A volte ritornano. Con gli stessi argomenti. Con la stessa potenza economica, politica e massmediatica. Il Governo Berlusconi si appresta a rilanciare la produzione in grande scala dell’energia nucleare, nonostante il popolo italiano si sia già pronunciato contro a larghissima maggioranza nel referendum del 1987.
Come questo libro dimostra dettagliatamente, oggi come allora, gli argomenti portati a favore sono inconsistenti: non è vero che il nucleare sarà l’energia del futuro, che è economicamente competitivo, che serva a ridurre le emissioni di gas serra, che non ci siano alternative.
Mentre sono drammaticamente veri i ripetuti incidenti e la produzione di scorie altamente radioattive che irresponsabilmente consegneremo alle prossime diecimila generazioni. Senza contare la proliferazione del nucleare militare, di cui l’uso "civile" è figlio riconosciuto.
Venti anni fa un forte movimento sconfisse la follia nucleare, ma non riuscì a costruire un altro modello energetico e di società. Oggi, un nuovo movimento antinucleare dovrà nascere nei territori e nelle piazze di questo Paese.
Marco Bersani: laureato in Filosofia, è Dirigente comunale dei servizi sociali. Socio fondatore di Attac Italia, è membro del Consiglio nazionale dell'associazione. Fra i portavoce del Genoa social forum nel luglio del 2001, sempre attivo nei movimenti di lotta per la difesa dei beni comuni, è fra i promotori del Forum italiano dei Movimenti per l'acqua. Nel 2007 ha pubblicato "Acqua in movimento" (Edizioni Alegre).
"Nucleare: se lo conosci lo eviti"
di Marco Bersani
Edizioni Alegre
p. 120
euro 12,00,
DA MARTEDI' 3 MARZO IN LIBRERIA
venerdì 27 febbraio 2009
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1 commento:
Marco Bersani:
laureato in Filosofia?
Marco Bersani: “Il nucleare è il modello produttivo più costoso”
Invece di andare avanti torniamo indietro di vent’anni.
“Non solo, ma con le stesse motivazioni di vent’anni fa. Si sono dette una serie di bugie. Il nucleare non può essere l’energia del futuro, ha più di cinquant’anni e copre circa il 16% della produzione elettrica mondiale. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica stima che il contributo scenderà fino al 13%, per un motivo: le centrali hanno una durata limitata di 25 anni. Dunque da qui al 2015 bisognerebbe aprire 60 impianti nuovi e 192 entro il 2025, non accadrà mai anche perché entro il 2035 l’uranio sarà esaurito”.
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Basterebbe una rapida ricerca per trovare almeno 10 notizie errate in queste 10 righe..
Non ho parole..
Piero Iannelli
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