lunedì 22 giugno 2009

"Una storia quasi soltanto mia" di Pinelli e Scaramucci

A quarant’anni dalla morte di Giuseppe Pinelli, il racconto della vedova del ferroviere anarchico morto in circostanze mai chiarite nella questura di Milano nel 1969.

“Ma non raggiungere la verità giudiziaria è una sconfitta dello Stato. È lo Stato che ha perso appunto perché non ha saputo colpire chi ha sbagliato. Perché in un modo o nell’altro, voglio dire direttamente o indirettamente, Pino è stato ucciso. E poi non è una questione di vincere o di perdere: semplicemente uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste.”
Licia Pinelli

Licia e Pino si conobbero nel 1952 a un corso di esperanto, a Milano. Lei voleva imparare la “lingua universale” che avrebbe facilitato la comprensione tra i popoli e portato la pace; lui voleva prendere il diploma e insegnarlo. Comincia così la loro storia d’amore. Licia, che ha cominciato a lavorare come dattilografa a tredici anni, fa la segretaria e abita in un palazzo popolare in viale Monza. Quando finisce il lavoro fa a piedi il tragitto fino a casa con Pino. Parlano tanto, hanno ideali comuni e amano leggere. Dopo due anni di fidanzamento si sposano, nonostante le diffidenze dei genitori, e conducono una vita bohémien. Pino fa il ferroviere, è anarchico e, dato che con la nascita delle due figlie Licia lo spinge a uscire, si butta nella politica attiva. Per casa c’è sempre gente, e a Licia piace. Poi arriva la notizia della morte di Pino, che si sarebbe suicidato gettandosi dalla finestra della questura, nell’ufficio del commissario Calabresi. Licia non ci crede. Secondo lei, il marito è stato picchiato, creduto morto e buttato giù. Poi arriva l’omicidio Calabresi. Licia prova orrore alla notizia ma vuole sapere la verità e avere giustizia perché ha fiducia nello Stato di diritto. E, a quarant’anni di distanza, vorrebbe ancora la verità. Il racconto sobrio e mai retorico di questa vicenda molto privata, ma non “soltanto sua”, fondamentale per la storia d’Italia recente, è arricchito da una cronologia degli eventi più importanti dell’epoca, una bibliografia aggiornata, una raccolta di testimonianze di alcune personalità su Pinelli e un inserto di foto.

Licia Pinelli è la vedova di Giuseppe Pinelli. Il libro-intervista, "Una storia quasi soltanto mia", è stato pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1982.

Piero Scaramucci (Praga 1937), giornalista, inviato speciale alla Rai dove ha lavorato dal 1961 al 1992, dal 1992 al 2002 è stato direttore di Radio Popolare, che aveva contribuito a fondare nel 1976. Ha svolto attività sindacale e negli anni sessanta e settanta è stato militante di Lotta Continua e ha partecipato al Movimento dei giornalisti democratici. Svolge attività didattica per la formazione giornalistica. Oggi è vicepresidente del Comitato regionale per le comunicazioni della Lombardia.

"Una storia quasi soltanto mia"
di Licia Pinelli e Piero Scaramucci
FELTRINELLI
Collana: Universale Economica Vite Narrate
Pagine: 192
Prezzo: Euro 8,5
In libreria dal 2 settembre 2009

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