mercoledì 17 giugno 2009

"Il gioco della verità" di Andrea Carraro

Nessuno scrittore come Andrea Carraro sa inginocchiarsi, in quanto scrittore, davanti al male di una maturità frustrata e disamorata. La violenza dei suoi personaggi è spesso inesplosa; e, quando esplode, trova le sue vittime già esauste, con gli occhi rossi e la voce strozzata.

Questi racconti ci dicono qualcosa di definitivo sul “male oscuro” della piccola-borghesia italiana, incarcerata in reticenze e rabbie covate troppo a lungo, e in tristi ritualità di un benessere di facciata. Ecco, dopo le prove magistrali de Il branco, La lucertola e Il sorcio, a cosa si sono ridotti i borgatari di Pasolini e i borghesi di Moravia. Eccoli, aggressivi e taciturni, aggirarsi in una enorme zona grigia di malessere, dove il borghese quartiere Trieste equivale al litorale romano “senza mare”; eccoli, infelici e senza sogni, sopravvivere “a reddito fisso”, trascinandosi da un silenzio all’altro, sfuggendo a ogni vera sociologia.

Perché il “realismo” di Carraro – un realismo che mai utilizza gli “effetti speciali” del realismo estremo: il sangue, la violenza gratuita, il “basso” ideologico – è anzitutto un realismo psicologico, di chi conosce i miseri segreti della maturità, gli abissi calmi del disamore e i gesti compulsivi privi di sentimenti. Anche il tremendo “gioco della verità” che Carraro mette in scena, svelando miserie e tradimenti dei suoi personaggi, porta sempre la narrazione nei territori del silenzio: un silenzio vile e angoscioso, infine esausto. Con Carraro, proprio nel mentre i suoi uomini crollano a terra, la vita diventa ancora sopportabile, perché la grigia esistenza viene d’improvviso illuminata dall’apertura – a ventaglio, come uno squarcio di luce – della verità della scrittura.

Proprio quest’assenza di infingimenti, questa lingua grigia e solida come il ferro, questo sguardo impudico e fermo, rendono ancora chiare e possibili, nell’opera di Carraro, parole difficili come “realtà” e “verità”.
Andrea Di Consoli

Andrea Carraro (Roma, 1959) è autore di A denti stretti (1990), Il branco (1994; inizialmente pubblicato per intero, unico caso dopo Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia, sulla rivista "Nuovi Argomenti"), L´erba cattiva (1996), La ragione del più forte (1999), La lucertola (2001), Non c´è più tempo (2002) e Il sorcio (2007). Da Il branco, nel 1994, Marco Risi ha tratto l´omonimo film. Carraro scrive anche per il cinema, la radio e i giornali, tra cui "Il Messaggero" e "Repubblica".

www.andreacarraro.com

"Il gioco della verità"
di Andrea Carraro
Edizioni Hacca
Pagine: 216
Prezzo: 14,00
ISBN: 978-88-89920-25-1
Anno: marzo 2009
collana Novecento.0


Il libro verrà presentato mercoledì 17 giugno, alle ore 18.30, presso la Libreria "Rinascita" di Roma, in Via Prospero Alpino, 48 (zona Ostiense). Con l'autore, Andrea Carraro, interverranno Filippo La Porta, critico letterario e saggista, Paolo Di Paolo, critico letterario e scrittore e Andrea Di Consoli, critico letterario e scrittore.

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