musicale e grande divulgatore.
Alessandro Baricco: nato a Torino nel 1958, si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al Conservatorio dove si diploma in pianoforte. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore. Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Etranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana e ottiene il consenso della critica e del pubblico. Seguono Oceano Mare (Rizzoli, 1993; Universale Economica Feltrinelli, 2007), Premio Viareggio e Premio Palazzo al Bosco; il monologo teatrale Novecento (Feltrinelli, 1994) da cui Giuseppe Tornatore trae il film La Leggenda del pianista sull’oceano; Seta (Rizzoli, 1996; Fandango Libri, 2007), portato sullo schermo da François Girard con una produzione e un cast internazionali; City (Rizzoli, 1999; Universale Economica Feltrinelli, 2007) e Senza sangue (Rizzoli, 2002), tutti tradotti all’estero e recensiti dalle maggiori testate internazionali, dal “Guardian” al “New York Times”, da “Libération” a “Le Monde”. Tra i saggi, L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (Garzanti, 1993); Barnum. Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1995) che raccoglie gli articoli comparsi nell’omonima rubrica curata ogni mercoledì sulle pagine culturali del quotidiano torinese “La Stampa” e Barnum 2. Altre Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1998), in cui sono raccolti gli articoli frutto della collaborazione con “la Repubblica”; è del 2002 Next. Piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà. Compare in televisione nelle trasmissioni culturali “L’amore è un dardo”, sull’opera lirica, e “Pickwick”, dedicata ai libri. Tra le attività teatrali che lo vedono autore, regista e interprete, dopo i successi di Totem (di cui Fandango Libri ha pubblicato il libro nel 1999, Rizzoli due videocassette nel 2000 e Einaudi una videocassetta nel 2003) e di City Reading Project per il Romaeuropa Festival 2002 che ha dato origine a un volume fotografico (Rizzoli 2003), Baricco ha realizzato Omero, Iliade, in tre serate, pubblicando poi il libro (Feltrinelli, 2004). Nel 2003 pubblica per Dino Audino Editore la sceneggiatura di Partita Spagnola, di cui è autore con Lucia Moisio. A Questa storia (Fandango Libri, 2005; Universale Economica Feltrinelli, 2007), è seguito I Barbari. Saggio sulla mutazione (Fandango Libri, 2006; Universale Economica Feltrinelli, 2008), precedentemente pubblicato a puntate su “la Repubblica”. Nel 1994 ha ideato e fondato la Scuola Holden a Torino, di cui è preside, e dal 2005 è socio di Fandango Libri. Il suo ultimo lavoro teatrale è datato novembre 2007: una lettura interpretata (e ridotta) di Moby Dick.
"L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin"
Una riflessione su musica colta e modernità
di Alessandro Baricco
FELTRINELLI
Collana: Universale Economica
Pagine: 96
Prezzo: Euro 6
In libreria dal 9 settembre 2009
sabato 20 giugno 2009
"Ex Italia" di Giampaolo Visetti
Ex Italia: venti domande per venti regioni di un ex Paese
Nel maggio del 2008, Giampaolo Visetti si è messo in viaggio attraverso l’Italia. Per un anno, dopo un lungo periodo trascorso all’estero, ha percorso le regioni del Paese, preferibilmente sostando nei borghi e nelle città considerati marginali. L’obiettivo iniziale, scoprire le ragioni e le conseguenze nazionali della recessione mondiale, è presto cambiato. Guardando il territorio e discorrendo con le persone, è risultato chiaro che in questo tempo la crisi italiana non è causata dall’implosione di un modello capitalista. Siamo al cospetto di un mutamento più profondo: una trasfigurazione della società, innescata dall’esaurimento di una condivisa e riconosciuta cultura collettiva. Il viaggio in Italia, precisandosi, si è così allargato: fino ad assumere il profilo di un’inchiesta su un popolo che non è più se stesso e su una nazione che non sa più chi è. È affiorato il racconto di un’ex civiltà: un’ex Italia, irriconoscibile e periferica, composta di reduci del Novecento incapaci di compiere il passaggio secolare verso la successione di se stessi. Tutti gli esseri umani, scaturendo da una storia, sono in qualche modo «ex», spesso orfani di un’eredità. Ma gli italiani non si limitano a non essere più quelli che erano: non sono, prima di tutto, nelle condizioni di diventare ciò che dovrebbero essere per esprimere un carattere contemporaneo. Per questo un popolo ospitale, allegro, pronto all’approfondimento della conoscenza e aperto al confronto con gli altri, è oggi prigioniero della paura e di un montante odio verso qualsiasi esperienza travalichi l’interesse personale. È il compimento di una stupefacente rivoluzione civile, dagli esiti ancora misteriosi, che moltiplica e divide gli italiani, annullando l’Italia riciclata e bloccata in una perenne fuga da una nuova responsabilità. Ogni regione viene così raccontata attraverso la chiave di una vicenda capace di rappresentarla, ma nello stesso tempo scelta per documentare la realtà più ampia di uno spaesamento. Storie, fatti e numeri, restituiti con la precisione di una cronaca, formano i capitoli di un romanzo che esprime la nazione quale protagonista di un annullamento, dove il falso si è sostituito al vero. Ma questo viaggio non racconta solo il vago senso di vergogna, e di nostalgia, che ci opprime se pensiamo alle promesse che il Paese non mantiene: è uno specchio che guarda chi legge e lo riflette, per guidarlo, come la bussola fa con chi parte verso un luogo ignoto.
«Per l’Italia raccontata in questo libro il problema, ormai ineludibile, è tornare – o forse diventare – una nazione. Un sentimento civile e un principio di autorità condiviso. Pur mantenendo la sua molteplicità. Perché un Paese di paesi può reggere, di fronte al mondo che incombe. Non una galassia di paesi senza un Paese. Ciascuno geloso e prigioniero della propria diversità, della propria distinzione, della propria irriducibilità. Incapaci non solo di curare, ma perfino di riconoscere il proprio disagio. I propri mali. Un Paese, o meglio un “paesino”, così rischia di soccombere.»
Ilvo Diamanti
«Questo viaggio italiano pagina dopo pagina assume il sapore impagabile dell’inedito. La scelta degli argomenti, dei luoghi, delle persone, dei fatti, ha la freschezza di un’esplorazione. Di una catalogazione personale, tenace, di mutamenti da verificare, di antropologie da scoprire. Registra i suoni, le atmosfere, le fisionomie, racconta italiani spersi o resistenti, patetici o affascinanti. Un viaggio nella perdita di sé del nostro popolo. Più che una denuncia, è un antidoto.»
Michele Serra
Giampaolo Visetti è nato a Trento il 30 gennaio 1965. È giornalista. Ha diretto «L’Adige» e il «Trentino» di Trento, l’«Alto Adige» di Bolzano e il «Corriere delle Alpi» di Belluno. È stato vicedirettore del «Gazzettino» di Venezia. Già corrispondente da Mosca, è inviato speciale per «la Repubblica». Per i tipi della Bcdeditore nel 2008 ha pubblicato "Mai una carezza".
"Ex Italia"
Viaggio nel Paese che non sa più chi è.
di Giampaolo Visetti
BALDINI CASTOLDI DALAI EDITORE
2009
Pagine 256
€17.00
Codice ISBN 88-6073-598
Nel maggio del 2008, Giampaolo Visetti si è messo in viaggio attraverso l’Italia. Per un anno, dopo un lungo periodo trascorso all’estero, ha percorso le regioni del Paese, preferibilmente sostando nei borghi e nelle città considerati marginali. L’obiettivo iniziale, scoprire le ragioni e le conseguenze nazionali della recessione mondiale, è presto cambiato. Guardando il territorio e discorrendo con le persone, è risultato chiaro che in questo tempo la crisi italiana non è causata dall’implosione di un modello capitalista. Siamo al cospetto di un mutamento più profondo: una trasfigurazione della società, innescata dall’esaurimento di una condivisa e riconosciuta cultura collettiva. Il viaggio in Italia, precisandosi, si è così allargato: fino ad assumere il profilo di un’inchiesta su un popolo che non è più se stesso e su una nazione che non sa più chi è. È affiorato il racconto di un’ex civiltà: un’ex Italia, irriconoscibile e periferica, composta di reduci del Novecento incapaci di compiere il passaggio secolare verso la successione di se stessi. Tutti gli esseri umani, scaturendo da una storia, sono in qualche modo «ex», spesso orfani di un’eredità. Ma gli italiani non si limitano a non essere più quelli che erano: non sono, prima di tutto, nelle condizioni di diventare ciò che dovrebbero essere per esprimere un carattere contemporaneo. Per questo un popolo ospitale, allegro, pronto all’approfondimento della conoscenza e aperto al confronto con gli altri, è oggi prigioniero della paura e di un montante odio verso qualsiasi esperienza travalichi l’interesse personale. È il compimento di una stupefacente rivoluzione civile, dagli esiti ancora misteriosi, che moltiplica e divide gli italiani, annullando l’Italia riciclata e bloccata in una perenne fuga da una nuova responsabilità. Ogni regione viene così raccontata attraverso la chiave di una vicenda capace di rappresentarla, ma nello stesso tempo scelta per documentare la realtà più ampia di uno spaesamento. Storie, fatti e numeri, restituiti con la precisione di una cronaca, formano i capitoli di un romanzo che esprime la nazione quale protagonista di un annullamento, dove il falso si è sostituito al vero. Ma questo viaggio non racconta solo il vago senso di vergogna, e di nostalgia, che ci opprime se pensiamo alle promesse che il Paese non mantiene: è uno specchio che guarda chi legge e lo riflette, per guidarlo, come la bussola fa con chi parte verso un luogo ignoto.
«Per l’Italia raccontata in questo libro il problema, ormai ineludibile, è tornare – o forse diventare – una nazione. Un sentimento civile e un principio di autorità condiviso. Pur mantenendo la sua molteplicità. Perché un Paese di paesi può reggere, di fronte al mondo che incombe. Non una galassia di paesi senza un Paese. Ciascuno geloso e prigioniero della propria diversità, della propria distinzione, della propria irriducibilità. Incapaci non solo di curare, ma perfino di riconoscere il proprio disagio. I propri mali. Un Paese, o meglio un “paesino”, così rischia di soccombere.»
Ilvo Diamanti
«Questo viaggio italiano pagina dopo pagina assume il sapore impagabile dell’inedito. La scelta degli argomenti, dei luoghi, delle persone, dei fatti, ha la freschezza di un’esplorazione. Di una catalogazione personale, tenace, di mutamenti da verificare, di antropologie da scoprire. Registra i suoni, le atmosfere, le fisionomie, racconta italiani spersi o resistenti, patetici o affascinanti. Un viaggio nella perdita di sé del nostro popolo. Più che una denuncia, è un antidoto.»
Michele Serra
Giampaolo Visetti è nato a Trento il 30 gennaio 1965. È giornalista. Ha diretto «L’Adige» e il «Trentino» di Trento, l’«Alto Adige» di Bolzano e il «Corriere delle Alpi» di Belluno. È stato vicedirettore del «Gazzettino» di Venezia. Già corrispondente da Mosca, è inviato speciale per «la Repubblica». Per i tipi della Bcdeditore nel 2008 ha pubblicato "Mai una carezza".
"Ex Italia"
Viaggio nel Paese che non sa più chi è.
di Giampaolo Visetti
BALDINI CASTOLDI DALAI EDITORE
2009
Pagine 256
€17.00
Codice ISBN 88-6073-598
venerdì 19 giugno 2009
"La città delle nuvole" di Carlo Vulpio
«Un giorno, però, qualcuno ha cominciato a guardare il cielo con una maggiore curiosità, poi con un più forte sospetto, infine con rabbia. Le nuvole non erano mai state tutte uguali come sembravano adesso, ecco qual era la novità sotto il sole di Taranto. Perché dentro quelle nuvole di cui nessuno si era mai accorto, o che nessuno aveva mai voluto vedere, si annidava un nemico che fa paura solo a nominarlo.»
Un mostro ecologico tiene sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro una città intera. È enorme, potente e pericoloso per la salute di chi vi abita intorno. È il centro siderurgico che si innalza alle porte di Taranto, ma sarebbe meglio dire che “occupa” la città, un’anomalia tutta italiana.
Un viaggio nel territorio più inquinato d’Europa, attraverso la voce dei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, in un clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni e omesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poi morti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenzio della città delle nuvole.
“C’è un diritto nella nostra Costituzione, che è assoluto e non accetta contemperamenti e limitazioni, ed è il diritto alla salute”. Ma Taranto non può fare a meno dell’industria, perché l’industria crea lavoro. Anche quando le sue emissioni inquinano oltre ogni misura, inondando la città con un fatale miscuglio di veleni: policlorobifenili, benzoapirene, emissioni radioattive, mercurio e, naturalmente, diossina, così tanta da far impallidire il caso Seveso. Un disastro ambientale con conseguenze dirette sulla salute di persone e animali.
Tra politici assenti – quando non troppo presenti –, sospetti e scandali annunciati, l’inchiesta di Carlo Vulpio persegue la “scellerata” ricerca della verità, supportato solo dalle attività di una società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio dei mezzi di informazione.
Perché, almeno fino a oggi, protocolli e atti d’intesa non sono serviti a chi l’acciaieria – e gli altri stabilimenti del polo industriale – la respira quotidianamente. Nonostante testimonianze, interrogazioni parlamentari, processi e condanne, il campionario delle vittime non accenna a diminuire: i malati di leucemia del quartiere Tamburi; fumatori incalliti di undici anni; donne e uomini sopraffatti dalla diossina; masserie svuotate; interi allevamenti di bestiame sterminati. Tutto questo, e altro ancora, senza troppi allarmismi.
Carlo Vulpio è inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1990. Si occupa di importanti fatti di cronaca e di inchieste in Italia e all’estero. Gli ultimi casi che ha trattato riguardano i magistrati Luigi de Magistris e Clementina Forleo. Queste inchieste sono state anche le ultime che Vulpio ha potuto raccontare, poiché il 3 dicembre 2008, dopo un articolo ricco di nomi e cognomi sui casi Why Not e Toghe lucane, Vulpio è stato improvvisamente sollevato dall’incarico dalla direzione del Corriere. Ha scritto Roba Nostra (Il Saggiatore, premio Rosario Livatino 2009) e ha insegnato per diversi anni all’Università statale di Bologna, come docente a contratto, nel corso di laurea specialistica in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica.
Il suo blog è www.carlovulpio.it.
"La città delle nuvole"
Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa
di Carlo Vulpio
EDIZIONI AMBIENTE
VERDENERO
2009
pagine: 160
euro 14,00
ISBN 978-88-96238-06-6
Un mostro ecologico tiene sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro una città intera. È enorme, potente e pericoloso per la salute di chi vi abita intorno. È il centro siderurgico che si innalza alle porte di Taranto, ma sarebbe meglio dire che “occupa” la città, un’anomalia tutta italiana.
Un viaggio nel territorio più inquinato d’Europa, attraverso la voce dei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, in un clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni e omesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poi morti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenzio della città delle nuvole.
“C’è un diritto nella nostra Costituzione, che è assoluto e non accetta contemperamenti e limitazioni, ed è il diritto alla salute”. Ma Taranto non può fare a meno dell’industria, perché l’industria crea lavoro. Anche quando le sue emissioni inquinano oltre ogni misura, inondando la città con un fatale miscuglio di veleni: policlorobifenili, benzoapirene, emissioni radioattive, mercurio e, naturalmente, diossina, così tanta da far impallidire il caso Seveso. Un disastro ambientale con conseguenze dirette sulla salute di persone e animali.
Tra politici assenti – quando non troppo presenti –, sospetti e scandali annunciati, l’inchiesta di Carlo Vulpio persegue la “scellerata” ricerca della verità, supportato solo dalle attività di una società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio dei mezzi di informazione.
Perché, almeno fino a oggi, protocolli e atti d’intesa non sono serviti a chi l’acciaieria – e gli altri stabilimenti del polo industriale – la respira quotidianamente. Nonostante testimonianze, interrogazioni parlamentari, processi e condanne, il campionario delle vittime non accenna a diminuire: i malati di leucemia del quartiere Tamburi; fumatori incalliti di undici anni; donne e uomini sopraffatti dalla diossina; masserie svuotate; interi allevamenti di bestiame sterminati. Tutto questo, e altro ancora, senza troppi allarmismi.
Carlo Vulpio è inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1990. Si occupa di importanti fatti di cronaca e di inchieste in Italia e all’estero. Gli ultimi casi che ha trattato riguardano i magistrati Luigi de Magistris e Clementina Forleo. Queste inchieste sono state anche le ultime che Vulpio ha potuto raccontare, poiché il 3 dicembre 2008, dopo un articolo ricco di nomi e cognomi sui casi Why Not e Toghe lucane, Vulpio è stato improvvisamente sollevato dall’incarico dalla direzione del Corriere. Ha scritto Roba Nostra (Il Saggiatore, premio Rosario Livatino 2009) e ha insegnato per diversi anni all’Università statale di Bologna, come docente a contratto, nel corso di laurea specialistica in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica.
Il suo blog è www.carlovulpio.it.
"La città delle nuvole"
Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa
di Carlo Vulpio
EDIZIONI AMBIENTE
VERDENERO
2009
pagine: 160
euro 14,00
ISBN 978-88-96238-06-6
giovedì 18 giugno 2009
"Cento watt per il prossimo miliardo di anni" di Erika Renda e Luigi Sertorio
Non c’è solo l’assalto per il controllo del petrolio da parte di chi è più forte, la ricerca di succedanei energetici a sostegno dello sviluppo, la denuncia per la salute della biosfera violata; a queste osservazioni e a queste domande deve corrispondere o contrapporsi un pensiero globale. Si deve partire da lontano, toccare il fondo oscuro e tornare a vedere le cose dall’alto. Questo saggio non propone dei palliativi immediati ma un modo di pensare.
Luigi Sertorio, fisico, socio dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali, ha lavorato al cern di Ginevra, e negli Stati Uniti all’Institute for Advanced Study di Princeton e al Los Alamos Laboratory. Per tre anni è stato direttore di programma alla Divisione per gli Affari Scientifici della Nato. È autore di oltre novanta pubblicazioni scientifiche; tra i suoi libri ricordiamo Thermodynamics of Complex Systems (Plenum Press, 1991).
Erika Renda collabora con Luigi Sertorio nel programma di Ecofisica e divide il suo tempo fra i libri e l’esplorazione marina.
"Cento watt per il prossimo miliardo di anni"
di Erika Renda e Luigi Sertorio
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2008
Collana «Temi»
Prezzo €16,00
136 Pagine
Il professor Luigi Sertorio verrà intervistato mercoledì 24 giugno, alle ore 21.15, da Monia Benini, Presidente della Lista Civica Nazionale "Per il Bene Comune". Temi di discussione, l'esperienza del fisico nucleare a Los Alamos, lo studio del Superphoenix e l'inopportunità del ritorno al nucleare per l'Italia.
L'intervista si potrà seguire in diretta sulla web tv di "Per il Bene Comune" a questo indirizzo: www.mogulus.com/perilbenecomune.
Luigi Sertorio, fisico, socio dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali, ha lavorato al cern di Ginevra, e negli Stati Uniti all’Institute for Advanced Study di Princeton e al Los Alamos Laboratory. Per tre anni è stato direttore di programma alla Divisione per gli Affari Scientifici della Nato. È autore di oltre novanta pubblicazioni scientifiche; tra i suoi libri ricordiamo Thermodynamics of Complex Systems (Plenum Press, 1991).
Erika Renda collabora con Luigi Sertorio nel programma di Ecofisica e divide il suo tempo fra i libri e l’esplorazione marina.
"Cento watt per il prossimo miliardo di anni"
di Erika Renda e Luigi Sertorio
BOLLATI BORINGHIERI
Anno 2008
Collana «Temi»
Prezzo €16,00
136 Pagine
Il professor Luigi Sertorio verrà intervistato mercoledì 24 giugno, alle ore 21.15, da Monia Benini, Presidente della Lista Civica Nazionale "Per il Bene Comune". Temi di discussione, l'esperienza del fisico nucleare a Los Alamos, lo studio del Superphoenix e l'inopportunità del ritorno al nucleare per l'Italia.
L'intervista si potrà seguire in diretta sulla web tv di "Per il Bene Comune" a questo indirizzo: www.mogulus.com/perilbenecomune.
mercoledì 17 giugno 2009
"Il gioco della verità" di Andrea Carraro
Nessuno scrittore come Andrea Carraro sa inginocchiarsi, in quanto scrittore, davanti al male di una maturità frustrata e disamorata. La violenza dei suoi personaggi è spesso inesplosa; e, quando esplode, trova le sue vittime già esauste, con gli occhi rossi e la voce strozzata.
Questi racconti ci dicono qualcosa di definitivo sul “male oscuro” della piccola-borghesia italiana, incarcerata in reticenze e rabbie covate troppo a lungo, e in tristi ritualità di un benessere di facciata. Ecco, dopo le prove magistrali de Il branco, La lucertola e Il sorcio, a cosa si sono ridotti i borgatari di Pasolini e i borghesi di Moravia. Eccoli, aggressivi e taciturni, aggirarsi in una enorme zona grigia di malessere, dove il borghese quartiere Trieste equivale al litorale romano “senza mare”; eccoli, infelici e senza sogni, sopravvivere “a reddito fisso”, trascinandosi da un silenzio all’altro, sfuggendo a ogni vera sociologia.
Perché il “realismo” di Carraro – un realismo che mai utilizza gli “effetti speciali” del realismo estremo: il sangue, la violenza gratuita, il “basso” ideologico – è anzitutto un realismo psicologico, di chi conosce i miseri segreti della maturità, gli abissi calmi del disamore e i gesti compulsivi privi di sentimenti. Anche il tremendo “gioco della verità” che Carraro mette in scena, svelando miserie e tradimenti dei suoi personaggi, porta sempre la narrazione nei territori del silenzio: un silenzio vile e angoscioso, infine esausto. Con Carraro, proprio nel mentre i suoi uomini crollano a terra, la vita diventa ancora sopportabile, perché la grigia esistenza viene d’improvviso illuminata dall’apertura – a ventaglio, come uno squarcio di luce – della verità della scrittura.
Proprio quest’assenza di infingimenti, questa lingua grigia e solida come il ferro, questo sguardo impudico e fermo, rendono ancora chiare e possibili, nell’opera di Carraro, parole difficili come “realtà” e “verità”.
Andrea Di Consoli
Andrea Carraro (Roma, 1959) è autore di A denti stretti (1990), Il branco (1994; inizialmente pubblicato per intero, unico caso dopo Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia, sulla rivista "Nuovi Argomenti"), L´erba cattiva (1996), La ragione del più forte (1999), La lucertola (2001), Non c´è più tempo (2002) e Il sorcio (2007). Da Il branco, nel 1994, Marco Risi ha tratto l´omonimo film. Carraro scrive anche per il cinema, la radio e i giornali, tra cui "Il Messaggero" e "Repubblica".
www.andreacarraro.com
"Il gioco della verità"
di Andrea Carraro
Edizioni Hacca
Pagine: 216
Prezzo: 14,00
ISBN: 978-88-89920-25-1
Anno: marzo 2009
collana Novecento.0
Il libro verrà presentato mercoledì 17 giugno, alle ore 18.30, presso la Libreria "Rinascita" di Roma, in Via Prospero Alpino, 48 (zona Ostiense). Con l'autore, Andrea Carraro, interverranno Filippo La Porta, critico letterario e saggista, Paolo Di Paolo, critico letterario e scrittore e Andrea Di Consoli, critico letterario e scrittore.
Questi racconti ci dicono qualcosa di definitivo sul “male oscuro” della piccola-borghesia italiana, incarcerata in reticenze e rabbie covate troppo a lungo, e in tristi ritualità di un benessere di facciata. Ecco, dopo le prove magistrali de Il branco, La lucertola e Il sorcio, a cosa si sono ridotti i borgatari di Pasolini e i borghesi di Moravia. Eccoli, aggressivi e taciturni, aggirarsi in una enorme zona grigia di malessere, dove il borghese quartiere Trieste equivale al litorale romano “senza mare”; eccoli, infelici e senza sogni, sopravvivere “a reddito fisso”, trascinandosi da un silenzio all’altro, sfuggendo a ogni vera sociologia.
Perché il “realismo” di Carraro – un realismo che mai utilizza gli “effetti speciali” del realismo estremo: il sangue, la violenza gratuita, il “basso” ideologico – è anzitutto un realismo psicologico, di chi conosce i miseri segreti della maturità, gli abissi calmi del disamore e i gesti compulsivi privi di sentimenti. Anche il tremendo “gioco della verità” che Carraro mette in scena, svelando miserie e tradimenti dei suoi personaggi, porta sempre la narrazione nei territori del silenzio: un silenzio vile e angoscioso, infine esausto. Con Carraro, proprio nel mentre i suoi uomini crollano a terra, la vita diventa ancora sopportabile, perché la grigia esistenza viene d’improvviso illuminata dall’apertura – a ventaglio, come uno squarcio di luce – della verità della scrittura.
Proprio quest’assenza di infingimenti, questa lingua grigia e solida come il ferro, questo sguardo impudico e fermo, rendono ancora chiare e possibili, nell’opera di Carraro, parole difficili come “realtà” e “verità”.
Andrea Di Consoli
Andrea Carraro (Roma, 1959) è autore di A denti stretti (1990), Il branco (1994; inizialmente pubblicato per intero, unico caso dopo Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia, sulla rivista "Nuovi Argomenti"), L´erba cattiva (1996), La ragione del più forte (1999), La lucertola (2001), Non c´è più tempo (2002) e Il sorcio (2007). Da Il branco, nel 1994, Marco Risi ha tratto l´omonimo film. Carraro scrive anche per il cinema, la radio e i giornali, tra cui "Il Messaggero" e "Repubblica".
www.andreacarraro.com
"Il gioco della verità"
di Andrea Carraro
Edizioni Hacca
Pagine: 216
Prezzo: 14,00
ISBN: 978-88-89920-25-1
Anno: marzo 2009
collana Novecento.0
Il libro verrà presentato mercoledì 17 giugno, alle ore 18.30, presso la Libreria "Rinascita" di Roma, in Via Prospero Alpino, 48 (zona Ostiense). Con l'autore, Andrea Carraro, interverranno Filippo La Porta, critico letterario e saggista, Paolo Di Paolo, critico letterario e scrittore e Andrea Di Consoli, critico letterario e scrittore.
martedì 16 giugno 2009
"Censura 2009" di Peter Phillips & Project Censored
Come ogni anno, Nuovi Mondi si occupa di informazione e giornalismo. Lo fa con “Censura 2009. Le 25 notizie più censurate”, l’annuario curato da Peter Phillips e Project Censored sulle notizie che avrebbero dovuto occupare le prime pagine dei giornali del mondo e che invece sono state del tutto ignorate.
Per trent’anni Project Censored ha raccolto notizie importanti che i principali gruppi mediatici hanno ampiamente ignorato, dando spazio anche alle più piccole e frammentarie informazioni.
Anche quest’anno, Censura ci ricorda che la missione imprescindibile di un giornalista in un paese democratico non cambia e non deve cambiare: il controllo delle istituzioni al potere. Tuttavia, “l’informazione come cane da guardia del potere” appare sempre più spesso, purtroppo, un precetto astratto.
Secondo l’analisi di Project Censored, gli elementi che concorrono a limitare la missione dei giornalisti sono varie, tra cui: forzature ideologiche, la struttura degli organi d’informazione, il potere degli inserzionisti e la cosiddetta pratica del giornalismo “obiettivo” che, paradossalmente, intralcia i media proprio nella ricerca delle verità fondamentali.
Inoltre, in aggiunta alle informazioni la cui conoscenza cambierebbe la percezione degli eventi e le idee della gente, Project Censored passa in rassegna anche le notizie frivole che hanno occupato i media di tutto il mondo sottraendo tempo e spazio alle VERE notizie.
Qualche esempio?
• L’eterna saga di Brintey Spears.
• Paris Hilton va in prigione
• La figlia di Anna Nicole Smith e la sua eredità
• I gemelli di Brad Pitt e Angelina Jolie
• Alec Baldwin insulta sua figlia.
Project Censored è un autorevole gruppo statunitense di ricerca sui media che si propone di promuovere il ruolo “del giornalismo indipendente in una società democratica”. Nasce nel 1976 da un'idea di Carl Jensen, docente di Scienze della Comunicazione presso la Sonoma State University, California, e dal 1996 è guidato da Peter Phillips, docente di Sociologia e da molto tempo attivo in organizzazioni no profit.
"Censura 2009"
di Peter Phillips & Project Censored
Pagine: 380
Lingua: Italiano
Prezzo: 19.50 euro
ISBN: 9788889091647
Edizione: Nuovi Mondi
Per trent’anni Project Censored ha raccolto notizie importanti che i principali gruppi mediatici hanno ampiamente ignorato, dando spazio anche alle più piccole e frammentarie informazioni.
Anche quest’anno, Censura ci ricorda che la missione imprescindibile di un giornalista in un paese democratico non cambia e non deve cambiare: il controllo delle istituzioni al potere. Tuttavia, “l’informazione come cane da guardia del potere” appare sempre più spesso, purtroppo, un precetto astratto.
Secondo l’analisi di Project Censored, gli elementi che concorrono a limitare la missione dei giornalisti sono varie, tra cui: forzature ideologiche, la struttura degli organi d’informazione, il potere degli inserzionisti e la cosiddetta pratica del giornalismo “obiettivo” che, paradossalmente, intralcia i media proprio nella ricerca delle verità fondamentali.
Inoltre, in aggiunta alle informazioni la cui conoscenza cambierebbe la percezione degli eventi e le idee della gente, Project Censored passa in rassegna anche le notizie frivole che hanno occupato i media di tutto il mondo sottraendo tempo e spazio alle VERE notizie.
Qualche esempio?
• L’eterna saga di Brintey Spears.
• Paris Hilton va in prigione
• La figlia di Anna Nicole Smith e la sua eredità
• I gemelli di Brad Pitt e Angelina Jolie
• Alec Baldwin insulta sua figlia.
Project Censored è un autorevole gruppo statunitense di ricerca sui media che si propone di promuovere il ruolo “del giornalismo indipendente in una società democratica”. Nasce nel 1976 da un'idea di Carl Jensen, docente di Scienze della Comunicazione presso la Sonoma State University, California, e dal 1996 è guidato da Peter Phillips, docente di Sociologia e da molto tempo attivo in organizzazioni no profit.
"Censura 2009"
di Peter Phillips & Project Censored
Pagine: 380
Lingua: Italiano
Prezzo: 19.50 euro
ISBN: 9788889091647
Edizione: Nuovi Mondi
lunedì 15 giugno 2009
"Che cosa sono io" di Arnaldo Benini
Il cervello alla ricerca di sé stesso.
«Conosci te stesso»: è questa forse l’essenza dell’umano. Per rispondere all’imperativo inciso sul tempio di Delfi, l’umanità usa da sempre gli strumenti dell’introspezione ma anche quelli delle scienze e della filosofia.
Di recente, gli straordinari sviluppi delle neuroscienze ci hanno fornito una grande quantità di informazioni sul funzionamento del nostro cervello. Per alcuni, questa ricerca ci porterà assai rapidamente a sciogliere uno dei grandi enigmi della natura: quello della coscienza. L’autocoscienza è solo il frutto di un intrico di cellule, molecole e impulsi elettrici? La nostra mente è un prodotto elettrochimico dell’evoluzione? E ancora, il cervello umano può comprendere sé stesso, senza scontrarsi con i limiti invalicabili dell’autoreferenzialità?
Attingendo alle più recenti ricerche scientifiche – ma appoggiandosi anche a una vasta cultura umanistica – Arnaldo Benini coglie con esemplare chiarezza i punti d’incontro e le distanze tra le scienze dure, a cominciare dalle varie branche della medicina (e delle nuove tecniche di neuroimaging), e le scienze umane, dalla psicologia alla filosofia. Raccogliendo e selezionando una grande mole di informazioni, ci guida alla scoperta di noi stessi – o meglio, di quello che oggi possiamo davvero sapere su noi stessi. Che cosa sono io parla il linguaggio della scienza e cerca di coglierne i limiti, sempre restando lontanissimo dalle fumisterie di chi relega l’autocoscienza in una sostanza inafferrabile e inconoscibile.
Arnaldo Benini (Ravenna, 1938) è docente di neurochirurgia e neurologia all’Università di Zurigo ed è stato primario di neurochirurgia alla Fondazione Schulthess di Zurigo. Ha pubblicato saggi su Mieczyslaw Minkowski (di cui ha tradotto il saggio sull’afasia dei poliglotti), su Vesalio, sulla fisiologia del dolore di Cartesio, sul medico napoletano D. Cotugno, che per primo ha descritto la sciatica, su Oliver Sacks. Ha curato l’edizione italiana di due libri di Karl R. Popper. Ha scritto saggi sull’eutanasia nella coscienza del medico, sui problemi etici della genetica e sullo stato vegetativo permanente. Inoltre sul giovane Benedetto Croce, su Thomas Mann, su Jakob Wassermann (di cui ha tradotto l’autobiografia) e sulla questione ebraica nella Germania del primo dopoguerra.
"Che cosa sono io"
Il cervello alla ricerca di sé stesso
di Arnaldo Benini
GARZANTI
Le Forme
160 pagine
€ 13.00
ISBN 978881160085-5
«Conosci te stesso»: è questa forse l’essenza dell’umano. Per rispondere all’imperativo inciso sul tempio di Delfi, l’umanità usa da sempre gli strumenti dell’introspezione ma anche quelli delle scienze e della filosofia.
Di recente, gli straordinari sviluppi delle neuroscienze ci hanno fornito una grande quantità di informazioni sul funzionamento del nostro cervello. Per alcuni, questa ricerca ci porterà assai rapidamente a sciogliere uno dei grandi enigmi della natura: quello della coscienza. L’autocoscienza è solo il frutto di un intrico di cellule, molecole e impulsi elettrici? La nostra mente è un prodotto elettrochimico dell’evoluzione? E ancora, il cervello umano può comprendere sé stesso, senza scontrarsi con i limiti invalicabili dell’autoreferenzialità?
Attingendo alle più recenti ricerche scientifiche – ma appoggiandosi anche a una vasta cultura umanistica – Arnaldo Benini coglie con esemplare chiarezza i punti d’incontro e le distanze tra le scienze dure, a cominciare dalle varie branche della medicina (e delle nuove tecniche di neuroimaging), e le scienze umane, dalla psicologia alla filosofia. Raccogliendo e selezionando una grande mole di informazioni, ci guida alla scoperta di noi stessi – o meglio, di quello che oggi possiamo davvero sapere su noi stessi. Che cosa sono io parla il linguaggio della scienza e cerca di coglierne i limiti, sempre restando lontanissimo dalle fumisterie di chi relega l’autocoscienza in una sostanza inafferrabile e inconoscibile.
Arnaldo Benini (Ravenna, 1938) è docente di neurochirurgia e neurologia all’Università di Zurigo ed è stato primario di neurochirurgia alla Fondazione Schulthess di Zurigo. Ha pubblicato saggi su Mieczyslaw Minkowski (di cui ha tradotto il saggio sull’afasia dei poliglotti), su Vesalio, sulla fisiologia del dolore di Cartesio, sul medico napoletano D. Cotugno, che per primo ha descritto la sciatica, su Oliver Sacks. Ha curato l’edizione italiana di due libri di Karl R. Popper. Ha scritto saggi sull’eutanasia nella coscienza del medico, sui problemi etici della genetica e sullo stato vegetativo permanente. Inoltre sul giovane Benedetto Croce, su Thomas Mann, su Jakob Wassermann (di cui ha tradotto l’autobiografia) e sulla questione ebraica nella Germania del primo dopoguerra.
"Che cosa sono io"
Il cervello alla ricerca di sé stesso
di Arnaldo Benini
GARZANTI
Le Forme
160 pagine
€ 13.00
ISBN 978881160085-5
venerdì 12 giugno 2009
"C'è posto per te" di Massimiliano Lenzi
Il divano e il televisore rappresentano da oltre cinquant’anni, ovvero da quando la televisione si è assicurata un posto d’onore nelle nostre case ed il suo consumo è diventato un fenomeno di massa, un binomio indissolubile, una “scatola” sempre accesa che ci cattura e condiziona le nostre esistenze e a cui è difficile non prestare ascolto.
Massimiliano Lenzi, giornalista esperto di televisione, da anni lavora nelle redazioni di programmi televisivi di successo, con il suo “C’è posto per te” in libreria per i tipi di Vallecchi (pp.144, Euro12,50) nella nuova collana I Saggi, ci accompagna dietro le quinte come in un viaggio nell’aldilà, attraverso i gironi della Commedia dantesca e ci rivela il suo percorso nell’osceno, nel nascosto della nostra contemporaneità dove il “tengo famiglia” è scomparso e ha lasciato spazio al c’è posto per te, lì dentro, la televisione, possibilmente per finirci dentro.
“ E’ giusto concepire Inferni o Paradisi, giudicare alto o basso - scrive Carlo Freccero nella prefazione- buono o cattivo un prodotto come quello televisivo che non è soggetto in sé né a canoni estetici, né morali? In televisione ha valore non ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, alto o basso, ma ciò che funziona. Secondo me un prodotto di successo è , a suo modo, sempre un prodotto alto. Non esteticamente o moralmente, ma proprio perché funziona. E far funzionare un programma implica professionalità e intuizione”. Tra i personaggi evocati nel viaggio dantesco dentro il piccolo schermo, Mike Buongiorno è Virgilio, Maurizio Costanzo è Caronte, Bruno Vespa - Ciacco, Walter Veltroni è Erisittone e Silvio Berlusconi il Marco Lombardo.
Massimiliano Lenzi : giornalista, ha lavorato per sei anni nella redazione di “Otto e mezzo” di Giuliano Ferrara, su La7; collabora con Il Foglio, Tempi, Il Secolo XIX e L’Unione Sarda. Dallo scorso anno è nella redazione di Anno Zero di Michele Santoro.
"C'è posto per te"
di Massimiliano Lenzi
VALLECCHI
EUR 12,50
Massimiliano Lenzi, giornalista esperto di televisione, da anni lavora nelle redazioni di programmi televisivi di successo, con il suo “C’è posto per te” in libreria per i tipi di Vallecchi (pp.144, Euro12,50) nella nuova collana I Saggi, ci accompagna dietro le quinte come in un viaggio nell’aldilà, attraverso i gironi della Commedia dantesca e ci rivela il suo percorso nell’osceno, nel nascosto della nostra contemporaneità dove il “tengo famiglia” è scomparso e ha lasciato spazio al c’è posto per te, lì dentro, la televisione, possibilmente per finirci dentro.
“ E’ giusto concepire Inferni o Paradisi, giudicare alto o basso - scrive Carlo Freccero nella prefazione- buono o cattivo un prodotto come quello televisivo che non è soggetto in sé né a canoni estetici, né morali? In televisione ha valore non ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, alto o basso, ma ciò che funziona. Secondo me un prodotto di successo è , a suo modo, sempre un prodotto alto. Non esteticamente o moralmente, ma proprio perché funziona. E far funzionare un programma implica professionalità e intuizione”. Tra i personaggi evocati nel viaggio dantesco dentro il piccolo schermo, Mike Buongiorno è Virgilio, Maurizio Costanzo è Caronte, Bruno Vespa - Ciacco, Walter Veltroni è Erisittone e Silvio Berlusconi il Marco Lombardo.
Massimiliano Lenzi : giornalista, ha lavorato per sei anni nella redazione di “Otto e mezzo” di Giuliano Ferrara, su La7; collabora con Il Foglio, Tempi, Il Secolo XIX e L’Unione Sarda. Dallo scorso anno è nella redazione di Anno Zero di Michele Santoro.
"C'è posto per te"
di Massimiliano Lenzi
VALLECCHI
EUR 12,50
giovedì 11 giugno 2009
"Toghe rosso sangue" di Paride Leporace
La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia.
Tra il 1969 e il 1994 sono stati ben ventisette imagistrati italiani che la criminalità organizzata e il terrorismo hanno brutalmente assassinato, e solo perché “colpevoli” di servire lo Stato.
Ventisette vite umane sacrificate sull’altare di oscuri disegni eversivi e colpite senza pietà, vittime cancellate dalla memoria collettiva. Infatti per molti magistrati caduti nell’esercizio delle loro funzioni si è assistito a un deprecabile processo di rimozione del loro impegno – oltre che della loro vita – dalla faticosa storia della Repubblica italiana.
Toghe rosso sangue è un libro che, per la prima volta, colma questo scandaloso vuoto di sapere tratteggiando la figura dei magistrati italiani uccisi da mafiosi, criminali comuni e terroristi. Da Agostino Pianta fino a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il libro di Paride Leporace ricostruisce la carriera professionale dei giudici assassinati in Italia, spiega il contesto in cui maturò il loro omicidio, raccoglie la testimonianza dei parenti, degli amici e addirittura dei carnefici, salvando chi è stato costretto a dare la vita per l’esercizio della giustizia dalla più spietata delle condanne: quella dell'oblio.
Paride Leporace è il direttore de «il Quotidiano della Basilicata», ha fondato «il Quotidiano della Calabria» e «Calabria Ora». Dopo innumerevoli reportage dedicati ad alcuni tra i più eclatanti casi di cronaca nera italiana, Toghe rosso sangue è il suo primo libro.
IL BLOG DELL'AUTORE
"Toghe rosso sangue"
di Paride Leporace
NEWTON COMPTON
Controcorrente n. 37
ISBN 978-88-541-1240-7
Pagine 320
Euro 12,90
Tra il 1969 e il 1994 sono stati ben ventisette imagistrati italiani che la criminalità organizzata e il terrorismo hanno brutalmente assassinato, e solo perché “colpevoli” di servire lo Stato.
Ventisette vite umane sacrificate sull’altare di oscuri disegni eversivi e colpite senza pietà, vittime cancellate dalla memoria collettiva. Infatti per molti magistrati caduti nell’esercizio delle loro funzioni si è assistito a un deprecabile processo di rimozione del loro impegno – oltre che della loro vita – dalla faticosa storia della Repubblica italiana.
Toghe rosso sangue è un libro che, per la prima volta, colma questo scandaloso vuoto di sapere tratteggiando la figura dei magistrati italiani uccisi da mafiosi, criminali comuni e terroristi. Da Agostino Pianta fino a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il libro di Paride Leporace ricostruisce la carriera professionale dei giudici assassinati in Italia, spiega il contesto in cui maturò il loro omicidio, raccoglie la testimonianza dei parenti, degli amici e addirittura dei carnefici, salvando chi è stato costretto a dare la vita per l’esercizio della giustizia dalla più spietata delle condanne: quella dell'oblio.
Paride Leporace è il direttore de «il Quotidiano della Basilicata», ha fondato «il Quotidiano della Calabria» e «Calabria Ora». Dopo innumerevoli reportage dedicati ad alcuni tra i più eclatanti casi di cronaca nera italiana, Toghe rosso sangue è il suo primo libro.
IL BLOG DELL'AUTORE
"Toghe rosso sangue"
di Paride Leporace
NEWTON COMPTON
Controcorrente n. 37
ISBN 978-88-541-1240-7
Pagine 320
Euro 12,90
mercoledì 10 giugno 2009
"Per una sinistra pensante" di Salvatore Biasco
Costruire la cultura politica che non c'è.
Può il liberalismo politico ed economico diventare il principio ispiratore della sinistra? La domanda schietta di Salvatore Biasco tocca il cuore delle incertezze, della confusione, del malcontento verso l’inconsistenza dei progetti e della leadership del Partito democratico e dintorni. Partendo da qui egli svolge un’irrituale discussione politica proponendo temi che di solito la sinistra salta a piè pari, prigioniera com’è delle suggestioni del momento.
Era noto il rigore di analisi di Biasco economista, non lo era ancora la sua efficacia nella critica della politica. Con molta misura e precisione, con la durezza e il rigore di un intellettuale che non si contenta di formule, Biasco affronta l’impasse della sinistra con la determinazione di chi sa che un partito non pesa solo per i suoi voti, ma altrettanto per la considerazione, la stima e il rispetto che guadagna attraverso il suo apparato di pensiero, la propensione a costruire il futuro, la capacità di offrire una classe dirigente competente e all’altezza delle funzioni che aspira a svolgere.
Salvatore Biasco è ordinario di Economia monetaria internazionale all’Università «Sapienza» di Roma. Autore di una vasta produzione specialistica è stato deputato nella XIII Legislatura, presidente della Commissione bicamerale per la riforma fiscale (detta «dei Trenta») e ha poi presieduto la Commissione consultiva per la riforma della tassazione delle imprese (Commissione Biasco), la cui relazione è alla base di parte dell’attuale normativa fiscale. È stato premio Saint Vincent per l’economia. Ha, tuttavia, sempre coltivato passione e impegno politico.
"Per una sinistra pensante"
di Salvatore Biasco
MARSILIO
pp. 160
Euro 12.00
2009
isbn: 978-88-317-9729-0
Può il liberalismo politico ed economico diventare il principio ispiratore della sinistra? La domanda schietta di Salvatore Biasco tocca il cuore delle incertezze, della confusione, del malcontento verso l’inconsistenza dei progetti e della leadership del Partito democratico e dintorni. Partendo da qui egli svolge un’irrituale discussione politica proponendo temi che di solito la sinistra salta a piè pari, prigioniera com’è delle suggestioni del momento.
Era noto il rigore di analisi di Biasco economista, non lo era ancora la sua efficacia nella critica della politica. Con molta misura e precisione, con la durezza e il rigore di un intellettuale che non si contenta di formule, Biasco affronta l’impasse della sinistra con la determinazione di chi sa che un partito non pesa solo per i suoi voti, ma altrettanto per la considerazione, la stima e il rispetto che guadagna attraverso il suo apparato di pensiero, la propensione a costruire il futuro, la capacità di offrire una classe dirigente competente e all’altezza delle funzioni che aspira a svolgere.
Salvatore Biasco è ordinario di Economia monetaria internazionale all’Università «Sapienza» di Roma. Autore di una vasta produzione specialistica è stato deputato nella XIII Legislatura, presidente della Commissione bicamerale per la riforma fiscale (detta «dei Trenta») e ha poi presieduto la Commissione consultiva per la riforma della tassazione delle imprese (Commissione Biasco), la cui relazione è alla base di parte dell’attuale normativa fiscale. È stato premio Saint Vincent per l’economia. Ha, tuttavia, sempre coltivato passione e impegno politico.
"Per una sinistra pensante"
di Salvatore Biasco
MARSILIO
pp. 160
Euro 12.00
2009
isbn: 978-88-317-9729-0
martedì 9 giugno 2009
"Federalismo criminale" di Nello Trocchia
“È davvero prezioso il contributo offerto da Nello Trocchia in questo suo libro dal titolo lucidamente provocatorio, un viaggio senza remore, né risparmio di documentate denunce, nei territori dove sono state sciolte amministrazioni colluse o infiltrate dalle mafie, documentando responsabilità politiche, imprenditoriali, affaristiche, come complicità burocratiche che sono una maglia essenziale nella rete di interessi che in molti territori domina illegalmente il mercato degli appalti e la gestione di fondi pubblici”.
(dalla postfazione di Roberto Morrione)
Le mafie che vivono sotto casa, che depredano le risorse pubbliche, che riducono a deserto i territori. Il federalismo criminale come sistema politico che governa intere parti del nostro territorio. Le storie dei comuni sciolti per mafia raccolte in questo libro raccontano le mani della piovra nelle aule comunali tra omertà, mattanze ed eroi isolati. Tra appalti truccati, centri commerciali, alta velocità, assunzioni e contributi sociali in mano a mafie e politica criminale. Una situazione di indecenza democratica dove la legalità, la sicurezza pubblica, la civile convivenza lasciano il posto alla barbarie, al feudo, a vecchi e nuovi podestà. Le mafie divorano le istituzioni nel silenzio della politica e dell’informazione. Federalismo criminale è la denuncia, eccezionalmente documentata, di come anche nei comuni sciolti per mafia nulla cambi, di come le mafie riescano a ritornare ogni volta padrone. Con i nomi e i cognomi dei protagonisti del malaffare di ieri e di oggi, tra scandali, devastazione ambientale e latitanze dorate.
Nello Trocchia è nato a Nola, in provincia di Napoli, ventisei anni fa. Negli anni ha collaborato con Liberazione, il manifesto, La Voce della Campania, Calabria Ora, L'espresso. In radio ha curato e condotto una trasmissione sul fenomeno mafioso e la corruttela politica. Attualmente lavora a Roma nell'agenzia di informazione Econews e scrive per Narcomafie e La Voce delle Voci. Federalismo criminale ha ricevuto, come opera di ricerca universitaria, la menzione al Premio 'Giancarlo Siani' 2008.
Federalismo criminale
di Nello Trocchia
NUTRIMENTI
collana: Igloo
pp. 384
€ 15.00
prima edizione maggio 2009
978-88-95842-33-2
(dalla postfazione di Roberto Morrione)
Le mafie che vivono sotto casa, che depredano le risorse pubbliche, che riducono a deserto i territori. Il federalismo criminale come sistema politico che governa intere parti del nostro territorio. Le storie dei comuni sciolti per mafia raccolte in questo libro raccontano le mani della piovra nelle aule comunali tra omertà, mattanze ed eroi isolati. Tra appalti truccati, centri commerciali, alta velocità, assunzioni e contributi sociali in mano a mafie e politica criminale. Una situazione di indecenza democratica dove la legalità, la sicurezza pubblica, la civile convivenza lasciano il posto alla barbarie, al feudo, a vecchi e nuovi podestà. Le mafie divorano le istituzioni nel silenzio della politica e dell’informazione. Federalismo criminale è la denuncia, eccezionalmente documentata, di come anche nei comuni sciolti per mafia nulla cambi, di come le mafie riescano a ritornare ogni volta padrone. Con i nomi e i cognomi dei protagonisti del malaffare di ieri e di oggi, tra scandali, devastazione ambientale e latitanze dorate.
Nello Trocchia è nato a Nola, in provincia di Napoli, ventisei anni fa. Negli anni ha collaborato con Liberazione, il manifesto, La Voce della Campania, Calabria Ora, L'espresso. In radio ha curato e condotto una trasmissione sul fenomeno mafioso e la corruttela politica. Attualmente lavora a Roma nell'agenzia di informazione Econews e scrive per Narcomafie e La Voce delle Voci. Federalismo criminale ha ricevuto, come opera di ricerca universitaria, la menzione al Premio 'Giancarlo Siani' 2008.
Federalismo criminale
di Nello Trocchia
NUTRIMENTI
collana: Igloo
pp. 384
€ 15.00
prima edizione maggio 2009
978-88-95842-33-2
lunedì 8 giugno 2009
"Facebook come" di Borgato, Capelli e Ferraresi
Il fenomeno Facebook è rapido, mutevole ed in frenetica espansione, tanto che risulta difficile oggi definirlo, contenerlo o addirittura padroneggiarlo con l'aiuto di definizioni o di descrizioni.
La complessità e insieme il fascino di Facebook si possono allora meglio comprendere, e in qualche modo stringere dappresso, attraverso l'impiego della analogia e dello studio degli ambiti che Facebook attraversa, che è quanto sin dal titolo cerca di fare questo libro.
Ci sono infatti campi e domini che Facebook felicemente contamina e numerosi sono gli ambiti sociali che impiegano Facebook per i propri scopi.
È questa la strada che hanno scelto i curatori del presente volume: vale a dire indagare l'uso che si fa in politica, in economia, nel gioco delle relazioni e in quello delle identità sociali del più importante tra tutti i social network. Per comprendere come mai oggi Facebook è un fenomeno planetario occorre investigare come e perché funziona in numerosi e differenti ambiti.
Il libro è una lettura importante per tutti gli utilizzatori di Facebook e per coloro che vogliono comprendere il come mai di un tale successo.
"Facebook come"
Le nuove relazioni virtuali
di Renata Borgato, Ferruccio Capelli, Mauro Ferraresi
Contributi di :
Alberto Abruzzese, Annelisa Addolorato, Lilia Beretta, Carlo Bisio, Vittorio Canavese, Alessandro Capelli, Andrea Ceriani, Matilde Depangher, Sergio Di Giorgi, Chiara Fiocchi, Samantha Gamberini, Nicola Grande, Anna Guardavilla, Francesco Morace, William Nessuno, Francesca Pasquali, Mario Pireddu, Paola Riva, Fabrizio Salmi e Paolo Vergnani.
Editore: Franco Angeli
Data di Pubblicazione: 2009
Collana: Cultura della comunicazione
ISBN: 8846496280
ISBN-13: 9788846496287
Pagine: 208
Prezzo: € 24.00
La complessità e insieme il fascino di Facebook si possono allora meglio comprendere, e in qualche modo stringere dappresso, attraverso l'impiego della analogia e dello studio degli ambiti che Facebook attraversa, che è quanto sin dal titolo cerca di fare questo libro.
Ci sono infatti campi e domini che Facebook felicemente contamina e numerosi sono gli ambiti sociali che impiegano Facebook per i propri scopi.
È questa la strada che hanno scelto i curatori del presente volume: vale a dire indagare l'uso che si fa in politica, in economia, nel gioco delle relazioni e in quello delle identità sociali del più importante tra tutti i social network. Per comprendere come mai oggi Facebook è un fenomeno planetario occorre investigare come e perché funziona in numerosi e differenti ambiti.
Il libro è una lettura importante per tutti gli utilizzatori di Facebook e per coloro che vogliono comprendere il come mai di un tale successo.
"Facebook come"
Le nuove relazioni virtuali
di Renata Borgato, Ferruccio Capelli, Mauro Ferraresi
Contributi di :
Alberto Abruzzese, Annelisa Addolorato, Lilia Beretta, Carlo Bisio, Vittorio Canavese, Alessandro Capelli, Andrea Ceriani, Matilde Depangher, Sergio Di Giorgi, Chiara Fiocchi, Samantha Gamberini, Nicola Grande, Anna Guardavilla, Francesco Morace, William Nessuno, Francesca Pasquali, Mario Pireddu, Paola Riva, Fabrizio Salmi e Paolo Vergnani.
Editore: Franco Angeli
Data di Pubblicazione: 2009
Collana: Cultura della comunicazione
ISBN: 8846496280
ISBN-13: 9788846496287
Pagine: 208
Prezzo: € 24.00
domenica 7 giugno 2009
"Qualunque cosa succeda" di Umberto Ambrosoli
Prefazione di Carlo Azeglio Ciampi
A trent’anni dall’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, il libro del figlio Umberto ripropone una storia di straordinario impegno civile, ancora attualissima.
«Erano le 8.30 del 12 luglio. Il consueto, familiare gesto di accendere la radio per ascoltare il notiziario trasformò di colpo quella che doveva essere una ordinaria giornata di lavoro in un tempo di straordinaria drammaticità: la sera precedente l’avvocato Giorgio Ambrosoli era stato assassinato mentre stava rientrando a casa.
Quel colpo sparato ad Ambrosoli era destinato al cuore dello Stato, inscrivendosi l’episodio in un clima inquietante e torbido di intrecci tra malavita e forze eversive, che puntavano alle istituzioni con un disegno destabilizzante non dissimile, nei suoi esiti, da quello perseguito dal terrorismo, dalla lotta armata».
Carlo Azeglio Ciampi
Questa è la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979.
La racconta a trent’anni di distanza il figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell’archivio RAI. Sullo sfondo, la storia d’Italia in quel drammatico periodo.
Nell’indagare gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva in una situazione di isolamento, difficoltà e rischio di cui era ben consapevole. Aveva scritto alla moglie: «Pagherò a caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese [...] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo».
Il racconto illumina il carattere esemplare delle scelte di Giorgio Ambrosoli, la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità e, insieme, sottolinea il valore positivo di una storia ancora straordinariamente attuale.
Umberto Ambrosoli, classe 1971, è avvocato penalista a Milano. È il più giovane dei tre figli di Giorgio Ambrosoli. Da anni è impegnato a valorizzare e attualizzare la storia del padre, partecipando a incontri nelle scuole di tutta Italia, a convegni e a iniziative pubbliche ed editoriali.
"Qualunque cosa succeda"
di Umberto Ambrosoli
SIRONI EDITORE
Codice ISBN: 978-88-518-0120-5
Pagine: 320
Prezzo di copertina: € 18,00
Il libro verrà presentato giovedì 11 giugno p.v., alle ore 18.30, presso la Sala Schuster, in via Sant’Antonio 5, a Milano (MM1 Duomo - MM3 Missori). Con l'autore, Umberto Ambrosoli, saranno presenti Gherardo Colombo e Corrado Stajano. Seguirà rinfresco.
A trent’anni dall’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, il libro del figlio Umberto ripropone una storia di straordinario impegno civile, ancora attualissima.
«Erano le 8.30 del 12 luglio. Il consueto, familiare gesto di accendere la radio per ascoltare il notiziario trasformò di colpo quella che doveva essere una ordinaria giornata di lavoro in un tempo di straordinaria drammaticità: la sera precedente l’avvocato Giorgio Ambrosoli era stato assassinato mentre stava rientrando a casa.
Quel colpo sparato ad Ambrosoli era destinato al cuore dello Stato, inscrivendosi l’episodio in un clima inquietante e torbido di intrecci tra malavita e forze eversive, che puntavano alle istituzioni con un disegno destabilizzante non dissimile, nei suoi esiti, da quello perseguito dal terrorismo, dalla lotta armata».
Carlo Azeglio Ciampi
Questa è la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979.
La racconta a trent’anni di distanza il figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell’archivio RAI. Sullo sfondo, la storia d’Italia in quel drammatico periodo.
Nell’indagare gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva in una situazione di isolamento, difficoltà e rischio di cui era ben consapevole. Aveva scritto alla moglie: «Pagherò a caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese [...] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo».
Il racconto illumina il carattere esemplare delle scelte di Giorgio Ambrosoli, la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità e, insieme, sottolinea il valore positivo di una storia ancora straordinariamente attuale.
Umberto Ambrosoli, classe 1971, è avvocato penalista a Milano. È il più giovane dei tre figli di Giorgio Ambrosoli. Da anni è impegnato a valorizzare e attualizzare la storia del padre, partecipando a incontri nelle scuole di tutta Italia, a convegni e a iniziative pubbliche ed editoriali.
"Qualunque cosa succeda"
di Umberto Ambrosoli
SIRONI EDITORE
Codice ISBN: 978-88-518-0120-5
Pagine: 320
Prezzo di copertina: € 18,00
Il libro verrà presentato giovedì 11 giugno p.v., alle ore 18.30, presso la Sala Schuster, in via Sant’Antonio 5, a Milano (MM1 Duomo - MM3 Missori). Con l'autore, Umberto Ambrosoli, saranno presenti Gherardo Colombo e Corrado Stajano. Seguirà rinfresco.
sabato 6 giugno 2009
"La casta della monnezza" di De Stefano e Iurillo
Dall’emergenza rifiuti alla crisi finanziaria, il ritratto di un Paese e di una classe politica sotto inchiesta
Prefazione di Gianni Barbacetto
Nel libro di De Stefano e Iurillo sfilano quaranta uomini politici nei guai con la legge: senz’altro troppi per una terra che chiede a gran voce il riscatto dalle condizioni in cui è precipitata.
Bruno De Stefano è nato nel 1966 a Somma Vesuviana (Napoli). Giornalista professionista, ha lavorato per diversi quotidiani tra cui «Paese sera», «Il Giornale di Napoli», «Corriere del Mezzogiorno» (dorso campano del «Corriere della Sera») e per «Metropolis», occupandosi in particolare di cronaca nera e giudiziaria. Attualmente è redattore di «City», il quotidiano freepress del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera. Con la Newton Compton ha pubblicato Napoli criminale, I boss della camorra e La penisola dei mafiosi. L’indirizzo del suo blog è brunodestefano.splinder.com
Vincenzo Iurillo è nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1970. Giornalista professionista, ha lavorato come responsabile della cronaca politica per «Metropolis» ed è stato collaboratore del «Corriere del Mezzogiorno».
"La casta della monnezza"
di Bruno De Stefano e Vincenzo Iurillo
ISBN 978-88-541-1474-6
Pagine 384
Euro 12,90
NEWTON COMPTON
Controcorrente n. 50
Il libro verrà presentato da Bruno De Stefano, giovedì 11 giugno, su Radio Uno, nel corso del programma “Zapping”, alle ore 20.20.
Prefazione di Gianni Barbacetto
Nel libro di De Stefano e Iurillo sfilano quaranta uomini politici nei guai con la legge: senz’altro troppi per una terra che chiede a gran voce il riscatto dalle condizioni in cui è precipitata.
Bruno De Stefano è nato nel 1966 a Somma Vesuviana (Napoli). Giornalista professionista, ha lavorato per diversi quotidiani tra cui «Paese sera», «Il Giornale di Napoli», «Corriere del Mezzogiorno» (dorso campano del «Corriere della Sera») e per «Metropolis», occupandosi in particolare di cronaca nera e giudiziaria. Attualmente è redattore di «City», il quotidiano freepress del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera. Con la Newton Compton ha pubblicato Napoli criminale, I boss della camorra e La penisola dei mafiosi. L’indirizzo del suo blog è brunodestefano.splinder.com
Vincenzo Iurillo è nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1970. Giornalista professionista, ha lavorato come responsabile della cronaca politica per «Metropolis» ed è stato collaboratore del «Corriere del Mezzogiorno».
"La casta della monnezza"
di Bruno De Stefano e Vincenzo Iurillo
ISBN 978-88-541-1474-6
Pagine 384
Euro 12,90
NEWTON COMPTON
Controcorrente n. 50
Il libro verrà presentato da Bruno De Stefano, giovedì 11 giugno, su Radio Uno, nel corso del programma “Zapping”, alle ore 20.20.
venerdì 5 giugno 2009
"La peste di Milano" di Marco Alfieri
Milano è malata. E la sua malattia può avere conseguenze molto rilevanti sull’intero “sistema Italia”. Un’inchiesta senza sconti sui mali che affliggono la ex capitale morale.
Il libro
Ormai da troppi anni quella che è stata la città più avanzata del paese sembra aver smarrito la strada, sfiancata da dinamiche ben lontane dalla sua grande tradizione di riformismo illuminato.
Il punto di svolta è stato lo shock di Tangentopoli. Da allora, la metropoli che ha guidato la modernizzazione italiana rischia di scivolare in un pantano fatto di inerzia, miopia, ritardi.
La peste di Milano è un’inchiesta senza sconti sui mali che affliggono la ex capitale morale: la fine di un vero progetto condiviso sulla città, la mancanza di strategia delle classi dirigenti, la struttura neofeudale del potere economico-finanziario, l’incapacità di pensarsi come grande metropoli multietnica, il declino della creatività, addirittura il pericolo crescente di infiltrazioni della criminalità organizzata.
È una storia di grandi e piccoli fallimenti, dal caso Malpensa-Alitalia ai germi di razzismo e intolleranza che ancora covano nelle sue viscere. Persino il successo dell’Expo 2015 ha dato il via in pochi mesi ad una estenuante lotta per le poltrone e per il controllo dei sostanziosi appalti.
Milano è ancora ricca di talenti straordinari. Saprà metterli una volta di più al servizio del suo futuro e dell’intero paese?
Marco Alfieri è nato a Varese, vive a Pavia, lavora a Milano. Già corrispondente dal Nord per “Il Riformista”, scrive per “Il Sole 24Ore”. È autore di Nord terra ostile. Perché la sinistra non vince (Marsilio 2008).
"La peste di Milano"
di Marco Alfieri
FELTRINELLI
Collana: Serie Bianca
Pagine: 176
Prezzo: Euro 13
In libreria dal 4 giugno 2009
Il libro verrà presentato a Milano il prossimo 18 giugno, alle ore 18.30, presso la Libreria Feltrinelli che si trova in Piazza Piemonte, 2. Sarà presente l'autore.
Il libro
Ormai da troppi anni quella che è stata la città più avanzata del paese sembra aver smarrito la strada, sfiancata da dinamiche ben lontane dalla sua grande tradizione di riformismo illuminato.
Il punto di svolta è stato lo shock di Tangentopoli. Da allora, la metropoli che ha guidato la modernizzazione italiana rischia di scivolare in un pantano fatto di inerzia, miopia, ritardi.
La peste di Milano è un’inchiesta senza sconti sui mali che affliggono la ex capitale morale: la fine di un vero progetto condiviso sulla città, la mancanza di strategia delle classi dirigenti, la struttura neofeudale del potere economico-finanziario, l’incapacità di pensarsi come grande metropoli multietnica, il declino della creatività, addirittura il pericolo crescente di infiltrazioni della criminalità organizzata.
È una storia di grandi e piccoli fallimenti, dal caso Malpensa-Alitalia ai germi di razzismo e intolleranza che ancora covano nelle sue viscere. Persino il successo dell’Expo 2015 ha dato il via in pochi mesi ad una estenuante lotta per le poltrone e per il controllo dei sostanziosi appalti.
Milano è ancora ricca di talenti straordinari. Saprà metterli una volta di più al servizio del suo futuro e dell’intero paese?
Marco Alfieri è nato a Varese, vive a Pavia, lavora a Milano. Già corrispondente dal Nord per “Il Riformista”, scrive per “Il Sole 24Ore”. È autore di Nord terra ostile. Perché la sinistra non vince (Marsilio 2008).
"La peste di Milano"
di Marco Alfieri
FELTRINELLI
Collana: Serie Bianca
Pagine: 176
Prezzo: Euro 13
In libreria dal 4 giugno 2009
Il libro verrà presentato a Milano il prossimo 18 giugno, alle ore 18.30, presso la Libreria Feltrinelli che si trova in Piazza Piemonte, 2. Sarà presente l'autore.
giovedì 4 giugno 2009
"Rifugiati Football Club" di St. John Warren
Clarkston, Georgia, era una tipica cittadina del Sud fino a quando non è stata designata nel 1990 come centro di accoglienza per i rifugiati, diventando la prima dimora americana per innumerevoli famiglie in fuga dalle zone di guerra di tutto il mondo. Improvvisamente le sue strade si sono riempite di donne che indossano il velo, ovunque si è diffuso il profumo del curry e del cumino, e ragazzi di ogni colore hanno iniziato a giocare a calcio in qualunque spazio disponibile. La città è diventata anche la casa della carismatica Luma Mufleh, una donna giordana che ha studiato negli Stati Uniti e che ha fondato una squadra giovanile di calcio composta dai ragazzi di Clarkston. E quei ragazzi hanno trovato un nome per la loro impresa: i Fugees, i Rifugiati.
L’incredibile storia dei Fugees inizia il giorno in cui Luma vede qualcosa di inaspettato. C’è un gruppo di ragazzi, sopravvissuti alle guerre, alla violenza delle vendette tribali, alla morte di fratelli e genitori, forse al loro stesso passato di soldati bambini costretti alla barbarie. Stanno giocando a calcio, con una passione e una grazia che sembrano annullare gli effetti di ogni orrore, paura o solitudine che quei ragazzi possono aver provato. È un attimo rivelatore, e Luma comprende in un istante quale sarà il suo destino.
Un pomeriggio del giugno 2004 gli aspiranti calciatori accorrono entusiasti, speranzosi e increduli al primo provino dei Rifugiati. Per formare una grande squadra Luma cerca di scoprire ed esaltare ciò che hanno davvero in comune. «Ci disse che eravamo tutti stranieri, e che questa era una squadra che unisce tutti. E chi non ci riesce se ne va a casa».
In una cittadina degli Stati Uniti esiste una squadra di calcio unica al mondo, un incredibile gruppo di ragazzi senza patria e con un futuro difficile: i Fugees, i Rifugiati.
Giovani calciatori di ogni nazione, Etiopia, Burundi, Afghanistan, Congo, Iraq, Liberia, Sudan, Somalia, Bosnia. Scappati all’orrore delle guerre civili, dalla povertà, dalla devastazione e dalla violenza.
Allenati da una donna che viene dalla Giordania.
Calcio e politica, talento e sudore: una storia vera di sport e generosità, di riscatto e speranza. Un esempio e un modello per ogni paese del mondo, dal cuore di un’America che vuole rinascere nel segno della libertà e dell’orgoglio civile.
Le regole dei Rifugiati:
Mi comporterò bene in campo e fuori.
Non fumerò.
Non mi drogherò.
Non berrò alcol.
Non metterò incinta nessuna.
Non dirò parolacce.
I miei capelli saranno piú corti di quelli dell’allenatore.
Sarò sempre in orario.
Ascolterò l’allenatore.
Mi impegnerò al massimo.
Chiederò aiuto.
Voglio far parte dei Fugees!
Warren St. John è un giornalista del New York Times e l’autore del bestseller Rammer Jammer Yellow Hammer, un viaggio tra i tifosi del football universitario. I diritti cinematografici di Rifugiati Football Club sono stati acquisiti dalla Universal, che ha annunciato la produzione di un film tratto dalla vicenda. La fondazione e le attività dei Fugees si possono seguire sul sito www.fugeesfamily.org.
"Rifugiati Football Club"
di St. John Warren
Traduzione dall’inglese di Luca Fusari
NERI POZZA
BLOOM
Giugno 2009
Euro 16,050
384 pagine
EAN 9788854502574
Il libro verrà presentato giovedì 25 giugno 2009, alle ore 18,00, a Milano, presso la libreria Feltrinelli di Corso Buenos Aires 33. Con l'autore Warren St. John interverrà Darwin Pastorin.
L’incredibile storia dei Fugees inizia il giorno in cui Luma vede qualcosa di inaspettato. C’è un gruppo di ragazzi, sopravvissuti alle guerre, alla violenza delle vendette tribali, alla morte di fratelli e genitori, forse al loro stesso passato di soldati bambini costretti alla barbarie. Stanno giocando a calcio, con una passione e una grazia che sembrano annullare gli effetti di ogni orrore, paura o solitudine che quei ragazzi possono aver provato. È un attimo rivelatore, e Luma comprende in un istante quale sarà il suo destino.
Un pomeriggio del giugno 2004 gli aspiranti calciatori accorrono entusiasti, speranzosi e increduli al primo provino dei Rifugiati. Per formare una grande squadra Luma cerca di scoprire ed esaltare ciò che hanno davvero in comune. «Ci disse che eravamo tutti stranieri, e che questa era una squadra che unisce tutti. E chi non ci riesce se ne va a casa».
In una cittadina degli Stati Uniti esiste una squadra di calcio unica al mondo, un incredibile gruppo di ragazzi senza patria e con un futuro difficile: i Fugees, i Rifugiati.
Giovani calciatori di ogni nazione, Etiopia, Burundi, Afghanistan, Congo, Iraq, Liberia, Sudan, Somalia, Bosnia. Scappati all’orrore delle guerre civili, dalla povertà, dalla devastazione e dalla violenza.
Allenati da una donna che viene dalla Giordania.
Calcio e politica, talento e sudore: una storia vera di sport e generosità, di riscatto e speranza. Un esempio e un modello per ogni paese del mondo, dal cuore di un’America che vuole rinascere nel segno della libertà e dell’orgoglio civile.
Le regole dei Rifugiati:
Mi comporterò bene in campo e fuori.
Non fumerò.
Non mi drogherò.
Non berrò alcol.
Non metterò incinta nessuna.
Non dirò parolacce.
I miei capelli saranno piú corti di quelli dell’allenatore.
Sarò sempre in orario.
Ascolterò l’allenatore.
Mi impegnerò al massimo.
Chiederò aiuto.
Voglio far parte dei Fugees!
Warren St. John è un giornalista del New York Times e l’autore del bestseller Rammer Jammer Yellow Hammer, un viaggio tra i tifosi del football universitario. I diritti cinematografici di Rifugiati Football Club sono stati acquisiti dalla Universal, che ha annunciato la produzione di un film tratto dalla vicenda. La fondazione e le attività dei Fugees si possono seguire sul sito www.fugeesfamily.org.
"Rifugiati Football Club"
di St. John Warren
Traduzione dall’inglese di Luca Fusari
NERI POZZA
BLOOM
Giugno 2009
Euro 16,050
384 pagine
EAN 9788854502574
Il libro verrà presentato giovedì 25 giugno 2009, alle ore 18,00, a Milano, presso la libreria Feltrinelli di Corso Buenos Aires 33. Con l'autore Warren St. John interverrà Darwin Pastorin.
mercoledì 3 giugno 2009
"Io gioco pulito" di Antonio Padellaro
Giocare pulito significa rispettare gli impegni presi, non scaricare su altri la colpa dei propri errori.
Non giochi pulito se il giorno dopo ti dimentichi dei tuoi elettori, se ti metti d’accordo sottobanco con i tuoi avversari del giorno prima. Io gioco pulito nasce un anno fa dalla sconfitta storica del centrosinistra e vuole dare una risposta a quei milioni di persone che hanno assistito al trionfo di ciò che avevano sempre combattuto e sono rimaste sole.
Come è stato possibile che il governo Prodi implodesse dopo poco più di un anno e che in quindici mesi il Partito democratico dilapidasse gran parte del patrimonio di consensi guadagnato con le famose primarie? Come è stato possibile che da un giorno all’altro Walter Veltroni gettasse la spugna senza fornire una vera spiegazione del suo abbandono? Perché si è lasciato che il Paese finisse ancora una volta nelle mani di un oligarca miliardario che considera la Costituzione un impaccio? Questa è la storia di un enorme spreco di fiducia e di speranze, raccontata da chi per otto anni ha osservato i giochi di potere della vecchia e stanca nomenklatura politica italiana dalla scrivania di direttore dell’«Unità».
Ne è uscito un libro corale che è in qualche modo la continuazione di quel giornale animato dalla passione e dall’impegno civile di Furio Colombo e Marco Travaglio, di Antonio Tabucchi e Corrado Stajano, di Nando Dalla Chiesa e Oliviero Beha, di Maurizio Chierici e Sandra Amurri. Testimoni della disfatta che, nonostante tutto, non vogliono arrendersi.
Affermare: «Io gioco pulito» non vuol dire vantarsi o sentirsi migliori degli altri. È la dimostrazione che in politica, ma soprattutto nella vita, si può vincere – e vincere meglio – se si rispettano le regole e si dà il giusto peso a parole considerate desuete dai nuovi padroni d’Italia. Onestà. Lealtà. Competenza. Generosità. Rispetto per gli altri.
«Come vecchi commilitoni che si ritrovano, ho chiesto ad alcune delle firme che mi hanno accompagnato negli anni dell’“Unità” di raccontare il vuoto che stiamo attraversando. Il vuoto della politica. Ho chiesto se anche loro galleggiano dentro una delusione che ci toglie la voglia e la rabbia. Ho chiesto di farmi compagnia nei miei dubbi. Ho chiesto se hanno una spiegazione. E una soluzione.»
Visita il Blog www.iogiocopulito.it
Antonio Padellaro(1946) ha iniziato la sua carriera di giornalista all’Ansa. In seguito è diventato responsabile della redazione romana del «Corriere della Sera» e vicedirettore dell’«Espresso». Dal 2005 al 2008 è stato direttore dell’«Unità». Per BCDe ha pubblicato Non aprite agli assassini (1995), Senza cuore (2000) e, insieme a Furio Colombo, Il libro nero della democrazia (2002).
"Io gioco pulito"
di Antonio Padellaro
BALDINI CASTOLDI
Codice ISBN 88-6073-550
Data di uscita 6/4/2009
Sito www.iogiocopulito.it
Pagine 184
Prezzo: €17.50
Non giochi pulito se il giorno dopo ti dimentichi dei tuoi elettori, se ti metti d’accordo sottobanco con i tuoi avversari del giorno prima. Io gioco pulito nasce un anno fa dalla sconfitta storica del centrosinistra e vuole dare una risposta a quei milioni di persone che hanno assistito al trionfo di ciò che avevano sempre combattuto e sono rimaste sole.
Come è stato possibile che il governo Prodi implodesse dopo poco più di un anno e che in quindici mesi il Partito democratico dilapidasse gran parte del patrimonio di consensi guadagnato con le famose primarie? Come è stato possibile che da un giorno all’altro Walter Veltroni gettasse la spugna senza fornire una vera spiegazione del suo abbandono? Perché si è lasciato che il Paese finisse ancora una volta nelle mani di un oligarca miliardario che considera la Costituzione un impaccio? Questa è la storia di un enorme spreco di fiducia e di speranze, raccontata da chi per otto anni ha osservato i giochi di potere della vecchia e stanca nomenklatura politica italiana dalla scrivania di direttore dell’«Unità».
Ne è uscito un libro corale che è in qualche modo la continuazione di quel giornale animato dalla passione e dall’impegno civile di Furio Colombo e Marco Travaglio, di Antonio Tabucchi e Corrado Stajano, di Nando Dalla Chiesa e Oliviero Beha, di Maurizio Chierici e Sandra Amurri. Testimoni della disfatta che, nonostante tutto, non vogliono arrendersi.
Affermare: «Io gioco pulito» non vuol dire vantarsi o sentirsi migliori degli altri. È la dimostrazione che in politica, ma soprattutto nella vita, si può vincere – e vincere meglio – se si rispettano le regole e si dà il giusto peso a parole considerate desuete dai nuovi padroni d’Italia. Onestà. Lealtà. Competenza. Generosità. Rispetto per gli altri.
«Come vecchi commilitoni che si ritrovano, ho chiesto ad alcune delle firme che mi hanno accompagnato negli anni dell’“Unità” di raccontare il vuoto che stiamo attraversando. Il vuoto della politica. Ho chiesto se anche loro galleggiano dentro una delusione che ci toglie la voglia e la rabbia. Ho chiesto di farmi compagnia nei miei dubbi. Ho chiesto se hanno una spiegazione. E una soluzione.»
Visita il Blog www.iogiocopulito.it
Antonio Padellaro(1946) ha iniziato la sua carriera di giornalista all’Ansa. In seguito è diventato responsabile della redazione romana del «Corriere della Sera» e vicedirettore dell’«Espresso». Dal 2005 al 2008 è stato direttore dell’«Unità». Per BCDe ha pubblicato Non aprite agli assassini (1995), Senza cuore (2000) e, insieme a Furio Colombo, Il libro nero della democrazia (2002).
"Io gioco pulito"
di Antonio Padellaro
BALDINI CASTOLDI
Codice ISBN 88-6073-550
Data di uscita 6/4/2009
Sito www.iogiocopulito.it
Pagine 184
Prezzo: €17.50
martedì 2 giugno 2009
"La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano
"LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI" DI PAOLO GIORDANO E' IL LIBRO PIU' VOTATO DAI VISITATORI DE "IL CIRCOLO PICKWICK" NEI MESE DI GENNAIO E GIUGNO 2009.
Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno.
Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei.
Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
Paolo Giordano scrittore, nato a Torino nel 1982. Con il libro "La solitudine dei numeri primi" ha vinto il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Fiesole Narrativa Under 40 e il Premio Strega; a 26 anni è il più giovane scrittore ad aver avuto quest'ultimo riconoscimento letterario."La solitudine dei numeri primi" è il libro più venduto in Italia nel 2008, con più di un milione di copie acquistate.
"La solitudine dei numeri primi"
di Paolo Giordano
Editore: Mondadori
Anno: 2008
Collana:Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 312
ISBN: 978880457702
Prezzo: 18 euro
Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno.
Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei.
Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
Paolo Giordano scrittore, nato a Torino nel 1982. Con il libro "La solitudine dei numeri primi" ha vinto il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Fiesole Narrativa Under 40 e il Premio Strega; a 26 anni è il più giovane scrittore ad aver avuto quest'ultimo riconoscimento letterario."La solitudine dei numeri primi" è il libro più venduto in Italia nel 2008, con più di un milione di copie acquistate.
"La solitudine dei numeri primi"
di Paolo Giordano
Editore: Mondadori
Anno: 2008
Collana:Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 312
ISBN: 978880457702
Prezzo: 18 euro
lunedì 1 giugno 2009
"Voglio l'America" di Enrico Franceschini
“Eravamo liberi, eravamo poveri, avevamo il mondo in mano e… volevamo l’America”. Inizio anni ottanta. Lui è arrivato a New York da solo, con un borsone rosso a tracolla, una macchina per scrivere portatile, mille dollari in tasca e il sogno di conquistare gli Stati Uniti...
Il libro
Inizio anni ottanta. Lui è arrivato a New York da solo, con un borsone rosso a tracolla, una macchina per scrivere portatile, mille dollari in tasca e il sogno di conquistare gli Stati Uniti, almeno per un po’: “Vado, sistemo l’America e torno”. È un provinciale italiano appena uscito dall’Università che si è messo in testa di fare il giornalista fra i grattacieli di Manhattan, affascinato dai romanzi di Bukowski, dai film di De Niro, dalle mille luci di Broadway. Ma come spesso accade, la realtà è molto meno romantica della fantasia: nessun giornale pubblica le sue corrispondenze, per sopravvivere deve distribuire i volantini pubblicitari di un topless-bar, rubacchia nei negozi, telefona a scrocco, si nutre di zuppe in scatola e decisamente non ci sono luci attorno a Hell’s kitchen, la “cucina dell’inferno”, il quartiere portoricano dove con gli ultimi soldi che gli sono rimasti ha preso in affitto uno squallido appartamentino. Finché l’arresto di John Gambino, “padrino” di una delle famiglie di Cosa Nostra che controllano il crimine organizzato in città, segna una svolta nel suo destino.
Tra loft di artisti squattrinati e discoteche in cui si va tutti insieme alla toilette, interviste con Steven Spielberg negli studios di Hollywood e balli con Gina Lollobrigida in cima al Rockefeller Center, compagni di sbronze che guidano i turisti in sex-tour notturni e l’amore per Angie, un’italoamericana che sembra timida e indifesa ma non lo è affatto, vola via un anno pieno di sorprese. Lasciandolo, alla fine, con due questioni fondamentali da risolvere: seguire il consiglio che gli dà con una strizzata d’occhio l’attore John Cassavetes, ovvero sposare Angie prima che qualcun altro gliela porti via? E soprattutto, una volta “sistemata” l’America, rimanere lì o tornare a casa? Meglio l’Empire State Building o la Torre degli Asinelli?
Una storia di vita vissuta appassionante come un romanzo, un inedito autoritratto di Enrico Franceschini, corrispondente di “la Repubblica”: che alla fine ha scelto l’Empire State Building e, dopo New York, Washington, Mosca e Gerusalemme, scrive oggi da Londra.
Enrico Franceschini (Bologna, 1956): giornalista e scrittore, è da quasi vent'anni corrispondente dall'estero per il quotidiano "la Repubblica", per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e attualmente Londra. Nel '94 ha ricevuto il Premio Europa per le sue corrispondenze sul golpe di Mosca.
"Voglio l'America"
di Enrico Franceschini
FELTRINELLI
Collana: I Canguri
Pagine: 192
Prezzo: Euro 13
In libreria dal 4 giugno 2009
Enrico Franceschini incontra il pubblico in occasione dell'uscita di "Voglio l'America" il 9 giungo 2009, alle ore 18.00, presso la Libreria Feltrinelli Galleria Colonna, a Roma.
Il libro
Inizio anni ottanta. Lui è arrivato a New York da solo, con un borsone rosso a tracolla, una macchina per scrivere portatile, mille dollari in tasca e il sogno di conquistare gli Stati Uniti, almeno per un po’: “Vado, sistemo l’America e torno”. È un provinciale italiano appena uscito dall’Università che si è messo in testa di fare il giornalista fra i grattacieli di Manhattan, affascinato dai romanzi di Bukowski, dai film di De Niro, dalle mille luci di Broadway. Ma come spesso accade, la realtà è molto meno romantica della fantasia: nessun giornale pubblica le sue corrispondenze, per sopravvivere deve distribuire i volantini pubblicitari di un topless-bar, rubacchia nei negozi, telefona a scrocco, si nutre di zuppe in scatola e decisamente non ci sono luci attorno a Hell’s kitchen, la “cucina dell’inferno”, il quartiere portoricano dove con gli ultimi soldi che gli sono rimasti ha preso in affitto uno squallido appartamentino. Finché l’arresto di John Gambino, “padrino” di una delle famiglie di Cosa Nostra che controllano il crimine organizzato in città, segna una svolta nel suo destino.
Tra loft di artisti squattrinati e discoteche in cui si va tutti insieme alla toilette, interviste con Steven Spielberg negli studios di Hollywood e balli con Gina Lollobrigida in cima al Rockefeller Center, compagni di sbronze che guidano i turisti in sex-tour notturni e l’amore per Angie, un’italoamericana che sembra timida e indifesa ma non lo è affatto, vola via un anno pieno di sorprese. Lasciandolo, alla fine, con due questioni fondamentali da risolvere: seguire il consiglio che gli dà con una strizzata d’occhio l’attore John Cassavetes, ovvero sposare Angie prima che qualcun altro gliela porti via? E soprattutto, una volta “sistemata” l’America, rimanere lì o tornare a casa? Meglio l’Empire State Building o la Torre degli Asinelli?
Una storia di vita vissuta appassionante come un romanzo, un inedito autoritratto di Enrico Franceschini, corrispondente di “la Repubblica”: che alla fine ha scelto l’Empire State Building e, dopo New York, Washington, Mosca e Gerusalemme, scrive oggi da Londra.
Enrico Franceschini (Bologna, 1956): giornalista e scrittore, è da quasi vent'anni corrispondente dall'estero per il quotidiano "la Repubblica", per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e attualmente Londra. Nel '94 ha ricevuto il Premio Europa per le sue corrispondenze sul golpe di Mosca.
"Voglio l'America"
di Enrico Franceschini
FELTRINELLI
Collana: I Canguri
Pagine: 192
Prezzo: Euro 13
In libreria dal 4 giugno 2009
Enrico Franceschini incontra il pubblico in occasione dell'uscita di "Voglio l'America" il 9 giungo 2009, alle ore 18.00, presso la Libreria Feltrinelli Galleria Colonna, a Roma.
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